L'Arte Come Ricerca di Verità e Libertà - Umberto Falvo
L'Arte Come Ricerca di Verità e Libertà
Umberto Falvo
di Giuseppina Irene Groccia |05|Marzo|2025|
Umberto Falvo è un artista che ha costruito la sua carriera su un continuo rifiuto delle convenzioni, perseguendo un ideale di libertà che si riflette in ogni aspetto della sua produzione. La sua arte non è assolutamente un esercizio tecnico, ma una riflessione e una ricerca costante che fonde realtà e metafisica, un'esperienza sensoriale che trascende le logiche del mercato dell'arte e della sola estetica.
Nato a Catanzaro nel 1955, l’artista ha messo da parte il figurativo, un passo che inizialmente gli fu doloroso, per intraprendere un percorso più radicale, che lo ha portato a esplorare i mondi del pensiero metafisico e dell'espressionismo astratto.
Se inizialmente si confrontò con le opere di maestri come De Chirico, esplorando le inquietudini della geometria e delle immagini sospese nel tempo, ben presto il suo cammino lo condusse verso una sperimentazione più viscerale, che trovò espressione nell'arte informale.
Umberto Falvo fonde gestualità e metafisica, ispirandosi all’action painting di Pollock per nobilitare l’informale. Il caos apparente delle sue opere segue una sintassi visiva precisa, invitando alla riflessione. La sua ricerca artistica mira alla luce, intesa sia come cromatismo che come tensione verso il trascendente. Attraverso simbolismi e suggestioni oniriche, la sua arte diventa un viaggio visionario, dove libertà espressiva e denuncia sociale si intrecciano in una continua evoluzione.
Le sue opere sono espressioni di sogno, visioni che, a tratti, sconvolgono e disorientano. La sua pittura è come un labirinto dal quale è difficile uscire, un percorso di incertezze che riflette la complessità dell’animo e la ricerca di un’illuminazione spirituale che supera il visibile. Non è un caso che la luce, nella sua accezione più metafisica e simbolica, sia un tema ricorrente nel suo lavoro: un’illuminazione che non è solo fisica, ma che oltrepassa ogni dimensione, alla ricerca di un contatto con il trascendente.
Inoltre, il suo impegno sociale è un aspetto imprescindibile della sua visione artistica. Nonostante la sua arte sia intimamente legata alla sua visione personale, egli non esita a utilizzare la sua capacità di comunicare per affrontare temi di rilevanza sociale, come la lotta per i diritti delle donne. La sua arte diventa quindi anche un mezzo per denunciare e sensibilizzare, con la stessa intensità con cui riflette sulla libertà individuale e sulla necessità di espressione autentica.
Ogni incontro con la sua opera è un’esperienza particolare, un viaggio personale che svela nuovi significati a ogni sguardo.
Come ogni opera informale, le sue creazioni non mirano a una comprensione immediata, ma invitano a un processo di introspezione e scoperta.
Eppure, nonostante la sua propensione alla complessità, egli riesce a mantenere una sorprendente lucidità espressiva, un equilibrio che rende ogni sua opera unica, ma sempre riconoscibile.
In un panorama artistico in cui la visibilità commerciale spesso prevale sulla genuinità della ricerca, Umberto Falvo rappresenta un’eccezione rara. La sua carriera testimonia una dedizione assoluta alla propria visione: un artista che rifiuta i compromessi e, con coerenza e passione, esplora attraverso la pittura il vero senso dell’arte e della vita
Puoi raccontarci come hai iniziato il tuo percorso artistico? C'è stato un momento o un evento particolare che ti ha spinto verso l'arte?
Fin da piccolo, non ricordo precisamente l’età, ma i miei genitori e miei nonni me lo ricordavano sempre, scarabocchiavo per gioco ma con allegro interesse fogli di carta bianca, fogli di misure diverse, che mio padre mi portava dalla tipografia dove lavorava come linotipista. Avevo sempre a disposizione carta e colori, i colori a matita non ero capace di temperarli, mi si spuntavano spesso e dovevo correre da qualcuno in casa per fargli fare la punta. Poi crescendo e iniziando a frequentare le scuole elementari, la mia attenzione si è concentrata sulle immagini dei libri, che allora erano solamente grafiche; e così ho cominciato a copiare le immagini dei libri per poi colorarle. Andando avanti ho iniziato a disegnare i primi oggetti dal vero che vedevo in casa, ricordo che spesso disegnavo i pupazzi con cui giocavo. Disegnavo tanto e sempre, mio nonno materno per incoraggiarmi comprava le “mie opere”. Ho cominciato così.
