Teresa Saviano - tessere emozioni e scolpire pensieri attraverso la bellezza e la riflessione

  L’ArteCheMiPiace - Interviste













tessere emozioni e scolpire pensieri attraverso la bellezza e la riflessione


Teresa Saviano





di Giuseppina Irene Groccia |11|Marzo|2025|


Teresa Saviano, figlia di Posillipo e della lava del Vesuvio, è una tessitrice di mondi. La sua arte non è mai statica, ma un fluire incessante di forze contrastanti, un incontro tra le radici ardenti della sua terra natale e la frescura cosmopolita che Parigi le ha donato. Ogni sua opera è il risultato di un alchimia silenziosa: il tessuto, nelle sue infinite varianti, diventa sostanza vivida, trasformandosi in un linguaggio che non teme di essere ambivalente, sfuggente e mai definitivo.

La sua storia è quella di una ricerca incessante, di un'emozione che prende forma attraverso il contatto con il materiale, modellandosi sotto le mani con una gestualità che proclama l'istinto e la riflessione. Teresa non si piega a un solo stile, ma afferra il filo dell’arte tessile con un'energia che rompe gli schemi con una forza inarrestabile.  il collage di stoffa, l’incollaggio di cuoio, l’utilizzo di tecniche non ortodosse come la fotocopiatrice a getto d’inchiostro sul tessuto, sono segni di un'arte che respinge i limiti e abbraccia l'ibridazione, la contaminazione.

Ogni sua creazione diventa un racconto, una narrazione fatta di contrasti: il cuore e l'occhio, il paesaggio e il ritratto, l'apparire e l'essere. Ogni opera è un grido muto di storie mai raccontate, mai concluse. Con una lucidità critica che va oltre il semplice atto estetico, Teresa esplora le profonde fratture del nostro tempo, in un dialogo con il pubblico che è sempre e comunque un confronto. Non sono solo i materiali a parlare, ma la loro storia, il loro passato, il loro destino di essere trasformati.

Le sue opere non si lasciano incasellare, non appartengono a una scuola né a una tendenza, ma sono la materializzazione di una ricerca che scava nel profondo delle contraddizioni del nostro mondo. La sua arte è disposta a fare i conti con la solitudine della creazione, ma non rinuncia mai alla critica, al confronto con la società, con l'universo femminile, con le sue memorie e le sue trasformazioni.

In un tempo in cui il linguaggio dell’arte si frantuma, perde coerenza e forma, Teresa Saviano ci offre una visione che si fa esperienza tangibile, una sinfonia sensoriale che pulsa di emozione. La sua arte, potente e al contempo delicata, eleva ogni filo, ogni piega, a manifesto di una bellezza che non si accontenta di essere soltanto apparenza, ma si trasforma in pensiero, sfida intellettuale e ricerca incessante di verità.








L'intervista a Teresa Saviano ci porta nel cuore della sua arte, un mondo in cui il tessuto diventa materia  e la creatività non ha confini, ma si nutre di emozioni, intuizioni e contrasti tra il passato e il presente, tra la sua terra natale e la città che l'ha adottata.







Puoi raccontarci come hai iniziato il tuo percorso artistico? C'è stato un momento o un evento particolare che ti ha spinto verso l'arte?


L'arte mi accompagna da che ho memoria, mio padre amava spennellare e credo che per emulazione ciò mi abbia spinto a familiarizzare con il pitturare, la curiosità che mi è caratteristica hanno fatto il resto. Ho sperimentato il disegno, l'acquarello o la pittura già da bambina, ma perdevo presto interesse. Poi per soddisfare il mio bisogno creativo ho sperimentato nuovi metodi meno ortodossi e limitativi finché  ho avuto il colpo di fulmine per i tessuti.

Una frase mi rappresenta: la maniera in cui organizzi la materia, rende gli oggetti vivi ... 

È esattamente ciò che provo ed in più, il tessuto "mi parla" ancor prima che io sappia cosa farne

 


Qual è il tema o il messaggio principale che cerchi di comunicare attraverso le tue opere?


