Fotogrammi pittorici di Anna Maria Colace

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Fotogrammi pittorici  

di Anna Maria Colace


di Giuseppina Irene Groccia  |22|Giugno|2021|


Nell’arte fotografica di Anna Maria Colace troviamo la definizione di un aspetto molto importante, che è quello del “pensare” la fotografia.


Le sue opere nascono da un concetto di osservazione dove trova spazio una forte condizione emotiva, attuata dalla cattura di momenti che, una volta elaborati, vanno oltre la realtà.


Anna Maria riesce a regalarci visioni sognate, attraverso una talentuosa narrazione figurativa. 


Avvicinandosi ad un aspetto pittorico, le sue fotografie riescono a conferire una profonda e misteriosa dimensione.


Sono racconti introspettivi e onirici, i quali più che descrittivi di un luogo o di un soggetto, fanno riferimento ad uno stato d'animo o ad una intima emotività interiore. 


Ci trasporta in un viaggio pieno di fascino, dove trascende l’oggettività, costringendo lo spettatore a misurarsi con le proprie emozioni e con la forma di un linguaggio innovativo.




Riporto questa bellissima riflessione critica di Carlo Riggi, dedicata al percorso artistico di Anna Maria Colace e pubblicata all’interno del Gruppo Facebook “Fotografia Transfigurativa”.



Se la Fotografia Transfigurativa fosse una voliera, Anna Maria Colace occuperebbe le zone alte, quelle in cui l'aria è più rarefatta, la luce più intensa, e forte la tentazione di oltrepassare la rete e librarsi in cielo aperto. 


Un’artista nel pieno della maturità, con foto in ben tre libri in uscita, tra cui il nostro. 


La prestigiosa rivista “Gente di Fotografia” le dedica un servizio nell’ultimo numero, e le sue “Visioni” fino alla scorsa settimana hanno deliziato il pubblico di Pinerolo. 


La nostra Anna Maria partecipa al gruppo dalla prima ora, con uno stile riconoscibilissimo e una identità indomabile, ostinatamente liminare, ma sempre in confronto leale e appassionato con la corrente alla quale ci onora di aderire. 


La sua formazione professionale le consente di realizzare con spontaneità rappresentazioni transfigurative dei suoi soggetti prediletti, grandi paesaggi naturali, piante o animali, con presenze umane occasionali e rarefatte. Le sue foto, anche quando frutto di sofisticate elaborazioni postproduttive, appaiono genuine, dirette, perfettamente sintoniche con l’ideale di un mondo incontaminato, filtrato da una sensibilità autoriale forte, ma non adulterato; immaginifico come un sogno antico, sedimentato, stratificato e smussato dagli agenti attivi della memoria e del tempo. 


La veggenza del fotografo, in Anna Maria, consiste nell'osservare la realtà con occhio scientifico ma non asettico; un occhio educato al gusto di un bello non lezioso, in contatto con un sottofondo emozionale che erompe con forza vulcanica e inesorabile dai pori di ogni singola immagine. 


Malinconia e libido si combinano nella produzione della nostra amica, in una contesa senza vincitori né vinti, in un equilibrio perfetto, semplice ma non “facile”, dove il prorompente senso estetico custodisce significati imprevedibili, da evocare scavando in profondità anche dopo, a luci spente, quando le tracce visive continuano a navigare come i suoi pesci rossi nella vasca grande delle nostre emozioni. 


In particolare Carlo Riggi si sofferma su una fotografia, facente parte della Serie Visioni Oceaniche



La foto che ho scelto di commentare è scritta in alfabeto Morse. Punto – linea – punto. Tre semplici segni grafici a tracciare piani di memorie d'infanzia, di gioia, di eccitazioni febbrili, di sudore e libertà, in uno dei tanti luoghi esotici, intimi e struggenti, che Anna distilla nei suoi acquerelli visionari, trasformandoli in paesaggi dell'anima. 


La bimba percorre ad ampie falcate la duna, con un piglio e un'autorevolezza che assomigliano assai al carattere della fotografa che la ritrae.


La simpatica monella sorbisce ghiottamente la sua esistenza crema e meringa, lasciando al suo passaggio un soffio di esuberanza e nostalgia; corre e cresce in fretta, la piccola birba, ruzzola e si rialza, attraversa il nostro spazio visivo come una meteora agostana e diventa emblema del bambino che fummo, accucciato silente dentro di noi, di cui ci ricordiamo ogni volta che l'incantesimo della fotografia riaccende la voglia di uscire allo scoperto e correre a perdifiato sui sentieri della fantasia. 


Carlo Riggi è psicoterapeuta di formazione psicoanalitica e fotografo. Costitutore del manifesto della corrente artistica Fotografia Transfigurativa. Vive e lavora a Milazzo. Autore di numerosi libri e articoli di critica fotografica, collabora con Nadir Magazine.

E' rappresentato in Italia da www.gtartphotoagency.com





L’artista Anna Maria Colace  è attualmente rappresentata dalla Galleria Losano con sede a Pinerolo (Torino), la quale ha curato la sua recente mostra dal titolo “Visioni”, riscuotendo un ampio successo di pubblico e di critica.




Anna Maria Colace si racconta attraverso parole e immagini:






“Quando scatto lo faccio d’istinto, ma allo stesso tempo già rielaboro e metabolizzo la fotografia.”





Tutto è cominciato quando ho iniziato a guardare e ad osservare emozionata, tutto ciò che vedevo davanti agli occhi



Visioni oceaniche, floristiche e oniriche. Sono alcune delle serie che caratterizzano i miei lavori, e in queste ultime due “vedo doppio”, il sovrapporre le foto è come se mi permettesse di “spegnere il vulcano” di emozioni e colori che ribollono dentro.



Sono i colori di quella natura che ho studiato per tanti anni, un equilibrio di forme e colori che mi piace associare a un concetto di estetica funzionale.




Milioni di volte ho fotografato solo osservando, “bloccando” tutto ciò che mi faceva emozionare. Ho fotografato con gli occhi, non cosciente che avrei potuto invece usare una macchina fotografica 




... in tutte le mie immagini ci sono anche i ricordi dei colori dei vestiti che mio padre e le mie zie cucivano, i fili di un ricamo fine e colorato che sapientemente mia madre imbastiva; passamanerie, bottoni e stoffe vivaci che i miei occhi hanno assorbito senza rendersene conto e che ora cerco nelle emozioni della vita.






Anna Maria Colace 
Nata a Parghelia (VV) Anna Maria Colace si trasferisce a 18 anni a Firenze dove studia e si laurea in Scienze Forestali e Ambientali, oggi vive e lavora a Torino. Prima di fotografare Anna ha imparato a guardare perché si sa che non si deve imparare a fotografare ma a vedere, il fotografare viene di conseguenza. Questa forma di educazione allo sguardo, che ha appreso e poi regalato all’osservatore, è nata da un attento percorso da autodidatta. Grazie al suo occhio scientifico e la sua attitudine da botanica ha contemplato e osservato la natura da vicino con sguardo fotografico, come quando senza macchina fotografica si inquadra la scena con le dita. L’innata espressività artistica, che ha sempre esercitato con l’immaginazione, trova la sua piena rivelazione nella fotografia a partire dal 2007. La rappresentazione di paesaggi naturali è sicuramente uno dei temi che emerge con grande forza dal suo lavoro, iniziando a fotografare prima nel suo paese d’origine e poi per estensione in ogni luogo che vive e visita. Partecipa a mostre personali e collettive e riunisce attorno a sé una fitta community attiva in rete.



Contatti dell’artista 








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