Gli interessi artistici li coltivavo durante le ore di Educazione Artistica alle scuole medie, poi con gli studi liceali all’Artistico, dove incontrai alcuni professori che mi indirizzarono con pazienza e professionalità alla scoperta delle tecniche pittoriche. Uno in particolare mi aiutò a vedere oltre i calchi in gesso e le composizioni di nature morte, poi con lo studio dei modelli dal vero, in modo da allenare la mente e l’occhio a cogliere particolari e proporzioni. Questi momenti di studio vengono completati durante il percorso fatto all’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, qui arrivo preparato e con basi solide nel disegno, frequento la scuola libera del nudo, i miei studi mi portano verso la metafisica e verso l’esoterismo. Poi piano piano qualcuno ti prende per mano e ti porta in un mondo nuovo, diverso, dove ti approcci a nuove situazioni, a nuovi modi di affrontare la pittura, riprodurre quello che non vedi fisicamente, ma attraverso un occhio che non è fisico, ma che esiste, per trasformare un’idea da invisibile a visibile. Questo percorso ha stimolato notevolmente la mia ricerca e il mio percorso artistico culturale, tanto da affermare e concretizzare il mio percorso così: “Dal pensiero metafisico alla metafisica del pensiero” idee per una pittura informale.
Qual è il tema o il messaggio principale che cerchi di comunicare attraverso le tue opere?
Sono nato a metà del secolo scorso, quindi ho vissuto in un secolo ricco di scoperte e cambiamenti profondi, di rivoluzioni culturali e di movimenti giovanili, con conseguenti cambiamenti della società; e questo mi ha trasmesso una certa inquietudine, anche nel mio modo di affrontare la pittura. Pertanto il messaggio che ho sempre cercato è la dimensione onirica, visionaria e metafisica, che si è trasformata in ricerca degli infiniti misteri del cosmo il "Caos" l'energia primordiale
La tua arte è un viaggio tra il viscerale e il metafisico, tra l’istinto e la ricerca della luce. Quando senti che un’opera ha raggiunto il suo equilibrio perfetto? Esiste un momento in cui percepisci di aver davvero ‘toccato’ il trascendente attraverso il colore?
Il viaggio è un racconto di quanto negli anni hai fatto e prodotto. E' l'immersione nel profondo della ricerca dove gli impulsi creativi devono diventare altro, devono diventare opera pittorica, superata la fase descrittiva. Negli anni la ricerca mi ha portato alla scomposizione delle figure e degli oggetti, ma non al modo dei cubisti, ma al dissacramento delle linee, solo così si può iniziare un percorso informale, e solo per mezzo della conoscenza e di una cultura sottile puoi raggiungere il risultato. La tela o qualunque altro supporto è pronto per ricevere l'atto creativo che è la proiezione del pensiero primordiale (l'idea) che a sua volta deve essere supportato da un processo alchemico di trasformazione, perchè dalla fusione dei colori dei diluenti e dal tuo interveno affiora e si manifesta l'idea primordiale. Niente può essere lasciato al caso, l'opera ha bisogno di equilibrio, di respirare luce propria, è solo con l'intervento e la sensibilità che la materia informe diventa forma e colore e la luce padrona dell'opera, perchè la luce è quella energia cosmica che ci permette di vedere oltre il buio.
Il tuo percorso ha attraversato fasi molto diverse, dal figurativo alla metafisica, fino all’action painting. C’è mai stato un momento in cui hai sentito la necessità di tornare indietro, di recuperare qualcosa del tuo passato artistico, oppure l’arte per te è solo un movimento in avanti?