Non ho un tema o un messaggio o per meglio dire, non uno soltanto!

Sono una chiacchierona nella vita e l'arte è un linguaggio che parlo con la stessa disinvoltura. Per questo posso avere molti messaggi ed altrettanti temi.

 

 



Come descriveresti il tuo stile artistico e come si è evoluto nel corso del tempo?

 

Non sapevo nemmeno di avere uno stile finché ho scoperto che c'era una corrente alla quale potevo essere associata : la fiber art. In realtà non sento di associarmi allo  stile se non per utilizzazione del tessuto. Ho avuto modo di visitare varie esposizioni di grandi artiste della textile art ma, pur ammirandone il lavoro, non mi donano alcun senso di appartenenza. Non tesso le fibre, lo associo, i pezzi si uniscono e prendono forma talvolta in uno stato di estraneità a me stessa e a tutto il resto che mi circonda se non alla realizzazione di un quadro. Ultimamente ho associato ai tessuti del cuoio, modellandolo a caldo, cosa che mi soddisfa per dettagli che ho voglia di evidenziare.

 

Nel tuo lavoro, il tessuto diventa memoria, relazione e narrazione. C'è un materiale o un tipo di tessuto che senti particolarmente affine alla tua storia personale o al tuo percorso artistico?


Difficile dire quale "figlio" si ami di più. Tutti sono amati differentemente ma con la stessa intensità. Tutti mi parlano di ciò che possono diventare, mi affascinano mi stimolano. Trasformare materiali semplici in opere dense di significato è un tratto distintivo della tua arte. 





Quanto è importante per te l’aspetto manuale e artigianale nel processo creativo, e come si intreccia con la tua ricerca concettuale?

L'importanza della manualità nella mia vita, come nell'arte è la conditio sine qua non. Io tocco prima con gli occhi, l'immaginazione proietta le possibilità ipotetiche legate alla materia, le mani fremono nell'attesa del tocco del taglio della sensazione  fresca e sgradevole della colla,  dell'emozione della resa. Tutto e legato ai sensi. Tutto è pathos.


Il tuo percorso unisce Napoli e Parigi, due città ricche di storia e cultura. In che modo questi due mondi influenzano la tua poetica e il tuo approccio all’arte tessile?


Mi sento talmente  impregnata di napoletanità, che ho idea di essere  un ossimoro vivente, eppure, Parigi è casa. Guardo il cielo blu e mi sento felice !  e questa felicità che assorbo dalle finestre del mio minuscolo appartamento sottotetto, lo trasmetto sulle opere nei tessuti in tutto ciò che tocco come un Mida. Ma le mie origini vesuviane tra mare e vulcano  vengono in superficie e si mescolano prepotentemente au ciel bleu de Paris. Ecco, così è come sono e così è come sento.

 

 



Quali sono le principali fonti di ispirazione per il tuo lavoro? Ci sono artisti, movimenti o esperienze personali che hanno influenzato particolarmente la tua visione?

 

La mia principale fonte di ispirazione sono i tessuti, i fili, le infinite possibilità di mescolanza. Quando entro in un negozio di stoffe, cerco di concentrarmi sui bisogni che mi hanno spinto li, devo forzarmi ad una scelta di criterio, violentarmi per non comprare tutto, filare alla cassa a testa bassa senza più guardare i rotoli   ammonticchiati gli uni sugli altri  promessa di possibilità meravigliose,  per pagare ed uscire! È difficile spiegare come tutto ciò che vedo solleciti la mia immaginazione, è come essere in mezzo alla folla ed essere chiamata da tutte le parti ! Non è piacevole. DEVO uscire ad un certo momento perché sto male. Poi fuori comincio a chiedermi se non avrei forse dovuto prendere il blu anziché il rosso o entrambi ... sono gli strascichi del malessere. Mi ci vogliono dei giorni per ritornare alla "normalità ". Nel frattempo che "l'adrenartina" si abbassa, confido al registratore tutte le mie idee, altre le scarabocchio su pezzetti di carta che attacco un po' dappertutto " per non dimenticare!!

