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Giugno 2022

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VALERIE HADIDA “Les petites bonnes femmes”

  L’ArteCheMiPiace – My Favourites 


VALERIE HADIDA  “Les petites bonnes femmes" su L’ArteCheMiPiace a cura di Giuseppina Irene Groccia

VALERIE HADIDA

Les petites bonnes femmes”



di Giuseppina Irene Groccia |29|Giugno|2022|




La pratica scultorea di Valerie Hadida prende forma con la lavorazione in bronzo delle sue figure femminili, catturate in momenti di serena contemplazione.


VALERIE HADIDA  “Les petites bonnes femmes" su L’ArteCheMiPiace a cura di Giuseppina Irene Groccia



Le sue “petites bonnes femmes“, così ama definirle, sono un incontro poetico con il quale ci invita ad entrare nel suo universo senza tempo lasciandoci intraprendere un viaggio attraverso l’anima umana.


VALERIE HADIDA  “Les petites bonnes femmes" su L’ArteCheMiPiace a cura di Giuseppina Irene Groccia



Si tratta di figure di una delicatezza unica, che ritraggono la donna in particolari fasi della sua età, prevalentemente l’adolescenza e la mezza età, periodi che lei stessa ritiene siano artisticamente molto interessanti a causa delle loro implicazioni di transizione e cambiamento.


VALERIE HADIDA  “Les petites bonnes femmes" su L’ArteCheMiPiace a cura di Giuseppina Irene Groccia



Queste allampanate ed eleganti donne sfoggiano capelli ricci e perfettamente acconciati e possiedono un tocco di elegante rilassatezza nelle pose e negli atteggiamenti. 


VALERIE HADIDA  “Les petites bonnes femmes" su L’ArteCheMiPiace a cura di Giuseppina Irene Groccia



Per Valerie Hadida l’arte scultorea è uno strumento di esplorazione con cui riesce a testimoniare la sua profondità di pensiero con un afflato verso una condizione eterea ed eterna del corpo femminile.


Diverse emozioni animano queste rappresentazioni femminili dando la sensazione che siano uscite da una dimensione di sogno oppure da favole senza tempo.


VALERIE HADIDA  “Les petites bonnes femmes" su L’ArteCheMiPiace a cura di Giuseppina Irene Groccia



Le “piccole brave donne” di Valérie Hadida sono ispiratrici di un’arte fatta di epoche diverse, dal Rinascimento a una visione molto contemporanea della donna.


Con il loro aspetto fuori dal tempo, spesso pensierose, sono tutte lì a testimoniare le fasi del percorso di vita insieme ad una grande dichiarazione di potere.


VALERIE HADIDA  “Les petites bonnes femmes" su L’ArteCheMiPiace a cura di Giuseppina Irene Groccia


Orgogliose o deboli, fragili o forti, spinte dal vento della vita oppure inchinandosi contro le sue vicissitudini, nessuna di loro ci lascia, in alcun modo, indifferente.














Attualmente Valerie è impegnata in una esposizione presso la Galerie D’Art Sylvie Platini


VALERIE HADIDA  “Les petites bonnes femmes" su L’ArteCheMiPiace a cura di Giuseppina Irene Groccia






























































VALERIE HADIDA  “Les petites bonnes femmes" su L’ArteCheMiPiace a cura di Giuseppina Irene Groccia

Valérie Hadida è una scultrice e pittrice. francese, che lavora soprattutto con il bronzo e l’argilla.

Scultrice fin dall’adolescenza, ma è con il suo altro talento, il disegno, che Valérie Hadida si è guadagnata un posto

nell’animazione. Dopo aver disegnato per numerose serie animate e film (“Les aventures de Tintin”, “Chasseurs de Dragons” ecc.) Ora divide il suo tempo tra le sue creazioni personali e il suo lavoro nell’animazione. Per l’associazione Les Femmes s’Animent, ha accettato di tornare alla sua carriera e ai collegamenti che uniscono l’animazione al mondo artistico.


















 




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“Quello che (non) so di voi” Laura Visigalli

  L’ArteCheMiPiace – Artisti


“Quello che (non) so di voi”  Laura Visigallu su L'ArteCheMiPiace Blog Arte e Cultura a cura di Giuseppina Irene Groccia




“Quello che (non) so di voi”

lAURA vISIGALLI



di Giuseppina Irene Groccia |21|Giugno|2022





Con il progetto “Quello che (non) so di voi”, Laura Visigalli ci regala immagini intense che tessono una storia sensibile e delicata. 

Attraverso la sperimentazione e la tecnica della doppia esposizione riscrive un racconto che sfida la percezione dello spettatore.

Le fotografie di Laura appaiono immerse in un profondo memoriale, dove la relazione tra reale e sogno sembra perdere il significato temporale.

Da esse emergono fievoli particolari che raccontano una realtà interiore, la fotografia diventa per lei strumento per trascendere la realtà evocando dimensioni e archetipi del sogno e della memoria.

Nelle ripetizioni visive le immagini sembrano piegarsi alla luce e al tempo producendo messaggi altamente lirici dove le persone appaiono rinchiuse in una trama costituita da ricordo e oblio.

Le immagini si susseguono in una piacevole escalation, in cui la memoria individuale e la storia di ogni singolo soggetto si cercano per un confronto.

