Catarina Diaz - Collage di Memoria, Bellezza e Trasformazione

L’ArteCheMiPiace - Interviste















Catarina Diaz


Collage di Memoria, Bellezza e Trasformazione







di Giuseppina Irene Groccia |18|Aprile|2025|



Vi sono artiste la cui opera non si limita a decorare lo sguardo, ma lo risveglia, lo conduce verso territori dell’interiorità dove bellezza e memoria, dolore e trascendenza danzano in un equilibrio fragile e sacro. Catarina Diaz è una di queste. Nata in Angola e cresciuta tra i venti dell’Africa e i profumi del Portogallo, la sua arte è un canto stratificato e luminoso che attraversa geografie, epoche e stati dell’essere.

Catarina crea le sue immagini intrecciando visioni, tessendo con delicatezza frammenti di memoria, sogno e intuizione in paesaggi dell’anima. Le sue radici affondano in una genealogia artistica nutrita da generazioni di creatori – pittori, musicisti, ceramisti, scrittori – e sbocciano oggi in un linguaggio visivo intimo e universale. La sua infanzia africana, intensa e colorata, segnata da un doloroso esilio, si intreccia con l’eleganza del Rococò portoghese e la vitalità della scena artistica londinese, generando un dialogo appassionato tra passato e presente, tra individuale e collettivo.

Autodidatta e profondamente intuitiva, Catarina si muove in un territorio creativo ibrido, dove collage analogici, pittura e tecniche decorative su metallo, legno e tela si fondono in un’estetica ricca di texture, contrasti drammatici e oro liquido. I suoi lavori evocano l’intensità emotiva del Chiaroscuro e la teatralità delle icone sacre, in un equilibrio sapiente tra contemplazione e impatto.

Ma è nella narrazione simbolica che l’opera di Catarina tocca corde più profonde. Ogni creazione è una soglia aperta sul mistero... riflessioni visive sul femminino sacro, sulla ciclicità della natura e sulla capacità dell’anima di rinascere nel dolore. La serie Voyage in Gold, ispirata all’eredità marittima del Portogallo, è un esempio emblematico di questa poetica: un attraversamento dell’oro come elemento alchemico, della memoria come mappa interiore, della bellezza come atto di resistenza.

Il riconoscimento internazionale – con mostre alla Saatchi Gallery, al Carrousel du Louvre, e apparizioni su riviste come Vogue, Vanity Fair e The Flux Review – conferma l’importanza del suo percorso. Eppure, la vera grandezza di questa artista risiede nella sua coerenza visionaria: l’arte, per lei, è rifugio e rivoluzione, specchio e lampo. È uno strumento di guarigione e di risveglio, una forma di preghiera laica che invita a ritrovare la luce nel cuore del caos.

Come ha dichiarato la critica della BBC Maeve Doyle, l’opera di Catarina è “molto, molto trascendente”. La voce di Catarina Diaz si leva come un richiamo sottile e potente, capace di attraversare silenzi interiori e riaccendere la meraviglia. La sua arte ci ricorda che la bellezza non è un ornamento, ma una via. Una via per ritrovarsi, per risvegliarsi, per appartenere di nuovo a ciò che è autentico e vivo. La sua voce risuona come una promessa, quella che la bellezza possa ancora condurci verso noi stessi e che l’arte, quando nasce da verità profonde, sa ancora toccare l’eternità.








Addentriamoci nel suo mondo, sarà direttamente lei a raccontarsi attraverso le parole di questa intervista che ci ha gentilmente concesso.





Catarina, sei un'artista riconosciuta a livello internazionale. Qual è stato il momento in cui hai capito che l'arte sarebbe stata la tua strada nella vita?

Sono nata in una famiglia di artisti con quattro generazioni e ho disegnato e dipinto fin dall'infanzia. Ma il momento decisivo è arrivato dopo aver perso mia sorella a causa del cancro e aver affrontato il mio percorso personale attraverso la depressione. L'arte è diventata la mia salvezza, un percorso di guarigione.

