Khanh Nguyen - Il viaggio creativo di un'anima libera
L’ArteCheMiPiace Interviste
il viaggio creativo di un'anima libera
Khanh Nguyen
di Giuseppina Irene Groccia |27|Marzo|2025|
Artista autodidatta nata in Vietnam nel 1947, la sua produzione si configura come un dialogo tra struttura e libertà espressiva, tra razionalità ed emozione. Nonostante una formazione accademica in economia, la pittura ha sempre rappresentato per Khanh Nguyen un linguaggio necessario, una ricerca intima capace di dare forma a emozioni e riflessioni profonde. Il suo stile si muove tra il rigore compositivo di Piero della Francesca e la gestualità dell’Espressionismo Astratto, in un equilibrio dinamico tra classicità e modernità. Rifiutando il caos costruito e la distorsione fine a sé stessa, la sua arte si distingue per una ricerca di armonia, dove colore e forma diventano strumenti di un'espressione sincera e meditata. Il suo lavoro è un diario visivo in cui convergono musica, letteratura, natura e stati d’animo, testimoniando un percorso artistico autonomo e profondamente radicato nella necessità di comunicare oltre le parole.
Per approfondire il suo percorso artistico e le sue ispirazioni, lasciamo spazio alle parole dell'artista in questa intervista.
Puoi raccontarci come hai iniziato il tuo percorso artistico? C'è stato un momento o un evento particolare che ti ha spinto verso l'arte?
Sono un’artista autodidatta nata nel 1947 in Vietnam, con
formazione artistica ottenuta durante il liceo francese a Saigon. Appassionata
di arte, avrei voluto proseguire una formazione artistica, alla quale ho dovuto
rinunciare, scoraggiata dalla famiglia perché tale percorso era considerato
troppo free spirit e non rispettabile per una giovane donna nell’ambito sociale
vietnamita del tempo. Così ho studiato l’economia in America dal 1967 fino al
Dottorato in Economia nel 1976. Ma non ho mai lasciato il sogno artistico: ho
sempre studiato la storia dell’arte, e ho continuato a dipingere tutta la mia
vita seguendo la mia propria passione di sperimentare, il mio istinto di creare
ed esprimere le miei proprie emozioni e idee.
Qual è il tema o il messaggio principale che cerchi di
comunicare attraverso le tue opere?
La pittura per me, con le forme ed i colori, è disegnare sentieri attraverso foresti di emozioni, di feeling che le parole non bastano per esprimere. Per me dipingere è comunicare emozioni. Così i miei dipinti hanno sempre dei temi specifici ispirati dalla letteratura, dalla storia, dalla musica, dalla natura, e sopratutto dagli stati d’animo. Sono come i miei diari visivi, riflettono la musica che sento, le cose che leggo e vedo, le cose che mi commuovono e mi fanno riflettere.
Foto di Khanh Nguyen in studio.
Un momento di felicità
(70x50cm) mixed media su tela
Questo dipinto è ispirato ad un momento nel romanzo Seta di Alessandro Baricco: era un momento di ricordo pieno di tenerezza di un altro momento di felicità. In fatti, nel romanzo Hervé disegnava, e sua moglie domandava: che cosa è? “È una voliera… Tu la riempi di uccelli, più che puoi, poi un giorno che ti succede qualcosa di felice la spalanchi, e li guardi volare via.”
In realtà stava ricordando come, un anno prima, tornò in Giappone e trovò la giovane concubina del barone che lo accoglieva in silenzio ma con grande felicità per il suo ritorno, seduta accanto alla gabbia spalancata, tra i suoi uccelli volanti. Per rappresentare questo istante di felicità nel ricordo di Hervé, ho scelto di mettere gli uccelli al centro del dipinto, uccelli esotici che sono stati regalati dal barone alla sua concubina. Perché la scena descritta è un ricordo sentimentale privato a Hervé, ho scelto di evocare la ragazza in estasi in modo più astratta e trasparente possibile, tranne per le sue labbra. Gli uccelli volano su e giù intorno alla ragazza, in vari disegni di fantasia e in diversi colori vivaci e caldi, segni del momento di esuberanza e felicità. Le nuvole in stile giapponese, anche loro trasparenti, aggiungono un leggero senso di movimento all'atmosfera di sogno.
Come descriveresti il tuo stile artistico e come si è
evoluto nel corso del tempo?
