Tra la soglia del reale e il respiro del sogno - L’universo visivo di Christine Selzer

L’ArteCheMiPiace - Interviste












Tra la soglia del reale e il respiro del sogno


L’universo visivo di Christine Selzer





di Giuseppina Irene Groccia |11|Aprile|2025|


Nel lavoro di Christine Selzer, la fotografia si fa alchimia silenziosa. Le sue immagini nascono come istanti catturati ma si espandono, si trasformano, si sfumano in visioni che non appartengono né pienamente al reale né del tutto all'immaginario. C’è un confine sottile che Selzer percorre con maestria: quello tra la fotografia intesa come documento del reale e la fotografia come apertura a un altrove sensibile e concettuale. Un confine che lei lambisce, ma non oltrepassa mai con prepotenza.

Le sue elaborazioni digitali non gridano, non cancellano la natura dell’immagine. Semmai la avvolgono, come una nebbia che lascia intravedere l’ossatura della realtà mentre la trasfigura in qualcosa di profondamente altro. In questo spazio sospeso, le sue opere diventano materia del sogno: colori che sembrano trattenere un respiro, sfumature che galleggiano nel silenzio, e sempre – immancabile – la figura umana, presenza meditata e mai casuale. L’essere umano nei suoi scatti è concetto, non semplice soggetto: è riflesso, simbolo, a volte totemico, a volte effimero.

C’è un senso di mistero, ma mai di caos. Ogni immagine è costruita con attenzione, con una poetica visiva che parla di visioni interiori, di narrazioni non dette ma suggerite. Selzer non racconta storie lineari, ma evoca stati dell’anima. Le sue fotografie sono luoghi abitati da silenzi eloquenti, da intuizioni visive che richiamano l’inconscio, forse anche il suo passato da studiosa di psicologia.

Eppure, il suo stile è anche profondamente contemporaneo, audace, e innovativo. Non cede a cliché né a formule riconoscibili. L’estetica che propone non cerca l’approvazione ma l’evocazione. C’è qualcosa di profondamente personale nel suo modo di vedere e reinterpretare il mondo – un tocco che riconduce sempre a lei, anche quando i volti sono altri, anche quando i corpi si fanno ombre, simboli, presenze astratte.

L'artista si fa portavoce di esperienze visive che non si esauriscono nello sguardo, ma lo superano, lo espandono. Le sue immagini non chiedono solo di essere osservate: chiedono di essere abitate, ascoltate, respirate. Ci invita a guardare, sì, ma anche a sostare — nel silenzio e nella sospensione — a sentire con gli occhi e con la pelle. A rimanere in equilibrio, come lei, su quella soglia sottile e incantata dove la fotografia smette di essere semplice rappresentazione e si fa pensiero incarnato, visione poetica, materia viva che pulsa al ritmo del non detto.






In Christine Selzer's work, photography becomes silent alchemy. Her images are born as captured moments but expand, transform, fade into visions that belong neither fully to the real nor entirely to the imaginary. There is a thin line that Christine Selzer masterfully travels: that between photography understood as a document of the real and photography as an opening to a sensitive and conceptual elsewhere. A line that she grazes, but never oversteps forcefully.


Her digital processing does not shout, does not erase the nature of the image. If anything, it envelops it, like a fog that allows a glimpse of the skeleton of reality while transfiguring it into something profoundly different. In this suspended space, her works become the stuff of dreams: colors that seem to hold a breath, shades that float in silence, and always - unfailingly - the human figure, a thoughtful and never casual presence. The human being in her shots is a concept, not a simple subject: it is a reflection, a symbol, sometimes totemic, sometimes ephemeral.


There is a sense of mystery, but never of chaos. Each image is carefully constructed, with a visual poetics that speaks of interior visions, of unspoken but suggested narratives. Selzer does not tell linear stories, but evokes states of the soul. Her photographs are places inhabited by eloquent silences, by visual intuitions that recall the unconscious, perhaps even her past as a psychology scholar.


Yet, her style is also profoundly contemporary, bold, and innovative. It does not give in to clichés or recognizable formulas. The aesthetics she proposes do not seek approval but evocation. There is something deeply personal in her way of seeing and reinterpreting the world – a touch that always leads back to her, even when the faces are others, even when the bodies become shadows, symbols, abstract presences.