Laura crea con grande abilità un racconto visivo dove la relazione tra strati, luci e ombre sembra conferire alle immagini una dimensione altamente onirica.

Il risultato è una visione colma di introspezione, che celebra lo spirito audace della sperimentazione e che ci intrappola in un’atmosfera fuori dal tempo.



“Quello che (non) so di voi”  Laura Visigallu su L'ArteCheMiPiace Blog Arte e Cultura a cura di Giuseppina Irene Groccia

“Restiamo qui presso – noi, le memorie;

e ci copriamo gli occhi perché abbiamo paura di leggere:


“17 giugno 1884, di 21 anni e 3 giorni”.

E tutte le cose son mutate.

E noi – noi, le memorie, ce ne stiamo qui sole,

perché nessun occhio ci vede, né saprebbe perchè siamo qui”.


Edgar Lee Masters







Abbiamo il piacere di parlarne un pò con lei…

▪️Quando hai sentito in te accendersi la scintilla della passione per la fotografia?

Credo che non ci sia stata una vera e propria scintilla, ma un processo naturale. Sono sempre stata attratta del linguaggio figurativo ed artistico in generale. Ho iniziato con il disegno e continuato con l’architettura. Nel mezzo c’è stato anche il teatro, la danza, i video.


“Quello che (non) so di voi”  Laura Visigallu su L'ArteCheMiPiace Blog Arte e Cultura a cura di Giuseppina Irene Groccia


▪️Che tipo di formazione artistica hai avuto? Accademica o autodidatta?

Ho studiato fotografia per un paio d’anni all’ Istituto Statale d’Arte di Monza, anche se il mio corso di studi specifico era in design. I primi rudimenti tecnici me li hanno insegnati vari amici fotografi. Il resto l’ho imparato sperimentando e sbagliando. Da qualche anno seguo workshops e lezioni quando mi interessa approfondire un tema.


“Quello che (non) so di voi”  Laura Visigallu su L'ArteCheMiPiace Blog Arte e Cultura a cura di Giuseppina Irene Groccia


▪️Cosa ti ispira maggiormente? Come nascono solitamente le tue opere fotografiche?

Apparentemente nascono per caso. A volte da ‘esperimenti’ visivi. In altri casi si tratta di una vera e propria urgenza. Fotografo con qualsiasi cosa mi capiti tra le mani. E’ in secondo momento che riorganizzo il tutto in un processo più intellettuale e razionale. Sono attratta dalla zona d’ombra che risiede in ogni cosa.


“Quello che (non) so di voi”  Laura Visigallu su L'ArteCheMiPiace Blog Arte e Cultura a cura di Giuseppina Irene Groccia


▪️Il progetto dal titolo “Quello che (non) so di voi” di cui parliamo in questo articolo è un esempio di sperimentazione dove ti cimenti nella doppia esposizione. Ci spieghi di cosa si tratta?

Ispirandomi al libro di Edgar Lee Masters “Antologia di Spoon River”, dove, dai loro epitaffi i personaggi raccontano per un ultima volta la loro verità, e attraverso ritratti realizzati con la tecnica della doppia esposizione, ho voluto dar voce a quei volti, affinché il buio non sia sceso definitivo ed eterno, ma che vi sia ancora, per loro, possibilità di parola. Questo progetto è anche una ricerca sulla memoria. Ci autodefiniamo attraverso quanto ricordiamo e dimentichiamo collettivamente. Ridefinire chi siamo significa costruire e ricostruire una memoria nuova, che è la somma e la combinazione di ricordo e oblio. L’ oblio è la condizione che ci permette di sorprenderci, proporre nuove strade, provare nuove emozioni, di vivere. La memoria è sempre in divenire.


“Quello che (non) so di voi”  Laura Visigallu su L'ArteCheMiPiace Blog Arte e Cultura a cura di Giuseppina Irene Groccia



▪️Cosa ti ha spinta ad avviare questo tipo di progetto?

Le vecchie fotografie custodite nell’album di famiglia, o trovate nei mercatini mi hanno sempre affascinato. In particolare quelle che ritraggono parenti che non ho mai conosciuto o sconosciuti che non ci sono più. Fin da bambina mi sono sempre chiesta quali sogni e quali storie si celassero dietro i volti impressi sulla pellicola. Meno di un secondo per catturare una vita. E quello sguardo rimane lì, per l’eternità.

Chi erano queste persone? Sono state felici? Hanno amato? Il progetto è nato dal tentativo di dare una risposta a queste domande.


“Quello che (non) so di voi”  Laura Visigallu su L'ArteCheMiPiace Blog Arte e Cultura a cura di Giuseppina Irene Groccia


▪️Che lavoro e che organizzazione di pensiero c’è dietro?

Ho scelto di utilizzare la tecnica della doppia esposizione perché non fa troppe concessioni: o si crea l’alchimia tra i due scatti o non avviene. E’ un lavoro difficile, a volte frustante, ma quando accade il miracolo si è ripagati per tutta la fatica. Un po’ di bellezza varrà pure qualche rovinosa caduta sul selciato mentre a testa in su si cerca di imprigionare una nuvola che (forse) avvolgerà il volto di Annibale in modo sublime?!