Amo particolarmente Piero della Francesca per la semplicità
del suo disegno che armonizza razionalità ed estetica, per la sua capacità di
catturare un istante nel tempo e di comunicare tante emozioni attraverso il
silenzio (invece di limitarsi a mostrarle in silenzio). In pratica come artista
preferisco uno stile semplice per esprimere e comunicare emozioni e idee, con
un approccio più moderno, con più spontaneità e libertà, con i colori e con le
forme, ispirandomi alle tendenze artistiche contemporanee, soprattutto
l’Espressionismo astratto, Futurismo e Color Field. Tuttavia, i miei dipinti
hanno sempre dei temi specifici ispirati dagli stati d’animo, dalla
letteratura, musica e natura. Non dipingo per solo giocare con i colori e le
forme.
La tua ricerca artistica sembra muoversi tra un profondo
interesse per la storia dell’arte italiana e l’influenza di correnti moderne
come l’Astrattismo e il Color Field. Come riesci a bilanciare la struttura e il
rigore compositivo di artisti come Piero della Francesca con la libertà
espressiva e cromatica delle avanguardie contemporanee?
Per me la principale differenza tra la pittura nello stile
di Piero (a) e nello stile dell'espressionismo astratto (b) sta nel modo in cui
la realtà è rappresentata nella pittura. In (a) il dipinto è figurativo nel
senso classico, e presenta le cose come una foto della realtà: cioè i soggetti,
siano persone o scenari, sono rappresentati con dettagli realistici in modo più
riconoscibile possibile. In (b) c'è più immaginazione, più creatività, più
metafora coinvolta in quanto puoi rappresentare persone e scenari in varie
forme e/o colori, cioè non necessariamente riconoscibili come sono in realtà.
Al di là di questa differenza, credo che le questioni di struttura e
composizione, di semplicità e di eleganza nel design si applichino ugualmente
sia a (a) che a (b). Aggiungerei un altro aspetto comune sia a (a) che a (b):
il lirismo, l'espressione lirica del messaggio o dell'emozione che viene
trasmessa attraverso il dipinto. Credo che in termini assoluti tutti i dipinti
siano basati più o meno su una idea di struttura/composizione, da cui gli
artisti improvvisano e creerebbero le loro visioni. Dove potrebbe non esserci
una tale base comune potrebbero essere i movimenti artistici attualmente
emergenti come Art Brut, Outsider Art, Urban/Graffiti Art e forse alcune
interpretazioni dell'Arte Etnica. Perché secondo me queste tendenze di design
mirano essenzialmente a creare caos, a negare e distorcere le realtà, a
ripetere più e più dettagli che vengono definiti come spontaneità istintiva.
Devo dire che anche lì c’è la possibilità di mantenere una certa ‘eleganza nel
chaos’, cosa che purtroppo non tutti cercano di fare. In questo contesto citerei anche alcune opere
di Picasso in cui i disegni sono così distorti che non le penserei come arte
Naif, e sicuramente non come arte spontanea che è stata così elogiata da
Picasso come vera creatività che è istintiva nei bambini. Ma anche in quelle
realtà distorte di Picasso, vedo la sua composizione e struttura di fondo, se
queste decisioni sono state prese prima e/o durante il suo processo di pittura,
dipende dall'artista e dai momenti pittorici.
Non sto dicendo che non apprezzo queste tendenze artistiche
di oggi. Ho provato più volte questi stili, ma alla fine ho cancellato il
dipinto e ho ricominciato la tela da capo. Perché? semplicemente non è il mio
stile, non mi identifico con esso perché il mio messaggio nella pittura non è
quello di trasmettere del caos "fabbricato", disordine, distorsione e
tensione sovraccarica, e sicuramente non voglio usare l'arte per cercare
appositamente un'antitesi alla semplicità e all'eleganza. Certamente l'arte può
essere usata per descrivere gli aspetti ‘brutti’ che naturalmente esistono
nella realtà del mondo (esempio: Caravaggio), ma usare l'arte per creare
intenzionalmente della "bruttezza" non è una chiamata artistica per
me.
Gli elementi dell'arte sono colore, forma, linea, spazio e
consistenza. I principi dell'arte sono scala, proporzione, unità, varietà,
ritmo, massa, forma, spazio, equilibrio, volume, prospettiva e profondità.