Christine Selzer becomes the spokesperson of visual experiences that are not exhausted in the gaze, but surpass it, expand it. Her images do not only ask to be observed: they ask to be inhabited, listened to, breathed. She invites us to look, yes, but also to pause — in silence and suspension — to feel with our eyes and skin. To remain in balance, like her, on that thin and enchanted threshold where photography ceases to be simple representation and becomes embodied thought, poetic vision, living matter that pulsates to the rhythm of the unsaid.








Di seguito, l’intervista all’artista, che ci permette di approfondire il suo percorso e comprendere meglio la visione che guida il suo lavoro fotografico.





Puoi raccontarci come hai iniziato il tuo percorso artistico? C'è stato un momento o un evento particolare che ti ha spinto verso l'arte?

Nessun evento particolare. Il mio percorso nell'arte è iniziato quando avevo circa cinque anni. Essendo figlia unica, mi chiudevo nella mia stanza impegnata in attività che andavano dal truccare le mie bambole, alla creazione di manufatti con plastilina o carta, alla pittura e al disegno.

 


Qual è il tema o il messaggio principale che cerchi di comunicare attraverso le tue opere?

Non cerco di fare nulla. Cosa emerge inconsciamente dal mio lavoro, di solito è un trauma infantile, una sensazione di soffocamento, un'intensa femminilità e un amore per i colori intensi, che spesso assumono una sensazione tridimensionale, anche nella creazione di immagini bidimensionali.

 


Come descriveresti il tuo stile artistico e come si è evoluto nel corso del tempo?

Posso dire che il mio stile artistico si esprime attraverso la tecnica mista. Nel corso del tempo si è evoluto nell'imaging digitale. Tuttavia, di tanto in tanto disegno o dipingo.

 


La tua esperienza spazia dalla fotografia alla psicologia, passando per il trucco e lo styling. Come queste diverse discipline influenzano il tuo approccio alla creazione di immagini digitali e alla fotografia?

Il mio lavoro è influenzato dalla fotografia, dalla pittura, dalla scultura, dalla moda, dalla make-up art, così come dalla psicologia, dalla filosofia e dalla spiritualità. Insomma tutto ciò che mi definisce nel suo insieme, come personalità.

 




Hai lavorato in diversi paesi e contesti artistici. In che modo il trasferimento a New Orleans ha influenzato la tua visione artistica e la tua sperimentazione creativa?

New Orleans è quella che si potrebbe descrivere come la città senza età. Gran parte della vita di New Orleans si esprime nel jazz, nel blues e nella musica rock. E i colori! Gente colorata, sfilate e architetture. Ci si può sentire senza età lì. La musica, i colori e il senso di libertà hanno influenzato il mio lavoro.



Essendo anche un'insegnante certificata di Kundalini Yoga, trovi connessioni tra la pratica dello yoga e il tuo processo creativo nella fotografia e nell'arte digitale?

Certamente. Lo yoga e la meditazione richiedono una sorta di concentrazione. La stessa attenzione è richiesta da tutto ciò che è creativo. Dal cucinare e dal giardinaggio a quella che chiamiamo arte. Impegnarsi in queste attività è vivere il momento presente. È una meditazione attiva.

 



Quali sono le principali fonti di ispirazione per il tuo lavoro? Ci sono artisti, movimenti o esperienze personali che hanno influenzato particolarmente la tua visione?

Tutta l'arte contemporanea, ma anche artisti come J.M.W Turner, agli impressionisti, fotografi come Man Ray, Walker Evans, Irving Penn così come la Pop art di Warhol e l'arte Kitsch di Jeff Coons e molti altri, sono fonte di ispirazione. Trovo confuso descrivere la mia visione. È quello che è.... Immagino un'amatalizzazione di tutta l'arte sperimentata in tutte le forme.

 




Qual è il processo creativo che segui per realizzare le tue opere? Ci sono tecniche o rituali a cui sei particolarmente affezionata?

Non credo ci sia un processo particolare. È un bisogno. Non appena ne sento il bisogno, creo. Per quanto riguarda le tecniche, tutti i media mi interessano e possono essere incorporati nel mio lavoro.

 



Come scegli i soggetti o le scene da immortalare? Segui un’intuizione momentanea o c’è sempre una pianificazione dietro ogni scatto?