Ho cercato inoltre di fondere un attimo di ‘passato’ (quello sguardo, quel modo di trattenere il respiro, quella vita che non c’è più) ad un attimo di presente, del mio presente (una nuvola, il sentiero, il mio stesso respiro). Da questo connubio ho tentato di “ricucire” le storie che quegli sguardi immobili nascondono. E nel farlo ho dovuto confrontarmi con il temi del ricordo e dell’oblio, due elementi complementari e contigui essendo la memoria fatta da quanto si ricorda e dimentica.


“Quello che (non) so di voi”  Laura Visigallu su L'ArteCheMiPiace Blog Arte e Cultura a cura di Giuseppina Irene Groccia



▪️Dentro la tua poetica c’è molto della tua percezione del mondo spirituale, ma esattamente quanto e perché?

Credo che il mio modo di relazionarmi al mondo dipenda dal fatto che mi sono sempre sentita senza radici. Ho sempre vissuto in un luogo che non mi appartiene e in cui non mi riconosco. Mi muovo nel mondo come un esule alla perenne ricerca di una patria o un’ orfana che cerca invano i genitori biologici. Questo senso di perdita è presente nelle mie foto, ad esempio nei volti che occultati dal riflesso dei vetri, o riflessi negli specchi, due elementi che ricorrono spesso nelle mie fotografie. E’ la stessa e malinconia che provo quando guardo vecchie fotografie.


“Quello che (non) so di voi”  Laura Visigallu su L'ArteCheMiPiace Blog Arte e Cultura a cura di Giuseppina Irene Groccia



▪️Pensi che la fotografia aiuti a tenere traccia del nostro percorso di vita?

Certamente, se siamo onesti con noi stessi.



▪️Quali sono i tuoi autori preferiti, passati e, se ce ne sono, presenti?

I primi due nomi che mi vengono in mente sono Sally Mann e Masao Yamamoto. Del passato adoro Man Ray e in generale i precursori e primi sperimentatori della fotografia contemporanea.

Indipendentemente da quello che faccio io, seguo comunque tutti i generi di fotografia, e ci sono moltissimi autori che stimo.


“Quello che (non) so di voi”  Laura Visigallu su L'ArteCheMiPiace Blog Arte e Cultura a cura di Giuseppina Irene Groccia


▪️Pensi che nella fotografia, come nella vita, ci voglia più talento o più studio?

Il talento non te lo costruisci. Ci nasci. Ma senza lo studio (che io intendo in senso lato) e tanto lavoro, costanza e determinazione il solo talento non basta.


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▪️Hai attualmente in corso delle mostre o ne hai altre in cantiere?

A Luglio due miei lavori saranno presenti a Roma alla mostra collettiva ‘Declinazioni Femminili’ Presso la Casa Internazionale Delle Donne.


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▪️Progetti artistici in itinere?

Sto lavorando in contemporanea anche ad un progetto ispirato al libro “1984” di George Orwell. Penso che lo svilupperò utilizzando in parte il linguaggio dei fumetti.









Contatti dell’artista 



Instagram laura_visigalli













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Ho studiato arte, design e fotografia all’ ISA di Monza ed mi sono laureata in Architettura al Politecnico di Milano. All’attività di architetto si è negli anni sempre più accompagnato l’ interesse per la fotografia, una passione nata già nella adolescenza quando un amico di famiglia mi regalò una reflex analogica. Dal 2008, con l’acquisto di una dsrl digitale, ho iniziato a indagare lo spazio domestico ed intimo attraverso la fotografia. Ciò che di primo acchito viene celato allo sguardo è il tema dominante delle mie immagini. Sono i paesaggi disegnati nei vetri, i volti riflessi negli specchi o su altre superfici, gli esseri umani sfuocati, o accennati in ombre e dettagli. Mi interessa raccontare il ‘non detto’, quel luogo forse inconoscibile che è parte integrante e necessaria per ricucire un pezzo di sé e per dare un senso alle cose. La figura umana, sopratutto quella femminile, è il soggetto principale delle mie opere.



















 




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JOJO HUXFORD SUMMER BOOK

   L’ArteCheMiPiace – Catalogo Online




JOJO HUXFORD

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La sezione Catalogo Artisti ospita il nuovo format divulgativo del Blog, si tratta di uno spazio dove all’artista che ne farà richiesta, verrà  data l’opportunità di poter realizzare e pubblicare un Catalogo personale in versione digitale e cartaceo.

Una accurata selezione delle proprie opere potrà essere presentata all’interno del Blog in versione impaginato con la possibilità di aggiungere testi critici o interviste. La versione sfogliabile online verrà pubblicata sulla piattaforma internazionale ISSUU

Inoltre l’elaborato grafico impaginato in PDF potrà essere utilizzato anche per le stampe cartacee e nel caso l’artista lo desidera potrà essere aggiunta, previa liberatoria, nella nostra libreria online su Amazon Books


Il catalogo digitale è ormai un Must per ogni artista, un efficace ed elegante strumento di presentazione delle proprie opere.

In linea con questa tendenza ormai consolidata e che è diventata ormai aspettativa di tutti, il catalogo digitale offre dei notevoli vantaggi agli artisti che lo utilizzano per acquisire più contatti e visibilità 

Diffondere un catalogo digitale è più semplice rispetto ad uno cartaceo. Basta un click per condividerlo con potenziali acquirenti, gallerie e curatori.

La condivisione sui social media ne permette inoltre una diffusione praticamente gratuita..  tutto al fine di preservare e rendere accessibili ad un maggior numero di persone le informazioni fondamentali di un artista e sulla sua intera produzione.

