Catarina Diaz - Collage di Memoria, Bellezza e Trasformazione
L’ArteCheMiPiace - Interviste
Catarina Diaz
Collage di Memoria, Bellezza e Trasformazione
di Giuseppina Irene Groccia |18|Aprile|2025|
Vi sono artiste la cui opera non si limita a decorare lo sguardo, ma lo risveglia, lo conduce verso territori dell’interiorità dove bellezza e memoria, dolore e trascendenza danzano in un equilibrio fragile e sacro. Catarina Diaz è una di queste. Nata in Angola e cresciuta tra i venti dell’Africa e i profumi del Portogallo, la sua arte è un canto stratificato e luminoso che attraversa geografie, epoche e stati dell’essere.
Catarina crea le sue immagini intrecciando visioni, tessendo con delicatezza frammenti di memoria, sogno e intuizione in paesaggi dell’anima. Le sue radici affondano in una genealogia artistica nutrita da generazioni di creatori – pittori, musicisti, ceramisti, scrittori – e sbocciano oggi in un linguaggio visivo intimo e universale. La sua infanzia africana, intensa e colorata, segnata da un doloroso esilio, si intreccia con l’eleganza del Rococò portoghese e la vitalità della scena artistica londinese, generando un dialogo appassionato tra passato e presente, tra individuale e collettivo.
Autodidatta e profondamente intuitiva, Catarina si muove in un territorio creativo ibrido, dove collage analogici, pittura e tecniche decorative su metallo, legno e tela si fondono in un’estetica ricca di texture, contrasti drammatici e oro liquido. I suoi lavori evocano l’intensità emotiva del Chiaroscuro e la teatralità delle icone sacre, in un equilibrio sapiente tra contemplazione e impatto.
Ma è nella narrazione simbolica che l’opera di Catarina tocca corde più profonde. Ogni creazione è una soglia aperta sul mistero... riflessioni visive sul femminino sacro, sulla ciclicità della natura e sulla capacità dell’anima di rinascere nel dolore. La serie Voyage in Gold, ispirata all’eredità marittima del Portogallo, è un esempio emblematico di questa poetica: un attraversamento dell’oro come elemento alchemico, della memoria come mappa interiore, della bellezza come atto di resistenza.
Il riconoscimento internazionale – con mostre alla Saatchi Gallery, al Carrousel du Louvre, e apparizioni su riviste come Vogue, Vanity Fair e The Flux Review – conferma l’importanza del suo percorso. Eppure, la vera grandezza di questa artista risiede nella sua coerenza visionaria: l’arte, per lei, è rifugio e rivoluzione, specchio e lampo. È uno strumento di guarigione e di risveglio, una forma di preghiera laica che invita a ritrovare la luce nel cuore del caos.
Come ha dichiarato la critica della BBC Maeve Doyle, l’opera di Catarina è “molto, molto trascendente”. La voce di Catarina Diaz si leva come un richiamo sottile e potente, capace di attraversare silenzi interiori e riaccendere la meraviglia. La sua arte ci ricorda che la bellezza non è un ornamento, ma una via. Una via per ritrovarsi, per risvegliarsi, per appartenere di nuovo a ciò che è autentico e vivo. La sua voce risuona come una promessa, quella che la bellezza possa ancora condurci verso noi stessi e che l’arte, quando nasce da verità profonde, sa ancora toccare l’eternità.
Addentriamoci nel suo mondo, sarà direttamente lei a raccontarsi attraverso le parole di questa intervista che ci ha gentilmente concesso.
Catarina,
sei un'artista riconosciuta a livello internazionale. Qual è stato il momento
in cui hai capito che l'arte sarebbe stata la tua strada nella vita?
Sono
nata in una famiglia di artisti con quattro generazioni e ho disegnato e
dipinto fin dall'infanzia. Ma il momento decisivo è arrivato dopo aver perso
mia sorella a causa del cancro e aver affrontato il mio percorso personale
attraverso la depressione. L'arte è diventata la mia salvezza, un percorso di
guarigione.
In
seguito, una masterclass trasformativa con l'accademico reale David Mach mi ha
introdotto al mondo del collage analogico in un modo che non mi sarei mai
aspettato. Dopo una carriera nell'insegnamento, nelle pubbliche relazioni e
nelle relazioni internazionali in Portogallo, è stata la scena artistica
cosmopolita londinese a ispirarmi ad abbracciare pienamente il mio scopo
artistico.
