Chi ha paura della creatività?

 L’ArteCheMiPiace - Divagazioni sull’arte 





Chi ha paura della creatività?


di Ljdia Musso |08|Ottobre|2021|



A quanto pare molti e i motivi possono essere di due ordini.

Motivi socio-culturali, perché, come ben sappiamo, tanto nella formazione scolastica che all'interno di tutti gli ambienti socio-culturali e politici, domina la logica razional calcolante che poco spazio lascia al concetto di creatività.

Il secondo è di ordine psicologico, perché creatività spesso è connesso con i concetti di innovazione, cambiamento ed espressione di sé.




Le persone, è risaputo, hanno paura dei cambiamenti, della possibilità di fallire intrinseca al cambiamento, e hanno paura ad esprimersi liberamente.

Particolarmente significativi i versi della Merini della poesia "Semplicità".

"La semplicità è mettersi nudi davanti agli altri.

E noi abbiamo tanta difficoltà ad essere veri con gli altri.

Abbiamo timore di essere fraintesi,

di apparire fragili,

di finire alla mercè di chi ci sta di fronte.

Non ci esponiamo mai."

Eppure la creatività e il pensiero creativo sono in realtà semplici, facili da mettere in pratica e, cosa ancora più importante, la creatività non giudica.

Come sottolineato da Nicole e Valentina, fondatrici di lezza artlab che ho avuto piacere di conoscere in occasione della mia intervista a Valentina, la creatività è esplorazione e non giudizio.






Valentina Albanese è presente nella raccolta ContempoArte 09 di L’Artechemipiace 



Attraverso la sperimentazione di differenti materiali artistici, nei laboratori d'arte esperienziale si entra a contatto con le proprie emozioni in uno spazio privo di giudizio.

Il fallimento non è stigmatizzato e ogni atto di espressione creativa ha un immediato ritorno sul piano ludico-esistenziali.

Ed è proprio su questa componente ludica e sull'assenza di un risvolto pratico che fanno leva molti detrattori della creatività e delle attività ad essa connesse.

Se a una persona chiediamo di mettersi davanti a un foglio bianco e di scrivere una poesia o di fare un disegno scatterà un meccanismo di blocco legato sia alla paura di fallire ( la maggior parte delle persone pensa di non essere capace di essere creativa perché sì sto per giudizi anche su che cos'è arte e che cos'è creatività) sia perché in un ottica razional calcolante, non essendoci un ritorno pratico immediato, la persona si domanderà se sta utilizzando bene il suo tempo.

L'ossessione del tempo è una costante nella nostra società.

Il tempo deve essere " ottimizzato", bisogna fatturare, come dice "il milanese imbruttito nei suoi video ormai virali, ossia bisogna avere un guadagno o di tipo finanziario o di tipo sociale.

Tutto il resto è out.

Il processo creativo è out perché ludico e ciò che è ludico deve rimanere confinato all'area temporale dell'infanzia.

Processo di creazione, come gioco, innovazione e scoperta, ormai ne fanno esperienza solo i bambini o i pochi fortunati che sono stati in grado di ritagliarsi, professionalmente parlando, una posizione all'interno della società che gli garantisca questo privilegio.

Il termine ludico non va confuso con il termine intrattenimento, l'entertainment che invece permea ogni aspetto della nostra società e che sarebbe più giusto tradurre con la parola distrazione, distrazione da sé e dagli altri e non processo creativo.

Per la maggior parte delle persone una volta abbandonata l'età dell'infanzia si crea una resistenza crescente a lasciarsi andare e ad esprimersi liberamente, si perde la capacità di giocare con il mondo e con la realtà, sia per timore di giudizio sia perché subentra una diversa visione della realtà.

La realtà non ci appare più plastica e plasmabile ma rigida e compartimentata.

Liberta’, identità e relazione sono altri tre concetti che bisogna prendere in considerazione quando si parla di creatività.

La creatività esige libertà, non esiste creatività se ingabbiata in logiche progettuali, la creatività è fluida e deve esprimersi seguendo i binari ed utilizzando i tempi i modi e i materiali che sentiamo più nostri.

Questo vale a maggior ragione se stiamo compiendo un atto di costruzione-espressione personale, della nostra identità, e non vogliamo per forza comunicare con gli altri.