Secondo la narrativa generale dipingere un dipinto astratto è un atto
spontaneo. Secondo me può essere un atto spontaneo nell’esecuzione, nel
processo di dipingere; ma in fondo fare un dipinto astratto richiede una
conoscenza del colore e del design e dei contrasti tonali, e sopratutto come
creare interesse. Per questo ultimo, ci vuole un'idea davvero chiara di ciò che
vuoi dire tramite il dipinto. Un dipinto astratto non può riguardare nulla.
In breve per me le decisioni sulla composizione e la
struttura di un dipinto (decisioni fatti prima o durante il processo di
pittura) non inibiscono la mia spontaneità artistica e creatività. In effetti
per me è una parte necessaria del processo estetico della pittura (soprattutto
se dovessi decidere su una composizione che intendo essere sbilanciata). È qui,
nella composizione e nell’espressione semplice di sentimenti senza cadere nella
sentimentalità, che trovo ispirazione da Piero della Francesco sebbene faccio
l’astratto figurativo.
Volare 190 x 34cm diameter, mixed media on wooden Doric style column
Nota: Questa foto è un collage di foto presi da diversi angoli per ricostruire una vista continua, unidimensionale della colonna dipinta.
Il tema è ispirato alla famosa canzone Volare (cit. “Volavo più in alto verso il sole tra le nuvole nel cielo infinito. E il rumore laggiù non è più che un fiato di vento che passa tra gli alberi di qua e di là”) e al canto 11 del Purgatorio di Dante (cit. “Non è il mondan romore altro ch’un fiato di vento, ch’or vien quinci e or vien quindi, e muta nome perché muta lato”). L’opera era per esprimere il mio senso di totale libertà di essere me stessa avendo deciso di andare in pensione -per la seconda volta. Per esprimere i miei sentimenti di luce, movimento e libertà, e per poter adattare bene il disegno alla rotondità della colonna, ho scelto di dipingere in stile futuristico, un movimento artistico italiano iniziato all'inizio del XX secolo. La colonna alla fine offre 2 immagine di una persona seconda a dove la guardi. Una persona è disegnata in stile figurativo più convenzionale, sollevandosi verso il cielo blu tra le nuvole sopra il verde. L'altra ‘persona’ è molto più metaforica in disegno, che ho ‘catturato’ per caso durante il processo di dipingere, si trova quasi sul lato opposto della colonna, sembra esser l’ombra dello stesso soggetto ora intuito nell'astrazione futuristica di luce e movimento. Per esprimere il movimento delle nuvole ho usato il design tradizionale orientale delle nuvole che si fonde perfettamente in questo stile moderno astratto del movimento.
Lavori con molte forme d’arte e materiali diversi, dalla
pittura alla fotografia, dalla scultura alla ceramica raku. C’è un filo
conduttore che lega queste pratiche nel tuo percorso creativo, o ogni mezzo
rappresenta per te un’esplorazione autonoma e distinta?
Queste diverse pratiche artistiche non sono azioni autonomi
e distinti per me. Sono esplorazioni legati ad un filo conduttore: la ricerca
della libertà, la spontaneità dell’espressione in piena consapevolezza che
spesso la forza comunicativa e l’eleganza visuale è nella semplicità del
disegno e della sua cromatica.
La tua esperienza nella viticoltura ha influenzato il tuo
percorso artistico, portandoti a esplorare il mondo del branding e della
comunicazione visiva per il vino. In che modo questo legame tra arte e vino ha
plasmato il tuo approccio alla creazione, sia in termini di materiali che di
tematiche?
