χρωμία ETEROGLOSSA: IL COLORE TRADUCE UN LINGUAGGIO DIVERSO - SIMONE PANNINI
L'ArteCheMiPiace - Divagazioni sull'Arte
di Maria Marchese |09|Novembre|2021|
Steli di Iris
si aggrovigliano ai miei piedi
come lacci di sandali"
(Basho)
Simone Pannini afferra lembi di apici cromatici, colti addentro abissi pulsionali vivi, ammannendoli poi sulla terra del senso.
Sulla "tavol a ozza" dell'autore, l'Iris da Basho poetato è saporoso di saggezza, candore, passione, riflessione...
L'artista fiorentino nutre quindi il proprio sandalo di quei setosi gusti, predisponendo il proprio cammino e altresì quello dell'osservatore verso un mirifico spazio soprasensoriale.
Man mano che egli calca quell'esperienza, sazia le proprie opere...
I sensi ivi si ricongiungono alla ratio e al phatos, evolvendo in una
χρωμία (cromìa) ploliglotta, eloquente del ritorno all'archè.
“Il profumo dell’orchidea
penetra come incenso
le ali di una farfalla"
(Basho)
Il principio coinvolge allora la complessità e l'interezza dell'individuo universale: accade, indi, che l'apparentemente consueto e concreto vengano permeati dallo straordinario.
Simone Pannini condivide queste conoscenze
alternative attraverso l'avverarsi della
"guarigione d'autore" : il pigmento tonale si
liquefà o indurisce, il segno si ritrova oppure
perde, il pennello graffia o carezza...
guidato da una mano, che ha raccolto
le radici dalle profondità del superno
per medicare grevità e asprezze dell'anima.
Colorate epifanie si rivelano nella loro
sperimentazione attuativa, addivenendo
il ricettacolo estetico di forze
intuitive ancestrali assolute.
Il loro disvelamento accade sul grembo materico, testimoniando la crescita umana e artistica dell'autore.
L'artista sceglie, in questo particolare periodo, il valore elissoidale, nella propria veste di quesito: il punto interrogativo e altresì la significanza del termine ellissi nella linguistica ("omissione" , derivato del verbo ἐλλείπω, ellèipo, "io ometto") aprono infatti la rada del celato arcano; entrambi accolgono un adombrato spazio da lumeggiare, che fascina l'uomo verso la realizzazione del sé, liberato nella sfera della veridicità e dell'evoluzione.
L'artista fiorentino quindi si dirime e gemma
attraverso brevi dubbi, che trovano risposta,
concretando così la sua risolutezza personale.
Il pittore, che risiede a Vinci, esperisce altresì un femmineo involto mirabile: esso nasce da un'alchemica compenetrazione di diverse levità, ammantate da fragraze tonali che lo odorano di fascinosa e atemporale essenza.
Mostratemi un uomo sano di mente e lo curerò per voi
(Carl Gustav Jung)
Il delirio, inteso come ragionevole solco dal quale
evadere, rappresenta per Simone Pannini la salvifica
cura per ricongiungersi al proprio
inconsuntile abito assoluto.
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©L’ArteCheMiPiace - Blog Arte e Cultura di Giuseppina Irene Groccia
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