Questa strategia permetterà di presentare i propri lavori artistici nei migliore dei modi possibili, con canali diversi e quindi con una più completa rappresentazione degli stessi. 







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“Les enfants de la lune” di Felicia Lo Cicero

 L’ArteCheMiPiace – Libri da leggere




“Les enfants de la lune” 

di Felicia Lo Cicero




di Redazione   |14|Giugno|2022|





È uscito questo 2 Giugno, edito da Eretica edizioni il nuovo libro di Felicia Lo Cicero.




Ho scelto questo titolo alludendo all’espressione francese che soleva definire “figli della luna” gli illegittimi. Ebbene, agli illeggittimi va il mio pensiero: emarginati, rinnegati, outsider, a tutti i disgraziati esiliati nell’ombra di una vita assente in un mondo di menzogne redditizie. Felicia Lo Cicero


Il manoscritto si apre con 13 componimenti dal titolo “Quijote e le tredici lune” (l’eroe che detta un codice di vita fondato sull’azione, sulla lealtà e sull’idealismo; l’hidalgo apre la raccolta nella piena rivendicazione dell’illeggittimità) e si chiude con 13 componimenti dal titolo “Coperti da segreto” (al centro della scena quel Cristo contestatore e maestro di giustizia). 

Fra questi due cicli, tredici “Ritratti” (che in parte rimandano a intellettuali outsider e artisti della Parigi degli anni folli) e tredici componimenti dal titolo “L’angolo delle palpebre socchiuse” (l’angolo dell’approssimarsi dell’io al sè, un angolo visiobario e melanconico, d’integrazione e unificazione delle ombre che plasmano la personalità).


L’autrice afferma di non poter definire la poesia che ci sottopone, fondarla in un tempo e ponderarne la risposta di gusto, tantomeno comprendere quanto libera e affrancata dai canoni essa sia. Scrittura poetica, poesia in prosa, prosa in prosa? Certo, è contemporanea: esaspera, stravolge, scompone; certo, è concettuale: speculativa, teoretica, compiuta. Non cela il poetico, ma tenta di superarlo pur non trasformandosi in narrativa. La parola è epicentro, il codice linguistico conserva e destruttura, la dimensione testuale trascende.


Consapevole della incombente minaccia della scomparsa editoriale della poesia, l’autrice spera in una soglia di resistenza.




Note d’autore 


Li chiamavano bastardi, figli della clandestinità. Les enfants de la lune è l’indignante quanto poetica espressione mediante la quale in Francia venivano additati. Come tacere ai perbenisti che gli Orléans discendono dal conte di Tolosa, uno dei bastardi del Re Sole?

“Les enfants de la lune” rivendica una raccolta di scritti la cui dignità ontologica trova la sua più gloriosa formulazione teorica nella condizione della non legittimità. Se nei “sistemi” che elargiscono il diritto su disposizione volontaria della servitù l’illegittimità è un principio che indica la non conformità, in botanica dicesi dell’impollinazione e conseguente fecondazione, quando il polline di un fiore germina sullo stigma dello stesso fiore, rendendo possibile l’autofecondazione. Orientando la nostra riflessione sulla sistematica degli organismi vegetali, possiamo conclamare che i figli della luna sono i figli di quella cupa civetteria, che al pari di Dio, li ha resi causa sui ipsius. La loro potenza deriva da se stessi.

A mente avveduta, la sventura della non naturale filiazione appare essere solo un temerario tiro giocato con la main gauche fra le due possibilità su cui oscilla il destino della lotta: vincere o soccombere.

Nel mercato dell’illusione civilizzatrice, laddove la giustizia in “libertà condizionata” leviga gli eccessi di un sistema disumano, “l’arte del grande ritmo” nello stile del periodare racconta il proprio enigma con il mezzo del giusto agire, vale a dire compromettendosi a ogni passo. E a ogni passo, la mia parola lega il proprio nome agli emarginati, ai rinnegati, a tutti i disgraziati esiliati nell’ombra di una vita assente in un mondo parodistico sprofondato nella becera disumanità, produttore di morte e di menzogne redditizie.

I figli della luna sono da me onorati come i primi fra le genti, guardiani notturni senza sopportazione né dissimulazione, senza vendetta né perdono, che vanno errando su nuvole pesanti nell’eternità ciclica del senza tempo. Uomini che stanno prima o dopo l’universo sacro. Esseri che disconoscono la destrezza del dividere senza inimicare, che come Quijote, ragionano con la volontà apprendendo la propria eroicità dalle loro stesse viscere; esseri che sanno di essere ciò che vogliono essere. Siffatte creature pronunciano parole che grondano della carne l’illusione matura, rinnovando il proprio desiderio nella parola “mai”. Sono loro! Individui blasfemi la cui fede è l’assunzione di una scomoda responsabilità; disoccultatori di verità storiche che vanno sottraendo il terreno culturale usurpato all’avvenire.

Ponendo al centro della scena quel Cristo contestatore, figlio dell’uomo e maestro di giustizia, il cui impulso collettivista disprezzò il potere e la violenza nell’attesa di una speranza compiuta nell’utopia, “Les enfants de la lune” avvinghia la propria illegittimità sino all’avvento dell’anarchia.



