V E R N A C O L A N D O Antologia di Liriche in Vernacolo

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V E R N A C O L A N D O

Antologia di Liriche in Vernacolo







di Redazione |25|Marzo|2024|


È attesa nei prossimi giorni questa nuova pubblicazione di L’ArteCheMiPiace in sinergia con il Gruppo Amici Poeti di Corigliano Rossano. Si tratta di una preziosa antologia di liriche in vernacolo, progettata per fornire una selezione di brani molto rappresentativi e di eccelsa fattura.

  

La splendida prefazione del Professor Giuseppe De Rosis introduce e approfondisce i nobili intenti di questo volume, mettendo in luce la potenza salvifica della poesia in un periodo contrassegnato da molteplici difficoltà sociali.

 

Nella retro copertina del libro, è presente un breve ma incisivo testo di Giuseppina Irene Groccia, che introduce il tema principale attraverso una sintesi mirata, offrendo così al potenziale lettore un'anticipazione della ricchezza e profondità del materiale presente nel libro.

 

La raccolta antologica vanta la partecipazione di 14 autori, tra cui Angela Campana, Pasquale Caruso, Maria Curatolo, Lina Felicetti, Aldo Fusaro, Luigi Godino, Marisa Lucisano, Ornella Mamone Capria, Stefania Pezzo, Pietro Pometti, Ida Proto, Anna Ruffo, Costantino Castriota Scanderbeg e Marinella Scigliano.

Ognuno di loro arricchisce il volume con la propria voce poetica, contribuendo in modo distintivo e prezioso alla varietà e alla profondità del volume.

 

 



Prefazione a cura di Giuseppe De Rosis


Ha un senso un’antologia di poeti, per giunta hic et nunc vernacolari, se fuori infuria l’interminabile ferocia del mondo, se il grido di Antigone “ Io sono nata non per condividere l’odio, ma l’amore”, è una vox clamantis in deserto? Che senso ha, se a due passi da noi, se lontano da noi il messaggio del Nazareno “ Ama il prossimo tuo come te stesso”, si perde nell’aria come i responsi della Sibilla, cancellato dall’orrore nei Kibbutz e a Gaza? Non è forse un’idea bislacca poetare in vernacolo, se questo è il tempo della dittatura dell’istante, di una cultura basata sulla prestazione, perché ci interessano i risultati, non le persone? Ha, invece, un senso ampio e profondo. Perché la poesia, anche se circoscritta ad un borgo, ad una casa, ad un ricordo, è il canto di quanti, come i nostri poeti, vogliono essere portatori d’ideali e di valori, vanno alla ricerca – tra le sillabe e con le sillabe – del tempo perduto, vogliono fissare sulla carta esperienze, ombre, attimi, cieli, altrimenti destinati a perdersi nel buio. Perché la poesia non si rassegna mai al disamore e alla disumanità. Scrivere, allora, per i nostri poeti è insieme: un atto d’amore verso la propria terra; un segno di eterna riconoscenza verso un mondo lontano solo cronologicamente; una vittoria contro il potere annichilente che il tempo esercita anche sul passato; una rivolta per salvare una realtà assoluta e metastorica; una sfida per segnalare che l’autenticità va ravvisata non negli eventi straordinari della storia maior, ma nelle esperienze comuni e scontate. Insomma, i nostri poeti, sia che presentino un ricordo non sgualcito dal tarlo dell’età adulta, sia che parlino dell’amore come “cielo in una stanza”, sia che rievochino persone e luoghi del natio borgo “non selvaggio”, sia che riflettano sulla maledizione di Eraclito, sia che facciano riferimento alla barbarie del nostro tempo, sia che inseriscano note di bonaria e fine ironia, testimoniano che nel naufragio c’è qualcosa che si salva: è la volontà indomita dell’uomo di perseguire i propri sogni, perché sono le nostre passioni che fanno la storia e ne attestano la bellezza. Consapevoli che non esiste incendio capace di fermare la loro voce, convinti che la poesia non risponde a criteri di efficacia utilitaristica e non è una voce di bilancio, hanno piena certezza che i versi vincono l’amnesia, il buco grigio del tempo, resistono alla morte, non franano davanti al vero e al tempo incrinato. Dunque poetare in vernacolo non è una deminutio capitis, ma la conferma che anche questo tipo di poesia è un alto strumento di sopravvivenza reale e la possibilità più attendibile di salvezza esistenziale, considerato che la penna è l’unica attività valida a preservare dalla nullificazione le esperienze esistenziali, perché la sottrae alla salsedine del tempo. Perciò uso del vernacolo non come lusus, divertissement, vizio, panchina. Infine per i poeti presenti nella raccolta un consiglio, che è anche un’esortazione e un invito, e non posso non ricorrere al mio maestro e alla sapienza classica. Quando nel xv canto dell’Inferno il divin poeta incontra Brunetto Latini, di cui è stato discepolo, il maestro gli dice: “ Se tu segui tua stella non puoi fallire a glorioso porto”. Questo per voi il mio augurio. E poi non dimenticate un principio attivo del tetrafarmaco suggerito dalla saggezza dei padri: “Deum sequi”.  Seguite il vostro demone, quello che tiene i fili della vostra vita. Questo è il mio auspicio finale.





 


Testo in quarta di copertina a cura di Giuseppina Irene Groccia


Vernacolando” presenta una ricca selezione di componimenti poetici, evidenziando come, all’interno del panorama letterario, la poetica dialettale abbia conquistato un ruolo significativo. Essa si configura come un punto di ancoraggio per numerosi poeti, che ne hanno riconosciuto il valore come elemento di connessione tra la profondità della tradizione e l’urgenza della loro vocazione poetica. Questa ricerca di equilibrio è costantemente guidata dalla naturalezza del verso e da un’effusiva affabilità, evidenziando così la vitalità e la rilevanza della poesia in questo contesto.

Un’esplorazione incessante dei dati della realtà e la costante ricerca di chiarezza nella creazione poetica delineano una narrazione a più voci che si distingue per la sua imprescindibile chiave di lettura. Le coordinate fondamentali emergono nella riscoperta della musicalità compositiva e nella curata disposizione sulla pagina, inclusa la rispettiva traduzione in lingua. Questi elementi caratterizzano il percorso poetico con tratti decisi e incisivi, che si manifesta come un ricco patrimonio culturale intessuto delle peculiarità del territorio, dell’identità di un popolo e delle sfumature degli usi e costumi locali.

  


Il volume includerà un Compact Disc omaggio del talentuoso musicista e cantautore Carlo Lucisano, la cui opera è rappresentata anche in copertina. Il CD presenterà una selezione di brani in vernacolo, in perfetta sintonia con le liriche del libro, sia per la loro bellezza che per il loro significato, evidenziando così l'importanza del vernacolo in tutte le espressioni artistiche e letterarie del progetto.








Vernacolando

ISBN 9798883850034


In copertina opera di Carlo Lucisano


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