Come dicevo il mio percorso inizia da giovane, sono stato molto fortunato perchè ho avuto modo di frequentare in giro per l'Italia salotti culturali frequentati da uomini e donne di spessore e di grande cultura, la frequentazione mi ha arricchito e aperto nuovi orizzonti, questo mi ha portato ad essere curioso, a leggere e studiare per riuscire a non essere banale, arrivare ad avere la consapevolezza dell'azione culturale che al momento è più aderente alle mie scelte pittoriche, ricercando forme/pensiero da tradurre con gesti e colori. Naturalmente non rinnego niente di tutto quello che ho fatto, lo rifarei domani, perciò credo di non dover tornare indietro e di non dover recuperare nulla del mio passato, perchè nella mia azione pittorica di oggi c'è tutto il mio ieri, trasformato con esperienza, esercizio, conoscenza, abilità, e azione.
Le tue opere non vogliono essere solo osservate, ma vissute, interiorizzate. Ti è mai capitato che un visitatore cogliesse nella tua arte qualcosa che nemmeno tu avevi consapevolmente espresso? Quanto è importante per te il dialogo tra artista e pubblico nella creazione del significato di un’opera?
L'opera è una tua creatura, una volta finita deve vivere, per vivere deve essere vista, esposta, quindi l'artista corre il rischio di "esporsi" esponendo l'opera si espone anche lui, un gioco di parole per dire che se l'artista non è un commerciante di se stesso, è molto attento ai giudizi dello spettatore. Questo vuol dire cercare confronti, sentire pensieri, discutere, ascoltare, ma come dico sempre in un'opera ognuno vede qualcosa che gli appartine o che lo stimola o che lo conduce in un viaggio, o che lo lascia indifferente, tutto questo fa parte del gioco. IO, come artista, ho sofferto già prima del confronto col pubblico, quando ho realizzato l'opera partendo da un'idea, da un pensiero, da uno scritto. Poi quando l'opera è esposta, il visitatore interessato o curioso ti chiede, discute e spesso capita che alla fine ti vuole convicere che il modo di vedere e di interpretare deve essere affine con il suo pensiero. Io credo che tutto deve restare nel solco della comprensione tra il visitatore e l'opera, tutto quello che gli trasmette e quello che egli recepisce sono sensazioni personali e basta, quindi preferisco lasciare sempre all'interlocutore la libertà di interpretare le proprie sensazioni come meglio crede.
Come descriveresti il tuo stile artistico e come si è evoluto nel corso del tempo?
Mi viene difficile descrivere il mio stile artistico, con oltre 50 anni di esperienza non è facile, è cambiato come sono cambiato io, siamo cambiati insieme nel bene e nel male.
Quali sono le principali fonti di ispirazione per il tuo lavoro? Ci sono artisti, movimenti o esperienze personali che hanno influenzato particolarmente la tua visione?
Ho appreso molto dal segno grafico delle pitture rupestri, esemplare unico di essenzialità della linea, messaggio descrittivo ancora oggi attuale, dalle pitture murali egiziane, e di tutta la cultura affina, dall’arte greca e poi romana, dai mosaici e dai maestri del trecento in poi fino ad oggi. Simone Martini, Duccio da Boninsegna, Giotto, Cimabue, Masaccio, Beato Angelico, Leonardo, Michelangelo, Raffaello, Caravaggio, solo per citarne alcuni, e poi gli impressionisti con la spasmodica ricerca della luce, e come non guardare a Paul Gauguin, Claude Monet e ai tanti altri artisti che prediligevano lo studio dal vero an plain air dipingere all’aperto gli permetteva di creare quadri in breve tempo e di osservare, cercando di restituire sulla tela, le sfumature generate dalla luce, le emozioni e le sensazioni provate nelle diverse condizioni di luce e di clima, questi artisti poi contribuiscono in modo importante alla corrente artistica definita del nuovo realismo. Alla mia crescita culturale hanno contribuito tanto i professori di Storia dell’Arte che negli anni mi hanno indirizzato a una lettura diversa, a capire i contesti sociali e storici dove gli artisti operavano, le convivenze tra società civile e la chiesa, ad entrare nei contesti e disaminare criticamente gli eventi. Da qui mi sono indirizzato a quei movimenti che si erano sviluppati dal finire del 700 in poi, quelli italiani in particolare Futurismo e Metafisica. I miei riferimenti essenziali sono