Filippo Papa - Tra Performance e Fotografia

 L’ArteCheMiPiace - Interviste

Filippo Papa - Tra Performance e Fotografia

di Giuseppina Irene Groccia   22 | Dicembre | 2020


Ho avuto modo di conoscere Filippo Papa in occasione di una mia partecipazione ad un evento artistico svoltosi a Catania un paio d’anni fa. 

Io come espositrice, lui in veste di giudice di concorso.

In seguito ho potuto documentarmi su questo giovane artista siciliano, imparando ad apprezzare le molteplici forme espressive della sua arte.


Filippo è un artista visivo eclettico e versatile

Il suo fare arte tocca vari campi dell’arte visiva tra cui la fotografia, la videoarte e la performance art.

Ha tra le sue esperienze professionali un ricco bagaglio da cui trarre sempre ispirazione e linfa per nuovi progetti.


Il suo vedere le architetture come sculture da vivere lo porta a realizzare immagini fotografiche che forniscono un’aura immortale e carica di significati. 





Dettagli curati in maniera soggettiva e spesso fuori dai classici canoni fotografici.

In ogni sua fotografia a risaltare è la matericità degli elementi costruttivi messi in luce anche grazie all’ottimo utilizzo della prospettiva, della simmetria o di inquadrature dinamiche.

 



La sua, è l’arte senza tempo della monocromia, con il bianco e nero egli rafforza e trasfigura la realtà stessa. Creando contrasti elevati, riesce a rendere immediatamente più drammatica una filosofia personale, che viene enunciata attraverso le sue immagini.


Mi hanno molto colpito le sue inquadrature prospettiche, laddove forme e ombre forniscono un senso concettuale all’immagine, dimostrando così una ricerca della bellezza nel “vuoto”, attraverso la proiezione visiva, dettata dal suo attento occhio d’artista.




Ci regala un viaggio disincantato tra pensieri e “rivelazioni”, dai tratti urban oppure minimal, convertendo il pensiero in immagine e trasportandolo infine su carta fotografica.


Filippo Papa però non si ferma solo alla fotografia, da sempre affascinato dal mistero del corpo, dalla sua energia e forza espressiva spesso fa nascere “storie”, sviluppando un recital senza parole, attraverso performance messe in scena, esclusivamente per la sua fotocamera.




Mi affascina l’interazione che crea tra il suo corpo e la spiritualità, uno spazio inteso come luogo interiore, dove la rappresentazione non è la mimesi del già visto, ma del pensato.. 

Fulgido esempio di come entrare in relazione con quel mondo onirico ed estraneo alla dinamica convenzionale del quotidiano.

Ecco che in un attimo il corpo diventa “cattedrale dell’anima”.... questo il pensiero che egli ama definire come il suo motto principale.










  • Puoi parlarci di come hai iniziato a fare arte?

Da piccolo, come tutti i bambini abbastanza creativi, disegnavo e usavo molto la mia immaginazione. Questo mi ha portato a scegliere di studiare arte. Mi sono iscritto all'Accademia di Belle Arti di Catania e li ho scoperto la fotografia realizzando il mio primo progetto fotografico dal titolo "Catania in Bianco e Nero". Fin da subito è come se la mia strada fosse tracciata dalla luce dei primi scatti.


  • Come definiresti il tuo percorso formativo?

Un mix tra la formazione accademica e il lavoro da autodidatta. Può sembrare un percorso antitetico ma nel mio caso è stato complementare. Ho seguito gli insegnamenti di grandi maestri dell'arte e della critica per poi approfondire le mie conoscenze e sperimentarle sul campo.


  • Riesci a darci una definizione del tuo stile?

Premesso che mi sento sempre in continua evoluzione, se devo dare una definizione del mio stile penso che una caratteristica fondamentale sia l'utilizzo del bianco e nero con cui esprimo la mia ricerca dell'essenzialità delle forme che si traduce nell’essenzialità dell’anima e nel raccontare emozioni attraverso i miei scatti.





  • Occupandoti di diverse forme d’espressione artistica, sulla base di quale criterio scegli, periodicamente, di utilizzare l’una invece che l’altra?

Non ho un criterio preciso, tranne nel caso in cui programmo la promozione di me stesso attraverso i miei canali visivi. Solitamente mi lascio trasportare da quello che sento nel profondo in un momento o periodo specifico della mia vita. Cerco sempre di esprimere al meglio un concetto o filosofia nel modo in cui ritengo più adatto attraverso i miei strumenti che diventano un’estensione e rappresentazione più intima delle mie sensazioni. La tecnica che scelgo di utilizzare è solo un mezzo per raggiungere il mio obiettivo, ovvero quello di trasmettere il mio messaggio.

 

  • Quali temi ami perseguire?

