Andrea Scardigli L’anima della fotografia musicale
L’ArteCheMiPiace - Interviste
Andrea Scardigli
L’anima della fotografia musicale
di Giuseppina Irene Groccia |30|Marzo|2025|
Andrea Scardigli, nato a Roma nel 1972, è un fotografo con un percorso artistico ricco e sfaccettato. Dopo una carriera nel teatro come attore e mimo acrobata, ha trovato nella fotografia un nuovo linguaggio espressivo, trasformando la sua sensibilità scenica in immagini capaci di catturare emozioni autentiche. Diplomato presso la Scuola Permanente di Fotografia Graffiti Express, ha esplorato diversi generi, dal ritratto al nudo artistico, fino a specializzarsi nella fotografia musicale, un ambito che unisce la sua passione per l’arte visiva e per la musica jazz.
Con uno stile spontaneo e fortemente incentrato sul reportage, Scardigli riesce a cogliere l’essenza dei suoi soggetti, lasciando che siano le loro emozioni a guidare lo scatto. La sua opera “L’Insostenibile Leggerezza”, scelta per la mostra Everland Art, ne è un perfetto esempio: un’immagine nata in un momento critico di luce, ma capace di immortalare un’atmosfera irripetibile.
Attraverso il bianco e nero, la pazienza e un’attenta osservazione del ritmo musicale, Andrea Scardigli continua a esplorare il potere della fotografia come mezzo di comunicazione artistica, portando il pubblico dentro la magia della musica dal vivo.
Vi invito a scoprire direttamente dal protagonista come la sua arte si è evoluta nel tempo e quale messaggio cerca di trasmettere attraverso le sue fotografie.
Puoi raccontarci come hai iniziato il tuo percorso
artistico? C'è stato un momento o un evento particolare che ti ha spinto verso
l'arte?
Sono diplomato in liceo artistico e ho sempre avuto la
passione per Arte e la Fotografia… sin da piccolo disegnavo e fotografavo.
Qual è il tema o il messaggio principale che cerchi di
comunicare attraverso le tue opere?
Semplicemente tramite anima e emozioni del soggetto che
scatto davanti, soprattutto in questo ambito musicale che i soggetti tutti
spontanei senza una regia.
Come descriveresti il tuo stile artistico e come si è
evoluto nel corso del tempo?
Il mio stile artistico e prevalentemente reportage senza un
programma, ovviamente con il tempo il mio stile si è sempre concentrato
sull’anima ed emozione nell' ambito della fotografia musicale.
In che misura l'ambiente artistico in cui sei cresciuto, con
genitori avvocati ma una forte connessione con l'arte, la pittura e
l'architettura, ha influenzato la tua evoluzione come fotografo, in particolare
nel ritratto e nella moda?
I miei genitori mi hanno trasmesso Arte e pittura e
Architettura, sono un nipote D’arte di un famoso Architetto del 900 (Arch.
Mario Marchi) anche lui mi ha trasmesso passione in tutto perfino la
fotografia. Come tutti i fotografi iniziano a lavorare nel campo del reportage
per poi passare al tipo di stile e genere fotografico adatto alle loro
esigenze.
Io sono stato molto fortunato a lavorare in vari generi
contemporaneamente, ritratto, nudo artistico e matrimonio…
per poi dedicarmi completamente al genere musicale jazz per via che da piccolo ho suonato 2 strumenti, Clarinetto e Sax.
Dopo il tuo infortunio che ti ha costretto a ritirarti dal
mondo del teatro, come hai trovato la tua nuova strada nella fotografia? Ci
sono elementi della recitazione e dell'espressione teatrale che porti nel tuo
lavoro fotografico? In che modo il tuo background nel mimo e nella recitazione
ti aiuta a interagire con i soggetti e a raccontare storie attraverso le tue
fotografie?
Certamente, anche dopo un infortunio mi ero trovato senza
sentire nulla e quindi quel silenzio che avevo nell’ udito ho dovuto trovare un
modo di comunicare agli altri con la fotografia. Certo non è stato tutto facile
ma con il tempo mi ha dato forza anche dopo aver fatto un delicatissimo
intervento di impianto cocleare e ho potuto riacquistare buona parte del mio
udito, mi ha permesso di potenziate le mie capacità artistiche con la fotografia.
Gli elementi che porto con me sono: la pazienza; la
perseveranza sul mio lavoro. Soprattutto in questo genere di fotografia
musicale che devi ascoltare e controllare emozioni del musicista e il ritmo
musicale.
