Il pittore Alexander Ozerski colpevole di essere Russo….
L’ArteCheMiPiace - Cappuccio e Brioche con...
Alexander Ozerski vive in Italia da oltre 30 anni, ma oggi la sua colpa sembra essere quella di essere Russo.
Alexander è un pittore interessante ed è maestro d'arte, sono in molte le persone a Parma, dove vive, e non solo, che hanno imparato a disegnare grazie ai suoi corsi.
Ma in questo periodo è stata cancellata una sua mostra su miti e cultura slava.
Capro espiatorio un quadro con la scritta «Cccp», la sigla dell’Urss, legato alla vita di sua nonna, ma la cultura di un popolo non deve essere censurata mai.
Lo spazio espositivo «Lostello» della Cittadella di Parma, a un mese dal 9 aprile, data prevista per l’inaugurazione di una mostra precedentemente concordata, ha bloccato tutto, dicendo che in questo periodo delicato non poteva «permettersi di ospitare quadri con rimandi politici».
Alexander Ozerski prima della pandemia aveva trovato insieme alla cooperativa Emc2 Onlus, che gestisce uno spazio comunale all’interno della Cittadella di Parma, un accordo per esporre le sue opere.
Una mostra intitolata «Dipinti bugiardi» e incentrata sulla mitologia e la tradizione del suo Paese di origine, la Russia.
Causa Covid, tutto è slittato ad aprile 2022.
Prima di procedere con la stampa dei volantini e degli inviti, il Pittore ha contattato l’ufficio stampa.
L’8 marzo i curatori hanno pensato bene di rispondere che non potevano permettersi di ospitare opere con rimandi politici, anche se lontani nel tempo, considerato il momento particolarmente delicato.
Peccato che tutti i suoi dipinti, ad eccezione di una tela, riguardavano la mitologia e la tradizione russa, opere autobiografiche, incentrate sulla sua infanzia.
La pietra dello scandalo risale al 2010.
Sono ritratte quattro ginnaste e, impressa sul muro, la sigla Cccp (l’abbreviazione in russo di Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche).
L’opera, di una collezione privata, è stata chiesta dall’autore in prestito per l’esposizione, in quanto sua nonna era una ginnasta a livello nazionale.
Ma quell’accenno alla storia politica russa è bastato a far scattare la cancellazione della mostra.
Per chi come me lavora costantemente per riuscire a divulgare l’arte a 360° questa decisione non ha senso, l’arte dovrebbe vivere di luce propria e non contestualizzata, in modo errato, a fini politici, dunque dovremmo cancellare la maggior parte delle opere legate al futurismo?
Ricordo con il sorriso quando ho scelto di portare avanti il progetto legato al “Profilo continuo del Presidente” del Laboratorio Saccardi, scultura liberamente ispirata al Profilo continuo del 1933 di Renato Bertelli che rappresentava il Duce, e in questa nuova versione Silvio Berlusconi, in molti mi hanno criticato a prescindere, peccato che io sia andato avanti perché nulla, L’arte non ha bisogno di guinzagli o bavagli, l’arte ha il compito anche di raccontare la contemporaneità di quanto accade.
L’unica arma che gli artisti possono e devono utilizzare contro queste ipocrite decisioni, è la loro creatività, non curanti di giudizi terzi, nessuno si può arrogare il diritto di decidere cosa sia corretto o scorretto, tanto più dimostrando poca sensibilità nel caso di Alexander, un artista, figlio di una musicista e nipote di una ginnasta con una cultura e una storia alle spalle che non può ne deve essere cancellata, ha dipinto ballerine e diversi altri soggetti che narrano una vita, ha anche dedicato una mostra a Baudelaire.
Appare chiarissimo che i suoi riferimenti sono culturali non certo politici, a questo punto la domanda sorge spontanea, chi ha scelto di non procedere con questa mostra è in grado di distinguere il significa di Cultura da quello di Politica?
Per fare arte, divulgarla, parlarne ci vuole coraggio…
Ben tornati al periodo dell’inquisizione…
Negli anni 90 sono stato impegnato come progettista in Medio Oriente, dove per quasi 10 anni ho fatto la spola tra Arabia Saudita Stati Uniti ed Europa, in ogni mio progetto, già all'epoca, appena possibile inserivo un’opera d’arte.
©L’ArteCheMiPiace - Blog Arte e Cultura di Giuseppina Irene Groccia
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