Per coloro siano interessati a leggere “Les enfants de la lune” possono richiederlo direttamente dall’editore cliccando QUI




Contatti dell’autrice 


Email felicialocicero81@gmail.com

Facebook Felicia Lo Cicero










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Presentazione dell’antologia Come fiori sul ciglio della strada

 L’ArteCheMiPiace – Libri da leggere





Presentazione dell’antologia

Come fiori sul ciglio della strada



Sabato 16 luglio dalle 17:00 a Maslianico in provincia di Como, presso lo spazio L.A.N.D. Associazione culturale, in via XX Settembre 78, si volgerà la sesta tappa delle presentazioni itineranti per tutta Italia dell’antologia di poesia e racconti “Come fiori sul ciglio della strada”.

L’evento è organizzato dalla poetessa, curatrice artistica ed art writer Maria Marchese, saranno presenti all’incontro Miriam Ballerini e Danilo Perico.

L’antologia di racconti e poesie “Come fiori sul ciglio della strada” è stata pubblicata a maggio 2022 dalla casa editrice Tomarchio Editore con prefazione di Miriam Ballerini e presenta ben quattordici raccolte al suo interno. La copertina è opera di Aldo Colnago.

Gli autori e le autrici presenti nell’antologia:

Marco Salvario con “Libertà”, Samuel Pezzolato con “Fiori di ibisco”, Roberta Sgrò con “Quattro su sei”, Marco Leonardi con “Camminando in diagonale”, Oswaldo Codiga

con “Penso, rifletto, scrivo”, Beatrice Benet con “Amore senza età”, Gian Carlo Storti con “Alla scoperta del Socialismo reale”, Mary Castelli con “C’è un unico amore”, Marcello Sgarbi con “Oltre ogni limite”, Silverio Scognamiglio con “Tra sacro e profano”, Tiziana Topa con “La forza delle donne”, Enrico Pinotti con “Persone”, Danilo Perico con “Nel tempo di una vita”, Maria Marchese con “Fragilità poetiche”.

Nel corso del 2022 si organizzeranno delle presentazioni itineranti in varie città d’Italia con l’ausilio ed il supporto di Miriam Ballerini, degli autori e delle autrici presenti nell’antologia, della casa editrice e del portale web Oubliette Magazine.

La prima tappa del tour è stata il 28 maggio a Reggio Emilia, ospiti della manifestazione “Il maggio del libri 2022” con organizzazione dell’autore Silverio Scognamiglio. La seconda tappa è stata il 4 giugno ad Appiano Gentile (CO) presso Villa Rosnati con la presenza dell’Assessore alla cultura Fulvia Pagani ed organizzazione dell’autrice Miriam Ballerini. La terza tappa è stata sabato 25 giugno a Treia nelle Marche con patrocinio del Comune ed organizzazione dell’autrice Tiziana Topa.

 


La quarta tappa si è svolta nella sede della casa editrice a Piedimonte Etneo con il patrocinio del Comune, la quinta in Sardegna a Quartu Sant’Elena il 13 luglio con l’organizzazione della poetessa e scrittrice Alessandra Sorcinelli.

Le date sono aggiornate durante il corso del 2022.

“Alcuni guardano alle antologie come a figli di un Dio minore. Ritengono che non abbiano lo stesso valore di uno scritto pubblicato da un unico autore. Personalmente le ritengo un’occasione di incontro, un modo per proporre diverse vedute e opinioni unite in un unico contenitore.” – dalla prefazione di Miriam Ballerini

“La fragile bellezza scivola, lieve, sul muto suolo della resa…/ ivi s’abbandona come vano drappo./ Delicata, la levità cela, tra le flesse trame, la prece di un vitreo dolore/ e lo adombra tra distanze di inespresse albe./ Indocili brividi frangono, un giorno, l’amara preghiera/ e dispiegano il sericeo involto in vibrato respiro./ […]” – Maria Marchese

“I silenzi erano le sue parole. I gesti cercavano il mondo. Schi-vo e introverso. Il suo carattere gli aveva reso impossibile ogni relazione. Trascorreva la mattina a scuola. In aula il suo posto era nell’angolo a destra, vicino alla porta. La sua sedia a rotelle occupava quasi due posti.” – Danilo Perico

Sarà possibile nel corso della presentazione a Maslianico acquistare delle copie dell’antologia. In alternativa è possibile acquistarne una copia in tutte le librerie online.

Ingresso libero secondo le norme sanitarie vigenti.



Puoi acquistare il libro QUI

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Frammenti – Il nuovo libro di Francisco Soriano

  L’ArteCheMiPiace – Libri da leggere

Frammenti - Il nuovo libro di Francisco Soriano


















Francisco Soriano – Frammenti

Il tempo consuma, annienta, divora, come il tarlo nel ventre della noce, cancella le tracce, irrigidisce i giorni. Memore, forse, dell’ombroso Lucifero montaliano che nella notte del mondo scende a sancire lo scadere dell’ora, la presenza del tempo, «lotta impari», getta così su questi versi l’ombra di un oscuro presagio. […] Si tocca qui un aspetto essenziale della poesia di Soriano, del suo disincanto: la certezza che, nel mondo, la bella realtà che la speranza figura, terra promessa o giardino incantato, non si trova, ed è inutile l’attesa. Claudia Valsania

La poetica dei Frammenti di Francisco Soriano è questa, infatti: la poesia è dentro e contemporaneamente è fuori della storia, è dentro il qui ed ora non mancando di stagliare un altrove; ed è trascendimento volendosi di necessità, per dirla con Rebora, cittadina del mondo catenata. 

