L'Arte come Libertà e Dialogo con il Sacro - Rita Mantuano
L’ArteCheMiPiace - Interviste
L'Arte come Libertà e Dialogo con il Sacro
Rita Mantuano
di Giuseppina Irene Groccia |29|Novembre|2024|
Rita Mantuano, artista figurativa originaria di Cosenza, incarna un talento poliedrico che intreccia pittura, poesia, e una profonda spiritualità. Nata nel 1966, diplomata al Liceo Artistico U. Boccioni, ha attraversato un percorso artistico ricco e complesso, dove la libertà espressiva si sposa con il rigore della tradizione iconografica. Premiata in numerosi concorsi artistici e letterari nazionali e internazionali, l’artista ha ricevuto nel 2021 il prestigioso premio alla carriera per la pittura dall'Associazione Culturale Dianora di Castrolibero.
La sua pittura figurativa, immediatamente riconoscibile, si caratterizza per l’uso di tonalità vibranti e per la presenza ricorrente di figure femminili, incarnazioni della libertà e della forza espressiva dell’identità.
Questi ritratti, lontani dall’essere puri esercizi estetici, diventano veicoli di messaggi universali: la protesta, la resilienza, e il riscatto dell’identità femminile.
Lontana dall'arte decorativa fine a sé stessa, ella definisce la sua pittura un mezzo per raccontare la realtà e trasfigurarla, un atto di libertà creativa in cui convivono passione e introspezione.
Parallelamente al suo impegno figurativo, Rita Mantuano ha intrapreso un intenso percorso nell’iconografia religiosa. Studiando e praticando la tecnica della tempera all’uovo, guidata dalla sapiente direzione di rinomati maestri, riconosciuti a livello europeo.
Per l’artista, l’icona non è semplicemente un’opera d’arte, essa rappresenta una finestra sull’eterno, un momento di preghiera e contemplazione che supera il gesto pittorico.
In queste opere, Rita ha trovato una dimensione contemplativa e trascendente, un mezzo per dialogare con il sacro attraverso la disciplina e la preghiera.
Questo doppio registro – figurativo e iconografico – è parte integrante della sua identità artistica, che non conosce confini tra la ricerca estetica e quella spirituale.
Nel 2023, la mostra Arcana Mater ha rappresentato una tappa cruciale del suo percorso artistico. Frutto di tre anni di ricerca, questo progetto ha esplorato le radici sacre della femminilità, ispirandosi agli studi di Marija Gimbutas sulla Dea Madre. In questo progetto espositivo l’artista ha indagato la trasformazione del femminile sacro attraverso i millenni, dalla primigenia dea paleolitica alle figure divine dell’antichità classica, fino alla contemporanea riflessione sulla Madre di Dio. Attraverso dipinti e sculture, l’artista celebra la donna come custode della vita, della tradizione e della bellezza originaria del mondo.
L’opera di Rita Mantuano si colloca a cavallo tra tradizione e innovazione, sacro e profano, passato e presente.
In un’epoca spesso dominata dalla superficialità, la sua arte invita a un dialogo profondo con la bellezza e lo spirito, proponendosi come un percorso di contemplazione e riflessione sulla libertà e sul mistero che abitano ogni esistenza.
Nell’intervista a seguire, Rita Mantuano si racconta con generosità, condividendo il suo percorso artistico, le sue ispirazioni più profonde e il significato che l’arte, in tutte le sue forme, assume nella sua vita.
Potresti condividere con noi un po’ della tua storia personale, parlando dei tuoi inizi e di come è nata la tua passione per l'arte?
Il mio rapporto con l’arte nasce dai banchi delle scuole elementari.
Ricordo ancora l’odore delle matite colorate, della gomma e dei fogli degli album.
Qual è stato il tuo percorso di formazione artistica e quali tappe o influenze hanno maggiormente segnato il tuo sviluppo creativo?
La passione per il disegno, l‘uso del colore e le attività manuali è andata ad intensificarsi nel corso degli anni e mi ha portato dopo il conseguimento del diploma di scuola media a scegliere di frequentare il Liceo Artistico U.Boccioni della mia città, dove mi sono diplomata nel lontano 1984.
Dopo il diploma ho cercato di inserirmi nel mondo del lavoro, senza mai trovare una collocazione precisa. Abbandonato per diversi anni la realizzazione di opere di pittura su tela mi sono dedicata a scultura, pittura su vetro e dipinto su tessuti.
Nel 2010 ricominciai a produrre dipinti dando vita cosi a quella che io amo definire “la mia opera prima” BRUTIA, opera dedicata alla storia della mia città natale.
L’arte, passione mai abbandonata, con la maturità mi ha portato a concepire opere legate alla ricerca di tematiche storiche.
Come descriveresti le tecniche che usi nelle tue opere?
Per la realizzazione delle mie opere non ho particolari predilezioni di tecnica. Utilizzo spesso i colori ad olio. Adoro l’acrilico per la rapidità di asciugatura. Inserisco spesso elementi materici come la latta, il rame, la foglia oro e argento e qualche volta anche l ‘argilla.
Da circa vent’anni mi dedico alla realizzazione di icone bizantine studiandone la spiritualità e sperimentando l’antica tecnica della tempera all’uovo. Preparo personalmente le tavole su cui realizzo le mie icone seguendo la ricetta originale degli antichi maestri.
Ci sono stati maestri, artisti o correnti particolari che hanno ispirato il tuo percorso creativo?
Gli artisti che hanno influenzato le mie opere sono tanti. Mi sento particolarmente legata alla pittrice messicana FRIDA KHALO. Ho amato l' ultimo PICASSO e adoro VINCENT VAN GOGH E LIGABUE.