In seguito, una masterclass trasformativa con l'accademico reale David Mach mi ha introdotto al mondo del collage analogico in un modo che non mi sarei mai aspettato. Dopo una carriera nell'insegnamento, nelle pubbliche relazioni e nelle relazioni internazionali in Portogallo, è stata la scena artistica cosmopolita londinese a ispirarmi ad abbracciare pienamente il mio scopo artistico.


Le tue opere fondono realismo, surrealismo e spiritualità. Come descriveresti il ​​ tuo stile artistico?

La critica d'arte della BBC Maeve Doyle ha descritto le mie opere come "opere molto trascendenti che fondono sapientemente realismo, naturalismo e spiritualità". Le mie composizioni presentano spesso figure femminili eteree intrecciate con elementi naturali in composizioni oniriche. Utilizzo tecniche di chiaroscuro drammatico per creare profondità e intensità emotiva, spesso abbinando le mie opere a cornici antiche restaurate per esaltarne il senso di atemporalità. Il mio linguaggio visivo è concepito per evocare uno spazio contemplativo, invitando gli spettatori a un viaggio di scoperta di sé e di crescita spirituale.


La tua infanzia in Africa e il trasferimento in Portogallo hanno profondamente influenzato il tuo lavoro. Come si manifestano queste esperienze nella tua arte oggi?

Sono nato in Angola, ex colonia portoghese, e la mia famiglia si è trasferita in Portogallo a causa della guerra d'indipendenza. Mia madre, pittrice e mia prima mentore, ha riempito la mia infanzia di toni e texture africani.

Queste radici rimangono al centro della mia identità visiva. La mia tavolozza presenta spesso arancioni intensi, magenta e ori radiosi, catturando l'illuminazione interiore della luce africana. Molte delle mie opere traggono ispirazione dai ricordi d'infanzia e dai "racconti della giungla" dei miei nonni. La mia recente serie Voyage in Gold incarna questa miscela, attingendo all'eredità marittima del Portogallo ed esplorando al contempo l'emergere della luce dall'oscurità.





Il tuo processo creativo combina collage analogico, pittura e tecniche miste. Come nasce un'opera d'arte di Catarina Diaz?

La composizione è la parte più gioiosa del mio processo creativo. Inizio con la ricerca di immagini di moda, fotografia e fauna selvatica, traendo ispirazione da film, documentari, musica, letteratura e storia dell'arte.

Le mie opere originali sono collage analogici realizzati a partire da stampe Giclée fine art su carta Somerset Velvet, una superficie dalla texture ricca che mi permette di fondere pigmenti a olio, acrilici, inchiostri pigmentati, foglia d'oro e resina su tela preparata con gesso. Cornici antiche restaurate aggiungono un'ulteriore dimensione all'audacia di ogni opera.

Sebbene ami la ricerca, il taglio, l'incollaggio e la sperimentazione, è la composizione a essere davvero magica. La pittura poi completa la visione, aggiungendo coesione, emozione e profondità. 



I temi della bellezza interiore e della natura percorrono le tue opere. Quale messaggio speri di trasmettere agli spettatori?

In sostanza, la mia arte riguarda la ricerca della vera identità in un mondo disconnesso. Il mio obiettivo è riportare la calma nel tumulto, giustapponendo la vita urbana con elementi del mondo naturale.

Ogni opera riflette il mio processo di guarigione, ma è anche un invito per l'osservatore a iniziare il proprio. Spero che il mio lavoro ispiri le persone a guardare dentro di sé, a trovare quel raro e silenzioso centro in cui poter abbracciare sia la bellezza che l'imperfezione. Il mio messaggio finale: nonostante il caos della vita, la bellezza è sempre presente e il viaggio verso la scoperta di sé è una potente forma di crescita.



Hai esposto in sedi prestigiose come la Saatchi Gallery, il Carrousel du Louvre e la Fitzrovia Gallery. Qual è stata l'esperienza che ti ha emozionato di più e perché? 

