Khanh Nguyen - Il viaggio creativo di un'anima libera

   L’ArteCheMiPiace Interviste
















il viaggio creativo di un'anima libera

Khanh Nguyen



di Giuseppina Irene Groccia |27|Marzo|2025|



Artista autodidatta nata in Vietnam nel 1947, la sua produzione si configura come un dialogo tra struttura e libertà espressiva, tra razionalità ed emozione. Nonostante una formazione accademica in economia, la pittura ha sempre rappresentato per Khanh Nguyen un linguaggio necessario, una ricerca intima capace di dare forma a emozioni e riflessioni profonde. Il suo stile si muove tra il rigore compositivo di Piero della Francesca e la gestualità dell’Espressionismo Astratto, in un equilibrio dinamico tra classicità e modernità. Rifiutando il caos costruito e la distorsione fine a sé stessa, la sua arte si distingue per una ricerca di armonia, dove colore e forma diventano strumenti di un'espressione sincera e meditata. Il suo lavoro è un diario visivo in cui convergono musica, letteratura, natura e stati d’animo, testimoniando un percorso artistico autonomo e profondamente radicato nella necessità di comunicare oltre le parole.







Per approfondire il suo percorso artistico e le sue ispirazioni, lasciamo spazio alle parole dell'artista in questa intervista.






Puoi raccontarci come hai iniziato il tuo percorso artistico? C'è stato un momento o un evento particolare che ti ha spinto verso l'arte?

Sono un’artista autodidatta nata nel 1947 in Vietnam, con formazione artistica ottenuta durante il liceo francese a Saigon. Appassionata di arte, avrei voluto proseguire una formazione artistica, alla quale ho dovuto rinunciare, scoraggiata dalla famiglia perché tale percorso era considerato troppo free spirit e non rispettabile per una giovane donna nell’ambito sociale vietnamita del tempo. Così ho studiato l’economia in America dal 1967 fino al Dottorato in Economia nel 1976. Ma non ho mai lasciato il sogno artistico: ho sempre studiato la storia dell’arte, e ho continuato a dipingere tutta la mia vita seguendo la mia propria passione di sperimentare, il mio istinto di creare ed esprimere le miei proprie emozioni e idee.

 

Qual è il tema o il messaggio principale che cerchi di comunicare attraverso le tue opere?

La pittura per me, con le forme ed i colori, è disegnare sentieri attraverso foresti di emozioni, di feeling che le parole non bastano per esprimere. Per me dipingere è comunicare emozioni. Così i miei dipinti hanno sempre dei temi specifici ispirati dalla letteratura, dalla storia, dalla musica, dalla natura, e sopratutto dagli stati d’animo. Sono come i miei diari visivi, riflettono la musica che sento, le cose che leggo e vedo, le cose che mi commuovono e mi fanno riflettere.




Foto di Khanh Nguyen in studio.  


Un momento di felicità 

(70x50cm) mixed media su tela


Questo dipinto è ispirato ad un momento nel romanzo Seta di Alessandro Baricco: era un momento di ricordo pieno di tenerezza di un altro momento di felicità.  In fatti, nel romanzo Hervé disegnava, e sua moglie domandava: che cosa è?  “È una voliera… Tu la riempi di uccelli, più che puoi, poi un giorno che ti succede qualcosa di felice la spalanchi, e li guardi volare via.” 

In realtà stava ricordando come, un anno prima, tornò in Giappone e trovò la giovane concubina del barone che lo accoglieva in silenzio ma con grande felicità per il suo ritorno, seduta accanto alla gabbia spalancata, tra i suoi uccelli volanti.  Per rappresentare questo istante di felicità nel ricordo di Hervé, ho scelto di mettere gli uccelli al centro del dipinto, uccelli esotici che sono stati regalati dal barone alla sua concubina. Perché la scena descritta è un ricordo sentimentale privato a Hervé, ho scelto di evocare la ragazza in estasi in modo più astratta e trasparente possibile, tranne per le sue labbra. Gli uccelli volano su e giù intorno alla ragazza, in vari disegni di fantasia e in diversi colori vivaci e caldi, segni del momento di esuberanza e felicità. Le nuvole in stile giapponese, anche loro trasparenti, aggiungono un leggero senso di movimento all'atmosfera di sogno. 



Come descriveresti il tuo stile artistico e come si è evoluto nel corso del tempo?