Amo profondamente l'architettura in tutte le sue forme dalle più nobili a quelle più povere. Mi piace cercare le forme dei manufatti umani e crearne di nuove, farne uscire l'essenza per me è far uscire l'anima delle cose.

Ma non solo, mi affascina la forza del corpo come nel caso delle mie foto/ performance dove col mio corpo nudo e la mia fisicità mi piace esprimere concetti universali, principalmente di rimando alla mitologia greca. Inoltre, cerco di raccontare a livello umano anche le tematiche sociali che più mi stanno a cuore come la lotta contro la violenza in tutte le sue forme e la contemporaneità della nostra epoca.


  • Il tuo essere un’artista eclettico ti porta a confrontarti con tante forme di arte visiva, ci descrivi cosa apporta ognuna di loro, alla tua anima?

La mia prima mostra personale aveva il titolo "Treanime", il numero tre e la suddivisione in tre poetiche e percorsi continua nella mia ricerca artistica.

La fotografia, la performance e il video questo oggi sono le mie anime.

Ogni forma d'arte, è come un piccolo frammento di un mosaico che definisce in maniera dettagliata la mia anima come ben hai detto tu. La fotografia classica e principalmente il soggetto architettonico rappresenta il mio occhio sul mondo. Realizzare uno scatto architettonico o di un paesaggio naturale o urbano soddisfa il mio bisogno di "guardare" e continuare a stupirmi di quello che vedo. La performance è un qualcosa di più carnale, fisico dove esprimo il mio lato umano e personale. Non a caso mi spoglio di tutti quelli che possono essere gli orpelli della vita quotidiana come i vestiti e dalla libertà del nudo esprimo la forza del corpo, e la dignità del nostro corpo nudo cosa che per me è molto importante. Il video unisce la soddisfazione data dalla fotografia e quella dell'atto dinamico performativo, una sorta di voglia dinamica che irrompe la staticità del quotidiano.


  • La quarantena è stato un momento di ispirazione per te, è infatti in questo periodo che nascono due tuoi nuovi progetti foto/performativi. Ci spieghi questo processo creativo?

Assolutamente sì! Paradossalmente in questo anno difficilissimo ho trovato del tempo utile per creare. Rimanendo bloccato a casa, ho vissuto il lockdown di marzo in zona rossa nel mio paese d'origine Agira in provincia di Enna, ho creato il progetto foto/performativo "Paura del nulla" ispirato dall'emergenza covid19 in cui il mio corpo seduto nel nulla, rappresenta l'incertezza di quel momento buio. Inoltre, ho lavorato ad un altro progetto che presenterò nel 2021.







  • Ci sono artisti o opere che ti hanno influenzato nella tua ricerca?

Ci sono artisti che mi hanno influenzato inconsciamente, fra tutti il più importante è Caravaggio. Amo dei suoi dipinti il modo in cui ha saputo rappresentare le luci e le ombre che mi hanno educato ad un certo tipo di immagine e alla ricerca su come catturare la luce stessa. Fra i fotografi amo la poetica e l’espressività di Scianna, Salgado e Basilico e Mappeltorphe.


  • Come si è trasformato il tuo lavoro nel tempo?

Come detto in una risposta precedente, tutto è partito dalle mie prime Treanime che rappresentavano le mie ricerche fotografiche: l'uomo e i suoi manufatti umani, la natura e la spiritualità. Queste ricerche con il tempo si sono evolute, modificate e mischiate.

Il tempo fa una cernita naturale.

Dell'uomo sono rimasti i manufatti umani come l'architettura mentre è nata una nuova visione performativa dove l'uomo non è più rappresentato da un soggetto esterno, ma sono io. La natura invece è diventata paesaggio dove fra i soggetti, raffiguro l'acqua e il cielo.

La spiritualità ha inglobato il tutto ed è diventato il legante della mia poetica.


  • Quali sono i messaggi umani fondamentali alla base della sua produzione artistica?

L'umanità stessa, e la sua più intima essenza.

L'anima è il volano della nostra esistenza.

Ritornare all'essenza non è sono un messaggio legato alle forme e alla loro astrazione ma anche un auspicio umano di ritorno alle origini.

La bellezza di un’architettura, la semplicità di un corpo nudo e l'essenzialità degli elementi naturali. Tutto è un ritorno all'essenziale.

Come si dice “il bello sta nelle cose semplici” che poi sono le più straordinarie.


  • C'è una serie o un pezzo di cui vai particolarmente fiero?

