Una sinfonia visiva - L'Arte di Luca Barlocci

  L’ArteCheMiPiace - Interviste


















Una sinfonia visiva

L'Arte di Luca Barlocci








di Giuseppina Irene Groccia |20|Agosto|2023|




La capacità di Luca Barlocci di combinare elementi in maniera equilibrata e bilanciata è evidente, poiché ogni combinazione fotografica sembra essere uno scorrere fluido di armoniose rievocazioni. 


Lontano da definizioni strettamente razionalistiche e concezioni intellettualistiche rigide della fotografia, Luca mira a catturare le sue visioni a partire da elementi reali. Si tratta di una connessione di figure, forme ed elementi che emergono come frammenti di immagini mentali e sensazioni che risiedono nella sua memoria, riuscendo a espandersi e trasformarsi nelle molteplici e infinite potenzialità delle sue variazioni, con l’intento di non porsi limiti nella ricerca e sublimare pienamente la sua creatività.


In un delicato equilibrio di reciproca influenza, egli propone un affascinante dualismo tra improvvisazione e studio dell’immagine. L’attento utilizzo della sua lente, lo porta ad assumere il ruolo di un osservatore acuto del mondo e dell’ambiente circostante, agendo come perlustratore e investigatore intuitivo. 


Come finestre sul tempo, le sue immagini svelano l’essenza di istanti fugaci, resi indelebili attraverso l’arte di congelare il destino in attimi eterni. È come una sinfonia visiva che si svolge davanti ai nostri occhi. I suoi elementi in una continua dicotomia di luci e ombre, in una combinazione mai semplicemente epidermica, trasmettono emozioni profonde e comunicano messaggi che sfidano qualsiasi semplice sguardo.


Tutte le sue fotografie trasudano di un afflato emotivo che, scorrendo tra forme talvolta contrastanti, cattura sentimenti profondi e rimane impresso nei cuori e nelle menti di chi le osserva.


Il suo recente progetto "Pictorialism" rappresenta un interessante tentativo di rievocare e reinterpretare il movimento artistico conosciuto come Pictorialismo, che ebbe origine nel 1885. Queste affascinanti immagini riflettono la volontà di richiamare una estetica avvincente e sperimentale, con l’obiettivo di integrarla nel contesto artistico contemporaneo. Ogni scatto si focalizza sull’interpretazione soggettiva e sulla creatività dell’artista, il quale continua ad esplorare le tecniche e gli stili del pictorialismo, sia per omaggiare il passato che per esplorare nuove possibilità creative nell’era digitale.



























Come hai scoperto la tua passione per la fotografia e cosa ti ha spinto a diventare un fotografo?



Sinceramente è successo per puro caso, ho comprato la mia prima macchina fotografica, una compatta Canon circa 10 anni fa, per il solo desiderio di avere un archivio dei posti che visitavo nel tempo libero, principalmente musei, chiese, borghi antichi di cui la mia regione è ricca. Questo dovuto alla mia passione e al fatto che sono stato un restauratore e un venditore di antiquariato per più di 20 anni. Scattando poi mi sono reso conto di quanto fosse magico quel piccolo oggetto e di quale possibilità poteva dare ad una persona come me che ha sempre sentito il bisogno di esprimersi ma che purtroppo non aveva nessun talento nel disegno. La passione poi è cresciuta ulteriormente, la curiosità di scoprire quali fossero i limiti della fotografia e così da quel giorno non ho più smesso.  




Il mondo della fotografia è vasto e variegato. Quali sono i generi fotografici che ti affascinano di più e perché? 


Bella domanda. In realtà, a causa del mio carattere, amo esplorare tutto, sono una persona estremamente curiosa. Non so dirti qual è il genere fotografico che preferisco in quanto per me la fotografia non ha generi, anche se per comodità e per distinguerli dobbiamo sicuramente dargli un qualche nome per meglio identificarli. La fotografia è per me semplicemente un mondo e vorrei esplorarlo tutto, se il tempo me lo concederà.  