In effetti la mia vita col vino e il conseguente bisogno di creare un marchio attraverso la narrativa visiva mi hanno portato a fare molti progetti fotografici e video. Anche qui ho applicato lo stesso approccio che uso per la pittura, vale a dire esprimere emozioni con semplicità tenendo presente i principi estetici della composizione delle immagini e la loro relazione reciproca con il narrativo. Ovviamente è molto più facile e divertente scattare delle foto per catturare rapidamente e istantaneamente lo spirito di un momento dell’azione. Per questo motivo accetto volentieri di sacrificare i dettagli di precisione e la perfezione di una posa, e preferisco usare un iPhone invece di una fotocamera professionale tradizionale. La spontaneità di questa esperienza visiva mi ha anche portato ad evolvere dalle idee puriste originali dell' espressionismo astratto che puntano sopratutto sulle forme e colori. Ho trovato che non bisogna separare schiettamente l’arte astratto dall’arte figurativa, che i dipinti astratti e figurativi non sono completamente disconnessi, perché anche le forme astratte e i colori possono esser interpretati come rappresentazioni figurativi della realtà. Con tale re-definizione dell’estratto mi sono avvicinata agli approcci utilizzati nel movimento dell'arte concettuale contemporanea, anche se non abbraccio pienamente l'importanza primordiale di un'idea o di un concetto rispetto alla tecnica e all'estetica artistica. Così per me è stata un'evoluzione naturale verso la pittura figurativa astratta usando alcune idee dell’arte concettuale per esprimere i miei sentimenti sulla musica e la natura, pensieri e domande sulla società o sull'esistenza. Basta esser cosciente di non andare con il sentimento verso la sentimentalità eccessiva.
Ecco 1 esempio di foto fatti durante la mia vita di vino.
Qual è il processo creativo che segui per realizzare le tue opere? Ci sono tecniche o rituali a cui sei particolarmente affezionata?
Il mio processo di lavoro varia da pittura a pittura.
Generalmente tengo una lista di diversi temi, essenzialmente cose, musica e
idee che mi hanno commosso. Posso passare mesi a riflettere su diversi approcci
per esprimere le idee o emozioni provate. Poi, quando mi sento pronta, mi metto
a dipingere. Spesso finisco il dipinto in 1-2 giorni. Non mi piace ritoccare
troppo dopo, ma è successo che ho obliterato il dipinto per ricominciare la
tela da capo.
Preferisci lavorare in solitudine o trovi ispirazione anche
da contesti collettivi, come workshop o eventi d’arte?
Lavoro sempre in solitudine.
Come vivi il rapporto tra l'arte e il pubblico? In che modo
il feedback o le reazioni delle persone influenzano il tuo lavoro?
Ho sempre visto i miei dipinti come i miei diari visivi e
così trovo importante dare loro un titolo appropriato. In questo senso sento il
bisogno di condividere con chi sta guardando il mio dipinto le emozioni che mi
hanno motivato a fare il dipinto nel modo in cui l’ho fatto. Così sto cercando
anche un feedback preciso e autentico dal pubblico, sopratutto dagli amici e
colleghi artisti, nel l’obiettivo di migliorare il mio processo creativo.
D'altra parte mi rendo conto che senza spiegare il perché e come ho fatto il
mio dipinto, e anche nonostante ciò, le altre persone possono guardare il
dipinto con una visione o un'interpretazione completamente diversa che può
anche riflettere delle intuizioni molto diverse e interessanti. La mia
osservazione dai musei, dalle art festival, dalle gallerie e mostre che ho
visitato e quelle in cui ho participato, è che in questi tempi di fretta e di
‘cortesia sociale’, il feedback all’arte esposta è riservato, consiste
generalmente di un silenzio o al massimo di un timido ‘mi piace’, cioè
l’equivalente del ‘like’ sul Facebook, e che sembra raro ricevere dei commenti
genuini dal pubblico.
C'è un'opera, tra quelle che hai realizzato, che consideri
particolarmente significativa per te? Puoi raccontarci la sua storia?
Si, si tratta di "Scintille", o "Ascoltando Sonata No.22 di Beethoven/ Sparks" 127cm x 152cm, mixed media su tela.
Questo dipinto è ispirato alla Sonata di Beethoven n. 22. Con solo 2 movimenti, non è una sonata come le altri. Fino a recente, fu considerata come una oddity, una stranezza. È una delle mie favorite. Per me ascoltando la musica, il primo movimento (invece dell’ apertura lenta di tradizione) è immediatamente tutto energia e fantasie, che illustro con delle scintille dorate e rosse, insieme con i cerchi rossi, per un effetto di improvvisato, quasi esplosivo. Il secondo movimento consiste di una composizione moto perpetuo, cioè di flussi continui di note musicali che secondo me suggeriscono la determinazione, la perseveranza che sono necessari per mantenere il fuoco, la creatività in corso. Questo implacabile moto perpetuo scelto da Beethoven è simbolizzato qui dalle colonne nere, disegni spontanei con le forme e il nero persistente. È stato detto che la Sonata n. 22 era la sfida di Beethoven contro la conformità alle regole, e anche contro i critici negativi ricevuti sul suo approccio insolito. È come se ha detto: faccio la mia musica a mio modo e non mi interessa se ti piace.
