LA FAVOLA COME FUGA DALLA DISCRIMINAZIONE GIANNA AMENDOLA

L'ArteCheMiPiace - Divagazioni sull'Arte

Gianna Amendola a cura di Maria Marchese per la Rubrica Divagazioni sull’arte su L’ArteCheMiPiace


LA FAVOLA COME FUGA DALLA DISCRIMINAZIONE

GIANNA AMENDOLA




di Maria Marchese  |28|Aprile|2022|





Gianna Amendola nasce a Montreal, da genitori italiani: inizia lì a crescere e a compiere i primi passi, e nell’universo sociale e mondo dell’apprendimento.

Poi, le scelte familiari la portano in Italia, precisamente, in Campania…

Ricordo che una persona cara mi raccontò diversi episodi della propria adolescenza, a Napoli.


Gianna Amendola a cura di Maria Marchese per la Rubrica Divagazioni sull’arte su L’ArteCheMiPiace



Uno, in particolare, mi colpì profondamente: da ragazzo, iniziò a frequentare un quartiere malfamato, perché, lì, aveva una ”simpatia” ; descrisse, allora, le reazioni di adulti e bambini, che vivevano negli appartamenti, adiacenti alle vie: lanciavano piccoli sassi, contro le pareti e per la strada, come monito e intimazione nei suoi confronti, poiché stava violando il loro territorio, accompagnando, in questo modo, il suo passaggio.

Ho condiviso, con Gianna Amendola, questo aneddoto e, insieme, abbiamo ascoltato l’eco di quelle minuscole pietre, che colpiscono il suolo e non solamente quello…


Gianna Amendola a cura di Maria Marchese per la Rubrica Divagazioni sull’arte su L’ArteCheMiPiace


L’autrice campana condivide, così, l’amarezza di

una realtà umanamente povera, che l’ha ferita, sin da bambina.

Discriminazione, acredine, ignoranza… sfondano la delicata soglia di un’anima in erba, segnandola profondamente.

Gianna Amendola, però, celava, gelosamente, nella propria “casa interiore”, l’incontro con la carta, il segno, il colore, da tempo immemore.


Gianna Amendola a cura di Maria Marchese per la Rubrica Divagazioni sull’arte su L’ArteCheMiPiace

Più le vicende diventavano gravose, più quella laiason cresceva, liberando, in lei, una certezza: voleva dipingere. Si iscrive, quindi, all’Accademia di Belle Arti, distinguendosi per caparbietà e capacità: il suo “occhio” ama, infatti, una visione così diversa, rispetto agli insegnamenti, da destare approvazione e curiosità.


Gianna Amendola a cura di Maria Marchese per la Rubrica Divagazioni sull’arte su L’ArteCheMiPiace












“Pioggia:

attraversa il mio cancello

un mazzo di iris”

                                          Ito Shintoku



L’artista crea, per rifugiarvisi, indi, un grembo, in cui è madre e creatura: la sottile membrana, che la preserva e nutre, percola ciò che può entrare.

Il torrenziale pianto muta, allora, in liquefatto nutrimento, “narrando” la vita di un “bouquet” .

In quel penetrale inviolabile, la lacrima ama intime tinte, che perdono la durezza e si sciolgono, creando un florilegio di piccole infiorescenze artistiche.


Gianna Amendola a cura di Maria Marchese per la Rubrica Divagazioni sull’arte su L’ArteCheMiPiace




























































La salina goccia raddolcisce e emoziona il colore, poi, la mano dell’autrice, lo carezza, con setolati tocchi, poetando linee.

L’artista ne disvela il temperamento incontenibile, su veli di carta, elargendo spazi, testimonianze incerte e evanescenti di figure, che appartengono alla terra dell’utopia, ossia il diastema esperienziale onirico, in cui il bene superiore la fa da padrone.

L’occhio dell’osservatore viene confortato, dal “dolce naufragare” , in un liquefatto suolo alare: cielo, terra, fuoco, acqua vi si fondono e confondono, nella significanza di valori nobili.


Gianna Amendola a cura di Maria Marchese per la Rubrica Divagazioni sull’arte su L’ArteCheMiPiace


L’autrice palesa un comprensibile rifiuto della mera realtà, per quietarsi e quietare, dove la gravità si fluidifica e scorre.

Gianna Amendola dona levità ad ogni istante esistenziale, corrompendone, amabilmente, la severità: si possono, quindi, sfogliare innumerevoli pagine, in cui l’innocente mano capovolge l’inevitabile.

Le sue opere sono suggestioni policrome visive, in cui l’innata frugalità fanciullina diventa cifra di un’espressione estetica distintiva.






Contatti dell’artista 


Facebook Gianna Amendola

Instagram giannaamendola 






























Maria Marchese su L’ArteCheMiPiace Maria Marchese

Maria Marchese, scrittrice, poetessa e curatrice d’arte, nasce a Como nel 74, dopo la maturità scientifica si iscrive all’istituto internazionale di Moda&Design “Marangoni”, a Milano.

Per oltre 20 anni svolge attività nel settore socio assistenziale.

Dal 2013 affronta da autodidatta il suo percorso di studio nel campo dell’arte, della letteratura e filosofia. Nel 2017 pubblica la sua prima silloge poetica “Le scarpe rosse- Tra tumultuoso mare e placide acque”. Da lì a breve esperisce se stessa nella critica artistica.

Collabora con il blog culturale dell’università Insubria, con lo storico dell’arte Valeriano Venneri, con Exit Urban Magazine e Art&Investments, con il Blog L’ArteCheMiPiace, con l’associazione culturale Nuovo Rinascimento, con la Galleria “Il Rivellino” a Ferrara, con Divulgarti a Genova, con Art Global a Roma, con AArtChannel di Ferrara, con Alessandra Korfias, coordinatrice ponte culturale Italia/Giappone e responsabile di Arti Services.


www.mariamarchesescrittrice.com



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©L’ArteCheMiPiace - Blog Arte e Cultura di Giuseppina Irene Groccia 




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