Ogni mostra è stata significativa, ma la mia personale a Lisbona, curata da Pedro Jaime Vasconcelos, è stata davvero trasformativa. Dal momento in cui sono entrato, ho avuto la sensazione che lo spazio dialogasse con le mie opere. L'illuminazione di qualità museale illuminava gli accenti dorati delle mie opere e l'allestimento curato aiutava i visitatori a seguire la narrazione della mostra. Ciò che mi ha colpito di più è stato vedere come le persone si sono confrontate con le opere: alcune sono rimaste in silenziosa contemplazione, altre hanno condiviso interpretazioni emozionali. Molti si sono sentiti trasportati dalla fusione di eredità africana e portoghese nei colori e nelle composizioni. La serata inaugurale, animata dalla vivace comunità artistica di Lisbona, è stata come un vero ritorno a casa, un omaggio sia alle mie radici che alla mia evoluzione.

Ho anche a cuore la mostra Flux di Londra. È stata una costante del mio percorso, che mi ha messo in contatto con una comunità dinamica e solidale di artisti, curatori e collezionisti. Flux è più di una mostra: è un movimento creativo in cui collaborazione e dialogo artistico sono fondamentali.

 




Ti sei avventurata nel design e negli NFT. Cosa ti ha spinto a esplorare questi campi e quali sono i progetti futuri?

Il mio amore per le nuove tecniche mi ha portato naturalmente a esplorare il design e l'arte digitale. Ho lanciato la mia prima collezione NFT con Voice HQ a New York e ho esposto opere fisse e animate in mostre immersive e VR a Londra, in Portogallo, in Italia e in Giappone.

Le collaborazioni con registi, musicisti e compositori hanno dato vita ad animazioni eteree, in cui immagini, paesaggi sonori e movimento creano una risonanza emotiva in ambienti completamente immersivi. Sto anche collaborando con una scuola di design portoghese a progetti sperimentali interdisciplinari.

Attualmente mi sto espandendo nel settore dell'interior design e dell'arte indossabile attraverso collaborazioni con gallerie. Il mio concept "Flamboyant Pets" cattura le personalità degli animali attraverso composizioni surreali e vibranti, che spaziano da accessori per animali domestici, articoli per la casa a lussuose sciarpe di seta. Questa serie debutterà su Barking at the Moon, il programma radiofonico della BBC condotto da Jo Good, e sarà lanciata ufficialmente al Goodwoof di Chelsea, insieme alla conduttrice ed esperta di animali cinofili Anna Webb.

Collaboro anche con Pepita Coffee e Fat Boy Slim, creando opere d'arte esclusive per confezioni di caffè provenienti da fonti etiche e installazioni immersive in-store, che saranno presentate alla prossima Flux Exhibition a luglio.


Prima di diventare un'artista a tempo pieno, hai lavorato nel campo dell'istruzione, delle pubbliche relazioni e delle relazioni internazionali. In che modo queste esperienze hanno influenzato il tuo approccio creativo e professionale?

Ognuno di questi ruoli ha plasmato la mia pratica artistica in modo unico. L'istruzione mi ha insegnato la pazienza e mi ha fornito gli strumenti per guidare gli altri, cosa che ora faccio attraverso la mia arte. Le pubbliche relazioni e le relazioni internazionali mi hanno fornito solide basi in comunicazione, organizzazione e consapevolezza culturale.

Queste competenze mi hanno aiutato a destreggiarmi nel lato commerciale del mondo dell'arte, gestendo collaborazioni, mostre e contatti internazionali, rimanendo fedele alla mia visione creativa. 





La critica d'arte Maeve Doyle ha descritto il tuo lavoro come "trascendente". Quali influenze artistiche o filosofiche hanno plasmato la tua visione?

Sono stato ispirato da una vasta gamma di artisti, dalla vibrante energia della Golden Age/Pop Art di New York alla fotografia di Cecil Beaton e Frans Lanting. Uno dei miei riferimenti artistici più forti è Peter Blake. Le sue opere del tardo periodo, gioiose e senza filtri, incarnano libertà e autenticità, creando puramente dall'ispirazione.

Filosoficamente, il mio lavoro è radicato nella convinzione che la guarigione inizi con la riconnessione: con la natura, con noi stessi e con la nostra essenza. Anche la scena artistica contemporanea londinese e l'estetica Rococò mi hanno profondamente influenzato, manifestandosi in dettagli sontuosi, composizioni fluide e un gioco di luci e forme.


