Dietro il Velo della Divinità - Il Fascino del Cristo di Sanmartino

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Dietro il Velo della Divinità

Il Fascino del Cristo 
di Sanmartino








di Giuseppina Irene Groccia |30|Marzo |2024|





Nel cuore della Cappella Sansevero di Napoli, un'atmosfera di sacralità avvolge l'osservatore di fronte al Cristo velato, un'opera che si distingue per la sua straordinaria bellezza e profondità emotiva. Realizzato nel 1753 da Giuseppe Sanmartino, questo capolavoro scultoreo rappresenta uno dei vertici dell'arte barocca e continua a suscitare ammirazione e meraviglia nei visitatori di ogni epoca.






L'origine del Cristo velato risale a un momento di grande fermento artistico e culturale a Napoli. Inizialmente commissionato ad Antonio Corradini, il compito passò a Sanmartino a seguito della prematura morte del primo artista. Questo cambio di mano, tuttavia, non fece che aumentare la grandezza dell'opera, portando alla creazione di un'immagine che ha conquistato il cuore di generazioni di spettatori.

L'attenzione ai dettagli è sorprendente: il Cristo morto è raffigurato sdraiato su un giaciglio, avvolto da un velo che sembra quasi pulsare di vita propria. Ai piedi della scultura, gli strumenti della Passione - la corona di spine, le tenaglie, i chiodi - sono disposti con precisione chirurgica, aggiungendo ulteriore drammaticità e realismo alla composizione.





La statua, con la sua espressione serena e distesa, sembra quasi trasmettere la sensazione di un sonno placido, anticipando forse la sua imminente risurrezione. Tuttavia, è il velo che avvolge il corpo del Cristo a catturare l'attenzione e ad alimentare l'immaginazione degli osservatori. Quel velo, sottile e etereo, sembra essere più di un semplice tessuto: sembra essere un confine, una separazione tra il divino e il terreno, tra il mondo spirituale e quello materiale. 





Questa separazione simbolica associa ulteriori concetti a questa meravigliosa opera, suggerendo la dualità dell'esistenza umana e la ricerca costante di unione con il divino. Il Cristo velato va oltre la semplice rappresentazione della Passione e della resurrezione di Cristo; esso si erge come una porta aperta alla contemplazione e alla riflessione più profonda sul significato dell'umanità e della fede.





La leggenda che circonda l'opera aggiunge fascino e interesse al suo già intrinseco mistero. Si racconta che il principe committente, Raimondo di Sangro, noto alchimista e studioso, abbia trasmesso a Sanmartino il segreto della trasformazione del marmo in cristallo. Questa suggestiva narrazione, sebbene affascinante, è stata smentita da analisi scientifiche che confermano la natura interamente marmorea dell'opera.







Il Cristo velato si distingue per la sua capacità di comunicare emozioni e riflessioni spirituali che vanno ben oltre la superficie dell’opera. Le ferite visibili sul corpo del Cristo, i segni dei chiodi sulle mani e sui piedi, sono rappresentazioni struggenti della sofferenza umana e del sacrificio divino. L’accorto ingegno di Sanmartino nell'esprimere queste tematiche universali attraverso la scultura lo colloca tra i più grandi artisti della sua epoca.





Celebri viaggiatori e artisti, come il rinomato Antonio Canova, hanno lodato l'opera, riconoscendo in essa un'espressione sublime dell'arte e della fede. La sua presenza nella Cappella Sansevero continua a commuovere coloro che hanno il privilegio di contemplarla, diffondendo un messaggio di speranza e redenzione che si estende oltre i confini del tempo, toccando l'animo di chiunque vi si avvicini.
































©L’ArteCheMiPiace - Blog Arte e Cultura di Giuseppina Irene Groccia 






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