Le tue opere fondono realismo, surrealismo e spiritualità. Come descriveresti il tuo stile artistico?
La
critica d'arte della BBC Maeve Doyle ha descritto le mie opere come "opere
molto trascendenti che fondono sapientemente realismo, naturalismo e
spiritualità". Le mie composizioni presentano spesso figure femminili
eteree intrecciate con elementi naturali in composizioni oniriche. Utilizzo
tecniche di chiaroscuro drammatico per creare profondità e intensità emotiva,
spesso abbinando le mie opere a cornici antiche restaurate per esaltarne il
senso di atemporalità. Il mio linguaggio visivo è concepito per evocare uno
spazio contemplativo, invitando gli spettatori a un viaggio di scoperta di sé e
di crescita spirituale.
La
tua infanzia in Africa e il trasferimento in Portogallo hanno profondamente
influenzato il tuo lavoro. Come si manifestano queste esperienze nella tua arte
oggi?
Sono
nato in Angola, ex colonia portoghese, e la mia famiglia si è trasferita in
Portogallo a causa della guerra d'indipendenza. Mia madre, pittrice e mia prima
mentore, ha riempito la mia infanzia di toni e texture africani.
Queste
radici rimangono al centro della mia identità visiva. La mia tavolozza presenta
spesso arancioni intensi, magenta e ori radiosi, catturando l'illuminazione
interiore della luce africana. Molte delle mie opere traggono ispirazione dai
ricordi d'infanzia e dai "racconti della giungla" dei miei nonni. La
mia recente serie Voyage in Gold incarna questa miscela, attingendo all'eredità
marittima del Portogallo ed esplorando al contempo l'emergere della luce
dall'oscurità.
Il
tuo processo creativo combina collage analogico, pittura e tecniche miste. Come
nasce un'opera d'arte di Catarina Diaz?
La
composizione è la parte più gioiosa del mio processo creativo. Inizio con la
ricerca di immagini di moda, fotografia e fauna selvatica, traendo ispirazione
da film, documentari, musica, letteratura e storia dell'arte.
Le
mie opere originali sono collage analogici realizzati a partire da stampe
Giclée fine art su carta Somerset Velvet, una superficie dalla texture ricca
che mi permette di fondere pigmenti a olio, acrilici, inchiostri pigmentati,
foglia d'oro e resina su tela preparata con gesso. Cornici antiche restaurate
aggiungono un'ulteriore dimensione all'audacia di ogni opera.
Sebbene ami la ricerca, il taglio, l'incollaggio e la sperimentazione, è la composizione a essere davvero magica. La pittura poi completa la visione, aggiungendo coesione, emozione e profondità.
I
temi della bellezza interiore e della natura percorrono le tue opere. Quale
messaggio speri di trasmettere agli spettatori?
In
sostanza, la mia arte riguarda la ricerca della vera identità in un mondo
disconnesso. Il mio obiettivo è riportare la calma nel tumulto, giustapponendo
la vita urbana con elementi del mondo naturale.
Ogni
opera riflette il mio processo di guarigione, ma è anche un invito per
l'osservatore a iniziare il proprio. Spero che il mio lavoro ispiri le persone
a guardare dentro di sé, a trovare quel raro e silenzioso centro in cui poter
abbracciare sia la bellezza che l'imperfezione. Il mio messaggio finale:
nonostante il caos della vita, la bellezza è sempre presente e il viaggio verso
la scoperta di sé è una potente forma di crescita.
Hai esposto in sedi prestigiose come la Saatchi Gallery, il Carrousel du Louvre e la Fitzrovia Gallery. Qual è stata l'esperienza che ti ha emozionato di più e perché?
Ogni mostra è stata significativa, ma la mia personale a Lisbona,
curata da Pedro Jaime Vasconcelos, è stata davvero trasformativa. Dal momento
in cui sono entrato, ho avuto la sensazione che lo spazio dialogasse con le mie
opere. L'illuminazione di qualità museale illuminava gli accenti dorati delle
mie opere e l'allestimento curato aiutava i visitatori a seguire la narrazione
della mostra. Ciò che mi ha colpito di più è stato vedere come le persone si
sono confrontate con le opere: alcune sono rimaste in silenziosa
contemplazione, altre hanno condiviso interpretazioni emozionali. Molti si sono
sentiti trasportati dalla fusione di eredità africana e portoghese nei colori e
nelle composizioni. La serata inaugurale, animata dalla vivace comunità artistica
di Lisbona, è stata come un vero ritorno a casa, un omaggio sia alle mie radici
che alla mia evoluzione.