Attualmente collabori con designer, compositori e altri artisti. Cosa possiamo aspettarci dai tuoi prossimi progetti? 

Sto collaborando con Lisa Gray di The Flux e PJV-Art a Londra e Lisbona per sviluppare nuove e audaci collaborazioni, come Flamboyant Pets e la partnership con Pepita Coffee & Fat Boy Slim. Ci stiamo espandendo oltre le mostre, spaziando nell'interior design, nell'artwear e negli articoli per la casa, esplorando come il mio lavoro si trasformi attraverso diversi media.

Sto anche co-creando installazioni con fotografi e altri creativi, spingendo costantemente i confini artistici, fondendo arte, moda, fauna selvatica e narrazione.

Queste sinergie creative sono una fonte di magia e sono entusiasta di condividerle con il mondo.


Quali mostre sono attualmente in corso e cosa riserva il futuro a Catarina Diaz?

Attualmente espongo alla Casa de Angola di Lisbona nell'ambito del progetto Ausência D’África, così come alla House Gallery Pedro Jaime Vasconcelos, sempre in Portogallo. Tra le prossime mostre, un evento artistico esclusivo in un castello di Parigi, la Flux Exhibition alla Bomb Factory Art Foundation di Londra e nuove collaborazioni con gallerie a Monaco e Dubai. Il mio lavoro apparirà anche su The Flux Review (edizione 12) e nel Source Book for Interior Designers di Estila Magazine. Guardando al futuro, la mia missione rimane la stessa: creare arte che aiuti le persone a riconnettersi con se stesse, con la bellezza e con la natura. In questo modo, spero di innescare un dialogo significativo, promuovere la guarigione e trascendere le barriere culturali, un'opera alla volta.





Contatti


Sito Web  Catarina Diaz
Instagram catarina_diaz 










Catarina Diaz, artista londinese, ha consolidato la sua posizione nel mondo dell'arte, ottenendo numerosi premi e riconoscimenti dal Presidente del Portogallo per il suo eccezionale talento. Le sue opere sono state esposte su scala globale, da installazioni digitali e mostre a musei e fiere d'arte. In particolare, le sue opere hanno impreziosito sedi prestigiose come la Saatchi Gallery, il Carrousel du Louvre a Parigi e vari eventi in tutto il mondo. La sua arte è stata inoltre presentata in una varietà di media, tra cui programmi televisivi, riviste d'arte, podcast e pubblicazioni come Artist Talk Magazine, The Flux Review, The World of Interiors, House & Garden, Tattler, Vanity Fair e Vogue.

Al centro del processo artistico di Catarina c'è la collaborazione. Collaborando con altri artisti, designer, registi e compositori a vari progetti, crea collage minimalisti che ispirano gli spettatori a ricercare un significato più profondo e ad abbracciare la bellezza dell'imperfezione, della dualità e dell'esistenza trascendente.

L'arte di Catarina non è solo frutto del suo talento, ma anche un riflesso delle sue esperienze e dei suoi ricordi profondamente personali. Le sue vite passate, rivisitate dal suo presente, in particolare la sua prima infanzia in Africa, sono una ricca fonte di ispirazione. Queste esperienze non solo hanno plasmato la sua arte, ma fungono anche da strumento catartico, offrendo sollievo dalle pressioni del mondo. La sua arte è una finestra sulla sua profondità emotiva e sul suo significato personale, invitando gli spettatori a entrare in contatto con essa a un livello più profondo.
Questa narrazione allude alla possibilità che la natura riporti la tranquillità nel caos del mondo, inquadrando questioni legate al salvataggio del potere e dell'identità femminile e dell'umanità in generale.

La critica d'arte della BBC Maeve Doyle ha descritto l'opera di Catarina come "opere molto, molto trascendenti che mescolano realismo, naturalismo e spiritualità".

