Simona Carbone, in arte Blacksy Il Simbolismo della Direzione
Simona Carbone, in arte Blacksy
Il Simbolismo della Direzione
Nel panorama dell’arte contemporanea, la ricerca di un linguaggio autentico e distintivo è spesso il segno di un’artista capace di trasformare il proprio vissuto in una narrazione visiva universale. Simona Carbone, conosciuta artisticamente come Blacksy, incarna questa ricerca attraverso un percorso che si sviluppa tra la sperimentazione materica e la potenza del segno, un viaggio che affonda le radici nell’infanzia e trova nel presente una sua precisa identità estetica.
La cifra stilistica di Blacksy si fonda su una dicotomia cromatica essenziale: il bianco e il nero. Questa scelta non è puramente formale, ma rivela una poetica interiore che si nutre di contrasti, di equilibri precari e di tensioni risolte nel segno di un simbolo archetipico: la freccia. Non un semplice elemento grafico, ma un’icona che racchiude in sé il significato profondo della scelta, del cambiamento, della direzione da intraprendere nella vita.
Le sue opere astratte, costruite attraverso sovrapposizioni di materia e segni nascosti, narrano di esperienze sedimentate nel tempo, di percorsi personali che, pur cancellati, rimangono visibili in filigrana. Ogni traccia sulla tela diventa un frammento di memoria, un’impronta del vissuto, un eco di decisioni passate che hanno plasmato il suo essere.
Blacksy si muove con consapevolezza in un contesto artistico internazionale, portando la sua visione in prestigiose collettive tra Barcellona, Milano, Roma, fino a toccare le metropoli globali di Tokyo, Dubai e New York.
Il processo creativo dell’artista è un rituale che mescola introspezione e dinamismo: dalla quiete meditativa del bastone della pioggia alla carica energetica del rock, ogni opera nasce da un equilibrio tra riflessione e impulso istintivo. Una tensione dualistica, ancora una volta, tra il bianco e il nero, tra il pensiero e il gesto, tra il passato inciso sulla tela e la freccia che punta verso il futuro.
Tra bianco e nero si snoda il viaggio artistico di Blacksy, alias Simona Carbone, dove segni, scelte e direzioni prendono forma sulla tela. In questa intervista, l'artista svela il significato nascosto dietro la sua arte e le ispirazioni che ne guidano il percorso.
Puoi raccontarci come hai iniziato il tuo percorso artistico? C'è
stato un momento o un evento particolare che ti ha spinto verso l'arte?
Il mio percorso artistico credo cominci proprio da quando ero
bambina. Sembra un po’ strano da dire (forse anche da leggere) ma da quando ho
scoperto che l’unione tra pennarelli e fogli poteva creare qualcosa di
meraviglioso me ne sono completamente innamorata! Così da lì è iniziato un
amore che non è mai finito e credo mai finirà. Crescendo ho capito che mi
sarebbe davvero piaciuto fare l’artista, comunicare con le immagini, donare
emozioni con la mia arte.
Come nasce il tuo nome d’arte Blacksy?
Da quando sono adolescente mi vesto sempre di nero, è un colore che mi piace molto anche essendo io stessa una persona molto solare.
Cercando poi con il tempo la mia identità artistica ho capito che il bianco e il nero sono i miei due colori prediletti esattamente come sono io.
Qual è il tema o il messaggio principale che cerchi di comunicare
attraverso le tue opere?
Le mie opere hanno un tema e un messaggio ben preciso che è quello
delle direzioni, le direzioni di vita. Le mie opere sono caratterizzate da
segni che creo e cancello ma che in ogni caso si intravedono, sono lì presenti…
quei segni sono le nostre esperienze di vita che segnano il nostro essere,
segnano ciò che siamo diventati, ci temprano o ci rendono più deboli ma sono
lì, non se ne vanno. E nonostante tutti questi segni noi dobbiamo sempre
prendere una direzione, scegliere, perché possiamo sempre scegliere chi essere
e cosa fare. Tutte le scelte che noi abbiamo fatto nella vita ci hanno portato
dove siamo ora, che ci piaccia o no.