Ho
anche a cuore la mostra Flux di Londra. È stata una costante del mio percorso,
che mi ha messo in contatto con una comunità dinamica e solidale di artisti,
curatori e collezionisti. Flux è più di una mostra: è un movimento creativo in
cui collaborazione e dialogo artistico sono fondamentali.
Ti
sei avventurata nel design e negli NFT. Cosa ti ha spinto a esplorare questi
campi e quali sono i progetti futuri?
Il
mio amore per le nuove tecniche mi ha portato naturalmente a esplorare il
design e l'arte digitale. Ho lanciato la mia prima collezione NFT con Voice HQ
a New York e ho esposto opere fisse e animate in mostre immersive e VR a
Londra, in Portogallo, in Italia e in Giappone.
Le
collaborazioni con registi, musicisti e compositori hanno dato vita ad
animazioni eteree, in cui immagini, paesaggi sonori e movimento creano una
risonanza emotiva in ambienti completamente immersivi. Sto anche collaborando
con una scuola di design portoghese a progetti sperimentali interdisciplinari.
Attualmente
mi sto espandendo nel settore dell'interior design e dell'arte indossabile
attraverso collaborazioni con gallerie. Il mio concept "Flamboyant
Pets" cattura le personalità degli animali attraverso composizioni
surreali e vibranti, che spaziano da accessori per animali domestici, articoli per
la casa a lussuose sciarpe di seta. Questa serie debutterà su Barking at the
Moon, il programma radiofonico della BBC condotto da Jo Good, e sarà lanciata
ufficialmente al Goodwoof di Chelsea, insieme alla conduttrice ed esperta di
animali cinofili Anna Webb.
Collaboro
anche con Pepita Coffee e Fat Boy Slim, creando opere d'arte esclusive per
confezioni di caffè provenienti da fonti etiche e installazioni immersive
in-store, che saranno presentate alla prossima Flux Exhibition a luglio.
Prima
di diventare un'artista a tempo pieno, hai lavorato nel campo dell'istruzione,
delle pubbliche relazioni e delle relazioni internazionali. In che modo queste
esperienze hanno influenzato il tuo approccio creativo e professionale?
Ognuno
di questi ruoli ha plasmato la mia pratica artistica in modo unico.
L'istruzione mi ha insegnato la pazienza e mi ha fornito gli strumenti per
guidare gli altri, cosa che ora faccio attraverso la mia arte. Le pubbliche
relazioni e le relazioni internazionali mi hanno fornito solide basi in
comunicazione, organizzazione e consapevolezza culturale.
Queste competenze mi hanno aiutato a destreggiarmi nel lato commerciale del mondo dell'arte, gestendo collaborazioni, mostre e contatti internazionali, rimanendo fedele alla mia visione creativa.
La
critica d'arte Maeve Doyle ha descritto il tuo lavoro come
"trascendente". Quali influenze artistiche o filosofiche hanno
plasmato la tua visione?
Sono
stato ispirato da una vasta gamma di artisti, dalla vibrante energia della
Golden Age/Pop Art di New York alla fotografia di Cecil Beaton e Frans Lanting.
Uno dei miei riferimenti artistici più forti è Peter Blake. Le sue opere del
tardo periodo, gioiose e senza filtri, incarnano libertà e autenticità, creando
puramente dall'ispirazione.
Filosoficamente,
il mio lavoro è radicato nella convinzione che la guarigione inizi con la
riconnessione: con la natura, con noi stessi e con la nostra essenza. Anche la
scena artistica contemporanea londinese e l'estetica Rococò mi hanno
profondamente influenzato, manifestandosi in dettagli sontuosi, composizioni
fluide e un gioco di luci e forme.
Attualmente collabori con designer, compositori e altri artisti. Cosa possiamo aspettarci dai tuoi prossimi progetti?
Sto collaborando con Lisa Gray di The Flux e
PJV-Art a Londra e Lisbona per sviluppare nuove e audaci collaborazioni, come
Flamboyant Pets e la partnership con Pepita Coffee & Fat Boy Slim. Ci
stiamo espandendo oltre le mostre, spaziando nell'interior design, nell'artwear
e negli articoli per la casa, esplorando come il mio lavoro si trasformi
attraverso diversi media.