stati Giorgio De Chirico e il fratello Alberto Savinio, insieme ad Arnold Bocklin, Johanm Heinrich Fussli, William Blake, Odilon Redon, Max Klinger, pittori visionari e metafisici che insieme a poeti e filosofi hanno scoperto l’inconscio prima che Freud ne decifrasse un metodo scientifico di introspezione, per poi passare a Carrà, a Morandi, a De Pisis, a Chagall e Mirò. Mi interessava di meno la pittura surrealista, non mi prendeva e non mi coinvolgeva come le altre correnti pittoriche. Li guardavo li studiavo, ma non entravo in dialogo con loro. Il cubismo è vero che ha distrutto la forma, ma seguendo un itinerario geometrico, segmenti, un modo per andare oltre, per mostrare la realtà da tutte le prospettive attraverso cui l’occhio umano può osservarla simultaneamente in tante sfaccettature. Poi c’è stata un’evoluzione e il coinvolgimento con i contemporanei, con le loro profetiche sperimentazioni, quello chiamato “l’espressionismo astratto della scuola di New York”. Primo tra tutti il visionario e rivoluzionario Jackson Pollock. Colui che ha tolto la tela dal cavalletto, con la sua pittura ha moltiplicato i punti di osservazione e di intervento dell’artista, l’opera non ha più alcun centro, ma si costituisce unicamente come trama. Quella di Pollock è stata una frattura estetica con ogni modello rappresentativo dell’arte. Qui non mi è possibile citare i tanti nomi degli artisti che mi hanno stimolato fino a cambiare modo di esprimere concettualmente le mie idee pittoriche e descrivere il mio nuovo percorso, contraddistinto da sofferenza, per tradurre in “forme – pensiero” la trasmutazione espressiva che mi tormentava, rielaborare e sintetizzare la realtà che c’è che è quella che vedevo, per mezzo dei colori e della luce. Un incessante ricerca di luce per cogliere nella sua naturale evanescenza il colore che si fonde e stempera la luce, la forma che si dissolve nello sfumato del contorno e priva la forma di contorni, e che poi diventa priva di forma. Ho manifestato e realizzato il mio concetto di fare arte che è “dal pensiero metafisico, alla metafisica del pensiero” (idee per una pittura informale).
Qual è il processo creativo che segui per realizzare le tue opere? Ci sono tecniche o rituali a cui sei particolarmente affezionato?
Come dicevo, tutto parte da un pensiero, una lettura, un brano musicale di musica moderna o classica, dipingendo di solito mi fermo a leggere anche aprendo a caso un libro e cogliere un concetto, o fermarmi ad ascoltare della musica, non c'è un rituale, c'è casualità, il famoso cogli l'attimo...se capita.
Che importanza attribuisci al colore nel tuo lavoro? Come scegli la tua palette e che significato ha per te il colore?
Il colore è luce, e la luce è colore, vivono insieme da sempre, secondo il racconto biblico della creazione nel primo giorno viene seperata la luce dalle tenebre, con questo atto creativo primordiale il mondo appare a colori, la luce quindi è colore. E se cerchi la luce devi conoscere per forza i colori le loro sfumature, le loro combinazioni, le loro trasformazioni e quindi quei processi "alchemici" di trasmutazione dei colori che cambiano sotto i tuoi occhi, ecco l'importanza del colore che unito ad un'altro colore diventa un colore nuovo.
Preferisci lavorare su tela in solitudine o trovi ispirazione anche da contesti collettivi, come workshop o eventi d’arte?
Per carattere e scelta personale preferisco da sempre lavorare da solo, in perfetta solitudine, accompagnato da buona musica e da un buon libro con del buon profumo d'incenso che si mescola agli odori di colori smalti e diluenti.
Come vivi il rapporto tra l'arte e il pubblico? In che modo il feedback o le reazioni delle persone influenzano il tuo lavoro?
Negli anni ho costruito una rete di conoscenze e amicizie ed una intensa attività culturale, frequento associazioni e circoli culturali ma non influenzano in nessun modo la mia pittura. Solo con pochi intimi, persone di indiscusse qualità culturali, artistiche, letterarie e professionali, parliamo della mia pittura e dei miei percorsi, molti mi conoscono da sempre e purtroppo qualcuno è venuto a mancare e hanno lasciato un grande vuoto.
C'è un'opera, tra quelle che hai realizzato, che consideri particolarmente significativa per te? Puoi raccontarci la sua storia?