Caravaggio è un dio del pennello Edward Hopper ne è il poeta ma spinta alla riflessione per la tua questione, mi viene fuori un ricordo ed una risposta: Antonio Ligabue (se vuoi il ricordo devi porre la domanda ! Ah ah ah ah !!! )

 

Qual è il processo creativo che segui per realizzare le tue opere? Ci sono tecniche o rituali a cui sei particolarmente affezionato?


La creazione è già "creata" nella mia testa quando comincio a realizzarla. Naturalmente, nel pieno rispetto delle mia incongruità, comincio in un modo e finisco con altro, ma senza rancore per ciò che era in principio perché è ciò  che mi emoziona il finale. Parlare di rituali è un po' complicato perché io sono una "esuberante di energie" ed ho bisogno di canalizzarle tutte in varie direzioni nello stesso arco di tempo. In breve significa che, mentre comincio a dare posizione alle sagome di un quadro mi ricordo che ho un pezzo di stoffa argento che sarebbe perfetto come vestito di cerimonia e vado a prenderlo per cominciare a realizzarlo, però si da il caso  che ho in mente un nuova opera per cui ho bisogno di realizzare delle sagome e quindi comincio un momento a portarmi avanti... poi ritorno indietro al mio lavoro iniziale e mentre lo osservo e rifletto rifaccio un attimo il letto poi vado ad attaccare qualche pezzetto... e mi sono fatta pure la rima per farmi il verso !! In breve confesso pubblicamente di essere una multifunzionale compulsiva e che li è impossibile fare una cosa alla volta: almeno tre !!

 




Preferisci lavorare su tela in solitudine o trovi ispirazione anche da contesti collettivi, come workshop o eventi d’arte?

 

Per carità! Sola. Silenzio.Questa la condizione ideale.

Magari ascoltare della musica, ma il mio fare deve essere contestualizzato in un suono di fondo  che scelgo io! Dunque  o il silenzio ovattato dei miei tappi per le orecchie o le cuffiette per la musica.

 

 

Come vivi il rapporto tra l'arte e il pubblico? In che modo il feedback o le reazioni delle persone influenzano il tuo lavoro?


Secondo il mio concetto di arte, (è arte ciò che emoziona n. d. r.) il ritorno del pubblico è essenziale! Come sostenevo prima, si  tratta di un dialogo senza il quale l'opera è un monologo sterile. Come per ogni linguaggio, il dialogo è piacevole... purché non sia interpretativo di arzigogolate spiegazioni di un non detto e non contestabile messaggio nascosto. Sono dunque più sensibile (come all'orticaria!)  ai critici d'arte con diritto di vita e morte di un'/un artista.

 




C'è un'opera, tra quelle che hai realizzato, che consideri particolarmente significativa per te? Puoi raccontarci la sua storia?


Positano. Positano è il mio luogo del cuore. Sono nata in giugno ed a luglio passavo lì le mie prime vacanze Per decenni, finita la scuola si partiva!

Per me era libertà, quella che non avevo a casa da genitori molto rigorosi che però diventavano abbastanza permissivi nel villaggio di mare. Via le scarpe io e mio fratello scorrazzavamo liberi a piedi nudi fino a settembre! Eravamo un po' le mascottes del nostro quartiere, come parte di loro e questo rendeva speciali le nostre vacanze. Di più, il nostro vivere lì mi faceva sentire positanese ed io adoravo essere parte di questo luogo. Questo luogo però sfugge ad ogni regola di riproduzione. Non ho mai visto o letto qualcosa che non diventasse banale ai miei occhi o all'udito. Persino Goliarda Sapienza (Rendez-vous a Positano ed. Il tripode n. d. r.) non riesce a restituirmi il luogo.

Forse le opere di Ottavio Romano o di Athos Faccincani, ma troppo ombroso l'uno e sbrilluccicante l'altro. Sono visioni, sono emozioni che gli artisti cercano di restituire.