Quando mi dedico alla fotografia pura, c'è un concetto non ancora formato che guida la mia macchina fotografica. Questo concetto si realizza quanto la foto è presa. A volte, è solo bellezza. Bellezza del paesaggio, bellezza degli animali, bellezza umana. Quando mi dedico alla creazione di immagini digitali o al collage, inizio con un'immagine che suona un campanello nella mia mente subconscia, e poi inizio a costruire attorno ad essa. Niente è premeditato. È un processo in evoluzione.

 

 

Come vivi il rapporto tra l'arte e il pubblico? In che modo il feedback o le reazioni delle persone influenzano il tuo lavoro?

Quando le persone vedono qualcosa nel mio lavoro che risuona con loro, si crea un legame umano. Emerge qualcosa che ho in comune con gli altri. Questo rende la vita meno solitaria. È il modo in cui mi connetto principalmente con le altre persone.

 




Che ruolo ha la tecnologia (fotocamere, software di post-produzione) nel tuo processo creativo e nella creazione delle tue opere fotografiche?

Una buona machina fotografica è ovviamente molto importante, ma per il tipo di lavoro in cui mi impegno, il software di post-produzione è ancora più importante. Poiché il mio lavoro si basa spesso sulla stratificazione di immagini per creare compositi o sul taglio di parti di una o più immagini per creare collage, ho bisogno di un buon programma software su cui lavorare. Il fatto che non mi interessi principalmente rappresentare la realtà ma rappresenti una realtà che creo, anche gli effetti e i filtri sono significativi. In breve, saper utilizzare questi strumenti è di grande importanza.

 

Come vedi il ruolo dell'arte nella società contemporanea? Pensi che il tuo lavoro contribuisca in qualche modo a questo ruolo?

Il ruolo dell'arte nella società contemporanea è importante come lo è sempre stato. Soprattutto quando gli artisti hanno smesso di aver bisogno dell'arte per rappresentare la realtà a causa dell'invenzione della fotografia, l'arte contemporanea è significativa nel rappresentare i nostri sogni, i nostri stati d'animo psicologici, le nostre convinzioni e nell'aumentare la coscienza in questioni sociologiche, politiche, filosofiche e tutto ciò che ci riguarda come esseri umani.Vorrei credere che il mio lavoro contribuisca in qualche modo.

 

Quali sono le maggiori difficoltà che hai affrontato come artista e come le hai superate?

La difficoltà più grande è stata me stessa. La mancanza di fiducia e la paura di essere rifiutata ai primi passi, hanno contribuito a non essere disposta a mostrare il mio lavoro a un vasto pubblico. Il modo in cui li ho superati è stato attraverso la conoscenza di me stessa e la perseveranza nelle mie convinzioni. Il mio percorso spirituale, però, potrebbe aver il ruolo più grande.

 




Attualmente sei tra gli artisti selezionati per EVERLAND Art - Percorsi di Ricerca, l’evento organizzato dall’associazione culturale Athenae Artis di Maria Di Stasio, che si terrà dal 26 aprile al 3 maggio presso la Galleria Il LeoneCosa ti ha spinto a partecipare a questa mostra e quali sono le tue aspettative riguardo a questa esperienza? Quali aspetti pensi possano  arricchire il tuo percorso artistico e contribuire alla tua crescita creativa?

La descrizione di Maria Di Stasio della portata di questa mostra mi esprime totalmente, ed è quello che mi aspetto da essa. La profondità dell'arte, la sua universalità, la sua varietà di espressione sensoriale, i temi toccanti che indagano in profondità nelle nostre emozioni, trasformando l'esperienza negativa e il trauma in qualcosa di bello, il coraggio e il rifugio che l'arte dà ai suoi creatori, l'importanza dell'autenticità che ci definisce veramente, comprese le nostre emozioni oscure e il coraggio di affrontarle, l'interscambio di varie realtà che uniscono gli artisti che è in accordo con la mia convinzione che la condivisione dell'arte può rendere la vita meno solitaria, mi hanno spinto a partecipare a questa mostra. Credo davvero che stare tra artisti che esprimono la loro verità, contribuisca alla nostra crescita personale.

 


Quali progetti o obiettivi hai per il futuro? Ci sono nuovi ambiti o tematiche che vorresti esplorare?