Amo particolarmente Piero della Francesca per la semplicità del suo disegno che armonizza razionalità ed estetica, per la sua capacità di catturare un istante nel tempo e di comunicare tante emozioni attraverso il silenzio (invece di limitarsi a mostrarle in silenzio). In pratica come artista preferisco uno stile semplice per esprimere e comunicare emozioni e idee, con un approccio più moderno, con più spontaneità e libertà, con i colori e con le forme, ispirandomi alle tendenze artistiche contemporanee, soprattutto l’Espressionismo astratto, Futurismo e Color Field. Tuttavia, i miei dipinti hanno sempre dei temi specifici ispirati dagli stati d’animo, dalla letteratura, musica e natura. Non dipingo per solo giocare con i colori e le forme.

 

La tua ricerca artistica sembra muoversi tra un profondo interesse per la storia dell’arte italiana e l’influenza di correnti moderne come l’Astrattismo e il Color Field. Come riesci a bilanciare la struttura e il rigore compositivo di artisti come Piero della Francesca con la libertà espressiva e cromatica delle avanguardie contemporanee?

Per me la principale differenza tra la pittura nello stile di Piero (a) e nello stile dell'espressionismo astratto (b) sta nel modo in cui la realtà è rappresentata nella pittura. In (a) il dipinto è figurativo nel senso classico, e presenta le cose come una foto della realtà: cioè i soggetti, siano persone o scenari, sono rappresentati con dettagli realistici in modo più riconoscibile possibile. In (b) c'è più immaginazione, più creatività, più metafora coinvolta in quanto puoi rappresentare persone e scenari in varie forme e/o colori, cioè non necessariamente riconoscibili come sono in realtà. Al di là di questa differenza, credo che le questioni di struttura e composizione, di semplicità e di eleganza nel design si applichino ugualmente sia a (a) che a (b). Aggiungerei un altro aspetto comune sia a (a) che a (b): il lirismo, l'espressione lirica del messaggio o dell'emozione che viene trasmessa attraverso il dipinto. Credo che in termini assoluti tutti i dipinti siano basati più o meno su una idea di struttura/composizione, da cui gli artisti improvvisano e creerebbero le loro visioni. Dove potrebbe non esserci una tale base comune potrebbero essere i movimenti artistici attualmente emergenti come Art Brut, Outsider Art, Urban/Graffiti Art e forse alcune interpretazioni dell'Arte Etnica. Perché secondo me queste tendenze di design mirano essenzialmente a creare caos, a negare e distorcere le realtà, a ripetere più e più dettagli che vengono definiti come spontaneità istintiva. Devo dire che anche lì c’è la possibilità di mantenere una certa ‘eleganza nel chaos’, cosa che purtroppo non tutti cercano di fare.  In questo contesto citerei anche alcune opere di Picasso in cui i disegni sono così distorti che non le penserei come arte Naif, e sicuramente non come arte spontanea che è stata così elogiata da Picasso come vera creatività che è istintiva nei bambini. Ma anche in quelle realtà distorte di Picasso, vedo la sua composizione e struttura di fondo, se queste decisioni sono state prese prima e/o durante il suo processo di pittura, dipende dall'artista e dai momenti pittorici.

Non sto dicendo che non apprezzo queste tendenze artistiche di oggi. Ho provato più volte questi stili, ma alla fine ho cancellato il dipinto e ho ricominciato la tela da capo. Perché? semplicemente non è il mio stile, non mi identifico con esso perché il mio messaggio nella pittura non è quello di trasmettere del caos "fabbricato", disordine, distorsione e tensione sovraccarica, e sicuramente non voglio usare l'arte per cercare appositamente un'antitesi alla semplicità e all'eleganza. Certamente l'arte può essere usata per descrivere gli aspetti ‘brutti’ che naturalmente esistono nella realtà del mondo (esempio: Caravaggio), ma usare l'arte per creare intenzionalmente della "bruttezza" non è una chiamata artistica per me.

Gli elementi dell'arte sono colore, forma, linea, spazio e consistenza. I principi dell'arte sono scala, proporzione, unità, varietà, ritmo, massa, forma, spazio, equilibrio, volume, prospettiva e profondità. Secondo la narrativa generale dipingere un dipinto astratto è un atto spontaneo. Secondo me può essere un atto spontaneo nell’esecuzione, nel processo di dipingere; ma in fondo fare un dipinto astratto richiede una conoscenza del colore e del design e dei contrasti tonali, e sopratutto come creare interesse. Per questo ultimo, ci vuole un'idea davvero chiara di ciò che vuoi dire tramite il dipinto. Un dipinto astratto non può riguardare nulla.