Sto
anche co-creando installazioni con fotografi e altri creativi, spingendo
costantemente i confini artistici, fondendo arte, moda, fauna selvatica e
narrazione.
Queste
sinergie creative sono una fonte di magia e sono entusiasta di condividerle con
il mondo.
Quali
mostre sono attualmente in corso e cosa riserva il futuro a Catarina Diaz?
Attualmente
espongo alla Casa de Angola di Lisbona nell'ambito del progetto Ausência
D’África, così come alla House Gallery Pedro Jaime Vasconcelos, sempre in
Portogallo. Tra le prossime mostre, un evento artistico esclusivo in un
castello di Parigi, la Flux Exhibition alla Bomb Factory Art Foundation di
Londra e nuove collaborazioni con gallerie a Monaco e Dubai. Il mio lavoro
apparirà anche su The Flux Review (edizione 12) e nel Source Book for Interior
Designers di Estila Magazine. Guardando al futuro, la mia missione rimane la
stessa: creare arte che aiuti le persone a riconnettersi con se stesse, con la
bellezza e con la natura. In questo modo, spero di innescare un dialogo
significativo, promuovere la guarigione e trascendere le barriere culturali,
un'opera alla volta.
Contatti
There are artists whose work does not simply decorate the gaze, but awakens it, leads it towards territories of interiority where beauty and memory, pain and transcendence dance in a fragile and sacred balance. Catarina Diaz is one of them. Born in Angola and raised between the winds of Africa and the scents of Portugal, her art is a layered and luminous song that crosses geographies, eras and states of being.
Catarina creates her images by intertwining visions, delicately weaving fragments of memory, dream and intuition into landscapes of the soul. Her roots are in an artistic genealogy nourished by generations of creators – painters, musicians, ceramists, writers – and blossom today in an intimate and universal visual language. Her African childhood, intense and colorful, marked by a painful exile, intertwines with the elegance of Portuguese Rococo and the vitality of the London art scene, generating a passionate dialogue between past and present, between individual and collective.
Self-taught and deeply intuitive, Catarina moves in a hybrid creative territory, where analog collages, painting and decorative techniques on metal, wood and canvas blend in an aesthetic rich in textures, dramatic contrasts and liquid gold. Her works evoke the emotional intensity of chiaroscuro and the theatricality of sacred icons, in a skillful balance between contemplation and impact.
But it is in the symbolic narration that Catarina's work touches deeper chords. Each creation is an open threshold on the mystery... visual reflections on the sacred feminine, on the cyclical nature and on the soul's ability to be reborn in pain. The Voyage in Gold series, inspired by Portugal's maritime heritage, is an emblematic example of this poetics: a crossing of gold as an alchemical element, of memory as an interior map, of beauty as an act of resistance.
International recognition – with exhibitions at the Saatchi Gallery, the Carrousel du Louvre, and appearances in magazines such as Vogue, Vanity Fair and The Flux Review – confirms the importance of her path. Yet, the true greatness of this artist lies in her visionary coherence: art, for her, is refuge and revolution, mirror and flash. It is a tool for healing and awakening, a form of secular prayer that invites us to find the light in the heart of chaos.
As BBC critic Maeve Doyle stated, Catarina's work is "very, very transcendent". Catarina Diaz's voice rises like a subtle and powerful call, capable of crossing inner silences and rekindling wonder. Her art reminds us that beauty is not an ornament, but a path. A path to find ourselves, to awaken, to belong again to what is authentic and alive. His voice resonates like a promise, that beauty can still lead us towards ourselves and that art, when born from profound truths, can still touch eternity.
Let's delve into her world, she will tell us about herself through the words of this interview that she kindly granted us.
Catarina, you are an
internationally recognised artist. What was the moment when you realised art
would be your life’s path?
I was born into a family of four generations of artists and have
drawn and painted since childhood. But the defining moment came after losing my
sister to cancer and facing my own journey through depression. Art became my
salvation—a healing path.
Later, a transformative masterclass with Royal Academician David
Mach introduced me to the world of analogue collage in a way I never expected.
After careers in Teaching, PR, and International Relations in Portugal, it was
London’s cosmopolitan art scene that ultimately inspired me to fully embrace my
artistic purpose.
Your work blends realism,
surrealism, and spirituality. How would you describe your artistic style?
BBC art critic Maeve Doyle described my pieces as “very transcendent
works that skilfully blend realism with naturalism and spirituality.” My
compositions often feature ethereal feminine figures interwoven with natural
elements in dreamlike arrangements.