Hai un fotografo o un'opera d'arte che ti ha ispirato particolarmente nella tua carriera? In che modo ha influenzato il tuo lavoro?


Ce ne sono molti, a volte non nella loro totalità, magari anche solo per una foto, ma penso che siano un pò il riflesso di quella che è la mia formazione artistica, che è classica, dei miei sentimenti, dei miei sogni, della mia immaginazione, alquanto fervida, delle mie speranze, dei miei canoni, di come vedo il mondo intorno a me. Ci sono però due fotografi a cui voglio rendere omaggio e a cui sono particolarmente affezionato, Mario Giacomelli e Masao Yamamoto.



Parlando di stili fotografici, c'è un particolare approccio o estetica che preferisci nei tuoi scatti?


Sinceramente no. Per me la fotografia è un viaggio interiore, ho iniziato fotografando ciò che era di fronte a me, all’inizio mi piacevano molto i paesaggi ma erano delle semplici cartoline, che si sono poi evolute nel tempo, ma non li ho mai abbandonati. Ora ho una visone diversa di ciò che mi trovo di fronte, cerco, e non sempre ci riesco, di portare alla luce qualcosa che non è molto visibile ad un primo sguardo. Penso che la fotografia debba essere una cosa estremamente personale se si vuole elevarla ad arte, quindi per farlo necessariamente deve essere riconoscibile tra le tante foto che ci sono, e, cosa non meno importante, che il fotografo si debba in qualche modo evolvere col tempo. Non riesco a definire artista qualcuno che impara delle tecniche, e magari perchè arriva un pò di successo, continua ad esprimersi e a produrre sempre le stesse cose. E’ un grosso limite della iper produzione di immagini che lasciano il tempo che trovano. Quindi al di là delle tecniche che si usano a me interessa ciò che si vuole esprimere.




Parlaci della tua passione per la fotografia in bianco e nero. Qual è il fascino che questo stile ha su di te e come credi che influenzi il tuo lavoro?


Il colore che amo di più. Io vedo il bianco e nero prima che vedere il colore ogni volta che fotografo. Un amore viscerale lo definirei, il più accattivante dei colori, una magia.





Qual è la tua opinione sull' importanza dell' attrezzatura fotografica rispetto alla creatività e alla visione personale? Puoi condividere con noi quali sono i tuoi strumenti preferiti e quali considerazioni guidano la tua scelta?


A mio avviso non c’è nessuna correlazione tra l’attrezzatura fotografica e il processo creativo. Tutto parte da ciò che si vuole trasferire su uno o più scatti, che è quello che un fotografo ha nella sua testa. Va da sè che quello che conta in realtà è la sensibilità del fotografo, la sua cultura, ciò che ama e odia, la sua immaginazione, i suoi limiti, i desideri, la volontà di rappresentare un tema o semplicemente di rappresentare la bellezza. La fotografia è uno strumento davvero potente, e bisognerebbe stare attenti ad abusarne, come invece purtroppo vedo fare. Ma d’altronde viviamo in una società consumistica e la fotografia ne è vittima come un pò tutto e tutti.




Spesso si dice che una buona fotografia parli da sola. Tuttavia, la post-produzione è un' importante fase del processo creativo. Come bilanci la manipolazione digitale per ottenere l' effetto desiderato senza perdere l' autenticità dell' immagine?


Si, penso che una fotografia se buona debba dare degli spunti per riflettere, o magari delle emozioni immediate o persino entrambe le cose. Tutto sta nella sensibilità di chi guarda, osserva, scava. Non sono affatto contrario a sapere ciò che il fotografo aveva in mente di esprimere con una determinata foto, ma allo stesso modo è molto interessante conoscere il pensiero di chi si trova di fronte a quella immagine. Se una fotografia crea questa interazione ha già raggiunto un grande obbiettivo. Per quanto riguarda la post-produzione ritengo sia un giudizio molto personale, il senso estetico non è qualcosa di canonico, ognuno ha il suo. Chi decide se una donna è poco o molto truccata? Qualcuno parla di buon gusto, ma ognuno ha una sua sensibilità e percezione delle cose. Personalmente scelgo il vestito delle mie fotografie a secondo del mio stato d’animo e di ciò che voglio rappresentare. Le fotografie sono bellissime anche nude e crude .