Come descriveresti il tuo stile artistico e come si è evoluto nel
corso del tempo?
Il mio stile artistico attuale è uno stile contemporaneo che mi
caratterizza particolarmente. Nel mio percorso artistico ho abbracciato diversi
stili ma solo perché volevo imparare, avevo voglia e sentivo il bisogno di
creare sperimentando con diverse tecniche.
La freccia è un elemento distintivo e ricorrente nelle tue opere,
simbolo di direzione e scelte di vita. Come è nato questo simbolo e in che modo
si è evoluto nel tuo percorso artistico?
La mia freccia è nata in un pomeriggio pieno d’ispirazione. Ero
nel mio studio a dipingere (stavo sperimentando dei nuovi materiali su tela) e
ascoltavo una delle mie canzoni preferite, avete presente una di quelle canzoni
che ti fa sentire bene? Ad un certo punto avevo creato questa base bianca con
segni che si intravedevano e così, dal nulla, ho disegnato quella che poi è
diventata il mio simbolo iconico, la freccia con due linee parallele verticali.
Hai iniziato come autodidatta, per poi affinare la tua tecnica
attraverso studi e corsi, esplorando diverse influenze e seguendo artisti da
tutto il mondo. Quali incontri o esperienze hanno avuto un impatto più profondo
sul tuo percorso artistico e sul tuo modo di creare?
Innanzi tutto vorrei dire che la vita da autodidatta, almeno per
me, non è stata semplice perché mi sono sempre sentita quasi in disparte nel
modo dell’arte questo perché non avevo titoli o studi accademici che in realtà
avrei sempre voluto fare ma purtroppo non ne ho avuto la possibilità. Ma la mia
vocazione, se così si vuol chiamare, mi ha spinto ogni giorno a non mollare e
la mia voglia di imparare mi ha aiutata ad essere qui oggi e parlarvi del mio
percorso artistico.
Non c’è stata un’esperienza che io ricordi più di altre, tutto
quello che ho fatto è stato un percorso bellissimo in ogni sua sfaccettatura.
Le tue opere hanno già attraversato luoghi prestigiosi come Casa
Milà e il Teatro Manzoni, e il 2025 ti porterà in città come Tokyo, Dubai e New
York. Come vivi questo processo di internazionalizzazione e come pensi che il
tuo linguaggio artistico possa essere recepito in culture così diverse?
Dire che sono molto felice di come sia iniziato l’anno forse sarebbe riduttivo ma eccomi qui. Se la mia arte è arrivata già così lontano credo sia un segnale positivo e credo che il messaggio venga recepito anche se non si parla la stessa lingua, questo è il bello dell’arte e della condivisione.
Quali sono le principali fonti di ispirazione per il tuo lavoro?
Ci sono artisti, movimenti o esperienze personali che hanno influenzato
particolarmente la tua visione?
Fonte d’ispirazione per me è qualsiasi artista, sono letteralmente
affascinata da cosa una mente possa creare.
Se parliamo di artisti prediletti allora ne ho due: Salvador Dalì
e Picasso. Due menti geniali, non aggiungo altro.
Qual è il processo creativo che segui per realizzare le tue opere?
Ci sono tecniche o rituali a cui sei particolarmente affezionato?
Prima di iniziare a dipingere mi siedo per terra e “suono” il
bastone della pioggia, mi rilassa tantissimo sentire e immaginare il suono
della pioggia, poi però durante la creazione ascolto musica rock (non trovate
già un po’ di bianco e nero in me?).
Preferisci lavorare su tela in solitudine o trovi ispirazione
anche da contesti collettivi, come workshop o eventi d’arte?
Assolutamente su tela e in completa solitudine. La mia ispirazione
viene solo da me e dalla musica.
Probabilmente presto ci sarà un evento di pittura dal vivo ma
vediamo come andrà, sicuramente avrò delle cuffie in cui non mancherà la mia
playlist rock!
