Daniel Blaufuks – the days are numbered

 






Daniel Blaufuks – the days are numbered




di Giuseppina Irene Groccia |29|Settembre|2024|


La mostra attualmente in corso al MAAT di Lisbona, che ho avuto il piacere di visitare in questi giorni, presenta il lavoro di Daniel Blaufuks, un fotografo e artista visivo di fama internazionale con una vasta bibliografia. 


Nato nel 1963, Blaufuks ha sviluppato, nel corso degli anni, una pratica quotidiana che oscilla tra poesia, introspezione e meditazione visiva. 

Dal 2018, con una precisione quasi rituale, crea ogni giorno una composizione su carta che fonde fotografie istantanee, immagini trovate, documenti e frammenti di testo nelle diverse lingue che parla (inglese, portoghese, tedesco e francese). Ogni lavoro viene infine sigillato con un timbro numerico, trasformando il gesto in una sorta di diario visivo e testuale. In questo progetto Blaufuks riflette sia sulla propria esistenza sia sugli eventi contemporanei, offrendo uno sguardo intimo e universale sulla relazione tra vita quotidiana e contesto storico.


In questa esposizione, intitolata “The days are numbered, l'artista mostra il diario relativo al 2023, insieme ad alcuni giorni dei cinque anni precedenti e alle prime voci del 2024. 

L'opera si compone di oltre 450 lavori, tra fotografie, collage, ritagli e annotazioni personali, che evocano brevi racconti, citazioni e riflessioni.




Il progetto si presenta come una sorta di diario non convenzionale, o come lo definisce lo stesso Blaufuks, un "non diario", che si situa all’incrocio tra memoria personale e memoria collettiva. 

Attraverso una successione di stati d'animo, il lavoro evoca l’eterno ritorno di situazioni, stagioni, luoghi ed eventi, ponendosi come un sottile atto di resistenza contro l’oblio collettivo e l’amnesia programmata. The Days Are Numbered mette in discussione la natura stessa del ricordo, sollecitando una riflessione sulla ciclicità del tempo e sulle dinamiche fragili e imperfette della memoria umana.


Blaufuks considera questo diario una sorta di missione per tutta la vita, in cui la sua memoria e le vicende del mondo si intrecciano. 



Nel testo che accompagna la mostra, La memoria è un tradimento del tempo, il curatore João Pinharanda sottolinea come l'artista reagisca al flusso inesorabile del tempo. "Blaufuks combatte contro la marcia vorace del tempo su tutte le cose. Se non riesce a fermarlo, almeno lo rallenta, rimandando la cancellazione del passato", scrive Pinharanda. 

Tuttavia, l'artista definisce il suo lavoro un "non diario" e parla di "non ritratti" riferendosi ai volti che compaiono nelle sue pagine. Questa doppia negazione rivela, secondo Pinharanda, la contraddizione intrinseca di ogni tentativo di registrare la memoria, poiché il destino di qualsiasi testimonianza è, inevitabilmente, l'oblio.




Anche se alcuni frammenti di questo "non diario" sono stati già presentati in Francia, questa è la prima volta che l'intero progetto viene esposto in Portogallo, ed è anche la prima volta che l’artista espone un intero anno di questo lavoro.

In concomitanza con la mostra, sono state pubblicate le edizioni portoghese e inglese del libro in cui Blaufuks presenta questo progetto: Os Dias Estão Numerados per Tinta-da-china e The Days Are Numbered per JBE/JKG Books, con distribuzione internazionale.



È inoltre previsto un incontro con l'artista e una masterclass, oltre a una conversazione con David Campany, curatore internazionale che segue il lavoro di Blaufuks da tempo. Le date verranno annunciate a breve.





















 









 



 








 


































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