Il mio quadro è naïf, senza profondità, le scale accentuano la  verticalità del luogo, eppure sento un centro di attrazione che mi emoziona profondamente e dona spessore e vita a suoni e sapori. Al centro del quadro io sono nella chiesa e sento l'odore dell'incenso, guardo il mare dalla finestra, sento il cicalio di linguaggi che si mescolano, dono felice ed ho solo voglia di andare a tuffarmi

 

Come vedi il ruolo dell’arte nella società contemporanea? Pensi che il tuo lavoro contribuisca in qualche modo a questo ruolo?

 

Un triste ruolo. Povero. Come i linguaggi decostruiti dei giovani che ricordano le interruzioni sulla linea durante una telefonata. Eppure nella brevità di sillabe acronime c'è un flash uno spot che si illumina e questo è di nome e di fatto un linguaggio. Nuovo. Moderno. Tutte queste metafore per dire che nella neobabele dell'arte è quasi impossibile trovare una voce guida. Ho l'abitudine di essere chiara e diretta belle mie espressioni cosa che trasmetto anche nelle mie opere ma non per questo immagino di avere più rilevanza di altri.

 




Quali sono le maggiori difficoltà che hai affrontato come artista e come le hai superate?


Accettarmi come artista che mi sembrava di una arroganza senza pari! Ho dovuto analizzare a fondo e lungamente i miei sentimenti, le mie insicurezze fino a pervenire ad una presa di coscienza che ancora oggi mi sorprendo a mettere in discussione! Ma insomma, sono un'artista... credo.

 



Attualmente sei tra gli artisti selezionati per EVERLAND Art - Percorsi di Ricerca, l’evento organizzato dall’associazione culturale Athenae Artis di Maria Di Stasio, che si terrà dal 26 aprile al 3 maggio presso la Galleria Il LeoneCosa ti ha spinto a partecipare a questa mostra e quali sono le tue aspettative riguardo a questa esperienza? Quali aspetti pensi possano  arricchire il tuo percorso artistico e contribuire alla tua crescita creativa?

 

Ho una totale fiducia nelle capacità della curatrice Maria di Stasio, ho già collaborato con lei in passato in occasione dell' evento "Visioni" (Expo presso il tempio di Pomona - Salerno n. d. r.) e mi intrigava "Percorsi di ricerca". E quindi ho ricercato ed eccomi pronta alla nuova avventura!!

 

 

 

In che modo hai deciso di presentare la tua arte all’interno di questo percorso espositivo e quali opere hai scelto di esporre? Ci puoi raccontare il processo creativo che ti ha guidato nella loro realizzazione e se c’è un significato o un messaggio particolare che volevi trasmettere attraverso di esse?

 

Parteciperò a questa esposizione con due opere simbolo del mio lavoro. Un'opera sarà presente realmente l'altra virtualmente.

Nel primo caso ho elaborato ulteriormente un progetto che avevo già realizzato in passato poi ne ho cominciato un altro  pervenendo dopo varie modifiche alla realizzazione finale.  

Tutto questo preambolo per introdurre Ma Lisa se démasque.

 


Nella realizzazione del quadro ho sperimentato l'utilizzo della fotocopiatrice a getto d'inchiostro... tieniti forte! .... sul tessuto!! Ho avuto mille pene perché la fotocopiatrice non voleva obbedire ai miei bisogni ma  sono pervenuta dopo non poche difficoltà a pezzi di tessuto impressi che ho dovuto incollare come toppe

Primo elemento: la copia

La copia del quadro della Gioconda che decido di truccare con veri prodotti per il maquillage.

Il risultato è stato intrigante ed emozionante

Questo sguardo mi parla mi osserva tra dolcezza e derisione

Sono io che l'ho fatto così

Poi le ho dato i capelli: gonfi folti0! Ed una camelia rossa nei capelli per essere un po' Carmen un po' Dame aux Camélias.

 

Secondo elemento: l'apparire e l'essere 

Infine la povera Lisa abbassa la maschera per dare libera interpretazione ma sorniona conserverà il suo essere segreto.