Oltre alla sua variegata carriera nell'istruzione, nelle pubbliche relazioni e nelle relazioni internazionali, la vera passione di Catarina è sempre stata l'arte. Questa passione è stata alimentata dalla vita cosmopolita e dalla vivace scena artistica londinese. Il suo approccio unico all'arte, radicato nella sua autentica visione artistica e completato dalla creatività immaginativa dello spettatore, è una testimonianza della sua individualità e creatività. Le sue opere stimolano gli spettatori a scoprire la propria bellezza interiore e a intraprendere un percorso creativo e stimolante.

















There are artists whose work does not simply decorate the gaze, but awakens it, leads it towards territories of interiority where beauty and memory, pain and transcendence dance in a fragile and sacred balance. Catarina Diaz is one of them. Born in Angola and raised between the winds of Africa and the scents of Portugal, her art is a layered and luminous song that crosses geographies, eras and states of being.


Catarina creates her images by intertwining visions, delicately weaving fragments of memory, dream and intuition into landscapes of the soul. Her roots are in an artistic genealogy nourished by generations of creators – painters, musicians, ceramists, writers – and blossom today in an intimate and universal visual language. Her African childhood, intense and colorful, marked by a painful exile, intertwines with the elegance of Portuguese Rococo and the vitality of the London art scene, generating a passionate dialogue between past and present, between individual and collective.


Self-taught and deeply intuitive, Catarina moves in a hybrid creative territory, where analog collages, painting and decorative techniques on metal, wood and canvas blend in an aesthetic rich in textures, dramatic contrasts and liquid gold. Her works evoke the emotional intensity of chiaroscuro and the theatricality of sacred icons, in a skillful balance between contemplation and impact.


But it is in the symbolic narration that Catarina's work touches deeper chords. Each creation is an open threshold on the mystery... visual reflections on the sacred feminine, on the cyclical nature and on the soul's ability to be reborn in pain. The Voyage in Gold series, inspired by Portugal's maritime heritage, is an emblematic example of this poetics: a crossing of gold as an alchemical element, of memory as an interior map, of beauty as an act of resistance.


International recognition – with exhibitions at the Saatchi Gallery, the Carrousel du Louvre, and appearances in magazines such as Vogue, Vanity Fair and The Flux Review – confirms the importance of her path. Yet, the true greatness of this artist lies in her visionary coherence: art, for her, is refuge and revolution, mirror and flash. It is a tool for healing and awakening, a form of secular prayer that invites us to find the light in the heart of chaos.


As BBC critic Maeve Doyle stated, Catarina's work is "very, very transcendent". Catarina Diaz's voice rises like a subtle and powerful call, capable of crossing inner silences and rekindling wonder. Her art reminds us that beauty is not an ornament, but a path. A path to find ourselves, to awaken, to belong again to what is authentic and alive. His voice resonates like a promise, that beauty can still lead us towards ourselves and that art, when born from profound truths, can still touch eternity.









Let's delve into her world, she will tell us about herself through the words of this interview that she kindly granted us.








Catarina, you are an internationally recognised artist. What was the moment when you realised art would be your life’s path?

I was born into a family of four generations of artists and have drawn and painted since childhood. But the defining moment came after losing my sister to cancer and facing my own journey through depression. Art became my salvation—a healing path.

Later, a transformative masterclass with Royal Academician David Mach introduced me to the world of analogue collage in a way I never expected. After careers in Teaching, PR, and International Relations in Portugal, it was London’s cosmopolitan art scene that ultimately inspired me to fully embrace my artistic purpose.


Your work blends realism, surrealism, and spirituality. How would you describe your artistic style?

BBC art critic Maeve Doyle described my pieces as “very transcendent works that skilfully blend realism with naturalism and spirituality.” My compositions often feature ethereal feminine figures interwoven with natural elements in dreamlike arrangements.

I use dramatic chiaroscuro techniques to create emotional depth and intensity, often pairing my works with restored antique gallery frames to enhance their sense of timelessness. My visual language is designed to evoke a contemplative space—inviting viewers into a journey of self-discovery and spiritual growth.





Your childhood in Africa and move to Portugal have deeply influenced your work. How do these experiences manifest in your art today?

I was born in Angola, a former Portuguese colony, and my family moved to Portugal due to the war of independence. My mother—a painter and my first mentor—filled my childhood with African tones and textures.

