La poetica di Teresa Saviano al Festival del Cinema Italiano L'arte di catturare le pulsazioni dell'anima
La poetica di Teresa Saviano al Festival del Cinema Italiano
L'arte di catturare le pulsazioni dell'anima
di Giuseppina Irene Groccia |26|Luglio|2024
La quinta edizione del "Festival del Cinema Italiano" si è svolta a Patti (ME) e al Teatro Greco di Tindari dal 1 al 6 luglio. L'evento, diretto artisticamente da Carlo Gentile e presieduto da Franco Arcoraci, ha visto la partecipazione di Ornella Muti come madrina e Katia Ricciarelli come presidente onoraria della giuria.
Il festival ha presentato un ricco programma di film in anteprima, cortometraggi, documentari, mostre collettive, masterclass, eventi gastronomici, panel, presentazioni di libri e eventi musicali. La manifestazione si è aperta con la mostra artistica "Arte e Cinema - La Grande Bellezza", che ha esposto opere di pittura, scultura e fotografia di artisti provenienti da tutto il mondo, tra questi anche l’artista partenopea ma residente a Parigi, Teresa Saviano, nota come Sarterre, che ha presentato una nuova serie di lavori in arte tessile.
La mostra, ospitata a Palazzo Galvagno, si è tenuta fino al 7 luglio e ha celebrato le produzioni cinematografiche nazionali ed internazionali con una serie di eventi legati all'arte. Il direttore del festival, Franco Arcoraci, ha fortemente voluto l'integrazione dell'arte in questo evento cinematografico.
La serata inaugurale ha visto la presenza del sindaco Gianluca Bonsignore, della madrina Katia Ricciarelli e del direttore artistico Giuseppe Gorga, curatore della Biennale d’arte di Salerno, che hanno introdotto gli artisti e guidato lo spettatore alla conoscenza delle opere esposte. Tra i partecipanti c'erano anche diversi mecenati e critici d'arte.
La rassegna espositiva ha permesso di immergersi nella ricchezza culturale e artistica dei nostri tempi, attraverso la maestosità di uno dei luoghi più belli della Sicilia. L'evento ha rappresentato un'importante occasione di confronto e stimolo creativo per Teresa Saviano, artista con cui abbiamo avuto il piacere di collaborare in passato durante un'intervista e con la pubblicazione in tre edizioni del nostro Magazine ContempoArte.
Questa nuova esperienza espositiva in Sicilia è stata particolarmente significativa per lei, non solo per il contesto culturale dell'isola, ma anche per le nuove opportunità di dialogo artistico e scambio di idee che ha generato.
Durante la nostra conversazione, Teresa ha condiviso le sue impressioni su come questo evento abbia arricchito il suo percorso creativo, offrendo nuove prospettive e ispirazioni. È stato interessante esplorare con lei come l'interazione con il pubblico e il riscontro ricevuto dagli ospiti d'eccezione dell'evento, abbia influenzato la sua visione artistica, arricchendo ulteriormente il suo lavoro e contribuendo alla sua evoluzione professionale in un processo di crescita personale e creativa.
Teresa Saviano ha riflettuto con profonda sensibilità sul significato concettuale delle sue opere, che emergono attraverso l'uso della Fiber Art, una tecnica che coinvolge tessuti e fili per esprimere temi profondamente emotivi. I cuori da lei realizzati non sono semplicemente oggetti decorativi, ma incarnano un simbolismo potente e ricco di significato. Ogni filo e tessuto è intriso di una vitalità che richiama i battiti del cuore e i sentimenti umani, rappresentando le pulsazioni dell'anima che la guidano nella creazione. Queste opere diventano così una metafora visiva delle emozioni e delle esperienze interiori, trasformando materiali ordinari in veicoli di espressione poetica.
“Nel triangolo della Sicilia ci inscriverei un cuore! Dico sempre che se non fossi nata napoletana avrei voluto essere siciliana.
Dopotutto è una terra appassionata, austera e ridondante come ogni terra vulcanica.
Quando il Maestro Giuseppe Gorga (architetto, curatore della biennale di arte contemporanea di Salerno ed eccellente pittore n.d.r) mi ha invitata a partecipare a questo evento in collaborazione con il Festival del cinema italiano, la mia mente era già all'opera mentre discutevamo al telefono!
Dunque il cuore diviso tra due passioni, poi un cuore che rappresentasse l'esplosione di un groviglio intrinsecamente intimo ma pronto ad espandersi, infine un enorme cuore che invitasse al pathos.
Ciò che ho fatto.
Ma tu conosci meglio di me questo senso di sospensione isolata di un'opera finché non è contestualizzata ed offerta alla visione.
Come una mamma chioccia rifletti sull'installazione, io avrei messo tale o tralaltro artista vicino?
La luce é efficace?
Poi tutto sparisce con l'affluenza del pubblico, gli sguardi degli altri si appropriano e contestualizzano il "tuo" cuore che già non è più tuo.
Devo ammettere che é emozionante, ancor più che una persona che fa parte del mondo dello spettacolo si soffermi sui tuoi lavori, soprattutto se ammiri l'artista canora!
Una settimana passa in fretta, la mia si è conclusa positivamente; l'arte è visibilità e condivisione ed ho avuto tutto.
Posso salutare qualcuno? - non siamo alla tele? - beh ma se ci fosse ancora un rigo, grazie al comune di Patti ed alla Sicilia intera, grazie all'arch. Giuseppe Gorga e.... a Giuppirina (lei capisce !!)”
Teresa Saviano in nome e per conto di Sarterre
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