Quando la tecnica della riproduzione diventa arte - La storia di un regalo
L’ArteCheMiPiace - Interviste
Quando la tecnica della riproduzione diventa arte
La storia di un regalo
di Giuseppina Irene Groccia |03|Giugno|2023|
Eugenio Sinatra, artista fotografo palermitano, è da sempre
un appassionato ed esperto di tecniche alternative.
Amante della sperimentazione in ambito fotografico, sceglie
di concentrarsi sulla tecnica cianografica, riadattando ai propri fini questo
antico metodo di stampa.
Partendo proprio dal progetto che andremo a presentare,
Eugenio per una volta non sceglie di elaborare i suoi stessi scatti ma preferisce indirizzare
il suo processo di lavoro e di suggestione su alcune mie opere digitali
selezionate direttamente da lui sulla base di una corretta corrispondenza
all’utilizzo destinato.
La sua proposta di intervenire con tecniche e modalità
creative del tutto personali su dei miei
lavori mi ha riempito di profondo orgoglio, in quanto so che non stampa mai per conto terzi.
Eugenio è un’artista che ammiro tantissimo per l’inconsueto
aspetto estetico delle sue immagini e per la sua grande abilità nell’adottare
“manovre alchemiche” necessarie per realizzarle. Tra di noi esiste una stima
artistica decennale, non nego che sono sempre stata attratta dalla sua ricerca
riguardo alla dinamica espressiva del mosso creativo. La "fotografia ambigua",
così definita da lui stesso, capace di fare esprimere ad una immagine più
cose di quelle che raffigura.
Credo di poter affermare con estrema sincerità che Eugenio sia stato l’artista che più mi ha ispirato nel momento in cui decisi di incamminarmi nell’ambito della ricerca fotografica.
© Eugenio Sinatra, 2017 dal suo progetto “Corpus in Fabula”
© Eugenio Sinatra 2014, (opera in mio possesso ricevuta in dono nel 2015)
In questo progetto in particolare, ha applicato e sperimentato tecniche di sicuro livello
professionale, riuscendo così ad ottenere opere finali dalle caratteristiche
artistiche uniche e irripetibili.
Infatti, nel reciproco scambio, ogni opera terminata diviene
portatrice di sensi complementari, i quali si incontrano e prendono forma in
una nuova e inedita idea creativa. Il risultato è un’opera unica realizzata a
quattro mani.
È attraente pensare a queste tecniche, come ad una
opportunità creativa in grado di mescolare la versatilità del digitale con
l'artigianalità dei primi procedimenti di stampa. Un viaggio attraverso il
tempo e la storia, ricostruito dai dettagli che le opere documentano
visivamente con ogni incidenza possibile.
L’esposizione alla ricerca innesca un inedito dialogo tra
due artisti che sembrano restituire in un aspetto vagamente astratto la stessa
percezione delle loro innovative visioni.
A me resta la scelta se intervenire o meno con piccoli tocchi di pennello e colore. A lui la richiesta di raccontarci attraverso questa intervista, qualcosa di più sul procedimento applicato nella realizzazione di queste opere…
▪Eugenio, come ti sei avvicinato
alla fotografia e come è nata questa tua passione per le tecniche alternative?
La fotografia mi ha appassionato sin da ragazzo. Non so
perchè, forse come uno comincia a collezionare francobolli, o si appassiona
alla chitarra. Poi cominciai a stampare le mie fotografie in camera oscura, in
maniera del tutto tradizionale. Scoprii il mondo delle pellicole istantanee,
vuol dire Polaroid di un tempo, e mi dilettai a lungo nella manipolazione di
questo materiale che si piega in maniera eccellente alla creatività. L'approdo
alle tecniche alternative risale ai primi anni Duemila, mi convinse la
possibilità di lavorare a qualsiasi ora
mi fosse possibile, alla luce tenue di una lampada ad incandescenza, libero dal
buio totale della camera oscura.
▪Tra le tue opere troviamo tanti
esempi di stampe ottenute con procedimenti diversi, tra cui anche la
cianotipia. Vuoi illustrarci nello specifico questa tecnica e spiegarci come
riesci ad ottenere diversi risultati?
La fine della produzione delle pellicole istantanee mi privò
di un giocattolo di lusso. Fu allora che mi cimentai nella cianotipia, nel
VanDickbrown, la gomma bicromatata, lumen prints. Tecniche che ho imparato a
padroneggiare. Ovviamente non potevo tralasciare la carta salata, o Calotipia,
la stampa all'albumina, il grumoli e il bromolio, nonché il collodio umido e il
mordencage. La cianotica e il VanDickbrown sono le tecniche in cui ho ormai
standardizzato un flusso di lavoro e a cui mi dedico esclusivamente. Nella
Cianotipia la soluzione sensibilizzante è costituita da sali di ferro. Si
stende sulla carta che, una volta asciugare al buio, si espone a contatto con
un negativo di grande formato ( A4 o A3 ) stampato al laser, usando le
radiazioni ultraviolette. Nella pratica si usano le comuni lampade abbronzanti.
