Sogno o son desto? - Il nuovo libro fotografico di Catia Mencacci

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Sogno o son desto?

Il nuovo libro fotografico di Catia Mencacci 



di Giuseppina Irene Groccia   |21|Ottobre|2021|



"Di quale altra libertà psicologica godiamo oltre a quella di fantasticare? Psicologicamente parlando, è proprio nelle rêveries che siamo degli esseri liberi".

Gaston Bachelard



Tutto diviene confuso, i confini tra il mondo reale e l’immaginazione si incontrano, lasciando che lo spettatore si interroghi sul concetto di verità e realtà.


Sconcertante nei suoi soggetti e nelle sue prospettive, Catia Mencacci si presenta come un’artista capace di proporci un suo personale surrealismo, dove ingredienti di natura sfuggente si mescolano a corpi indistinti e senza tempo.


Il sottile limite tra sogno e realtà si perde in queste ambientazioni visionarie, rigorosamente in bianco e nero, rendendoci protagonisti di una realtà che sovrasta e incanta.


Attraverso queste visioni surreali, Catia riesce ad evocare, in modo dolce e naturale,  un senso di malinconica nostalgia, che ha come intento quello di indurre nell’osservatore sensazioni spesso perturbanti e dar vita a sensazioni che trascendono la realtà assumendo la dimensione del sogno.


La sua fotografia cresce nell’ottica di una continua sperimentazione e ricerca, intendendo l’immagine iniziale come punto di partenza per successive manipolazioni fino ad ottenere la poesia e l’incanto desiderato.


Le opere di Catia Mencacci risplendono di una brillante ispirazione e di spazi ben costruiti, dove l’immensità è racchiusa in fotogrammi coinvolgenti che seducono attraverso un dialogo segreto con il nostro inconscio.


Sono sviluppi creativi, che giungono da una incomparabile lontananza, avvicinandosi sempre più alla nostra coscienza, invitandola ad una nuova e continua scoperta.


Giuseppina Irene Groccia 




Un libro fotografico rappresenta uno strumento straordinario di comunicazione, un sistema complesso di linguaggio visivo e di circolazione di idee.

In “Sogno o son desto?”, libro fotografico di Catia Mencacci in uscita in questi giorni, ho il piacere di essere presente con un testo artistico dedicato che ripropongo come scritto introduttivo di questo articolo.

Ho accolto con immenso piacere l’invito rivoltomi da Catia, in quanto oltre ad un sentimento di lusinga, ha suscitato in me un grande entusiasmo.

Questa opportunità di collaborazione ha sostanzialmente confermato una stima reciproca già presente in entrambe, coniugando nuove esperienze di crescita creativa.








Tornando al libro posso affermare che le immagini accuratamente selezionate, compongono un impaginato che porta doppiamente la firma dell’artista, sia perché è lei stessa l’autrice degli scatti, sia per aver curato, nei minimi dettagli, l’ordine specifico della impaginazione e la realizzazione della copertina.

Il progetto si presenta come un libro in edizione speciale, che ripercorre, descrive e illustra una sequenza narrativa del percorso fotografico dell’autrice, guidandoci nella corretta

comprensione della sua ricerca e del suo sviluppo artistico.

L’accurata sequenza di realizzazione fa di esso un manufatto artigianale collocandolo di diritto nella prestigiosa categoria del libro d’artista.



Hai mai fatto un sogno tanto realistico da sembrarti vero? E se da un sogno così non ti dovessi più svegliare? Come potresti distinguere il mondo dei sogni da quello della realtà? 


Matrix -  Lana Wachowski, Lilly Wachowski

 








Ne parliamo un pò con lei...


Raccontaci di questo tuo nuovo progetto “Sogno o son desto?”. Quale processo artistico, ma anche personale ti ha portato alla sua realizzazione?


Da tempo desideravo mettere un punto su ciò che avevo realizzato nel corso degli anni. La realizzazione di un libro fotografico, a mio avviso, rimanda sempre ad una necessità dell'autore di toccare con mano il senso del proprio operato: diversamente dallo stampare singole foto, racchiudere le stesse dentro una copertina, magari aggiungendo brevi frasi o didascalie, mi è sembrato un vezzeggiamento che potevo concedermi, per un godimento tutto mio, personale ed intimo, con l'illusione (o forse la presunzione!) di creare qualcosa di eterno che riuscisse a sopravvivermi.

 

 




In quale momento ti sei resa conto che volevi realizzare un libro fotografico e perché hai scelto proprio questo progetto?


Me ne sono resa conto in un periodo di meditazione. Avevo appena terminato un progetto e il nuovo stentava a focalizzarsi. A dire il vero, inizialmente, avrei voluto autoprodurre una fanzine fotografica, però mi sono subito resa conto delle difficoltà che avrei trovato, non avendo alcun fondamento delle nozioni di base nel campo della creazione di prodotti di questo tipo.

Nel progetto sono inserite le mie prime fotografie pubblicate, collegate solo dal genere onirico, che è stato il mio primo "amore": ad esse sono profondamente affezionata e quindi ho voluto racchiuderle in un libro; dopo questa prima fase, peraltro, la mia attività è cambiata, nel tempo ho sentito il desiderio di raccontare storie ispirate dalla scoperta di fenomeni, o avvenimenti, che suscitavano in me un interesse particolare e specifico.