I use dramatic chiaroscuro techniques to create emotional depth and
intensity, often pairing my works with restored antique gallery frames to
enhance their sense of timelessness. My visual language is designed to evoke a
contemplative space—inviting viewers into a journey of self-discovery and
spiritual growth.
Your childhood in Africa and
move to Portugal have deeply influenced your work. How do these experiences
manifest in your art today?
I was born in Angola, a former Portuguese colony, and my family
moved to Portugal due to the war of independence. My mother—a painter and my
first mentor—filled my childhood with African tones and textures.
These roots remain at the heart of my visual identity. My palette
often features deep oranges, magentas, and radiant golds, capturing the inner
illumination of African light. Many of my pieces are inspired by childhood
memories and my grandparents’ “tales of the jungle.” My recent Voyage in Gold series embodies this
blend—drawing on Portugal’s maritime legacy while exploring the emergence of
light from darkness.
Your process combines
analogue collage, painting, and mixed media. How does a Catarina Diaz artwork
come to life?
Composition is the most joyful part of my creative process. I begin
by researching fashion, photography, and wildlife imagery, drawing inspiration
from films, documentaries, music, literature, and art history.
My original works are analogue collages made from fine art Giclée
prints on Somerset Velvet paper—a richly textured surface that allows me to
blend oil pigments, acrylics, pigment inks, gold leaf, and resin on
gesso-primed canvas. Restored antique frames add another dimension to the
boldness of each piece.
While I love the research, cutting, gluing, and experimentation,
it's the composition that feels truly magical. Painting then completes the
vision—adding cohesion, emotion, and depth.
Themes of inner beauty and
nature run through your work. What message do you hope to convey to viewers?
At its core, my art is about the search for true identity in a
disconnected world. I aim to restore calm within turmoil by juxtaposing urban
life with elements of the natural world.
Each piece is a reflection of my own healing process, but it’s also
an invitation for the viewer to begin theirs. I hope my work inspires people to
look inward—to find that rare, quiet centre where they can embrace both beauty
and imperfection. My ultimate message: despite life’s chaos, beauty is always
present, and the journey toward self-discovery is a powerful form of growth.
You've exhibited in
prestigious venues like the Saatchi Gallery, the Carrousel du Louvre, and the
Fitzrovia Gallery. Which experience moved you the most, and why?
Each exhibition has been meaningful, but my solo show in
Lisbon—curated by Pedro Jaime Vasconcelos—was truly transformative. From the
moment I entered the venue, it felt like the space was in dialogue with my
work. The museum-quality lighting illuminated the gold accents in my pieces, and
the thoughtful layout helped guide visitors through the narrative of the show.
What moved me most was seeing how people engaged with the work—some
stood in silent contemplation, others shared emotional interpretations. Many
felt transported by the blend of African and Portuguese heritage within the
colours and compositions. The opening night, filled with Lisbon’s vibrant art
community, felt like a true homecoming—honouring both my roots and my
evolution.
I also hold the Flux Exhibition in London close to my heart. It's
been a constant in my journey—connecting me with a dynamic, supportive
community of artists, curators, and collectors. Flux is more than an
exhibition—it's a creative movement where collaboration and artistic dialogue
thrive.
You’ve ventured into design
and NFTs. What drew you to expand into these fields, and what projects are
ahead?
My love for new techniques naturally led me to explore design and
digital art. I launched my first NFT collection with Voice HQ in New York and
have exhibited both still and animated works in immersive and VR exhibitions
across London, Portugal, Italy, and Japan.
Collaborations with filmmakers, musicians, and composers have
resulted in ethereal animations—where visuals, soundscapes, and movement create
emotional resonance in fully immersive environments. I'm also working with a
Portuguese design school on experimental cross-disciplinary projects.
Currently, I’m expanding into interior design and wearable art
through gallery partnerships. My Flamboyant Pets
concept captures the personalities of animals through surreal, vibrant
compositions—spanning pet accessories, homeware, and luxurious silk scarves.
This series will debut on Barking at the Moon,
the BBC radio show hosted by Jo Good, and will be officially launched at
Goodwoof in Chelsea, alongside broadcaster and canine expert Anna Webb.
I’m also collaborating with Pepita Coffee and Fat Boy Slim, creating
exclusive artwork for ethically sourced coffee packaging and immersive in-store
installations—launching at the upcoming Flux Exhibition in July.