Il tempo è quella dimensione intervallata da tante esperienze, e quando operi da più tempo nel mondo dell'arte è difficile veramente trovare una sola opera che possa assumere un significato importante, perchè attraversando più periodi e più storie trovi sempre un'opera che ha segnato il passaggio da un modo di dipingere ad un altro. Però devo riconoscere che l'opera "e fu la luce" è quella che segna il cambiamento, passaggio definitivo dalla pittura metafisica all'informale, e questo è avvenuto con una importante mostra personale dal titolo:
Dal Pensiero Metafisico
alla Metafisica del Pensiero
idee per una pittura informale
Come vedi il ruolo dell’arte nella società contemporanea? Pensi che il tuo lavoro contribuisca in qualche modo a questo ruolo?
Non è per niente facile parlare del ruolo di un artista nella società contemporanea. "Chi è l'artista" posso affermare con certezza che nella nostra società ci sono troppi, ma veramente troppi pittori, scultori, poeti, scrittori, attori, commedianti, dal pittore della domenica mattina a chi ha frequentato il corso di pittura del dopolavoro o il corso di qualunque altra cosa e ognuno crede di poter fare l'artista. Poi ci sono gli artisti locali conosciuti solo nelle loro città e hanno un mercato fatto di conoscenze personali, artisti che si avventurano e si affidano a venditori di fumo, con concorsi che ti portano in giro per il mondo, per finire i vari mercati e i mercanti d'arte e gli adulatori. E' difficile avere un ruolo preciso nell' arte e in particolare nella società contemporanea, è un mondo impenetrabile a meno chè non vieni scelto, proposto e inserito nei circuiti che contano e ti costruiscono un percorso internazionale, mondiale e così diventi un produttore di opere a servizio dei mercati dei collezionisti che contano. Io per diletto la sera passo il tempo a guardare in televisione su tantissimi canali le televendite di opere d'arte proposte da tante organizzazioni, è veramente uno spettacolo pietoso, mi diverto tanto a guardare questi esperti critici d'arte che "si fanno in quattro per te" come il gatto e la volpe di Pinocchio.
Quali sono le maggiori difficoltà che hai affrontato come artista e come le hai superate?
Ho sempre fatto le cose che decido di fare, questo perchè ho avuto la fortuna di avere un'attività lavorativa che mi ha permesso di vivere senza compromessi con l'attività artistica, questo privilegio mi ha dato l' indipendenza di realizzare le mie esperienze senza difficoltà. Sono riuscito a realizzarmi anche come scenografo, ho realizzato molte scenografie e nel mio curriculum vanto due prime nazionali assolute e due prime mondiali assolute. Una di queste è "Piccole Donne" spettacolo realizzato in onore e in presenza del Maestro Franco Zeffirelli che mi ha voluto sul palcoscenico del Teatro Gennaro Masciari di Catanzaro, dove si è complimentato in pubblico per le scene e per la direzione delle luci.
Recentemente hai partecipato a Visioni, il premio d’arte internazionale organizzato dall’associazione culturale Athenae Artis di Maria Di Stasio.
Che esperienza è stata per te? C’è qualcosa di particolare che hai apprezzato o che ha arricchito il tuo percorso artistico?
Come dicevo ho sempre fatto le cose per piacere, ho partecipato al premio VISIONI per far piacere a mia moglie che ha un legame particolare con la città di Salerno dove ha frequentato l'Università. Io ero stato più volte a Salerno, ma non avevo mai esposto, non conoscevo l'Associazione Culturale Athena Artis di Maria Di Stasio. Devo confessare che è stata una bella e positiva esperienza, è stato realizzato un evento di qualità, il Tempio di Pomona si è prestato a un allestimento ben fatto, curato nei particolari, spazi adeguati e ben articolati, la serata inaugurale è stata condotta con cura dal Presidente dell'Associazione Maria Di Stasio e dalla critica d’arte Mariangela Bognolo che hanno con leggerezza e professionalità presentato gli artisti, ognuno con una recensione critica. Ho apprezzato lo sforzo organizzativo, la profesionalità, la competenza e l'amore che hanno dimostrato verso l'arte e gli artisti.
Le tue due opere pittoriche presentate a "Visioni" sono state tra le protagoniste dell’evento, distinguendosi al punto da farti ottenere una menzione speciale. Puoi raccontarci il processo creativo che ti ha portato a realizzarle? C’è una storia, un significato o un messaggio particolare che volevi trasmettere attraverso di esse?