These roots remain at the heart of my visual identity. My palette often features deep oranges, magentas, and radiant golds, capturing the inner illumination of African light. Many of my pieces are inspired by childhood memories and my grandparents’ “tales of the jungle.” My recent Voyage in Gold series embodies this blend—drawing on Portugal’s maritime legacy while exploring the emergence of light from darkness.


Your process combines analogue collage, painting, and mixed media. How does a Catarina Diaz artwork come to life?

Composition is the most joyful part of my creative process. I begin by researching fashion, photography, and wildlife imagery, drawing inspiration from films, documentaries, music, literature, and art history.

My original works are analogue collages made from fine art Giclée prints on Somerset Velvet paper—a richly textured surface that allows me to blend oil pigments, acrylics, pigment inks, gold leaf, and resin on gesso-primed canvas. Restored antique frames add another dimension to the boldness of each piece.

While I love the research, cutting, gluing, and experimentation, it's the composition that feels truly magical. Painting then completes the vision—adding cohesion, emotion, and depth.





Themes of inner beauty and nature run through your work. What message do you hope to convey to viewers?

At its core, my art is about the search for true identity in a disconnected world. I aim to restore calm within turmoil by juxtaposing urban life with elements of the natural world.

Each piece is a reflection of my own healing process, but it’s also an invitation for the viewer to begin theirs. I hope my work inspires people to look inward—to find that rare, quiet centre where they can embrace both beauty and imperfection. My ultimate message: despite life’s chaos, beauty is always present, and the journey toward self-discovery is a powerful form of growth.


You've exhibited in prestigious venues like the Saatchi Gallery, the Carrousel du Louvre, and the Fitzrovia Gallery. Which experience moved you the most, and why?

Each exhibition has been meaningful, but my solo show in Lisbon—curated by Pedro Jaime Vasconcelos—was truly transformative. From the moment I entered the venue, it felt like the space was in dialogue with my work. The museum-quality lighting illuminated the gold accents in my pieces, and the thoughtful layout helped guide visitors through the narrative of the show.

What moved me most was seeing how people engaged with the work—some stood in silent contemplation, others shared emotional interpretations. Many felt transported by the blend of African and Portuguese heritage within the colours and compositions. The opening night, filled with Lisbon’s vibrant art community, felt like a true homecoming—honouring both my roots and my evolution.

I also hold the Flux Exhibition in London close to my heart. It's been a constant in my journey—connecting me with a dynamic, supportive community of artists, curators, and collectors. Flux is more than an exhibition—it's a creative movement where collaboration and artistic dialogue thrive.


You’ve ventured into design and NFTs. What drew you to expand into these fields, and what projects are ahead?

My love for new techniques naturally led me to explore design and digital art. I launched my first NFT collection with Voice HQ in New York and have exhibited both still and animated works in immersive and VR exhibitions across London, Portugal, Italy, and Japan.

Collaborations with filmmakers, musicians, and composers have resulted in ethereal animations—where visuals, soundscapes, and movement create emotional resonance in fully immersive environments. I'm also working with a Portuguese design school on experimental cross-disciplinary projects.

Currently, I’m expanding into interior design and wearable art through gallery partnerships. My Flamboyant Pets concept captures the personalities of animals through surreal, vibrant compositions—spanning pet accessories, homeware, and luxurious silk scarves.

This series will debut on Barking at the Moon, the BBC radio show hosted by Jo Good, and will be officially launched at Goodwoof in Chelsea, alongside broadcaster and canine expert Anna Webb.

I’m also collaborating with Pepita Coffee and Fat Boy Slim, creating exclusive artwork for ethically sourced coffee packaging and immersive in-store installations—launching at the upcoming Flux Exhibition in July.





Before becoming a full-time artist, you worked in education, PR, and international relations. How have these experiences influenced your creative and professional approach?

Each of those roles shaped my artistic practice in unique ways. Education taught me patience and gave me the tools to guide others—something I now do through my art. PR and international relations gave me a strong foundation in communication, organisation, and cultural awareness.

These skills have helped me navigate the business side of the art world—managing collaborations, exhibitions, and international connections—while staying true to my creative vision.