Before becoming a full-time
artist, you worked in education, PR, and international relations. How have
these experiences influenced your creative and professional approach?
Each of those roles shaped my artistic practice in unique ways.
Education taught me patience and gave me the tools to guide others—something I
now do through my art. PR and international relations gave me a strong
foundation in communication, organisation, and cultural awareness.
These skills have helped me navigate the business side of the art
world—managing collaborations, exhibitions, and international connections—while
staying true to my creative vision.
Art critic Maeve Doyle
described your work as “transcendent.” What artistic or philosophical influences
have shaped your vision?
I’ve been inspired by a wide range of artists—from the vibrant
energy of New York’s Golden Age/Pop Art to the photography of Cecil Beaton and
Frans Lanting. One of my strongest artistic references is Peter Blake. His joyful,
unfiltered late-period work embodies freedom and authenticity—creating purely
from inspiration.
Philosophically, my work is rooted in the belief that healing begins
with reconnection—with nature, with ourselves, and with our essence. London's
contemporary art scene and Rococo aesthetics have also deeply influenced
me—manifesting in lavish details, fluid compositions, and a play of light and
form.
You’re currently
collaborating with designers, composers, and other artists. What can we expect
from your upcoming projects?
I’m working with Lisa Gray of The Flux and PJV-Art in London and
Lisbon to develop bold new collaborations, such as Flamboyant Pets and the
partnership with Pepita Coffee & Fat Boy Slim. We’re expanding beyond
exhibitions into interior design, artwear, and homeware—exploring how my work
transforms across different mediums.
I’m also co-creating installations with photographers and other
creatives, constantly pushing artistic boundaries, merging art, fashion, wildlife
and storytelling.
These creative synergies are a source of magic, and I’m excited to
share them with the world.
What exhibitions are
currently underway, and what lies ahead for Catarina Diaz?
I’m currently exhibiting at Casa de Angola in Lisbon as part of the Ausência D’África concept, as well
as at the House Gallery Pedro Jaime Vasconcelos, also in Portugal.
Upcoming shows include an exclusive art event at a château in Paris,
the Flux Exhibition at Bomb Factory Art Foundation in London, and new gallery
partnerships in Monaco and Dubai. My work will also appear in The Flux Review (Edition 12) and in
Estila Magazine’s Source Book for Interior
Designers.
Looking ahead, my mission remains the same: to create art that helps
people reconnect—with themselves, with beauty, and with nature. Through this, I
hope to spark meaningful dialogue, promote healing, and transcend cultural
barriers—one piece at a time.
Contacts
Catarina Diaz, a London-based artist, has solidified her position in the art world, garnering multiple awards and recognition from the President of Portugal for her exceptional talent. Her work has been showcased on a global scale, from digital installations and exhibitions to museums and art fairs. Notably, her pieces have graced prestigious venues such as the Saatchi Gallery, the Carrousel du Louvre in Paris, and various events worldwide. Her art has also been featured in a variety of media, including television shows, art reviews, podcasts, and publications like Artist Talk Magazine, The Flux Review, The World of Interiors, House & Garden, Tattler, Vanity Fair, and Vogue.
At the heart of Catarina's artistic process is collaboration. Working with other artists, designers, filmmakers, and composers on various projects, she creates minimalist collages that inspire viewers to search for a deeper meaning and embrace the beauty of imperfection, duality, and transcendent existence.
Catarina's art is not just a product of her talent, but a reflection of her deeply personal experiences and memories. Her past lives revisited by her present self, particularly her young childhood in Africa, serve as a rich source of inspiration. These experiences have not only shaped her art but also serve as a cathartic tool, providing relief from the pressures of the world. Her art is a window into her emotional depth and personal significance, inviting viewers to connect on a deeper level.
This storytelling alludes to the possibility of nature restoring tranquillity to the chaos of the world, framing issues related to the rescue of feminine power and identity and humanity in general.
BBC art critic Maeve Doyle has described Catarina's work as "very, very transcendent pieces mixing realism with naturalism and spirituality."
Aside from her diverse career in education, public relations, and international relations, Catarina's true passion has always been art. This passion was sparked by London's cosmopolitan life and vibrant art scene. Her unique approach to art, which is rooted in her authentic artistic vision and completed in the viewer's imaginative creativity, is a testament to her individuality and creativity. Her work challenges viewers to discover their inner beauty and embark on their own creative and empowering journeys.
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