C'è sempre un percorso che gli artisti dovrebbero seguire, essendo in un processo in continua evoluzione. Man mano che maturiamo, ci aspettano nuove sfide. Qualunque siano queste sfide, definirò gli ambiti e le temiche che voglio esplorare.

 









Between the threshold of reality and the breath of dream

Christine Selzer's visual universe










Can you tell us how you started your artistic journey? Was there a particular moment or event that pushed you towards art?

-No particular event. My journey in art started when I was about five years old. Being an only child, I used to lock myself up in my room engaging in activities from putting make up on my dolls, to creating artifacts with plasticine or paper, painting and drawing.

 

What is the main theme or message that you try to communicate through your work?

I do not try to do anything. What emerges subconsciously from my work, is usually childhood trauma, a feel of suffocation, intense femininity, and a love for intense colors, often taking a three-dimensional feel, even in two dimensional image making.

 

How would you describe your art style and how it has evolved over time?

I can say that my artistic style is expressed by mixed media. Over time it evolved into digital imaging. However, I still occasionally draw or paint.

 

Your experience ranges from photography to psychology, through makeup and styling. How do these different disciplines influence your approach to digital image-making and photography?

My work is influenced by photography, painting, sculpture, fashion, make-up art, as well as from psychology, philosophy and spirituality. In short all that defines me as a personality.

 

You have worked in different countries and artistic contexts. How has moving to New Orleans influenced your artistic vision and creative experimentation?

New Orleans is what one could describe the city of no ages. So much of New Orleans life is expressed in jazz, the blues, and rock music. And colors! Colorful people, parades and architecture. One can feel ageless there. Music, colors and a sense of freedom influenced my work.

 

 


 

Being also a certified Kundalini Yoga teacher, do you find connections between yoga practice and your creative process in photography and digital art?

 

Certainly. Yoga and meditation require a certain focus. The same focus is required by everything creative. From cooking and gardening to what we call art. Engaging in these activities is living in the present moment. It is active meditation.

 

What are the main sources of inspiration for your work? Are there any artists, movements or personal experiences that have particularly influenced your vision?

All contemporary art, but also artists like J.M.W Turner to the impressionists, photographers like Man Ray, Walker Evans, Irving Penn as well as Warhol's Pop art and Jeff Coon's Kitsch art plus many others, are a source of inspiration. I find it confusing to describe my own vision. It is what it is.... I guess an amalgamation of all experienced art of all forms.

 

What is the creative process you follow to create your works? Are there any techniques or rituals you are particularly fond of?

I don't think there is a particular process. It is a need. As soon as I feel the need, I create. As far as techniques are concerned, all media interest me and can be incorporated into my work.

 

How do you choose the subjects or scenes to be immortalized? Do you follow a momentary intuition or is there always a plan behind every shot?

When I engage in pure photography, there is some unformed concept that leads my camera. Sometimes, it is just beauty. Landscape beauty, animal beauty, human beauty. When I engage in digital image making or collage, I start with an image that rings a bell to my subconscious mind, and then I start constructing around it. Nothing is premeditated. It is an evolving process.

 

How do you experience the relationship between art and the public? How do people's feedback or reactions affect your work?

 

When people see something in my work that resonates with them, there is a human bond created. Something that I have in common with others emerges. This makes life less lonely. It is how I mainly connect with other people.

 

What role does technology (cameras, post-production software) play in your creative process and in the creation of your photographic works?

A good camera is of course very important, but for the kind of work I engage in, the post-production software is even more important. As my work is often based on layering images to create composites or cutting parts of one or more than one image to create collages, I need a good software program to work on. The fact that I am not mainly interested in depicting reality but to represent a reality that I create, effects and filters are also significant. In short, knowing how to use these tools is of great importance.

 

How do you see the role of art in contemporary society? Do you think your work contributes in any way to this role?

The role of art in contemporary society is as important as it always was. Especially when artists stopped needing art to represent reality because of the invention of photography, contemporary art is significant in representing our dreams, our psychological states of mind, our beliefs as well as raising consciousness in sociological, political, philosophical matters and all that concerns us as humans. I would like to believe that my work contributes in some way.

 

What are the biggest difficulties you have faced as an artist and how did you overcome them?