In breve per me le decisioni sulla composizione e la struttura di un dipinto (decisioni fatti prima o durante il processo di pittura) non inibiscono la mia spontaneità artistica e creatività. In effetti per me è una parte necessaria del processo estetico della pittura (soprattutto se dovessi decidere su una composizione che intendo essere sbilanciata). È qui, nella composizione e nell’espressione semplice di sentimenti senza cadere nella sentimentalità, che trovo ispirazione da Piero della Francesco sebbene faccio l’astratto figurativo.



Volare 190 x 34cm diameter, mixed media on wooden Doric style column


Nota: Questa foto è un collage di foto presi da diversi angoli per ricostruire una vista continua, unidimensionale della colonna dipinta. 


Il tema è ispirato alla famosa canzone Volare (cit. “Volavo più in alto verso il sole tra le nuvole nel cielo infinito. E il rumore laggiù non è più che un fiato di vento che passa tra gli alberi di qua e di là”) e al canto 11 del Purgatorio di Dante (cit. “Non è il mondan romore altro ch’un fiato di vento, ch’or vien quinci e or vien quindi, e muta nome perché muta lato”). L’opera era per esprimere il mio senso di totale libertà di essere me stessa avendo deciso di andare in pensione -per la seconda volta.  Per esprimere i miei sentimenti di luce, movimento e libertà, e per poter adattare bene il disegno alla rotondità della colonna, ho scelto di dipingere in stile futuristico, un movimento artistico italiano iniziato all'inizio del XX secolo. La colonna alla fine offre 2 immagine di una persona seconda a dove la guardi. Una persona è disegnata in stile figurativo più convenzionale, sollevandosi verso il cielo blu tra le nuvole sopra il verde. L'altra ‘persona’ è molto più metaforica in disegno, che ho ‘catturato’ per caso durante il processo di dipingere, si trova quasi sul lato opposto della colonna, sembra esser l’ombra dello stesso soggetto ora intuito nell'astrazione futuristica di luce e movimento. Per esprimere il movimento delle nuvole ho usato il design tradizionale orientale delle nuvole che si fonde perfettamente in questo stile moderno astratto del movimento.

In fine, ecco degli esempi di come ho lavorato col multimediale per la comunicazione dei vini che ho prodotto nell’azienda di famiglia a Bolgheri in Toscano. Ho ideato tutti i disegni e narrativi per creare un nuovo approccio visivo alla degustazione guidata dei vini, collaborando con un tecnico di animazione G.Ragazzini per farne dei video.  Ho fatto un libro fotografico intitolato ‘Storie di mani e di vino’ per celebrare il ruolo delle mani nel fare il vino, publicato in 2011, che si può trovare sull’ internet, o se no, posso anche inviare una versione digitale. 

 

Lavori con molte forme d’arte e materiali diversi, dalla pittura alla fotografia, dalla scultura alla ceramica raku. C’è un filo conduttore che lega queste pratiche nel tuo percorso creativo, o ogni mezzo rappresenta per te un’esplorazione autonoma e distinta?

Queste diverse pratiche artistiche non sono azioni autonomi e distinti per me. Sono esplorazioni legati ad un filo conduttore: la ricerca della libertà, la spontaneità dell’espressione in piena consapevolezza che spesso la forza comunicativa e l’eleganza visuale è nella semplicità del disegno e della sua cromatica.




 

La tua esperienza nella viticoltura ha influenzato il tuo percorso artistico, portandoti a esplorare il mondo del branding e della comunicazione visiva per il vino. In che modo questo legame tra arte e vino ha plasmato il tuo approccio alla creazione, sia in termini di materiali che di tematiche?