Grazie alla mia breve carriera artistica di mimo e attore,
mi ha permesso di sfruttare la mia capacità anche nella fotografia.
Quali tecniche fotografiche preferisci utilizzare per
catturare l’essenza dei tuoi soggetti, e come le hai sviluppate nel corso degli
anni?
Uso la macchina fotografica reflex scatto in modo naturale a
colori, poi le convertisco in bianco e nero in post- produzione.
Unica caratteristica essenziale per catturare i miei
soggetti in modo significativo è quella di avere molta pazienza e osservare il
soggetto tramite occhiello del corpo macchina e aspettare il momento giusto per
poi scattare la foto.
Che ruolo ha la tecnologia (fotocamere, software di
post-produzione) nel tuo processo creativo e nella realizzazione delle tue
opere fotografiche?
Non ha nessun ruolo, uso il necessario delle attrezzature
tecnologiche di post-produzione come ogni fotografo deve usare per lavorare e
mettere in risalto le proprie foto.
Qual è il processo creativo che segui per realizzare le tue
opere? Ci sono tecniche o rituali a cui sei particolarmente affezionato?
Io lavoro esclusivamente in bianco e nero.
Il Bianco e nero mette in risalto espressività dal soggetto,
emozione del soggetto.
Come vivi il rapporto tra l'arte e il pubblico? In che modo
il feedback o le reazioni delle persone influenzano il tuo lavoro?
Il mio lavoro incide con avere degli ottimi rapporti con la
direzione artistica del teatro e in particolare il manager oppure il leader del
gruppo musicale per poter avere l’accredito ufficiale per poter eseguire e
scattare durante il concerto.
C'è un'opera, tra quelle che hai realizzato, che consideri
particolarmente significativa per te? Puoi raccontarci la sua storia?
Si la foto “L’insostenibile leggerezza” che sarà esposta
nella mostra Everland Art.
Come vedi il ruolo dell’arte nella società contemporanea?
Pensi che il tuo lavoro contribuisca in qualche modo a questo ruolo?
E' una domanda da 1000 euro… scherzi a parte - la considero un
valore aggiunto nell’arte contemporanea, visto che la fotografia è considerata come un mezzo di comunicazione artistica e visiva.
Spero che il pubblico apprezzi il mio contributo, la mia
arte, soprattutto il genere di fotografia che sto rappresentando (fotografia
musicale).
Quali sono le maggiori difficoltà che hai affrontato come
artista e come le hai superate?
Le difficoltà sono sempre tante e non finiscono mai,
dobbiamo andare a pari passo con le nuove tecnologie, come per i concorsi
fotografici…
Attualmente sei tra gli artisti selezionati per EVERLAND Art - Percorsi di Ricerca, l’evento organizzato dall’associazione culturale Athenae Artis di Maria Di Stasio, che si terrà dal 26 aprile al 3 maggio presso la Galleria Il Leone. Cosa ti ha spinto a partecipare a questa mostra e quali sono le tue aspettative riguardo a questa esperienza? Quali aspetti pensi possano arricchire il tuo percorso artistico e contribuire alla tua crescita creativa?
Conosco molto bene associazione, ho partecipato precedentemente a due mostre a Salerno.
Spero di poter arricchirmi sempre di più con la visibilità e
partecipando alle mostre collettive degli artisti.
Soprattutto far conoscere al pubblico il bello della
fotografia musicale.
In che modo hai deciso di presentare la tua arte all’interno
di questo percorso espositivo e quali opere hai scelto di esporre? Ci puoi
raccontare il processo creativo che ti ha guidato nella loro realizzazione e se
c’è un significato o un messaggio particolare che volevi trasmettere attraverso
di esse?
La foto “L’Insostenibile Leggerezza” è una delle mie preferite. Nel progetto ho presentato diverse immagini, e sono felice che abbiano scelto proprio quella che ho sempre ammirato.
L’opportunità di esporla è stata anche frutto di un pizzico di fortuna: lo scatto è avvenuto in un momento critico dal punto di vista dell’illuminazione scenica, che era già molto debole e stava per spegnersi del tutto. Sono riuscito a catturare gli ultimi istanti prima che tutto sprofondasse nel buio.
Quali progetti o obiettivi hai per il futuro? Ci sono nuovi
ambiti o tematiche che vorresti esplorare?
Cercare di valorizzare sempre meglio le foto jazz, mostrare
il lato umano e le emozioni che trovo osservando e ascoltando la musica tramite
la macchina fotografica.
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