Come vedi il ruolo dell’arte nella società contemporanea?
Pensi che il tuo lavoro contribuisca in qualche modo a questo ruolo?
Ho diversi pensieri sul ruolo dell'arte nella società di
oggi.
1) mi sembra che oggi c'è una convinzione molto diffusa per
una maggiore libertà nell'arte creativa, mentre forse c'è meno attenzione
all'educazione artistica, specialmente all'arte moderna, e il risultato è una
maggiore tolleranza per qualsiasi cosa, quindi uno sguardo più generoso, meno
critico dell'arte, specialmente per gli stili contemporanei. Forse anche perché
l’arte astratto moderno non è convenzionalmente figurativa, e dunque
sembrerebbe tutto uguale se uno non parte da una piccola conoscenza di base? Se
questo è vero, si potrebbe rintracciare il problema alla ‘mancanza’ di
educazione artistica offerte o ancora di ‘qualità’ nelle opere
2) L'arte potrebbe servire allo scopo di evidenziare alcune
questioni nella società e/o nella politica, ma qui ho la preoccupazione che con
i rapidi progressi della tecnologia e del social network, le generazioni più
giovani stiano cercando dei riferimenti altrove. Sembrano non molto interessati
alla storia dell'arte, o tendono ad avere un apprezzamento più casuale e più
superficiale dell'arte, anche dell'arte classica.
3) Così dal punto di vista di un artista sento che l'arte di
oggi è diventata molto commercializzata, e la tendenza sembra essere piuttosto
per l’arte tipo poster, più pronte con impatto immediato e messaggio tipico ed
accettabile sul social (ref. urban art, art brut, graffiti art), che si
manifesta anche tramite la popolarità del tattoo.
Quali sono le maggiori difficoltà che hai affrontato come
artista e come le hai superate?
Nessuno problema finora
Attualmente sei tra gli artisti selezionati per EVERLAND Art - Percorsi di Ricerca, l’evento organizzato dall’associazione culturale Athenae Artis di Maria Di Stasio, che si terrà dal 26 aprile al 3 maggio presso la Galleria Il Leone. In che modo hai deciso di presentare la tua arte all’interno di questo percorso espositivo.
Ho scelto di presentare la mia arte all’Expò EVERLAND
ART" - PERCORSI DI RICERCA perché l’evento si presenta come “un viaggio
nell'intimità dell'animo, una scoperta dell'arte in costante evoluzione che
invita l'essere umano a esplorare il proprio sé più profondo.” Questo percorso
di ricerca, questo viaggio nell’intimità dell’animo, l’ho fatto in una vita che
si estende su 2 secoli, 2 millenni. In effetti ho vissuto diverse vite, andando
da nord a sud, da est a ovest e ritorno, senza lasciarmi condizionata nello
spazio, nello spirito o nel tempo. Durante quelle vite sono stato in continua
ricerca di quella parte di me che è autentica e creativa, la mia individualità.
Credo fermamente che tutti debbano trovare ed esprimere il proprio sé creativo,
e se l'espressione di questa creatività è arte, è tanto meglio. Ma non è
semplice: la società, con le sue regole e aspettative, spesso spinge verso la
conformità e la razionalità, dimenticando l'importanza della creatività. (A
proposito, sto scrivendo tutto quanto sopra nella mia autobiografia che sarà
pubblicata entro la fine dell'anno.)
Quali opere hai scelto di esporre? Ci puoi raccontare il processo
creativo che ti ha guidato nella loro realizzazione e se c’è un significato o
un messaggio particolare che volevi trasmettere attraverso di esse?
Il dipinto che participa all Everland Art Expò si chiama Il
Rifiuto: 70cm X 50cm, mixed media su tela.