 

 


 

Quanto tempo e lavoro ci hai dedicato?


L'idea è nata questa estate, al lavoro ho poi impegnato buona parte del tempo libero a mia disposizione.

 

 

 

Hai realizzato gli scatti appositamente per questa pubblicazione o, viceversa, hai prima scattato le foto e in seguito fatto un lavoro di selezione?


Come ho già detto in precedenza, per questa pubblicazione sono state selezionate fotografie non recenti; indicativamente si tratta di immagini che vanno dal 2014 al 2019.

 



 

Quale è l’intento comunicativo che vuoi trasmettere con questo tuo nuovo progetto fotografico?


Il desiderio è quello di aver creato un libro che trasporti il fruitore in un mondo parallelo, onirico e sfuggevole, di altri tempi oserei dire, e che procuri sensazioni anche perturbanti.

 


Supponiamo che tu sia stato in grado ogni notte di sognare qualsiasi sogno tu volessi sognare,

E naturalmente, come hai iniziato questa avventura di sogni, avresti esaudito tutti i tuoi desideri.

Avresti ogni tipo di piacere, vedi

E dopo diverse notti avresti detto: "beh, è stato fantastico”.

        Ma ora facciamo una sorpresa, facciamo un sogno che non sia sotto controllo. 

        Bene, mi succederà qualcosa che non so cosa accadrà. 

        Allora diventeresti sempre più avventuroso, 

        E faresti sempre più scommesse su quello che sogneresti, 

        E finalmente avresti sognato dove sei ora. 

        Se ti svegli da questa illusione, 

        E capisci che nero significa bianco, 

        Se stesso implica l’altro, 

        La vita implica morte. 

        Puoi sentirti, non come un estraneo al mondo, 

        Non come qualcosa qui in prova, non come qualcosa arrivato qui per caso, 

        Ma si può iniziare a sentire la propria esistenza come assolutamente fondamentale. 

Quello che sei fondamentalmente, profondo, nel profondo, lontano, lontano, è semplicemente il tessuto e la struttura dell'esistenza stessa.

 

Dreams - Nuages, tratto da Fuori Dalla Tua Mente di Alan Watts 

 



 

Che ruolo svolgono i testi che hai inserito all’Interno?


I testi sono in sintonia con il tema del sogno; buona parte di essi riguardano canzoni; essi sono, nel mio intento, solamente di complemento per rafforzare il "mood" del libro.

 



Nelle visioni della notte oscura

ho sognato la gioia scomparsa - 

ma un sogno ad occhi aperti di vita e luce

mi ha lasciato con il cuore spezzato.

 

Ah! cosa non è un sogno di giorno

a colui i cui occhi sono rivolti

sulle cose intorno a lui con un raggio

rivolto al passato?

 

Quel santo sogno, quel santo sogno,

mentre tutto il mondo stava rimproverando,

mi ha rallegrato come un bel raggio

che guida uno spirito solitario.

 

E se quella luce, durante la tempesta e la notte,

così tremava da lontano...

Cosa potrebbe esserci di più puramente luminoso

Nella stella del giorno della Verità?

 

Un Sogno - Egdar Allan Poe

 





 

Hai curato personalmente la realizzazione della sovracopertina e dei portafoto delle stampe ottenendo un lavoro particolare ed intimo, spiegaci questa tua scelta...


Ho ritenuto importante realizzare da sola la sovracopertina, pur consapevole del fatto che ciò mi avrebbe impegnato molto. Proprio perché ho dovuto abbandonare, con molta sofferenza, l’idea di pubblicare una fanzine artigianale, desideravo creare una cosa con le mie mani, aggiungendo qualcosa alla impersonale stampa in serie. Incidere con il taglierino, incollare i bronzi e cucire il bottone nel cartoncino… gesti lenti, di un’epoca passata, che mi hanno fatto tornare un po’ bambina, immaginando, mentre eseguivo il lavoro, i volti di coloro che un domani avrebbero sfogliato il libro. Con riguardo alle cartoline stampate (su carta Hahnemühle) e tagliate manualmente con una taglierina antica dalla lama frastagliata, ho provveduto a realizzare dei portafoto origami, aggiungendo sempre piccoli decori bronzati: mi piaceva l’idea di non concedere al lettore la scusa che (non essendoci il modo di appoggiarle) le stesse potevano essere rinchiuse (ahimè!) in un cassetto.






Per maggiori informazioni e l’acquisto del libro clicca sulla seguente immagine 











Contatti dell’artista 

Email catiamencacci@libero.it

Sito Web www.catiamencacci.it














Catia Mencacci, nata a Cortona in provincia di Arezzo, si è avvicinata al mondo della fotografia nel 2012, da adulta. L’iscrizione al suo primo corso di fotografia è avvenuta quasi per gioco. Senza alcuna conoscenza del materiale fotografico e non avendo mai sentito il bisogno di fotografare prima di allora, partecipa ai primi insegnamenti senza nemmeno una fotocamera.

Il suo interesse si trasforma molto presto in passione. E’ principalmente interessata ad un mondo impressionistico, onirico, in cui l’immagine porta l’anima dell’osservatore in una magica atmosfera: un ambiente fatto di emozioni e sentimenti come l’incanto, la malinconia e il sogno.




















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