La maschera e stampata a bassa  risoluzione di inchiostro su carta fotografica come la mano da cui spiccano le unghie laccate (vero smalto ça va sans dire!! ) 

Terzo elemento: la maschera

 

 


 

FEMINA FEMINAE LUPUS é un manifesto, un messaggio manifesto in cui evidenzio la assenza di sorellanza  tra donne. Ho trasformato il famoso homo homini lupus (letteralmente l'uomo è un lupo  per l'uomo) perché se è vera la versione originale diretta all'uomo inteso come intera umanità, avevo bisogno, volevo scendere nello specifico in seguito a molte riflessioni durate negli anni

Osservando il manifesto, realizzato su  polistirolo cartonato un po' rovinato dal tempo per donare l'impressione degli strati di manifesto che si scollano dal muro.

Le mani sono fotocopie di mani tratte da opere  famose ben esplicite nella  loro gestualità. (non svelerò le fonti) Ognuna ha un solo occhio come se fosse cieca dall'altro ed ogni occhio è realizzato con tecniche differenti. C'è un po' di tutto: disegno, carta, stoffa e pittura acrilica.

Una follia lo so!

 

Quali progetti o obiettivi hai per il futuro? Ci sono nuovi ambiti o tematiche che vorresti esplorare?


Il progetto a cui sto lavorando e che mi occupa a tempi alterni, è legato alla riflessione dell'influenza della religione nel mondo laico. Io sono atea agnostica e anticlericale ma mi rendo conto a che punto i simboli della religione o in generali delle religioni, siano presenti in un mondo che si definisce senza dio.

 

Per esempio "dio mio!" è una espressione innocua di invocazione che è sulla bocca di tutti... pertanto è una invocazione ad una entità superiore. Ecco. Io sto lavorando su questi simboli; alla fine avrò decine di tele e mi toccherà farne una mostra ! E che tu torni ad intervistarmi !! Ce la farò ?

 

"Che dio mi aiuti"! 







Contatti


Email sarterre@gmail.com

Facebook Teresa Saviano

Instagram teresa.saviano.art











Teresa Saviano 

Nata a Posillipo cresciuta con i piedi nel lapillo vesuviano, Teresa Saviano si identifica negli opposti di acqua e fuoco.  La sua carriera artistica comincia tardi, in terra francese,  dove ha cominciato a dedicarsi alla creazione di opere materiche accostandosi immediatamente all'Arte tessile. I suoi soggetti variano dai grandi cuori ai piccoli occhi passando per ritratti e paesaggi; ognuno è rappresentato attraverso la tecnica del collage di tessuti e fili reperiti negli stockage delle grandi firme del settore internazionale. Tutto nasce per caso ed il passo è breve dalla prima commissione-realizzazione alla prima esposizione virtuale nel 2023 (Expolatinadearte-Colombia). Segue il Primo premio della Biennale du Arte contemporanea di Salerno nella sezione arte ecosostenibile nello stesso anno.

Partecipa a varie esposizioni sull'egida del maestro Giuseppe Gorga. Tra cui l'Expo la Grande Bellezza dove i suoi cuori riscuotono grande ammirazione. Due delle sue opere sono in esposizione alla Galleria Taimeless di Taormina. Contemporaneamente realizza il gonfalone della sua città d'adozione, Parigi, che offre alla Mairie del V arrondissement presso il Pantheon, dove troneggia in permanenza per due anni. La sua arte interessa l'artista e Blogger d'arte Giuseppina Irene Groccia che ne fa una valorizzante presentazione prima sul suo Blog L'ArteCheMiPiace e dopo nel suo magazine "ContempoArte" nel maggio 2024. Da qui l'incontro con Maria di Stasio, curatrice d'arte, e fondatrice di Athenae Artis, che la invita a partecipare nello stesso anno  all'esposizione d'arte a Salerno al tempio di Pomona. La sua fervente attività artistica é concentrata attualmente su vari progetti futuri di cui, da buona napoletana, mantiene la discrezione per scaramanzia.




























©L’ArteCheMiPiace - Blog Arte e Cultura di Giuseppina Irene Groccia 



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