Come vivi il rapporto tra l'arte e il pubblico? In che modo il
feedback o le reazioni delle persone influenzano il tuo lavoro?
Questa è una bellissima domanda per me. Purtroppo il giudizio del
pubblico per me conta tantissimo anche se con gli anni ho cercato di lavorare
sotto questo aspetto perché mi faceva perdere la concentrazione e spesso anche
l’ispirazione.
Quando comunichi con le immagini susciti nelle persone delle
sensazioni e ho imparato con il tempo che non posso piacere a tutti, le mie
opere non possono essere comprese e apprezzate da tutti.
C'è un'opera, tra quelle che hai realizzato, che consideri
particolarmente significativa per te? Puoi raccontarci la sua storia?
Certo che sì! E’ l’opera “New Direction” che segna proprio la mia
nuova direzione artistica, prima opera su cui è rappresentata la mia freccia.
C’è il mio cuore in quell’opera.
Come vedi il ruolo dell’arte nella società contemporanea? Pensi
che il tuo lavoro contribuisca in qualche modo a questo ruolo?
Come ogni forma d’arte anche la pittura contribuisce ad avere un
ruolo veramente significativo nelle nostre vite, soprattutto oggi. Ha il ruolo
nel dare e sucitare emozioni, messaggi. Il mio lavoro contribuisce nel dare
messaggi positivi a chi magari è indeciso sul proprio percorso di vita, a chi
sta vivendo un periodo di transito, un appoggio quasi spirituale verso chi non
riesce a prendere decisioni.
Quali sono le maggiori difficoltà che hai affrontato come artista
e come le hai superate?
Sicuramente come ho detto prima il fatto di essere autodidatta mi
ha fatto sentire sminuita rispetto ad altri. Ma la mia caparbietà e la mia
ispirazione mi hanno sempre guidata verso quello che davvero voglio essere.
Attualmente sei tra gli artisti selezionati per Everland
Art – Percorsi di ricerca, l’evento organizzato dall’associazione culturale Athenae Artis
di Maria Di Stasio, che si terrà dal 26 aprile al 3 maggio presso la Galleria
d’Arte ‘IL LEONE’. Cosa ti ha spinto a partecipare a questa mostra e quali sono le
tue aspettative riguardo a questa esperienza? Quali aspetti pensi possano arricchire il tuo percorso artistico e contribuire alla tua
crescita creativa?
Sono onorata di far parte di questo bellissimo progetto perché
credo che già il fatto di esporre con artisti importanti, in un galleria di
prestigio renda il tutto per me speciale. Ecco perché credo che questa mostra
sia per me un valore aggiunto nel mio curriculum d’artista e una grande
crescita a livello professionale.
Quali progetti o obiettivi hai per il futuro? Ci sono nuovi ambiti
o tematiche che vorresti esplorare?
Progetti per il futuro tantissimi, vorrei divulgare la mia arte a
livello globale attraverso gallerie d’arte, metropolitane, perché no musei
(punto in grande).
Quest’ anno conterò la mia presenza su due annuari italiani molto
importanti di arte contemporanea e spero l’anno prossimo di essere presente
anche a livello internazionale. Poi non mancherò a collaborazioni che stanno
già arrivando.
Blacksy – Simona Carbone
Simona Carbone, in arte Blacksy, è un’artista autodidatta che coltiva la passione per la pittura fin dall’infanzia. Dopo dieci anni di studio della pittura a olio, ha sviluppato un linguaggio espressivo unico nell’ambito dell’arte astratta, utilizzando acrilici su tela e materiali materici. Il suo stile si distingue per l’uso del bianco e nero e per la presenza ricorrente della freccia, simbolo di direzione e scelte di vita.
Le sue opere, esposte in prestigiose collettive tra cui Casa Milà a Barcellona e il Teatro Manzoni a Milano, esplorano il tema del percorso esistenziale attraverso segni e stratificazioni visive. Nel 2025, il suo viaggio artistico proseguirà con esposizioni a Roma, Milano, Tokyo, Dubai e New York, portando la sua visione a un pubblico sempre più internazionale.
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