 In effetti la mia vita col vino e il conseguente bisogno di creare un marchio attraverso la narrativa visiva mi hanno portato a fare molti progetti fotografici e video. Anche qui ho applicato lo stesso approccio che uso per la pittura, vale a dire esprimere emozioni con semplicità tenendo presente i principi estetici della composizione delle immagini e la loro relazione reciproca con il narrativo. Ovviamente è molto più facile e divertente scattare delle foto per catturare rapidamente e istantaneamente lo spirito di un momento dell’azione. Per questo motivo accetto volentieri di sacrificare i dettagli di precisione e la perfezione di una posa, e preferisco usare un iPhone invece di una fotocamera professionale tradizionale. La spontaneità di questa esperienza visiva mi ha anche portato ad evolvere dalle idee puriste originali dell' espressionismo astratto che puntano sopratutto sulle forme e colori. Ho trovato che non bisogna separare schiettamente l’arte astratto dall’arte figurativa, che i dipinti astratti e figurativi non sono completamente disconnessi, perché anche le forme astratte e i colori possono esser interpretati come rappresentazioni figurativi della realtà. Con tale re-definizione dell’estratto mi sono avvicinata agli approcci utilizzati nel movimento dell'arte concettuale contemporanea, anche se non abbraccio pienamente l'importanza primordiale di un'idea o di un concetto rispetto alla tecnica e all'estetica artistica. Così per me è stata un'evoluzione naturale verso la pittura figurativa astratta usando alcune idee dell’arte concettuale per esprimere i miei sentimenti sulla musica e la natura, pensieri e domande sulla società o sull'esistenza. Basta esser cosciente di non andare con il sentimento verso la sentimentalità eccessiva. 

Ecco 1 esempio di foto fatti durante la mia vita di vino.





 

 


Qual è il processo creativo che segui per realizzare le tue opere? Ci sono tecniche o rituali a cui sei particolarmente affezionata?

Il mio processo di lavoro varia da pittura a pittura. Generalmente tengo una lista di diversi temi, essenzialmente cose, musica e idee che mi hanno commosso. Posso passare mesi a riflettere su diversi approcci per esprimere le idee o emozioni provate. Poi, quando mi sento pronta, mi metto a dipingere. Spesso finisco il dipinto in 1-2 giorni. Non mi piace ritoccare troppo dopo, ma è successo che ho obliterato il dipinto per ricominciare la tela da capo.

 

Preferisci lavorare in solitudine o trovi ispirazione anche da contesti collettivi, come workshop o eventi d’arte?

Lavoro sempre in solitudine.

 

Come vivi il rapporto tra l'arte e il pubblico? In che modo il feedback o le reazioni delle persone influenzano il tuo lavoro?

Ho sempre visto i miei dipinti come i miei diari visivi e così trovo importante dare loro un titolo appropriato. In questo senso sento il bisogno di condividere con chi sta guardando il mio dipinto le emozioni che mi hanno motivato a fare il dipinto nel modo in cui l’ho fatto. Così sto cercando anche un feedback preciso e autentico dal pubblico, sopratutto dagli amici e colleghi artisti, nel l’obiettivo di migliorare il mio processo creativo. D'altra parte mi rendo conto che senza spiegare il perché e come ho fatto il mio dipinto, e anche nonostante ciò, le altre persone possono guardare il dipinto con una visione o un'interpretazione completamente diversa che può anche riflettere delle intuizioni molto diverse e interessanti. La mia osservazione dai musei, dalle art festival, dalle gallerie e mostre che ho visitato e quelle in cui ho participato, è che in questi tempi di fretta e di ‘cortesia sociale’, il feedback all’arte esposta è riservato, consiste generalmente di un silenzio o al massimo di un timido ‘mi piace’, cioè l’equivalente del ‘like’ sul Facebook, e che sembra raro ricevere dei commenti genuini dal pubblico.

 

C'è un'opera, tra quelle che hai realizzato, che consideri particolarmente significativa per te? Puoi raccontarci la sua storia?


Si, si tratta di "Scintille", o "Ascoltando Sonata No.22 di Beethoven/ Sparks"  127cm x 152cm, mixed media su tela.

 

 


 

Questo dipinto è ispirato alla Sonata di Beethoven n. 22. Con solo 2 movimenti, non è una sonata come le altri. Fino a recente, fu considerata come una oddity, una stranezza. È una delle mie favorite. Per me ascoltando la musica, il primo movimento (invece dell’ apertura lenta di tradizione) è immediatamente tutto energia e fantasie, che illustro con delle scintille dorate e rosse, insieme con i cerchi rossi, per un effetto di improvvisato, quasi esplosivo. Il secondo movimento consiste di una composizione moto perpetuo, cioè di flussi continui di note musicali che secondo me suggeriscono la determinazione, la perseveranza che sono necessari per mantenere il fuoco, la creatività in corso. Questo implacabile moto perpetuo scelto da Beethoven è simbolizzato qui dalle colonne nere, disegni spontanei con le forme e il nero persistente. È stato detto che la Sonata n. 22 era la sfida di Beethoven contro la conformità alle regole, e anche contro i critici negativi ricevuti sul suo approccio insolito. È come se ha detto: faccio la mia musica a mio modo e non mi interessa se ti piace.

