Vermeer in doppia visione - Il mistero delle due Guitar Player a Londra
![]() |
La versione di Kenwood House |
Vermeer in doppia visione
Il mistero delle due Guitar Player a Londra
A Kenwood House, a Londra, si è aperta una mostra dal titolo Double Vision: Vermeer at Kenwood che sta già facendo parlare critici e appassionati. Per la prima volta in oltre tre secoli, due versioni quasi identiche del dipinto The Guitar Player, attribuite al celebre pittore olandese Johannes Vermeer, vengono esposte una accanto all’altra, offrendo uno spettacolo visivo e intellettuale di rara intensità.
L’opera conservata abitualmente al Philadelphia Museum of Art, solitamente lontana dai riflettori, è stata prestata per l’occasione e si confronta con quella custodita da sempre a Kenwood House, considerata l’originale. Quest’ultima è firmata, in condizioni migliori e universalmente riconosciuta come autentica. Fin qui nulla di straordinario. Ma la novità arriva dalle analisi tecniche in corso, che stanno suggerendo un’ipotesi tanto affascinante quanto destabilizzante: la versione americana potrebbe non essere né una copia di bottega né un falso, bensì una autocopia eseguita dallo stesso Vermeer.
L’idea che l’artista olandese, noto per il suo catalogo limitato a sole 37 opere autenticate, possa aver dipinto due versioni dello stesso soggetto apre una serie di interrogativi intriganti. Era una pratica che usava abitualmente o si tratta di un caso eccezionale? La seconda versione fu realizzata per una commissione, o nacque da un’esigenza personale, come esercizio artistico o riflessione intima sul tema?
Oltre alla portata scientifica, la mostra colpisce anche per la sua forza poetica. Il pubblico può osservare da vicino entrambe le tele, cogliendo minime differenze nel tocco, nella luce, nella postura della figura femminile che suona la chitarra. In un’epoca in cui l’autenticità viene spesso affidata agli algoritmi, Double Vision ci ricorda che lo sguardo umano, sensibile e soggettivo, è ancora un potente strumento di analisi.
L’esposizione vuole sì rendere omaggio a Vermeer, ma al tempo stesso invita a interrogarsi sul senso dell’“originale”. Se entrambe le tele fossero state concepite dall’artista, la questione non riguarderebbe più soltanto l’autenticità, bensì la nostra idea di unicità e di valore nell’opera d’arte. Forse è proprio nella loro duplicità che si rivela una nuova forma di preziosità, un enigma che sfida categorie e certezze.
Double Vision è un itinerario nell’ignoto della creazione, e non una semplice mostra, un confronto silenzioso tra due immagini speculari che, pur simili, custodiscono variazioni sottili e cariche di significato. Un’occasione irripetibile per accostarsi al mistero di uno dei maestri più elusivi della pittura europea.
![]() |
La versione del Philadelphia Museum of Art |
La mostra è aperta fino all’11 gennaio 2026 presso Kenwood House, Londra.
Se l’articolo ti è piaciuto, ti invitiamo ad interagire attraverso la sezione commenti di seguito al post, arricchendo così il blog con le tue impressioni.
E se trovi interessanti gli argomenti trattati nel Blog allora iscriviti alla newsletter e seguici anche sui canali social di L’ArteCheMiPiace.
In questo modo sarai aggiornato su tutte le novità in uscita.
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
I testi critici scritti dall’autrice e inseriti nel blog non possono essere utilizzati o riprodotti online o altrove senza una richiesta e un consenso preventivo. La riproduzione di articoli e materiale presente nel blog dovrà essere sempre accompagnata dalla menzione dell’autore e della fonte di provenienza.
Alcuni testi o immagini inseriti in questo blog potrebbero essere tratti da fonti online e quindi considerati di dominio pubblico: qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d'autore, vogliate segnalarlo via email per la rimozione immediata.
L’autrice del blog declina ogni responsabilità per i siti collegati tramite link, considerando che il loro contenuto potrebbe subire variazioni nel tempo.
Commenti
Posta un commento