Nella Pittura di Antonio Iovine Tradizione e Emozione Senza Tempo
L’ArteCheMiPiace - Interviste
Nella Pittura di Antonio Iovine
Tradizione e Emozione Senza Tempo
di Giuseppina Irene Groccia |14|Febbraio|2025|
Per comprendere appieno la profondità della sua arte e il percorso che l'ha portato a definire il suo linguaggio espressivo, entriamo nel mondo di Antonio Iovine attraverso le sue stesse parole.
Questa intervista è un dialogo intimo che svela il cuore della sua creatività, il legame con la tradizione e la ricerca incessante di nuove forme di bellezza.
Puoi raccontarci come hai iniziato il tuo percorso artistico? C'è stato un momento o un evento particolare che ti ha spinto verso l'arte?
In realtà il sapore dell’arte l’ho iniziato ad assaporare
e gustare fin dall’infanzia. Tutto è
nato dai colori, gli odori della pittura ad olio, e i vari diluenti. Nasco da
una famiglia di artisti pittori, mio padre, mia madre, lo zio di mia madre.
Insomma da piccolo “mangiavo pane e colori”.
Qual è il tema o il messaggio principale che cerchi di comunicare attraverso le tue opere?
Dentro me ho un
mondo che ricorda tempi antichi. Un mondo fiabesco e che non ha mai spento il
lato fanciullo che c’è in me. Cerco di trasmettere quella fantasia colorata e
fantastica che a questo mondo manca, o che spesso svanisce nel niente. I miei
dipinti devono raccontare sottovoce che bastano colori e pennelli per trovare
la pace e la gioia.
Come descriveresti il tuo stile artistico e come si è evoluto nel corso del tempo?
Credo che oggi sono riuscito
a costruire uno stile molto personale. Mattone su mattone con gli anni, tanta
fatica, ore ed ore ad inventare e studiare mi hanno permesso di lasciare lo
stile classico della pittura campana, e “timbrare” il mio stile attuale che oggi
definisco contemporaneo
e fantastico.
La tua arte affonda le radici nella tradizione della scuola campana, ma allo stesso tempo arricchisce il panorama contemporaneo. Come riesci a mantenere quel delicato equilibrio tra la tradizione e la tua visione personale?
La scuola classica campana mi permette
di realizzare figure, paesaggi, fiori, in modo realistico e “morbido”
nelle pennellate, mantenendo inalterata la mia provenienza.
Essendo cresciuto in una famiglia di artisti, come ha influito tuo padre, Nello Iovine, sulla tua formazione e sul tuo approccio alla pittura?
Come detto in precedenza, fin dalla tenera età
vedevo mio padre come iniziava a preparare le tele con l’imprimitura, i vari
passaggi. Quando realizzava i disegni sulle tele per poi iniziare a dipingerle.
Questo avveniva anche con mia madre. Questo mondo mi ha “rapito” e mai ho
chiesto “un riscatto” per esserne liberato.
Le tue pennellate evocano un senso di tempi antichi e sensazioni profonde. Quali emozioni o racconti cerchi di trasmettere attraverso i tuoi paesaggi e ritratti?
Il figurativo è stata sempre
una prerogativa della pittura dei miei genitori. Io cerco di tramettere la
storia che ho in me, il vento che attraversa il mio animo, i sogni che continuo
a sognare ad occhi aperti. Così cerco di trasmettere sogni e un canto artistico
che non avrà mai fine.
In un mondo sempre più digitale, come vedi la pittura classica nel panorama artistico contemporaneo? Cosa pensi che ancora la renda rilevante e vitale?
Oggi si definisce arte qualunque cosa si crea o si
crede di aver creato. Ma gli artisti del passato ci raccontano altro. L’arte
classica è quella dove dopo aver lavorato su un dipinto hai le mani sporche di
colori, i pennelli ancora intinti che vanno puliti. L’arte classica è quando
mentre stai dipingendo devi alzarti , allontanarti dal dipinto e mettere a
fuoco quello che stai realizzando.