Marcello Carlino





Francisco Soriano ha pubblicato numerosi saggi storici e poesie tradotte in persiano: “Dove il Sogno diventa Pietra”, “Vita e Morte di Mirza Reza Kermani”, “Nuova antologia poetica di Zahiroddoleh”, “Dalla Terra al Cielo. Tusi e la setta degli Assassini di Alamut”. Ha pubblicato i volumi: “Fra Metope e Calicanti”, “Lieto Colle” – 2013; “La Morte Violenta di Isabella Morra”, “Stampa Alternativa” – 2017, “Haiku Ravegnani”, “Eretica Edizioni” – 2018; “Noe Itō – Vita e morte di un’anarchica giapponese“, “Mimesis Edizioni” – 2018; “Non porgere l’altra guancia, “Eretica Edizioni” – 2019; “La Via Lattea, “Eretica Edizioni” – 2020.



Per la Bibliografia dell’autore clicca QUI














Frammenti - Il nuovo libro di Francisco Soriano

Francisco Soriano

Francisco Soriano nasce a Caracas nel 1965. Vive a Ravenna e svolge la sua attività di docente. È stato insegnante e dirigente scolastico per diversi anni nella Scuola Italiana di Teheran, “Pietro della Valle. Si è occupato di inclusione e didattica dell’italiano a stranieri. Ha pubblicato numerosi saggi storici e raccolte di poesie tradotte anche in persiano: “Dove il Sogno diventa Pietra”, “Vita e Morte di Mirza Reza Kermani”, “Nuova antologia poetica di Zahiroddoleh”, “Dalla Terra al Cielo. Tusi e la setta degli Assassini di Alamut”. Ha collaborato con diversi articoli di biografie e saggistica letteraria sulla Rivista “Argo”. Attualmente collabora con la Rivista “Carmilla” di Valerio Evangelisti. Ha scritto i seguenti volumi pubblicati da diverse case editrici:Fra Metope e Calicanti”, edita dalla casa editrice “Lieto Colle”, nel 2013; “La Morte Violenta di Isabella Morra”, edita da “Stampa Alternativa”, nel 2017, Haiku Ravegnani, edita da “Eretica Edizioni”, nel 2018; “Noe Itō – Vita e morte di un’anarchica giapponese“, edita da “Mimesis Edizioni”, nel 2018; “Non porgere l’altra guancia, edita da “Eretica Edizioni”, nel 2019La Via Lattea, edita da “Eretica Edizioni”, nel 2020.
















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“Cioccolata calda per due” di Nunzia Gionfriddo

 L’ArteCheMiPiace – Libri da leggere




“Cioccolata calda per due”

di Nunzia Gionfriddo


di Redazione  |08|Giugno|2022|




“Il viaggio di ritorno in treno fu molto triste.

Non la consolarono la bellezza delle Alpi, che questa volta
vide al tramonto e

all’imbrunire, quando si intravedeva solo la loro sagoma
nera.

Il veloce e affusolato serpente di acciaio, correndo tra le
valli e sui ponti, le

concesse la vista delle case dei montanari che si
illuminavano per la notte,

palpitanti di vita.”


Un libro dal titolo romantico all’apparenza, perché il
romanzo di Nunzia Gionfriddo, in

edizione rinnovata, parla di tutt’altro. L’autrice, nota per
la sua abilità nello scrivere di fatti

storici, per non dimenticare i massacri delle foibe e
l’esodo istriano, torna in libreria con

“Cioccolata calda per due”. Romanzo edito da PhoenixPublishing, già vincitore del Premio

Milano International. È un romanzo articolato, che tutto ha
meno del romantico anche se il

titolo trae in inganno. Nelle 214 pagine sapientemente
scritte dalla Gionfriddo, il lettore potrà

leggere di un amore antico e dal sapore altro che dolce,
dove al centro dei fatti che verranno

narrati ci saranno storie tragiche: di guerra, sofferenza,
rassegnazione, dolcezza, sgomento

e inesauribili attese.

Nel libro l’autrice riporta sotto forma di storia romanzata
i fatti tragici del “secondo

Dopoguerra che hanno interessato Istria, Dalmazia, Fiume,
Trieste e, anni dopo nel 1992-

95 il tentativo d’invasione serba della Bosnia, le atroci
sofferenze e le decimazioni subite

dalle popolazioni, nell’indifferenza delle grandi nazioni
europee.

Giovanni è uno dei protagonisti principali, ispirato a un
caro amico della scrittrice, compresa

la sua famiglia e la misteriosa scomparsa della moglie. La
scrittrice ci ha messo quasi due

anni a dare luce a questo romanzo ed è stata sollecitata più
volte anche da colleghi scrittori

illustri.

Sta di certo che, attraverso un fitto dialogo e delle
immagini storiche, ha fatto parlare i

protagonisti anche quando ha raccontato di fatti
raccapriccianti che sapevano di morte.

La stessa autrice afferma nella sua prefazione: “Quando l’ho
scritto non sapevo dove sarei

arrivata”.