Questo dipinto è ispirato al libro ‘L’uomo a una dimensione’
dal sociologo Herbert Marcuse, un libro scritto nel 1964 che parla dell’
attualità sociale e umana di oggi. Sto cercando qui di evocare un mondo in cui
il progresso tecnologico, anziché liberare l'uomo, lo imprigiona in una gabbia
dorata di falsi bisogni e desideri manipolati. E l’uomo, in una
rappresentazione quasi unidimensionale, sembra essere contento, anche se
arreso; ma allo stesso tempo sembra sognare qualcosa di diverso, forse la
libertà di volare via come l’uccello blu, e di evolvere e creare, qui
simbolizzato nel free disegno del fiore/nuvola rossi. In altre parole sto
cercando di dire che possiamo, proprio dobbiamo ripensare il nostro modo di
vivere per liberarci dal sistema in cui viviamo. Dobbiamo cercare il modo di
dire no alla società consumistica moderna che ci sta confondendo, chiudendoci
in un stato di ‘falsa’ felicità (Marcuse parlava di “euforia nella
infelicità”), e di dire no al progresso tecnologico e digitale che sta
ridefinendo cosa significa essere umano e vivere se stesso. E tutto questo
ognuno di noi può fare, a modo suo, senza drammatizzare o allarmare, ma con
consapevolezza, calma e determinazione. Il primo passo verso un mondo
alternativo deve essere un rifiuto delle immagini impiantati nella nostra mente
ma che non sono nostri. Poi, dobbiamo riscoprire il proprio sé e la capacità di
sognare, creare nuove immagini per un nuovo orizzonte.
Il secondo dipinto che sarà presente su video all’Everland Art
Expò si chiama Rema La Tua Barca (Row your boat): 127 x 229cm, mixed media su
tela.
Il dipinto è ispirato da una canzone in inglese per bambini
che si chiama Row Row your boat, Rema Rema la tua barca, con il testo come
segue:
“Rema, Rema, Rema La Tua Barca,
Delicatamente giù per il fiume,
Allegramente, Allegramente,
La vita non è che un sogno.”
L’idea è che la barca è tutto ciò che ti occorre per guidare
la tua propria vita. E la vita non è che un sogno, basta sognare e vogare la
tua barca. Continua a sognare e osa vivere più di una vita. In effetti la vita
può essere molti sogni che verrebbero fuori nel tempo SE solo tu osi continuare
a sognare e realizzare i sogni. I sogni sono le idee e le passioni che hai nel
tuo cuore e nella tua mente che formano una sorta di linea rossa che ti spinge
e ti tira verso i prossimi passi.
Ogni sogno è come una barca: ci sali, la remi sull'acqua,
che sia fiume o mare, andando dove vuoi e il destino vuole, guidato da una
linea rossa di obiettivi, desideri. A volte ti arrendi lungo la strada. Ma
finché continui a sognare sali su un'altra barca e remi...Alla fine la vita
stessa è una barca, ognuno di noi è più o meno attrezzato per remarla sulle
acque. Con i tuoi sogni e con i tuoi viaggi in giro incontri altre barche,
altre persone (famiglia, amici, conoscenti o persone che si sono incontrate
solo una volta), e alcune di queste barche potrebbero viaggiare insieme a te
parte della strada o tutta la strada sul fiume della vita.
Quali progetti o obiettivi hai per il futuro? Ci sono nuovi
ambiti o tematiche che vorresti esplorare?
Un progetto particolare su cui sto lavorando è di trovare il mio modo di raccontare la storia millenaria di Roma, la città dove ho la fortuna di abitare, oramai per quasi 10 anni in totale (che non mi bastano per conoscere tutte le sue storie e culture).
Ecco un esempio:
Ercole tra le rovine/Hercules among the ruins, 177 x 130cm,
olio su tela.
Khanh Nguyen
Nata in Vietnam nel 1947, è un’artista autodidatta con una formazione artistica iniziale presso il liceo francese di Saigon. Nonostante una profonda passione per l’arte, le convenzioni sociali dell’epoca l’hanno indirizzata verso un percorso accademico differente, portandola a conseguire una laurea e successivamente un Dottorato in Economia negli Stati Uniti tra il 1967 e il 1976. Tuttavia, l’arte è sempre rimasta una componente essenziale della sua vita. Ha continuato a studiare la storia dell’arte e a dipingere con costante dedizione, guidata dalla volontà di sperimentare e dall’istinto creativo che la spinge a esprimere emozioni e idee attraverso il colore e la forma.I testi critici scritti dall’autrice e inseriti nel blog non possono essere utilizzati o riprodotti online o altrove senza una richiesta e un consenso preventivo. La riproduzione di articoli e materiale presente nel blog dovrà essere sempre accompagnata dalla menzione dell’autore e della fonte di provenienza.
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