Totems di Gianpia Affaitati

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Totems 
di Gianpia Affaitati 



di Giuseppina Irene Groccia |25|Giugno|2024|


Il progetto "Totems", sviluppato all’interno del Lab 167 di Agorà di Cult “Totem e Tabù” della FIAF, nasce all'interno di un percorso di riflessione che parte da Freud e dalla sua opera, ma lo applica ai giorni nostri, esplorando i concetti di Totem e Tabù in un'era dominata dalla società delle immagini e delle icone precostituite di bellezza fisica, eleganza e stile di vita. 

L'artista fotografa Gianpia Affaitati esplora come la cultura contemporanea abbia trasformato i simboli originariamente legati alla Natura e alla Vita in rappresentazioni artificiali e superficiali, creando un senso di disconnessione tra l'Uomo e la Natura. 

Attraverso il proprio totem personale, un albero che cresce nella sabbia vicino casa sua, l'artista racconta la sua storia personale e il suo percorso di ricerca, invitando il visitatore a riflettere sulla sua relazione con la Natura e sulle conseguenze della Società delle immagini precostituite. 

In questo senso, il progetto "Totems" rappresenta un chiaro invito a riscoprire la vera essenza della Vita e della Natura, superando le superficie artificiale e i tabù che ci separano dalla realtà. 

Attraverso le sue immagini, Gianpia Affaitati ci invita a riconsiderare i modelli di riferimento e a tornare alle radici della realtà per scoprire la vera essenza dell'esistenza.

 
















Approfittiamo di questa opportunità per chiederle qualcosa di più riguardo a questo suo nuovo progetto fotografico, scoprendo le ispirazioni, i processi creativi e i messaggi dietro le sue affascinanti immagini.

 


Come nasce il tuo progetto?

Il Lab 167 di Agorà di Cult della FIAF di cui faccio parte, diretto dai tutors Giacomo Sinibaldi ed Andrea Fornaro, ha esaminato approfonditamente, con letture e studio di progetti fotografici del passato, il tema annuale dato dalla FIAF, “Totem e Tabù”, invitando ogni partecipante a declinarlo nell’espressione a ciascuno più congeniale. Durante gli incontri ho realizzato che anche io avevo il mio Totem ed ho deciso di farne il protagonista del mio lavoro

 

Qual’è il tuo totem? E come si è sviluppato il tuo lavoro?

Il mio Totem è un albero nei pressi di casa mia, che è nato nella sabbia e che ho visto negli anni diventare grande e regalare ombra e riparo; mi sono sempre meravigliata di come potesse crescere nella sabbia, senza cure, senza la terra fertile che caratterizza la mia regione. Lo incontro in tutte le mie passeggiate in spiaggia ed abbiamo stabilito un forte legame.

Il progetto è nato dalla considerazione che la società attuale ci indica come modelli vincenti, come Totems, la perfezione fisica, la bellezza ed eleganza troppo spesso “costruite”, l’ostentazione dei simboli del benessere... un modello di esistenza finto e fine a se stesso. Salvo poi, attraverso le vicende che la vita ci propone, accorgersi che questi modelli non hanno consistenza, si rivelano vuoti. Torniamo così a comprendere che la vera forza, la vera bellezza, la resilienza, risiedono nella Natura.

Il progetto vuole raccontare questo passaggio, questa presa di coscienza. Il lavoro è un palindromo perchè può essere letto anche in senso inverso, ci racconta in questo caso come nella storia dell’Uomo c’è stato il momento in cui la finta esistenza ha iniziato ad oscurare la Natura fino a sostituirsi ad essa e relegandola in pratica a ruolo di Tabù.



Quali sono state le difficoltà incontrate nella realizzazione?

La prima difficoltà è stata concepire come rappresentare l’esperienza, il passaggio interiore che porta a prendere coscienza della falsità degli attuali Totems ed il ritorno alla Natura. La scelta della fusione di immagine alla fine si è rivelata la migliore. Ho voluto realizzare “manualmente” il processo di fusione, controllando per ogni immagine ogni parametro delle due foto che costituiscono il progetto, senza mai affidarmi agli automatismi del software. La seconda è stata... aspettare la primavera e che l’albero mettesse di nuovo le foglie... perchè non è così scontato che l’albero “rinasca” ad ogni primavera... ed anche questa attesa è stata un insegnamento ed una bella esperienza.

 



Il lavoro partecipa alla collettiva di fotografia ed audiovisivi “Totem e Tabù” che si terrà a Pescara, presso il Dopolavoro Ferroviario, dal 29 giugno al 1 luglio con inaugurazione Sabato 29 giugno alle 18.30

















Gianpia Affaitati

Gianpia Affaitati è ricercatrice universitaria e medico in un ambulatorio presso la clinica universitaria di Chieti. La fotografia l' ha attratta fin da piccola e negli anni ha utilizzato polaroid, compatte e reflex a pellicola per approdare infine alla fotografia digitale. Il percorso formativo si è sviluppato inizialmente con corso base di fotografia per proseguire poi da autodidatta attingendo alle risorse che offre la rete sia come fonte di documentazione tecnica sia come possibilità di contatto con altri fotografi e più recentemente con gruppi di discussione fotografica. Dal 2018 è anche socia dell’Aternum Fotoamatori Abruzzesi. Ha partecipato a mostre fotografiche collettive, a libri fotografici collettivi ed a progetti fotografici nazionali.

























©L’ArteCheMiPiace - Blog Arte e Cultura di Giuseppina Irene Groccia 


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