Quali sono le principali fonti di ispirazione per il tuo lavoro? Ci sono artisti, movimenti o esperienze personali che hanno influenzato particolarmente la tua visione?
Mi ispira tutto
ciò che mi circonda. Il sorriso meraviglioso e innocente di un bambino, il
profumo del mare della mia Salerno, gli occhi della gente che mi circonda, ma direi
soprattutto il mio vissuto .
Qual è il processo creativo che segui per realizzare le tue opere? Ci sono tecniche o rituali a cui sei particolarmente affezionato?
La tecnica è rimasta inalterata. Preparazione
delle tele con imprimitura con gesso e colla di coniglio. Poi si disegna ciò
che immagino e si passa allo schizzo. Se ritengo che mi soddisfi allora si
parte con le prime pennellate.
Che importanza attribuisci al colore nel tuo lavoro? Come scegli la tua palette e che significato ha per te il colore?
Amo i colori decisi e che mi rilassano, Le tonalità di blu, degli azzurri, le
carnagioni chiare, e spesso uso il color oro nei miei dipinti. Quando il pezzo
lo richiede mi piace molto usare la spatola, per dare corposità e
tridimensionalità all’opera.
Preferisci lavorare su tela in solitudine o trovi ispirazione anche da contesti collettivi, come workshop o eventi d’arte?
La solitudine mi dà possibilità di rimanere concentrato, mi
rilassa e mi aiuta nella creazione. Ma lavoro sempre con un sottofondo musicale
rilassante.
Come vivi il rapporto tra l'arte e il pubblico? In che modo il feedback o le reazioni delle persone influenzano il tuo lavoro?
Credo che per un artista l’approvazione del pubblico sia linfa
vitale. E’ la conferma che stai facendo bene e che i giorni a volti i mesi per
realizzare un opera non sono stati giorni inutili. Poi le critiche costruttive
ti fanno sempre migliorare.
C'è un'opera, tra quelle che hai realizzato, che consideri particolarmente significativa per te? Puoi raccontarci la sua storia?
Può sembrare una risposta banale, ma tutte le mie
opere sono significative. Perché ognuna di loro racconta un pezzo di me, ognuna
viene “partorita” con tanto impegno.
Come vedi il ruolo dell’arte nella società contemporanea? Pensi che il tuo lavoro contribuisca in qualche modo a questo ruolo?
Spero che possa essere un trampolino tra la triste e drammatica realtà
che questo mondo ci rivela ogni giorno. Non si può negare che viviamo in una
società molto grigia, a volte troppo scura, senza nessun colore. Tutti noi
abbiamo bisogno di un po' di colore nelle nostre vite, almeno sulla parete
delle nostre case, per avere almeno una parvenza che non è poi così grigio
questo mondo.
Quali sono le maggiori difficoltà che hai affrontato come artista e come le hai superate?
Ovviamente il mondo
dell’arte è un mare tempestoso dove navigare. Ci sono insidie, molti venti
contrari, delusioni e tanta gavetta. Indubbiamente bisogna fare i conti con i
tanti bravi artisti che mi circondano, il mercato dell’arte è sempre
imprevedibile. Devi saper puntare sulle gallerie giuste, i canali che non ti
fanno solo i complimenti ma che ti aiutano a sponsorizzare le tue opere.
Recentemente hai partecipato a Visioni, il premio d’arte internazionale organizzato dall’associazione culturale AthenaeArtis di Maria Di Stasio. Che esperienza è stata per te? C’è qualcosa di particolare che hai apprezzato o che ha arricchito il tuo percorso artistico?
Innanzitutto devo dire che ho
conosciuto una persona meravigliosa, sensibile, empatica e tanto professionale
che è Maria Di Stasio. Si è creato da
subito una bella amicizia. Il premio
Visioni che si è tenuto nella mia città Salerno mi ha permesso di farmi
“conoscere “ dalle nuove generazioni di pubblico salernitano,
visto che sono stato fuori Salerno diversi anni, proprio per avere nuove
esperienze lavorative in altre città. Ho ritrovato “vecchi” miei estimatori e
clienti e mi ha rilanciato sul mercato salernitano.