Sono molto felice del riconoscimento ottenuto, quando presenti dei tuoi lavori non sai mai quali sensazioni possono comunicare. Aver ricevuto una "menzione speciale" è motivo di orgoglio, potrei a questo punto raccontare due storie ognuna per le opere esposte, non lo farò perchè non ho realizzato le opere per questo evento, le ho scelte tra le mie opere già realizzate, ognuna ha un percorso indipendente, nate in momenti diversi con motivazioni diverse, però scelte con cura al fine di rappresentare il mio pensiero in quel luogo.
Proprio in questi giorni prende il via una nuova esperienza espositiva per te. Hai scelto di partecipare nuovamente a un'iniziativa curata da Athenae Artis, sotto la direzione di Maria Di Stasio. Questa volta l'occasione è la prima edizione di EVERLAND Art - Percorsi di Ricerca, un'esposizione internazionale che si terrà dal 26 aprile al 3 maggio 2025 presso la Galleria Il Leone, nel cuore del centro storico di Roma.
Cosa ti ha spinto a rinnovare questa collaborazione e quali aspettative hai per questa nuova opportunità espositiva?
Roma per me è una città importante, con ricordi importanti, la frequento da sempre, ho avuto il piacere di frequentare personalità e salotti culturali importanti, faccio parte di Accademie e Associazioni culturali che hanno sede nella Capitale. A Roma ho avuto il piacere di lavorare come scenografo, ho esposto le mie opere nei posti più belli e sono stato premiato molte volte, ho ricevuto tanti riconoscimenti importanti. Quindi l’occasione di partecipare alla prima edizione di EVERLAND Art presso la Galleria “Il Leone” ha stimolato il mio interesse, inoltre credo che la mia ricerca pittorica vada nella giusta direzione della tematica proposta. Devo poi aggiungere che la decisione di partecipare a questa nuova iniziativa di Athenae Artis non è casuale; ho conosciuto la dott.ssa Maria Di Stasio all’evento tenutosi a dicembre 2024 a Salerno, sono rimasto molto soddisfatto della sua professionalità e serietà nell’organizzare l’evento e nella cura scrupolosa nel gestire gli artisti. Per questo ho chiesto, se selezionato, di partecipare all’evento espositivo, certo che sarà organizzato e gestito al meglio. Le aspettative per me sono sempre le stesse, mettere in gioco un’opera e sperare che la stessa raccolga consensi da chi si fermerà a guardarla, questo è il mio piacere più grande.
Quali progetti o obiettivi hai per il futuro? Ci sono nuovi ambiti o tematiche che vorresti esplorare?
Cosa dire, chi si ferma è perduto, ho un cassetto dove ripongo i miei sogni. E’ molto grande e pieno di idee e progetti, c’è confusione e nello stesso tempo ordine. Trovo appunti di cose da fare, di cose già fatte, ma il sogno da realizzare resta ancora lì in fondo al cassetto. Forse un giorno lo tirerò fuori.
Contatti
Email falvocz@libero.it
Facebook Umberto Falvo
Instagram umberto.falvo.5
Se l’articolo ti è piaciuto, ti invitiamo ad interagire attraverso la sezione commenti di seguito al post, arricchendo così il blog con le tue impressioni.
E se trovi interessanti gli argomenti trattati nel Blog allora iscriviti alla newsletter e seguici anche sui canali social di L’ArteCheMiPiace.
In questo modo sarai aggiornato su tutte le novità in uscita.
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
I testi critici scritti dall’autrice e inseriti nel blog non possono essere utilizzati o riprodotti online o altrove senza una richiesta e un consenso preventivo. La riproduzione di articoli e materiale presente nel blog dovrà essere sempre accompagnata dalla menzione dell’autore e della fonte di provenienza.
Alcuni testi o immagini inseriti in questo blog potrebbero essere tratti da fonti online e quindi considerati di dominio pubblico: qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d'autore, vogliate segnalarlo via email per la rimozione immediata.
L’autrice del blog declina ogni responsabilità per i siti collegati tramite link, considerando che il loro contenuto potrebbe subire variazioni nel tempo.
Commenti
Posta un commento