CARAVAGGIO fra i classici è il mio mito inarrivabile. Ho avuto la fortuna di conoscere personalmente NIK SPATARI che sento molto vicino al mio modo istintivo di dipingere.
Nelle tue opere pittoriche ricorre spesso la figura femminile dai lunghi capelli. Cosa rappresenta per te questa scelta e cosa desideri esprimere attraverso di essa?
Nei miei dipinti raffiguro spesso donne dai lunghi e fluenti capelli. I capelli al vento per me rappresentano l’anima selvaggia e sensuale della libertà di essere donna.
Che ruolo ha la tradizione nelle tue opere? Cerchi di mantenere uno stile tradizionale o inserisci anche elementi contemporanei?
Ogni mia opera nasce dallo studio della tradizione. In una delle mie prime mostre personali: IL TERRITORIO IMMAGINATO che si è tenuta nell’allora Complesso Monumentale di Santa Chiara a Cosenza, oggi sede del Museo del Fumetto, con il patrocinio della Provincia di Cosenza, ho indagato le tradizioni e le culture che hanno interessato il territorio calabrese nel corso dei secoli, dedicando una serie di opere alla cultura e tradizione arbereshe oltre che a quelle dei popoli che hanno fondato Cosenza: Brettii ed Enotri. Tradizione e contemporaneo si intrecciano nelle mie opere.
Come ha avuto inizio il tuo rapporto con il mondo delle iconografie religiose e quali esperienze o incontri hanno segnato questo percorso?
Intorno al 2003 ho iniziato ad approcciare il mondo dell’iconografia bizantina frequentando il laboratorio San Luca a Quattromiglia di Rende (CS) seguita da un padre spirituale, il gesuita Pino Stancari. Dal 2003 ad oggi ho avuto modo di perfezionare la tecnica seguendo corsi di iconografia seguita da maestri riconosciuti a livello europeo fra cui cito il maestro IVAN POLVERARI e MARIA GALIE di ROMA, sempre con la direzione spirituale di Padre Pino Stancari.
Ho avuto la fortuna di conoscere personalmente padre EGON SENDLER, pochi anni prima che morisse, uno degli iconografi piu importanti del panorama internazionale
C’è una figura o un tema religioso a cui ti senti particolarmente legata?
L’immagine a cui mi sento piu legata e’ quella del PANTOCRATORE DEL SINAI. E’ stato un amore prima vista.
Qual è il processo creativo dietro la realizzazione di un’icona religiosa? Come vivi il momento di creazione dal punto di vista spirituale?
L’iconografia bizantina non è un opera d’arte qualsiasi e non c’è un processo creativo dietro ad Essa.
I modelli realizzati ,sono gli stessi che si tramandano da secoli poiché esiste un canone dal quale non si può prescindere. L’iconografo è un persona che riceve una chiamata alla vocazione iconografica.
La realizzazione di ogni icona richiede grande concentrazione e studio della Sacra Scrittura, per questo si è seguiti da un padre spirituale. L’ icona realizzata da maestri d’arte non iconografi non è che il frutto di una commercializzazione che esula totalmente dal messaggio che un vera icona trasmette.
L’artista nell’approcciare l’ icona, deve spogliarsi da tutte le conoscenze tecniche acquisite nella pittura tradizionale, e da ogni pretesa di individualismo. Tant’e’ vero che le le icone non si firmano poichè il vero autore e’ lo Spirito Santo.
Esse sono delle finestre aperte sul mondo dell’invisibile. L’ opera d’arte normale si osserva. Nel caso dell’icona è l’icona che ci osserva e ci viene incontro. A tale motivo si parla di “prospettiva inversa” e per l’occhio profano alcune costruzioni presenti in Essa sembrano mal eseguite mentre in realtà cosi non è. Ovviamente i colori hanno una lettura specifica. Ogni cosa nell’icona non è messa caso.
Vivo la realizzazione di ogni mia icona come un privilegio: è il mio modo di pregare. La mia oasi di pace.
Con la tua mostra Arcana Mater, che ha riscosso un grande successo di pubblico circa un anno fa, hai voluto rendere omaggio alla sacralità dell’essere umano, con un’attenzione speciale alla figura della donna. Ci puoi raccontare cosa ti ha ispirato e quale messaggio hai voluto trasmettere attraverso questa celebrazione della femminilità sacra?
ARCANA MATER è il mio ultimo progetto artistico che mi ha impegnato in uno studio durato circa tre anni in cui ho voluto indagare a partire dagli studi di Maria Gimbutas.
M.G. è stata un archeologa lituana che ha indagato la matrilinearità dei popoli arcaici scoprendo migliaia di reperti recanti la figura antropomorfa di un dea, la DEA MADRE, che ha ispirato il mio percorso pittorico e scultoreo. Leggendo le notizie sui suoi studi ho appreso che nel paleolitico le civiltà erano condotte da donne che tramandavano le tradizioni da madre in figlia, per ogni aspetto della sopravvivenza.
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Cosi la Dea Madre era venerata come propiziatrice di fertilità e abbondanza e la donna aveva un ruolo fondamentale nello sviluppo della società.
Ho voluto ripercorrere un excursus sulle varie divinità femminili che probabilmente mutando il primigenio aspetto della Dea hanno assunto le sembianze di divinità più recenti come l’egiziana ISIDE o BASTET e fra le europee DEMETRA e PERSEFONE e da cui probabilmente deriva anche la nostra Madre di Dio.
Quali sono i tuoi progetti e obiettivi futuri?
Al momento come progetti in cantiere ho che forse realizzerò un catalogo sulla mostra “arcana mater”, ma per il momento ho intenzione di dedicarmi totalmente all’iconografia.
CONTATTI
Email: ritamantuano.r@gmail.com
Facebook: Rita Mantuano
Instagram: mantuanorita
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