Nel Vandickbrown oltre a un sale di ferro c’è il nitrato d'argento. La stampa
cianotipica è tipicamente blu, quella VanDick marrone arancio. Ovviamente
limitarsi a questi colori è avvilente, quindi, parlando della cianotipia, si
può sottoporre la stampa a "viraggi" o "intonazioni" che
permettono di ottenere un colore finale sulla stampa asciutta dal grigio,
all'ardesia, al nero. Il viraggio più comune è quello con acido tannico: si usa
il caffè, o il tè.
▪Da cosa è partito la decisione di
utilizzare, per questo specifico progetto, dei lavori in tecnica digitale
invece di fotografie?
Semplice: ti ho sempre seguita sui social, e mi piacciono le
tue opere. Ad un certo punto sono state le tue visioni che me l’hanno chiesto e ti ho invitata ad inviarmi alcuni tuoi file, per
ottenerne negativi da stampare in cianotipia. Per me la tua fiducia è stata un
regalissimo, ho lavorato come se dovessi confezionare un bel regalo per te.
Certo le mie stampe sono più' povere rispetto le tue opere originali, lo so.
▪ Assolutamente no, non mi trovi d’accordo. Anzi penso il contrario. Agendo manualmente e in modo così diretto e creativo sui miei lavori, hai reso ogni stampa un pezzo unico, prezioso e mai ripetibile.
Piuttosto dimmi come mai in un’epoca tutta orientata al digitale hai scelto di esprimere la tua creatività recuperando ed utilizzando tecniche antiche, quali la cianotipia?
Le tecniche alternative sono una simbiosi tra il digitale e
la manualità artigianale. Infatti il negativo di grande formato proviene dalla
stampa di un file, dopo avere elaborato opportunamente l'immagine di partenza
in modo che sulla stampa alternativa finale risaltino tutti i toni della giusta
proporzione. Poi il lavoro è manuale, ed è tanto.. Quindi il risultato è un po’
una rivincita sulla "macchina", nel senso che la macchina è asservita
al mio intento artigianale.
▪Ci parli un po’ di tutti gli
elementi necessari alla buona riuscita di una stampa?
Per esperienza diretta, e sono d'accordo tutti i cultori di
antiche tecniche, nella riuscita di una stampa concorrono vari elementi: il
tipo di acqua di rubinetto usata per i risciacqui (leggi alcalinità' eccessiva
ecc ), l'umidità atmosferica, caldo eccessivo, e cosi' via. Non ultimo lo stato
d'animo dello stampatore: se quel giorno sei distratto, precipitoso, non
rilassato, pur seguendo il collaudato flusso di lavoro la stampa viene male. Ci
sono giorni che tutto va male. Ok, insuccessi per quel giorno, pazienza. E'
cosi', bisogna metterlo in conto.
▪La tua lunga esperienza in questo
campo ti permette di poterci svelare qualche piccolo trucco o segreto…
Niente segreti. Mettere a frutto l'esperienza sul campo,
cercando di non ripetere precedenti errori. Ed è importante il confronto
continuo con amici che fanno le stesse cose. Da questo punto di vista i social
ci permettono di dialogare e confrontarci con fotografi distanti chilometri.
▪Altro elemento per te
fondamentale è la carta. Ci descrivi il suo utilizzo e quanto è importante la
scelta di questo medium all’interno di un percorso di realizzazione?
La carta è l'elemento fondamentale per la riuscita di una
stampa alternativa. Succede per esempio che certe carte rinomate e costosissime
non si adattino alla tecnica di stampa, producendo solo ciofeche. Ricordiamo
che tutte le carte "per artisti” vendute in cartoleria e online servono
alla tempera, all'acquerello, al pastello, al disegno, quindi la loro
composizione non tiene conto dell'utilizzo come substrato di stampa tramite
soluzioni sensibili alla luce. Ci sono forse solo due tipi in commercio di
carte destinate alle antiche tecniche.
▪Attualmente a cosa stai
lavorando? Ci sveli qualche tuo nuovo progetto?
Tutta l'estate la dedicherò alla tecnica del Mordencage, che
è lungo illustrare e spiegare, ma di cui si può avere idea cercando in rete,
sopratutto cercando i lavori della Regina del Mordancage, Elisabeth Opalenik.
Nel Video le “manovre alchemiche” di Eugenio Sinatra:
©L’ArteCheMiPiace - Blog Arte e Cultura di Giuseppina Irene Groccia
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