 

 

Come vedi il ruolo dell’arte nella società contemporanea? Pensi che il tuo lavoro contribuisca in qualche modo a questo ruolo?

 

Ho diversi pensieri sul ruolo dell'arte nella società di oggi.

1) mi sembra che oggi c'è una convinzione molto diffusa per una maggiore libertà nell'arte creativa, mentre forse c'è meno attenzione all'educazione artistica, specialmente all'arte moderna, e il risultato è una maggiore tolleranza per qualsiasi cosa, quindi uno sguardo più generoso, meno critico dell'arte, specialmente per gli stili contemporanei. Forse anche perché l’arte astratto moderno non è convenzionalmente figurativa, e dunque sembrerebbe tutto uguale se uno non parte da una piccola conoscenza di base? Se questo è vero, si potrebbe rintracciare il problema alla ‘mancanza’ di educazione artistica offerte o ancora di ‘qualità’ nelle opere

2) L'arte potrebbe servire allo scopo di evidenziare alcune questioni nella società e/o nella politica, ma qui ho la preoccupazione che con i rapidi progressi della tecnologia e del social network, le generazioni più giovani stiano cercando dei riferimenti altrove. Sembrano non molto interessati alla storia dell'arte, o tendono ad avere un apprezzamento più casuale e più superficiale dell'arte, anche dell'arte classica.

3) Così dal punto di vista di un artista sento che l'arte di oggi è diventata molto commercializzata, e la tendenza sembra essere piuttosto per l’arte tipo poster, più pronte con impatto immediato e messaggio tipico ed accettabile sul social (ref. urban art, art brut, graffiti art), che si manifesta anche tramite la popolarità del tattoo.

 

Quali sono le maggiori difficoltà che hai affrontato come artista e come le hai superate?

Nessuno problema finora 

 



Attualmente sei tra gli artisti selezionati per EVERLAND Art - Percorsi di Ricerca, l’evento organizzato dall’associazione culturale Athenae Artis di Maria Di Stasio, che si terrà dal 26 aprile al 3 maggio presso la Galleria Il LeoneIn che modo hai deciso di presentare la tua arte all’interno di questo percorso espositivo.

 

Ho scelto di presentare la mia arte all’Expò EVERLAND ART" - PERCORSI DI RICERCA perché l’evento si presenta come “un viaggio nell'intimità dell'animo, una scoperta dell'arte in costante evoluzione che invita l'essere umano a esplorare il proprio sé più profondo.” Questo percorso di ricerca, questo viaggio nell’intimità dell’animo, l’ho fatto in una vita che si estende su 2 secoli, 2 millenni. In effetti ho vissuto diverse vite, andando da nord a sud, da est a ovest e ritorno, senza lasciarmi condizionata nello spazio, nello spirito o nel tempo. Durante quelle vite sono stato in continua ricerca di quella parte di me che è autentica e creativa, la mia individualità. Credo fermamente che tutti debbano trovare ed esprimere il proprio sé creativo, e se l'espressione di questa creatività è arte, è tanto meglio. Ma non è semplice: la società, con le sue regole e aspettative, spesso spinge verso la conformità e la razionalità, dimenticando l'importanza della creatività. (A proposito, sto scrivendo tutto quanto sopra nella mia autobiografia che sarà pubblicata entro la fine dell'anno.)

 

Quali opere hai scelto di esporre? Ci puoi raccontare il processo creativo che ti ha guidato nella loro realizzazione e se c’è un significato o un messaggio particolare che volevi trasmettere attraverso di esse?

 

Il dipinto che participa all Everland Art Expò si chiama Il Rifiuto: 70cm X 50cm, mixed media su tela.





