Zuzanna Janin - Follow me, Change me, it’s Time

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Zuzanna Janin 

Follow me, Change me, it’s Time





di Giuseppina Irene Groccia |01|Novembre|2023|



L'artista polacca si evidenzia per la creazione di un'ampia gamma di opere che spaziano tra svariati generi, tra i quali spiccano la scultura e la videoarte. Zuzanna Janin si contraddistingue per la straordinaria varietà di tecniche artistiche che abilmente esplora.

Il suo talento emerge soprattutto nell'abilissima capacità di mettere a confronto concetti quali l'eternità e la transitorietà, la costanza e la mutabilità, offrendo così uno sguardo profondo e riflessivo sulla intricata complessità della vita e dell'esistenza umana.



Le sue opere si inseriscono con raffinatezza nel contesto del dibattito femminista e della teoria sociale, ponendo l'accento soprattutto sulla sua identità e personalità.

Zuzanna Janin si immerge con profondità nell'esplorazione di concetti quali lo spazio, la memoria e il tempo, intrecciandoli con il corpo femminile e la complessa tematica della transitorietà in molteplici strati di significato. 





Nella sua serie intitolata "Follow me, Change me, it's Time", le fotografie, eseguite con tonalità monocromatiche, raffigurano frammenti del corpo, con il fulcro dell'opera costituito da una versione integrale del corpo ripetutamente assemblata.

Qualche anno fa ho avuto modo di notare questa opera in occasione di una mia visita al Ludwig Museum di Budapest. Questa serie di arte fotografica è inclusa dal 2014 tra le opere di rilevanza della collezione permanente di questa autorevole istituzione artistica. Sono rimasta molto colpita dalla tecnica impiegata dall’artista e ancor di più dal profondo significato che ha voluto trasmettere attraverso questo suo lavoro. L'osservare quest'opera è stato per me come spalancare una finestra su un mondo di emozioni e riflessioni, sottolineando ulteriormente come l'arte sia uno strumento straordinario per esprimere concetti profondi ed emozioni autentiche. Quest'esperienza ha ribadito il potere intrinseco dell'arte nel donare esperienze importanti, capaci di lasciare un'impronta indelebile nel cuore e nella mente di chi la contempla.





In quest’opera l’artista esegue abilmente tagli e sovrapposizioni di immagini, includendo rappresentazioni di se stessa e dei suoi familiari, quali la nonna, la madre e la figlia. Attraverso questa pratica, crea uno spazio e una sequenza temporale in cui i corpi di epoche diverse si sovrappongono e convergono. Tale processo condensa il flusso del tempo e la sua personale storia in un'unica opera, dando vita a un affascinante confronto tra diverse generazioni e fasi dell'età umana. Questo mette in luce le intricate dinamiche intergenerazionali e le profonde esperienze umane che ogni fase della vita porta con sé.






Il suo lavoro si presenta come un intreccio di età, di tempo in evoluzione e di cambiamenti immersi nella complessa tematica dei ricordi. In questa straordinaria serie di opere, Zuzanna Janin esplora le esperienze di vita, gli affetti e il fluire inesorabile del tempo con una sensibilità straordinaria. Fin dagli albori della sua carriera artistica nei primi anni '90, Zuzanna Janin ha dimostrato una straordinaria capacità di impiegare gli elementi intrinseci della sua biografia come componenti chiave delle sue opere, ricollocandoli in un contesto di portata universale, donando all'esperienza personale una dimensione più ampia.











Zuzanna ha impiegato un notevole periodo di tempo per affinare la sua pratica fotografica, coinvolgendo attivamente le donne della sua famiglia, sperimentando nel contempo la tecnica dell'immagine laminata
L'artista ha adottato un'apprezzabile tecnica che ha coinvolto l'uso di plastica trasparente per avvolgere profili sagomati, che spaziavano da rappresentazioni integrali del corpo a dettagli specifici delle sue parti anatomiche. Questa scelta ha conferito alle opere un'estetica sorprendente e un'interessante interazione tra trasparenza e forma, permettendo al pubblico di scrutare non solo la superficie dell'opera, ma anche di penetrare nei dettagli più profondi e personali del corpo umano e della sua storia.




All'interno di queste opere, i profili rappresentano una vasta gamma di identità anatomiche, che spaziano dal suo stesso corpo a quelli di sua figlia, madre, nonna e altri membri della sua famiglia. Questa selezione di soggetti rende l'opera non solo una riflessione sulla complessità del suo percorso personale, ma anche un'indagine più ampia sul collegamento  e l'evoluzione delle singole identità  nel corso delle generazioni. Ogni profilo racconta una storia unica, incapsulando le esperienze e le trasformazioni di ciascun individuo all'interno di questa straordinaria narrazione artistica.


Inoltre, Zuzanna Janin ha sperimentato ulteriormente questa sua tecnica artistica laminando parti anatomiche aggiuntive del suo corpo. Questa espansione creativa ha coinvolto mani, caviglie e capelli, dando vita a una serie di opere altamente impattanti e suggestive. Questa varietà di elementi anatomici laminati, con la loro delicatezza e profondità, contribuisce a creare un dialogo tra l'artista e lo spettatore, affrontando temi di identità, trasformazione e connessione con il corpo in maniera molto introspettiva. 



L'opera diventa una sorta di esplorazione visiva e tattile delle molteplici dimensioni del corpo umano e delle sue espressioni artistiche. Tutto questo si concretizza in un processo creativo che ha portato all'emergere di opere fotografiche scultoree di notevole rilevanza.

La serie intitolata "Follow Me, Change Me, It's Time" costituisce una delle prime e più importanti incursioni di Janin nell'esplorazione dei temi legati alla fugacità e alla memoria. 




















L'artista ha svolto i suoi studi presso l'Accademia di Belle Arti di Varsavia, formando le basi della sua eccellente carriera. Nel corso degli anni, ha partecipato a numerose mostre d'arte di prestigio, tra cui spiccano il suo coinvolgimento in eventi come Sonbeek (1993), la Biennale di Sydney e la Biennale di Istanbul (1992), la Biennale di Liverpool (1996) e la 54ª Biennale di Venezia (2011). Le sue opere hanno brillato in istituzioni artistiche di fama internazionale, tra cui il Jeu de Pomme di Parigi, il Museum of Contemporary Art di Chicago, il Whitechapel di Londra e la Galerie Hamburger Bahnhof di Berlino. L'impatto del suo lavoro si riflette anche nelle numerose collezioni prestigiose in cui le sue opere hanno trovato dimora, tra cui la Stattliche Sammlung di Dresda, la Hoffmann Sammlung di Berlino, il TOP Tokyo Museum of Photography e la Zachęta National Gallery di Varsavia, oltre a molte altre. La sua dedizione allo studio è ulteriormente evidenziata dal conseguimento del dottorato di ricerca nel 2016 e della laurea post-dottorato nel 2020. Non solo un'artista eccezionale ma anche una figura impegnata nel mondo dell'arte, fa parte del comitato del prestigioso premio d'arte Maria Anto ed Elsa Von Freytag-Loringhoven. Utilizza nomi d'arte che segnano le diverse fasi della sua carriera: dal 1990 al 1992 come Zuzanna Baranowska, e dal 1992 come Zuzanna Janin. Attualmente, condivide la sua residenza tra Varsavia e Londra, collaborando con la rinomata galleria lokal_30 con sede a Varsavia.








 


















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