Eppure la creatività può essere anche uno strumento di connessione e relazione con l'altro. Ce lo insegnano i laboratori tenuti da Nicole e Valentina e ce lo insegna l'esperienza di Valentina con Agata che, come Valentina ci ha raccontato durante l'intervista, è una bambina che utilizza il colore per comunicare con il mondo esterno.

Quando si crea in sinergia, costruendo un dialogo e non un monologo attraverso la creatività, il risultato sono opere collettive frutto di cooperazione tra identità diverse.

La creatività e il prodotto dei processi creativi si situano in uno spazio in continuo equilibrio tra esterno ed interno, tra un mondo esterno, la realtà percepita, ed è un'idea interiorizzata della realtà, ed ancora tra voglia di costruirsi ed esprimere la propria identità attraverso il processo creativo, tra il dialogo interiore con noi stessi ed la volontà di comunicare con l'esterno, con le altre identità.

Nonostante le resistenze basta davvero poco per riappropriarsi della creatività, di questo strumento-ponte tra la nostra interiorità e il mondo esterno.

Basta poco a scardinare i pregiudizi che pure sono ben consolidati nella nostra mente e nel nostro sistema socio-culturale e che ci impediscono sia di godere appieno della realtà in cui viviamo che di esprimere la nostra personalità in maniera creativa, basta anche solo venire in contatto con il colore.

Il colore ci circonda, ne facciamo un uso quotidiano, consapevole o meno, per comunicare-esprimere la nostra identità.

Gli esempi sono infiniti, potremmo cominciare dai vestiti che scegliamo di indossare per finire con il logo aziendale, un esempio su tutti il Blue Tiffany ormai parte integrante dell'identità dell'azienda, un colore protetto addirittura da copyright, prodotto da Pantone con numero PMS 1837, che corrisponde all'anno di fondazione di Tiffany.

Altra cosa è però fare esperienza creativa del colore, giocare consapevolmente con il colore può essere un'esperienza dirompente.

La creatività, fare esperienza diretta dei progetti creativi o indiretta attraverso la contemplazione di opere d'arte, ha una funzione catartica come ben sapevano gli antichi greci.


Un bellissimo esercizio di creatività suggerito da Jodorowsky nel suo libro Psicomagia consiste nel chiudere gli occhi e di fronte al nero che ci si para davanti immaginare di poterci librare in volo come uccelli e di poter volare in qualsiasi direzione; volare in alto o andare in picchiata giù in basso o ancora spostarci a destra e a sinistra, sentirsi liberi da schemi mentali e percepire anche il nostro corpo come libero.

Il concetto ultimo con cui veniamo in contatto, facendo un esercizio di questo genere, è che la realtà non è così rigida e schematica come ci insegnano.

La realtà è plastica e possiamo plasmare noi stessi e il mondo che ci circonda senza per forza attenerci a schemi e modelli pre-costruiti, a rappresentazioni del mondo preesistenti, ma basandoci interamente sul nostro mondo interiore e sulle nostre emozioni compiendo atti di creatività, o atti poetici per dirla con Jodorowsky.







Ljdia Musso nata a Catanzaro nel 1985.

Laureata cum laude in scienze della comunicazione, specializzata in comunicazione e marketing della moda e dei beni di lusso e Fotografa.

Si è formata nelle città di Roma, Barcellona, Parigi e Milano.

Dal 2019 vive in Italia dove svolge diverse attività. Consulente esterno di comunicazione e marketing e web marketing, fotografa e attivista.

È ideatrice di un progetto di moda sostenibile realizzato gratuitamente in collaborazione con Emmaus Catanzaro, selezionato da Emmaus Europe come progetto di attivismo attraverso la moda


Finalista ed. 2020 Festival Foto España, sezione descubrimiento.

Tra il 2019 e il 2020 come fotografa e attivista ha organizzato, sul tema dell'emarginazione, 12 mostre personali di fotografia documentaria (Marginalità ritratti di invisibili) un evento, realizzato in collaborazione con Emmaus Catanzaro e il csv Catanzaro, e delle performance di arte di strada.

Ha partecipato a collettive di pittura e fotografia a livello internazionale. 

Collabora con la testata RomaOggi e col blog "L'ArteCheMiPiace".


Collezioni Permanenti

● "Collezione Mediterraneo", Associazione Mediterraneum, Catania

● Archivio Carlo Palli, Prato

● Repubblica Milano, due gallerie permanenti.





Contatti:


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