 

Questo dipinto è ispirato al libro ‘L’uomo a una dimensione’ dal sociologo Herbert Marcuse, un libro scritto nel 1964 che parla dell’ attualità sociale e umana di oggi. Sto cercando qui di evocare un mondo in cui il progresso tecnologico, anziché liberare l'uomo, lo imprigiona in una gabbia dorata di falsi bisogni e desideri manipolati. E l’uomo, in una rappresentazione quasi unidimensionale, sembra essere contento, anche se arreso; ma allo stesso tempo sembra sognare qualcosa di diverso, forse la libertà di volare via come l’uccello blu, e di evolvere e creare, qui simbolizzato nel free disegno del fiore/nuvola rossi. In altre parole sto cercando di dire che possiamo, proprio dobbiamo ripensare il nostro modo di vivere per liberarci dal sistema in cui viviamo. Dobbiamo cercare il modo di dire no alla società consumistica moderna che ci sta confondendo, chiudendoci in un stato di ‘falsa’ felicità (Marcuse parlava di “euforia nella infelicità”), e di dire no al progresso tecnologico e digitale che sta ridefinendo cosa significa essere umano e vivere se stesso. E tutto questo ognuno di noi può fare, a modo suo, senza drammatizzare o allarmare, ma con consapevolezza, calma e determinazione. Il primo passo verso un mondo alternativo deve essere un rifiuto delle immagini impiantati nella nostra mente ma che non sono nostri. Poi, dobbiamo riscoprire il proprio sé e la capacità di sognare, creare nuove immagini per un nuovo orizzonte.

 

 

 

Il secondo dipinto che sarà presente su video all’Everland Art Expò si chiama Rema La Tua Barca (Row your boat): 127 x 229cm, mixed media su tela.




 

Il dipinto è ispirato da una canzone in inglese per bambini che si chiama Row Row your boat, Rema Rema la tua barca, con il testo come segue:


“Rema, Rema, Rema La Tua Barca,

Delicatamente giù per il fiume,

Allegramente, Allegramente,

La vita non è che un sogno.”



L’idea è che la barca è tutto ciò che ti occorre per guidare la tua propria vita. E la vita non è che un sogno, basta sognare e vogare la tua barca. Continua a sognare e osa vivere più di una vita. In effetti la vita può essere molti sogni che verrebbero fuori nel tempo SE solo tu osi continuare a sognare e realizzare i sogni. I sogni sono le idee e le passioni che hai nel tuo cuore e nella tua mente che formano una sorta di linea rossa che ti spinge e ti tira verso i prossimi passi.

Ogni sogno è come una barca: ci sali, la remi sull'acqua, che sia fiume o mare, andando dove vuoi e il destino vuole, guidato da una linea rossa di obiettivi, desideri. A volte ti arrendi lungo la strada. Ma finché continui a sognare sali su un'altra barca e remi...Alla fine la vita stessa è una barca, ognuno di noi è più o meno attrezzato per remarla sulle acque. Con i tuoi sogni e con i tuoi viaggi in giro incontri altre barche, altre persone (famiglia, amici, conoscenti o persone che si sono incontrate solo una volta), e alcune di queste barche potrebbero viaggiare insieme a te parte della strada o tutta la strada sul fiume della vita.

 

 

Quali progetti o obiettivi hai per il futuro? Ci sono nuovi ambiti o tematiche che vorresti esplorare?

Un progetto particolare su cui sto lavorando è di trovare il mio modo di raccontare la storia millenaria di Roma, la città dove ho la fortuna di abitare, oramai per quasi 10 anni in totale (che non mi bastano per conoscere tutte le sue storie e culture). 

Ecco un esempio:

Ercole tra le rovine/Hercules among the ruins, 177 x 130cm, olio su tela.




 

 






Contatti



Email  knguyen47@yahoo.com








 Khanh Nguyen

Nata in Vietnam nel 1947, è un’artista autodidatta con una formazione artistica iniziale presso il liceo francese di Saigon. Nonostante una profonda passione per l’arte, le convenzioni sociali dell’epoca l’hanno indirizzata verso un percorso accademico differente, portandola a conseguire una laurea e successivamente un Dottorato in Economia negli Stati Uniti tra il 1967 e il 1976. Tuttavia, l’arte è sempre rimasta una componente essenziale della sua vita. Ha continuato a studiare la storia dell’arte e a dipingere con costante dedizione, guidata dalla volontà di sperimentare e dall’istinto creativo che la spinge a esprimere emozioni e idee attraverso il colore e la forma.













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