Art critic Maeve Doyle described your work as “transcendent.” What artistic or philosophical influences have shaped your vision?

I’ve been inspired by a wide range of artists—from the vibrant energy of New York’s Golden Age/Pop Art to the photography of Cecil Beaton and Frans Lanting. One of my strongest artistic references is Peter Blake. His joyful, unfiltered late-period work embodies freedom and authenticity—creating purely from inspiration.

Philosophically, my work is rooted in the belief that healing begins with reconnection—with nature, with ourselves, and with our essence. London's contemporary art scene and Rococo aesthetics have also deeply influenced me—manifesting in lavish details, fluid compositions, and a play of light and form.


You’re currently collaborating with designers, composers, and other artists. What can we expect from your upcoming projects?

I’m working with Lisa Gray of The Flux and PJV-Art in London and Lisbon to develop bold new collaborations, such as Flamboyant Pets and the partnership with Pepita Coffee & Fat Boy Slim. We’re expanding beyond exhibitions into interior design, artwear, and homeware—exploring how my work transforms across different mediums.

I’m also co-creating installations with photographers and other creatives, constantly pushing artistic boundaries, merging art, fashion, wildlife and storytelling.

These creative synergies are a source of magic, and I’m excited to share them with the world.





What exhibitions are currently underway, and what lies ahead for Catarina Diaz?

I’m currently exhibiting at Casa de Angola in Lisbon as part of the Ausência D’África concept, as well as at the House Gallery Pedro Jaime Vasconcelos, also in Portugal.

Upcoming shows include an exclusive art event at a château in Paris, the Flux Exhibition at Bomb Factory Art Foundation in London, and new gallery partnerships in Monaco and Dubai. My work will also appear in The Flux Review (Edition 12) and in Estila Magazine’s Source Book for Interior Designers.

Looking ahead, my mission remains the same: to create art that helps people reconnect—with themselves, with beauty, and with nature. Through this, I hope to spark meaningful dialogue, promote healing, and transcend cultural barriers—one piece at a time.

 




Contacts


Web Site  Catarina Diaz

Instagram catarina_diaz 








Catarina Diaz, a London-based artist, has solidified her position in the art world, garnering multiple awards and recognition from the President of Portugal for her exceptional talent. Her work has been showcased on a global scale, from digital installations and exhibitions to museums and art fairs. Notably, her pieces have graced prestigious venues such as the Saatchi Gallery, the Carrousel du Louvre in Paris, and various events worldwide. Her art has also been featured in a variety of media, including television shows, art reviews, podcasts, and publications like Artist Talk Magazine, The Flux Review, The World of Interiors, House & Garden, Tattler, Vanity Fair, and Vogue.

At the heart of Catarina's artistic process is collaboration. Working with other artists, designers, filmmakers, and composers on various projects, she creates minimalist collages that inspire viewers to search for a deeper meaning and embrace the beauty of imperfection, duality, and transcendent existence. 

Catarina's art is not just a product of her talent, but a reflection of her deeply personal experiences and memories. Her past lives revisited by her present self, particularly her young childhood in Africa, serve as a rich source of inspiration. These experiences have not only shaped her art but also serve as a cathartic tool, providing relief from the pressures of the world. Her art is a window into her emotional depth and personal significance, inviting viewers to connect on a deeper level.

This storytelling alludes to the possibility of nature restoring tranquillity to the chaos of the world, framing issues related to the rescue of feminine power and identity and humanity in general. 

BBC art critic Maeve Doyle has described Catarina's work as "very, very transcendent pieces mixing realism with naturalism and spirituality."

Aside from her diverse career in education, public relations, and international relations, Catarina's true passion has always been art. This passion was sparked by London's cosmopolitan life and vibrant art scene. Her unique approach to art, which is rooted in her authentic artistic vision and completed in the viewer's imaginative creativity, is a testament to her individuality and creativity. Her work challenges viewers to discover their inner beauty and embark on their own creative and empowering journeys.



















©L’ArteCheMiPiace - Blog Arte e Cultura di Giuseppina Irene Groccia 








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