The biggest difficulty has been my own self. A lack of confidence and a fear of rejection at my first steps, contributed to my not being willing to show my work in a large audience. The way I overcame them was through self-knowledge and perseverance in my beliefs. My spiritual path though, may have played the greatest role.

 

 

Currently you are one of the artists selected for Everland Art – Research Paths, the event organized by Maria Di Stasio's cultural association Athenae Artis, which will be held from April 26 to May 3 at the 'IL LEONE' Art Gallery. What prompted you to participate in this exhibition and what are your expectations regarding this experience? What aspects do you think can enrich your artistic path and contribute to your creative growth?

Maria Di Stasio's description of the scope of this exhibition expresses me totally and is what I expect from it. The depth of art, its universality, it's variety of sensory expression, touching themes that search deep into our emotions, transforming  negative experience and trauma into something  beautiful, the courage and refuge art gives to its creators, the importance of authenticity that truly defines us, including our obscure emotions and the courage to face them, the interchange of various realities that bring artists together which is in accordance to my belief that sharing art can make us feel less lonely, prompted me to participate to this exhibition. I truly believe that being among artists that express their truth, adds to our personal growth.

 

What projects or goals do you have for the future? Are there any new areas or themes you would like to explore?

There is always a path that artists should pursue, being in an ever-evolving process. As we mature, new challenges are to be faced. Whatever these challenges will be, they will define the areas and themes I want to explore.






Contatti

Email lentzouchr@yahoo.com
Instagram chrislselzer













Christine Selzer è nata ad Atene, Grecia. Dopo aver conseguito il diploma presso il Lycée Français Orsoline di Atene, ha frequentato il Deree, l'American College of Atene, dove ha studiato psicologia per quattro anni. Tuttavia, la sua vera vocazione era orientata verso le arti, quindi si è trasferita a Londra, Regno Unito, per studiare trucco professionale per teatro, TV e cinema alla Makeup Academy. Successivamente, ha frequentato il Croydon College, dove ha studiato belle arti per quattro anni.

Dopo gli studi, Christine è tornata in Grecia, dove ha preso in gestione l'azienda di famiglia specializzata in moda maschile su misura, importando prodotti dall'Italia per 22 anni. Allo stesso tempo, ha lavorato come truccatrice, stilista e fotografa per gruppi musicali e attori. Tuttavia, con l'arrivo della crisi economica in Grecia, ha chiuso lentamente l'attività.

Nel 2011, Christine si è sposata con il fotografo Louis Selzer e si sono trasferiti negli Stati Uniti. Prima a New Orleans, dove ha ripreso la sua carriera artistica e fotografica, diventando artista multimediale. Nel 2013 ha ottenuto la certificazione come insegnante di yoga e suonatrice di gong nel New Mexico, e, al suo ritorno a New Orleans, ha aperto il suo studio di yoga, dove ha insegnato per cinque anni. Nel 2016, i Selzer si sono trasferiti a Washington, DC, dove vivono attualmente, continuando a realizzare immagini digitali.

Christine parla correntemente inglese, francese, italiano e greco.




Christine Selzer, was born in Athens-Greece. She graduated from the French Ursuline Nun High School in Athens, Greece. She attended Deree, the American College in Athens, where she studied psychology for four years. As her vocation was mainly towards the arts, she subsequently went to London, UK, where she studied professional Makeup for stage, TV, and film at the Makeup Academy, and afterwards, attended Croydon College, where she studied fine arts for four years.

After her studies, she returned to Greece, where she took over the family business, which dealt with high-quality made-to-measure men's fashion, importing from Italy for 22 years. At the same time, she worked as a makeup artist, stylist, and photographer for musical groups and actors.

When the big financial crisis hit Greece, she slowly but surely closed the business down. In 2011, she got married to photographer Louis Selzer, and they moved to the United States of America.

First, they moved to New Orleans, where Christine took up art and photography again, becoming a multimedia artist. In 2013, she also got certified as a yoga teacher and gong player in New Mexico, and upon her return to New Orleans, she opened a studio where she taught yoga for five years. In 2016, they moved to Washington, DC, where she still lives, making digital images until today. She is fluent in English, French, Italian, and, of course, Greek.


























©L’ArteCheMiPiace - Blog Arte e Cultura di Giuseppina Irene Groccia 



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