Le tue due opere pittoriche presentate a Visioni, due bellissimi e colorati ritratti di bambini, sono state tra le protagoniste dell’evento, distinguendosi al punto da farti ottenere una Segnalazione di Merito. Puoi raccontarci il processo creativo che ti ha portato a realizzarle? C’è una storia, un significato o un messaggio particolare che volevi trasmettere attraverso di esse?
Ho scelto la tematica dell’infanzia. Io credo che se tutto il genere umano riservasse dentro se l’ingenuità, la purezza e la dolcezza dell’infanzia, questo mondo sarebbe diverso. Con queste due opere presentate in Visioni ho voluto trasmettere questo. E devo dire hanno riscosso un successo incredibile. La prima è un opera 60x80 olio su tela titolo “ La piccola sirena “. Opera che trasforma ii sogno di una bimba di essere come il suo cartone animato preferito, La sirenetta della Disney in realtà. Infatti è un volto di una bambina immersa nell’acqua, sul suo bel viso ha una maschera dorata intarsiata e ricca di particolari, lo sfondo è quello tipico marino. La seconda opera è un 60x60 olio su tela, titolo “ I colori dell’infanzia”. Anche questo è un bellissimo volto di un bimbo in primo piano , il suo volto e sporco di colature di colori variopinti, così anche lo sfondo. Il mio messaggio è stato, “lasciatemi vivere la mia infanzia, lasciatemi sporcare di colori, lasciatemi la mia innocenza, la mia fantasia.”
Quali progetti o obiettivi hai per il futuro? Ci sono nuovi ambiti o tematiche che vorresti esplorare?
Nella mia
attività non si finisce mai di crescere. Ho tan ti obbiettivi che un passo alla
volta spero di raggiungere, pur sempre rimanendo umile e con i piedi per terra.
Poi nell’arte i mondi da esplorare sono tanti, credo che niente mi vieta di
fare un passo verso nuove esperienze.
Antonio Iovine
Nato a Salerno nel 1976, sono un artista pittore che affonda le radici nella tradizione figurativa della scuola classica Campana, con una particolare predilezione per il paesaggio e il ritratto. La mia passione per l'arte si è sviluppata fin dalla giovane età, e all'età di 19 anni ho avuto il privilegio di esporre la mia prima mostra. Con il passare degli anni, la mia ricerca artistica si è evoluta verso il contemporaneo, esplorando nuove forme espressive e tecniche innovative.
Ho partecipato a numerose mostre individuali e collettive, ottenendo
importanti consensi e riconoscimenti per la qualità e la profondità del mio
lavoro. Le mie opere sono presenti nelle più prestigiose gallerie italiane,
dove continuo a esporre e a condividere la mia visione artistica con il
pubblico.
La mia arte nasce da una continua evoluzione, in cui la tecnica e
l'esperienza si uniscono al desiderio di esprimere chi sono veramente, un'anima
ancora giovane e ricca di emozioni.
Dipingo perché è il mio modo di dialogare con il mondo, un linguaggio che
va oltre le parole. Ogni opera è il frutto di un viaggio interiore, un percorso
di sensazioni, riflessioni e ricordi che desidero condividere con il pubblico.
La mia arte è il mio modo di regalare emozioni, di trasmettere la felicità
attraverso colori che esplodono con la passione che porto dentro.
Vedere la mia arte come un'espressione pura di gioia è un invito per chi
osserva a lasciarsi coinvolgere, a scoprire nel mio lavoro non solo l'immagine,
ma l'emozione che c'è dietro. Ogni quadro è un dono, un frammento del mio cuore
che si offre al mondo.
Amo inventare la felicità, plasmandola con pennellate che raccontano di un
mondo che può essere più luminoso, più vivo, più pieno di colori.
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