 



Quali sono alcuni dei tuoi trucchi o tecniche preferite per catturare emozioni autentiche nelle tue fotografie di ritratti? Come riesci a far emergere la personalità dei tuoi soggetti?

 

Aspettare quello che secondo me è il momento giusto, aiutare magari il soggetto ad esprimere qualcosa che sto cercando nel caso siano ritratti a qualcuno che ha del tempo da dedicarmi, saper cogliere il momento se si tratta di soggetti che ti trovi davanti, magari solo per qualche istante . Avere più tempo ovviamente permette di stabilire un certo contatto con la persona da fotografare e questo permette anche di vedere le sue espressioni, di poter capire meglio com’è e di poter in qualche modo scegliere come fotografarla.

 



Come scegli le location da immortalare e quali elementi cerchi di catturare nelle tue fotografie?


Mi fermo quando vedo qualcosa che cattura la mia attenzione, mi siedo, cammino, vago in quel posto per cercare punti di vista diversi e cerco di stabilire una connessione, è rarissimo che mi metta a scattare immediatamente quando la situazione lo permette. Quando ti accorgi di una situazione o di una persona che vuoi fotografare quanto conta l’improvvisazione e quanto, invece, lo studio dell’immagine?

Molto conta saper improvvisare, non sai quanto tempo avrai a disposizione, fortunatamente ho questa capacità, ma si può anche sviluppare con il tempo. E’ fondamentale per un fotografo. Riuscire a capire e valutare quanto tempo avrai a disposizione è altresì importante.





Qual è il progetto fotografico di cui sei particolarmente orgoglioso?


Non ce n’è uno in particolare, per motivi diversi sono tutti motivo di orgoglio, sono la mia storia, ed è questo che li rende tutti importanti perchè sono il segno di un determinato periodo, allo stesso modo di singole fotografie che portano con loro ricordi, storie ed emozioni.




Il tuo recente progetto dal titolo “Pictorialism” è un chiaro omaggio alla radice artistica della fotografia. In questo articolo abbiamo scelto di presentare dieci opere che ne fanno parte. Ce ne parli un pò?!


Il mio bagaglio culturale personale, essendo stato venditore e restauratore di arte antica, mi ha naturalmente portato a contatto con questo tipo di fotografia e con il Movimento stesso in un processo inverso. Ho sentito il bisogno di produrre fotografie con un tratto artistico per poi prendere coscienza dell' esistenza di una corrente fotografica che aveva già affrontato e cercato di avvicinare la fotografia alla nobile arte pittorica. Anche dal punto di vista tecnico sono state utilizzate tecniche diverse rispetto ai tratti tipici del Pittorialismo, anche grazie a moderne macchine fotografiche e nuovi software di post-produzione. Lunghe esposizioni, doppie esposizioni, tempi lunghi con movimento della fotocamera al momento dello scatto, uso di texture. Tutto questo si è concentrato su ciò che è più importante per me, la scelta dello scatto iniziale, destinato a stimolare l' immaginazione, una riflessione, uno stato d' animo e non solo lo stupore dell' osservatore.



In che modo credi possa arricchire la comprensione e l'interpretazione dell'arte fotografica nel contesto attuale?

 

Attraverso l'adozione di tecniche e stili ispirati al movimento pictorialista, intendo offrire una nuova prospettiva sulla fotografia, stimolando una riflessione più profonda sul rapporto tra estetica, emozione e narrativa visiva. Ritengo che questo possa offrire una mia personale prospettiva estetica, permettendo di cogliere le radici dell'arte fotografica e di confrontarle con le tendenze moderne. Credo possa in qualche modo promuovere una riflessione approfondita sulla sua evoluzione e sull'interazione tra passato e presente.

