“DIS’ART MANTE” dialoghi d’arte e di umanità – Intervista alla curatrice Carla Pugliano
La presenza, in occasione del vernissage, del critico d’arte e giornalista Andrea Barretta, già curatore di importanti mostre dedicate ad Andy Warhol, Enrico Baj, Mimmo Rotella e Mario Schifano, aggiunge ulteriore spessore a un evento che si preannuncia come un momento significativo della stagione artistica varesina.
Le bipersonali, del resto, hanno da sempre un fascino particolare: due voci, due universi, una tensione comune. Come accadeva nei dialoghi creativi del passato – da Braque e Picasso, capaci di ridefinire insieme il linguaggio cubista, a De Kooning e Gorky, uniti da una medesima urgenza visionaria – anche qui la mostra diventa un terreno d’incontro, dove differenze e consonanze generano un linguaggio nuovo.
“DIS’ART MANTE” è una mostra costruita come un dialogo a due voci. Cosa ti ha spinta a mettere insieme proprio Francesca Thermes e Cristiano Emanuele Ranghetto? Quale connessione hai percepito tra le loro ricerche artistiche, tanto da farne il cuore di una bipersonale?
Francesca e Cristiano si sono conosciuti proprio nella mia galleria, e la combinazione tra le loro visioni è avvenuta quasi naturalmente. Entrambi mostrano una profonda sensibilità, una forza che nasce dalla fragilità, e un’attenzione autentica ai problemi del nostro tempo.
A loro modo, danno voce a ferite collettive: la guerra, il disagio sociale, la solitudine, l’anestesia emotiva.
Francesca lavora con il silenzio e la materia poetica del quotidiano, Cristiano con la visione e la terra ferita.
Ho percepito in loro una tensione comune verso l’umano, una necessità di trasformare il dolore in bellezza, e ho sentito che questo dialogo meritava uno spazio condiviso. DIS’ART MANTE è nato così: come un incontro che si è fatto mostra.
Il titolo della mostra, “L’arte come resistenza poetica e disarmo interiore” racchiude un significato forte e radicalmente attuale. In che modo le opere esposte incarnano questa idea di arte come gesto di resistenza e di cura?
Viviamo in un tempo in cui il rumore del mondo rischia di anestetizzare la coscienza. DIS’ART MANTE nasce come risposta a questa deriva: l’arte come gesto di cura, come resistenza silenziosa ma potente.
Le opere esposte non si limitano a rappresentare: si offrono come gesti di ascolto, come atti di empatia.
Francesca lavora con materiali di recupero, con tracce intime che diventano paesaggi emotivi e visioni sospese. Cristiano scolpisce l’argilla corrosa, simbolo della ferita del pianeta, e dipinge con uno sguardo che invita alla partecipazione.
In entrambi, l’arte è resistenza poetica: non urla, ma consola. Non impone, ma risveglia. È un modo per restituire senso, per opporsi all’indifferenza con bellezza e consapevolezza condivisa.
Hai scelto di coinvolgere il critico e giornalista Andrea Barretta, una presenza di rilievo nel panorama artistico contemporaneo. Com’è nata questa collaborazione e quale valore aggiunto pensi possa portare alla lettura della mostra?
Ho conosciuto Andrea Barretta in occasione dell’inaugurazione della CathArt Gallery, e mi ha colpito subito il suo lato umano, la sua sensibilità profonda e la sua capacità di ascolto.
La sua presenza non è solo un contributo critico, ma un gesto di apertura: ho voluto che fosse lui ad accogliere e interpretare le sensibilità artistiche di Francesca e Cristiano, offrendo uno sguardo lucido e poetico sul loro lavoro.
Andrea ha una rara capacità di leggere l’opera d’arte nella sua dimensione esistenziale, e credo che il suo intervento possa arricchire la mostra con una lettura che va oltre la superficie, toccando il cuore del messaggio.
Sei artista e curatrice, due ruoli che si intrecciano e si arricchiscono a vicenda. Come riesci a bilanciare la tua ricerca personale con la gestione del tuo spazio CathArt Gallery e il lavoro di promozione degli altri artisti?
È un equilibrio che nasce dall’ascolto e dalla passione profonda per l’arte come linguaggio umano.
Essere artista mi permette di comprendere l’urgenza espressiva, i tempi interiori, le fragilità che abitano ogni processo creativo. Essere curatrice mi dà la possibilità di costruire ponti, di creare spazi di dialogo tra visioni diverse. E’ anche una responsabilità: significa proteggere, valorizzare, accompagnare l’artista e le sue opere in tutte le fasi del progetto espositivo.
Il mio impegno è sempre molto, ma la gratificazione che ne deriva è immensa. Contribuire a esaltare l’arte di un artista, vedere nei suoi occhi quella fiamma che lo fa sentire vivo nel condividere la propria visione, è ciò che mi appaga di più.
Conoscere l’artista, ascoltarlo, comprenderne le dinamiche emotive è un viaggio che mi arricchisce profondamente, sia a livello umano che artistico.
Ogni mostra è per me un’esperienza trasformativa, un’occasione per esaltare l’arte nella sua dimensione più autentica: quella che nasce dal cuore e parla all’anima.
La CathArt Gallery è nata proprio con questo intento: essere un luogo immersivo, dove materia e spirito si incontrano, dove l’arte non è solo esposizione ma esperienza. Ogni artista che espone diventa parte di una ricerca più ampia, che continua a nutrire anche la mia.
Contatti e informazioni:
Sito Web Carla Pugliano Offcial Website
Email myartcharlotte@gmail.com
Telefono +39 392 8081554
Instagram carla_pugliano
Facebook Carla Pugliano
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