Tutte le mie opere sono come dei figli per me, ricordo ogni istante della creazione di un lavoro. Ovviamente ci sono lavori che diventano per vari motivi più significativi e importanti, perché segnano la nascita di un nuovo progetto o di un nuovo percorso. Fra questi le opere fotografiche dal titolo “Circle” e “Giants” che non a caso sono state scelte da un team

di professionisti del settore per essere pubblicate sull'Atlante dell'Arte Contemporanea edito De Agostini e sul Catalogo dell'Arte Moderna edito Giorgio Mondadori. Inoltre, i miei primi progetti foto/performativi “Khaos e Eros” dove per la prima volta mi sono messo a “nudo” confrontandomi con l'opinione di critica e pubblico.






  • Da sempre ti batti contro la censura nell’arte, ci parli del tuo progetto Naxed?

Questo è un tema che mi sta molto a cuore. Come ben hai detto mi batto da anni contro la censura dell'arte erotica e di nudo. Per questo ho ideato e lanciato il progetto di promozione artistica “Naxed” promuovendo l'hashtag #ArteSenzaCensura sui social network, e creando una pagina apposita sul mio sito dove chi vuole “senza censura” può trovare una raccolta selezionata da me a livello storico artistico delle opere più significative che riguardano questo tipo di arte. Tutto è nato da quella che definisco “vergognosa” censura delle opere d'arte proprio sui social. Questo a mio avviso è il sintomo di una cultura “bigotta” che è veramente dilagante contro l'immagine a mio avviso naturale del nudo sia maschile che femminile e della visione erotica che l'arte può indagare. Confondiamo purtroppo il nudo e l'erotismo con la pornografia. Bisogna andare oltre al pregiudizio ed essere obbiettivi dando valore al corpo in primis come amo dire solitamente: “Il corpo nudo è la Cattedrale dell'anima”. Non ho voluto fare solo demagogia, e mi sono messo a lavorare in prima persona realizzando lavori foto/performativi che mi vedono protagonista e dove mi metto a nudo.


  • Ci parli dell'importanza del corpo e del concetto di presenza nelle tue performance?

Mi ricollego all'ultima parte della risposta precedente, dove ho spiegato bene come il concetto del corpo nudo è entrato nella mia ricerca artistica in maniera profonda per lanciare messaggi importanti di valorizzazione del corpo umano, della sua bellezza universale e della sua dignità senza che esso sia visto solo come un elemento morboso. Nelle mie performance il mio corpo e la mia presenza è fondamentale di fatto esso diventa uno strumento espressivo come può essere una tela o della creta. Cerco di raccontare una storia, un’emozione, un messaggio. La forza espressiva del corpo diventa il volano

della comunicazione immortalato da uno scatto.


  • La tua ricerca predilige un mezzo espressivo o una tecnica in particolare?

Sicurante il mezzo espressivo che più prediligo è la fotografia digitale. Il mezzo fotografico è da sempre quello dove riesco a sentirmi più a mio agio. La fotografia ti permette l'immediatezza e allo stesso tempo con l'utilizzo della post- produzione, che fa parte della mia tecnica prediletta, ti da la capacità di elaborare in profondità l'opera.




  • Da dove scaturiscono le idee e le tue ispirazioni?

Ho un background assolutamente classico, legato alla bellezza architettonica che ritroviamo in tutta la mia amata terra, la Sicilia. Dai Greci, agli Arabi e ai Normanni fino alla stupefacente opulenza del Barocco siciliano. Sono cresciuto in un piccolo paese dell'entroterra della Sicilia: Agira, che è un gioiello di storia e cultura inestimabile. Credo che se si ha una sensibilità artistica si riesce ad assimilare tutto ciò che vedi attorno a te sin da bambino e lo fai tuo. L'ispirazione per me nasce dall'osservare, dallo studio e dalle emozioni che provo.


  • Ci sono progetti a cui stai lavorando attualmente di cui vorresti raccontarci qualcosa?

Questo è un periodo dove sto lavorando e ho prodotto tanto. Ho avuto l'opportunità di realizzare un progetto fotografico inedito ed esclusivo sul Cimitero Monumentale di Catania, un tesoro di storia e cultura immenso. Sto lavorando anche ad un nuovo progetto foto/performativo in cui mi metterò nuovamente a nudo ma non solo, dopo quattro anni voglio tornare a realizzare una videoarte. Ci sono molte cose che “bollono in pentola”.


  • Puoi svelarci i tuoi pensieri e obiettivi per il futuro?

In questo momento la speranza è quella di poter ritornare a esporre e avere il contatto con il mio pubblico; raccontare la mia poetica e fare vedere i miei lavori fisicamente e non solo virtualmente. Mi manca il contatto con il pubblico, lo sguardo del fruitore che è forse l'emozione più grande per un artista. Per il futuro mi faccio un augurio, quello di potermi emozionare sempre guardando il mondo con gli occhi di un bambino.
































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Intervista a cura di Giuseppina Irene Groccia 





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