 



Con quali principali aspetti dell'estetica Pictorialista cerchi di combinare il fascino del passato con il linguaggio visivo contemporaneo?

 

Solitamente mi concentro sull'uso della luce, della sfocatura e della texture per creare immagini che evocano un senso di emotività e mistero. Amo osservare lo sguardo del fruitore andare verso la mia narrazione, integrando sfumature e tonalità che richiamano un po’ le tecniche pittoriche dell’epoca. Penso che questa fusione di elementi possa incontrare il linguaggio contemporaneo creando connessione tra il precedente  e l’attuale.

 

 

Alla luce delle moderne tecnologie fotografiche e delle tendenze artistiche contemporanee, quale messaggio speri di trasmettere?

 

Il mio intento è di evidenziare come l'evoluzione tecnologica possa armoniosamente affiancare i principi artistici fondamentali, offrendo nuove opportunità creative senza perdere di vista le radici storiche dell'arte fotografica.



Per concludere parlaci dei tuoi obiettivi futuri come fotografo. Ci sono progetti o sfide che hai in mente di affrontare?


Stampare il primo libro è l'obbiettivo più vicino, e viaggiare.










Contatti dell'artista


Email  lucabisbt@gmail.com

Facebook Luca Barlocci

Instagram Luca Barlocci Photographer 









Luca Barlocci è nato nel 1973 a San Benedetto del Tronto, in Italia.

Restauratore di oggetti d'antiquariato, continua l'attività di famiglia dopo aver terminato gli studi linguistici e sull'umanità.

Sempre innamorato dell'arte, soprattutto di quella antica, trascorre molto tempo, sin da quando era un ragazzino alla ricerca di piccoli tesori nascosti.

Fotografo autodidatta, nel 2011 scopre la sua passione per la fotografia che nel tempo diventa un grande amore.

Nel corso degli anni il tempo per lo studio e la ricerca fotografica  guadagna sempre più spazio e riempie le sue giornate di crescente dedizione, restituendo un prezioso senso di appartenenza ai propri luoghi e alla natura, ma anche nuova ispirazione in direzioni inattese e indagine fotografica di campi inesplorati.

Luca Barlocci ha individuato nel paesaggio una preziosa fonte di materiale vitale che attinge a ritrovare identità, a ricomporre il suo mondo interiore e a rivelare la pienezza, le sfumature e le preoccupazioni della fotografia.

Le sue immagini denotano il fascino che accompagna sempre e che l'autore riesce a trasmettere con l'arte attraverso un fascino di colore unico e la ricerca incessante della perfetta armonia.

Evidenziando l'attitudine a leggere i dati reali anche attraverso il riferimento simbolico e la rappresentazione astratta, l'autore ci mostra anche percorsi di ricerca più correlati all'inconscio. Alla rappresentazione di sé e della dualità interiore, dimostrandosi affascinato dal simbolismo, dalle evocazioni dei significati e dalle metafore, ma anche dal tratto umano, dai gesti, dai rituali quotidiani e dai segni del tempo sui volti delle persone.

La scelta del colore o del bianco e nero risponde sempre all'urgenza creativa della situazione. In un modo o nell'altro, la poesia di Luca Barlocci dimostra un presagio vitale di stimoli rigenerativi, un inno alla vita e un riferimento ai valori della terra e alla bellezza unica del paesaggio umano.

Nel corso degli anni ha partecipato a numerose mostre, Roma, Milano, Torino, Venezia, Petrovac, e ha collezionato numerosi premi e riconoscimenti.
Nel 2016 viene chiamato a diventare membro dell’agenzia GT Art photo agency di Milano, che annovera fotografi come Francesco Cito, reporter di guerra di fama internazionale, per poi trasferirsi definitivamente in Serbia.


























©L’ArteCheMiPiace - Blog Arte e Cultura di Giuseppina Irene Groccia 






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