Sinossi dell’opera

Con l’obiettivo di approfondire le sue ricerche sulle
vicende drammatiche avvenute nell’ex-

Jugoslavia, Florinda chiede aiuto a Giovanni, giornalista.
Ben presto, la donna si scontra

con il dolore profondo, mai superato, dell’uomo che in
quegli eventi terribili ha perso la

moglie. Ne nasce un amore fatto di scambi d’idee, ricordi,
piccole condivisioni, riti comuni

come una cioccolata al bar, una passeggiata nel quartiere,
una gita al mare. I fatti tragici del

secondo dopoguerra che hanno interessato Istria, Dalmazia,
Fiume, Trieste, il tentativo

d’invasione serba nella Bosnia, le atroci sofferenze e le
decimazioni subite dalle popolazioni,

nell’indifferenza delle grandi nazioni europee irrompono
nella loro quotidianità.





Biografia dell’autore

Nunzia Gionfriddo, è nata a Napoli e si è laureata in
Lettere e Filosofia, presso l’Università

“Federico II”, ha insegnato negli Istituti Medi Superiori.
Ha collaborato con il “Dipartimento

di Italianistica” e con la cattedra di “Storia della
Scienza” dell’Università “La Sapienza” di

Roma. Si è interessata dei rapporti tra scienza, storia e
letteratura, partecipando al dibattito

culturale con alcuni saggi, tra cui L’incanto della camera
oscura in Giacomo Leopardi,

pubblicato dalla Rivista Letteraria “R I S L” (Rivista
Internazionale di Studi Leopardiani),

diretta da Emilio Speciale e L’Ultrafilosofia si fa poesia,
in “Leopardi e il pensiero scientifico”,

a cura di Giorgio Stabile. Ha collaborato con la rivista “La
Rassegna della Letteratura

Italiana” di Firenze, a cura di A. Ghidetti, per la
recensione di saggi storici e letterari. In

questi ultimi anni si è dedicata alla stesura di romanzi, di
cui Chiocciole vagabonde è stato il

primo, pubblicato nel 2013, a cui ha fatto seguito Raccontami
la mia storia, ed. Robin, 2016

e Gli angeli del rione Sanità, Kairos edizioni, 2017. Nel
2019 è uscito nelle librerie il

romanzo Cioccolata calda per due, Pegasus Edition, vincitore
del secondo premio al

concorso Milano International”, di cui la presente è la
seconda edizione. Proprio in questi

giorni è stato presentato alla critica “Scrivere di donne”,
Homo Scrivens. Tutti i libri sono

stati insigniti di numerosi premi, sia da non editi che da
editi. Dal 2019 è rappresentante

dell’associazione “I.P.L.A.C.” per la diffusione della
cultura letteraria e artistica in

Campania. Dal 2018 è stata invitata a far parte di giurie
per i concorsi per autori di narrativa

o poesia, tra cui “Voci” a Roma e “Zingarelli” a Cerignola.
Il 12 agosto 2019 ha presentato

al Festival dell’Isola del Cinema di Roma, durante la
rassegna IPLAC “Un Ventaglio di Carta”

il suo romanzo “Cioccolata calda per due”.

La pluriennale esperienza nel mondo culturale italiano e in
quello universitario storico e

scientifico ha reso possibile alla scrittrice di
privilegiare nei suoi romanzi la componente

storica, non per offrire uno sfondo superficiale ai suoi
racconti, ma per dare agli avvenimenti

storici il ruolo di coprotagonista, tale da interessare il
lettore o uno studente. A volte un

“romanzo storico” non di parte e scritto bene può insegnare
ed educare di più di un manuale

scolastico, come ci dimostrano autori come Ippolito Nievo,
Federico De Roberto e Primo

Levi, senza dimenticare il triestino, di lingua slava Boris
Pahor, tanto per citarne alcuni.



Puoi acquistare il libro di Nunzia Giunfriddo attraverso questo link

Contatti:

https://www.nunziagionfriddo.it/

https://twitter.com/ngionfriddo

https://www.facebook.com/NunziaGionfriddo68/

PR & Editoria di Lisa Di Giovanni

Ufficio Stampa e consulenza strategica

lisadg1975@libero.it

Rec. 3497565981

















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Ut pictura poësis di Francisco Soriano

 L’ArteCheMiPiace – Poesia

Ut pictura poësis di Francisco Soriano Francisco Soriano propone due suoi testi poetici abbinandoli a due opere di Giuseppina Irene Groccia


Ut pictura poësis

di Francisco Soriano





L’accostamento tra testo poetico e arte visiva scaturisce da un equiparare del tutto naturale delle suggestioni trasmesse da parole e immagini e non dalla subordinazione di una forma d’arte all’altra.

Tra letteratura e arti figurative si ha sempre una mutua ispirazione che sancisce poetiche di rispecchiamento.

La radicale traducibilita di un immagine in parola si enfatizza come un processo dove il senso supera l’idea della realtà e cerca di rinnovarsi in una sfera metafisica.




