TI GUARDO ATTRAVERSO… : IN CONTRO CON MARIA JOLE SERRELI

 L’ArteCheMiPiace - Divagazioni sull’arte 



TI GUARDO ATTRAVERSO… :

IN CONTRO CON 

MARIA JOLE SERRELI  





di Maria Marchese  |02|Settembre|2021|







Tu mi sorridesti

E mi parlasti di niente

E io mi accorsi

Che era questo

Che aspettavo



(R. Tagore) 



 

 

Succede che si ami… al primo sguardo, certo, accade.

Succede, a volte, all’istante.



Ho visto per la prima volta un’opera di Maria Jole Serreli su Facebook: purpurei fili s'incontravano e sovrapponevanoavviluppandosi addentro stretti nodi, per poi liberarsi o ivi terminare il proprio percorso. E ancora li ho visti creare connubi spaziali difformi, custoditi dal limiteoppure risolti in condizioni mitigate dalla sensatezza dell’istante cosmico. 

Un approccio intenso, questo mio, nei confronti di uno spaccato del temperamento artistico dell’autrice sarda… 

E nulla sapevo di quest’ultima, senonché il nome…

Suppongo di aver seguito, con le palme, uno di quei filiformi legami e ho continuato a dirimere Maria Jole Serreli lungo l’assurda veridicità di una passione, la sua, che alligna le proprie radici in un femmineo e terreo volto.





Esso mi appassiona tra gli echi delle cinghie di un’antica macchina da cucire chesospinte da un alacre piede, mettono in funzione l’attrezzo: un gesto nobile e umano, quello del cucire… accorpa e crea.

Foto Ettore Cavalli


Tale significanza sinestetica però víola, nell’immaginario dell’autrice, l’edificazione della garza e solleva addirittura la materia dal suolo. 

Persevero, involta da questa malía, a cogliere le preziose gemme dell’illustrazione metafisica viva dell’artista e vengo accolta tra frugali ricami esistenziali.



L’opera “IL VOLTO” si manifesta quale genesi sinottica di una risoluzione personale: da un intimo e adombrato passato si eleva, vivificato negli scelti nodi, il suo lacrimoso viso. Quelle amare gocce cadono e dissetano la superficie dell’ “in coscienza”fiorendo uninedita e orientale alba.



Abbella poi autunnali appendici, rubate ad un foliage universale; ivi percepisco la fondatezza della memoria e della tradizione tradurre, con l’elemento naturale, un equilibrato ossimoro. Maria Jole Serreli sottolinea intuitivamente apici dicotomici, sensoriali e non, il cui stridore si liquefà mentre lei muta, attraverso essiin genera mater.  



Allora abbraccio questa inesplorata stagione, mitigata dal pensiero del Sol Levante: il raccolto viene indovato in essenziali e frugali ceramiche, in cineree pagine di un antico libro cinese

adombrato nell’ulissismo di un nero luco esistenziale, ove l’essere umano si esperisce e si risolve, mentre la natura lo assiste e assolve…

















Il termine “in contro” prevede la necessaria presenza di due entità, che sono rivolte l’una verso l’altra. Io e Maria Jole Serreli avevamo probabilmente tra le mani uno di quegli impalpabili pensieri, che ci ha non casualmente messe l’una di fronte all’altra. 

Alla sua domanda “Che progetto hai? “ ho risposto “Ti va se scrivo di te e vediamo dove ci porta? “

La “vedo” sorridere, mentre siamo al telefono

Entrambe affrontiamo “il nulla” quotidianamentedandogli voce: esso fiorisce in situazioni nate da una catarsi universale personale inafferrabile, eppure fissata in un plastico addivenire di parole, nel mio caso, e in un altrettanto plastico mutare dicondizioni materico/animiche nel suo. 

Ci siamo sorrise un anno fa e quel necessario niente, di cui parla Tagore, era ciò che entrambe aspettavamo.











 

Maria Marchese

Maria Marchese nasce a Como, il 4 Settembre del 1974. Dopo aver conseguito la maturità scientifica, si iscrive all’istituto internazionale di Moda&Design “Marangoni” , a Milano. Decide, poi, di intraprendere studi nel settore socio assistenziale, svolgendo per oltre 20 anni una professione in quel settore. Nel 2013 intraprende un percorso di studi, affrontato da autodidatta, nel campo dell'arte, della letteratura, della filosofia… esso trova concretezza, nel 2017, nella pubblicazione della silloge poetica “Le scarpe rosse – Tra tumultuoso mare e placide acque” . Da lì a breve esperisce se stessa nella critica artistica, trovando consensi sempre più numerosi. Nel giro di poco tempo accende numerose e significative collaborazioni con molteplici risvolti artistici, culturali e di diffusione comunicativa (con il blog culturale dell’università Insubria, con lo storico dell’arte Valeriano Venneri, con Exit Urban Magazine e Art&Investments, con l’associazione culturale Nuovo Rinascimento, con la Galleria “Il Rivellino” a Ferrara, con Divulgarti a Genova, con Art Global a Roma, con AArtChannel, la nuova piattaforma televisiva del Club Amici dell’arte APS di Ferrara, con Alessandra Korfias, coordinatrice ponte culturale Italia/Giappone e responsabile di Arti Services…)

Queste realtà coniugano la parte concettuale ad una parte pratica, nel mondo dell’arte: la mia figura professionale matura e si identifica con quella di curatrice artistica

questi significativi risvolti, sempre in aumento, si affianca la stesura della seconda silloge poetica “Scrivo t,amo” , che tratterà di amore e erotismo, la cui pubblicazione avverrà in tempi brevi.














La Rubrica Divagazioni sull’Arte ospita articoli redatti da autorevoli amici e sostenitori del Blog L’ArteCheMiPiace, i quali ci offrono la possibilità di attingere ad emozioni e conoscenze, attraverso la condivisione di pensieri e approfondimenti.

Hai una tua “divagazione sull’arte” da proporci?”

Invia la tua candidatura alla seguente email: gigroart23@gmail.com

















Commenti