Francisco Soriano propone due suoi testi poetici abbinandoli a due opere di Giuseppina Irene Groccia 



Ut pictura poësis di Francisco Soriano Francisco Soriano propone due suoi testi poetici abbinandoli a due opere di Giuseppina Irene Groccia
UnRavel – Opera di Giuseppina Irene Groccia 

una fonte

l’immagine di te –

esule

con il talismano in bella vista.


sotto l’ombelico 

avvolgi:

un palpito di libellule

invisibile

sommerge.


una scala a chiocciola

è una lieta notizia –

ogni voragine del mondo

si eclissa.


anima selvaggia

dalle sembianze

di una ginestra in fiamme:

sai di cosa parlo?


ebbene,

i bagagli

per la partenza –

sul letto.

tutte le parole raccolte alla rinfusa,

e quella strana sensazione

di non essere ancora pronti.


il corridoio si distende

la porta è un punto nero

presto invaso

di luce:

immersa

nella diafana lingua di luce.










Ut pictura poësis di Francisco Soriano Francisco Soriano propone due suoi testi poetici abbinandoli a due opere di Giuseppina Irene Groccia
Muse – Opera di Giuseppina Irene Groccia 


luminosa 
era di taffetà 
la battigia 
appena adombrata – 
di viola, 
dall’ordito della sera.

i tuoi passi, 
facezie argute: 
non so dove tu sia andata. 

una volta, 
a vele spiegate 
avanzavano voci dal subbuglio di un’ansia. 

da quel dove il nome era taciuto. 

una litania – 
quello sguardo appena intatto, 
sbalzato a tratti dal balbettio lento 
e armonioso dell’attesa.

allora, che dire. 

stattene seduta 
nel riflesso da poco spuntato dal buio: 
attendo sapendoti unica fra i rovi.












Ut pictura poësis di Francisco Soriano Francisco Soriano propone due suoi testi poetici abbinandoli a due opere di Giuseppina Irene Groccia

Francisco Soriano

Francisco Soriano nasce a Caracas nel 1965. Vive a Ravenna e svolge la sua attività di docente. È stato insegnante e dirigente scolastico per diversi anni nella Scuola Italiana di Teheran, “Pietro della Valle. Si è occupato di inclusione e didattica dell’italiano a stranieri. Ha pubblicato numerosi saggi storici e raccolte di poesie tradotte anche in persiano: “Dove il Sogno diventa Pietra”, “Vita e Morte di Mirza Reza Kermani”, “Nuova antologia poetica di Zahiroddoleh”, “Dalla Terra al Cielo. Tusi e la setta degli Assassini di Alamut”. Ha collaborato con diversi articoli di biografie e saggistica letteraria sulla Rivista “Argo”. Attualmente collabora con la Rivista “Carmilla” di Valerio Evangelisti. Ha scritto i seguenti volumi pubblicati da diverse case editrici:Fra Metope e Calicanti”, edita dalla casa editrice “Lieto Colle”, nel 2013; “La Morte Violenta di Isabella Morra”, edita da “Stampa Alternativa”, nel 2017, Haiku Ravegnani, edita da “Eretica Edizioni”, nel 2018; “Noe Itō – Vita e morte di un’anarchica giapponese“, edita da “Mimesis Edizioni”, nel 2018; “Non porgere l’altra guancia, edita da “Eretica Edizioni”, nel 2019La Via Lattea, edita da “Eretica Edizioni”, nel 2020.
















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“C’era una volta Caravaggio” – Il nuovo libro di Angelo Coccaro

 L’ArteCheMiPiace – Libri da leggere

C’era una volta Caravaggio Il nuovo libro di Angelo Coccaro
C’era una volta Caravaggio
Il nuovo libro di Angelo Coccaro


di Giuseppina Irene Groccia |02|Giugno|2022|



L’autore ci racconta brevemente il suo nuovo libro, una storia che sorprende per la singolarità dei suoi spunti narrativi

Che Caravaggio sia un pittore a me caro è noto e non potevo, dunque, non scriverci un libro. 
Ho deciso così di farne un libro per ragazzi, accompagnando il giovane lettore, con un linguaggio scorrevole, divertente ma al tempo stesso rigorosamente studiato nei contenuti, in un viaggio “emozionale” tra le giornate e i capolavori di Caravaggio, in un susseguirsi di episodi nei quali preziosi documenti antichi si inframezzano a letture delle opere – non mancano storie e simpatici confronti con le giornate dei nostri ragazzi, fatte di cartoni animati, youtuber e videogiochi; innescando così la miccia per un’idea critica sulla persona turbolenta e avventurosa, ma al contempo affascinante e talentuosa, di Michelangelo Merisi e toccando con mano un’epoca per molti aspetti inimmaginabile.

C’era una volta Caravaggio Il nuovo libro di Angelo Coccaro


Figli, nipoti e figli di amici – o anche i “grandi” capaci di guardare con gli occhi di un bambino – troveranno in C’ERA UNA VOLTA CARAVAGGIO una simpatica, non scontata e sicuramente interessante lettura.



Il libro, pubblicato con la Curcio editore, è ordinabile in ogni libreria, negli store on line (il link diretto su amazon è https://amzn.to/3aoK1JH) oppure, cosa che mi fa doppiamente piacere, contattandomi direttamente.”






Contatti

Instagram angelo_coccaro











Angelo Coccaro è un ingegnere che alla propria attività in ambito tecnico affianca da sempre la sua grande passione per l’Arte in tutte le sue forme.

Negli anni, i suoi studi e le sue letture lo hanno portato ad acquisire una grande conoscenza della Storia dell’Arte in molte manifestazioni. Da tempo, scrive articoli d’Arte su pagine Facebook dedicate alla Cultura.















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