Mark Longbottom - A Creative Networker

 L’ArteCheMiPiace - Interviste





Mark  Longbottom

A Creative Networker


di Giuseppina Irene Groccia  |06|Aprile|2021|



Ho conosciuto Mark Longbottom un pò di anni fà, poiché era ed è amministratore di uno dei più interessanti gruppi Facebook dedicati all’arte contemporanea.


Mark è un artista inglese veramente straordinario, uno sperimentatore instancabile, con un percorso artistico pregevole e interessante.


Il suo “fare artistico” prende vita nel pieno della scena artistica britannica degli anni 80.

È il florido periodo in cui artisti, musicisti, scrittori e stilisti fanno di Londra la capitale europea dell’arte, animata da giovani catapultati nel nuovo decennio, affascinati dalla cultura underground e animati dall’inquietudine giovanile.


È in questo contesto che Mark, giovanissimo studente, attratto dall’arte e dal design, decide di focalizzare i suoi interessi e le sue energie sui suoi studi artistici, dando forma e vita al suo percorso accademico e a quella che sarebbe stata la sua più grande passione.


La sua ricerca artistica si muove in direzioni divergenti, si nutre di cambiamento e spazia in una produzione incessante e inaspettata, mai uguale a se stessa.


Sostenitore della sinestesia nelle arti, ha contribuito a creare, con il suo corpo, lo scenario di espressioni artistiche da lui performate e chiamate “sculture viventi”.


I tanti mezzi espressivi da lui adottati rispecchiano appieno la sua cultura d’avanguardia. Si è occupato, tra le altre cose, dello sviluppo di idee per opere concettuali, di scrittura subconscia su tela, pittura astratta, collage, fotografia, arte performativa, installazioni artistiche e Mail Art.


Quest’ultima ha avuto grande importanza nel suo percorso, in quanto occuparsi di arte postale ha contribuito a fargli intraprendere la strada del network sociale. Il Networker è la figura di un artista capace di ridefinire un ruolo "diverso" al futuro dell'arte. L'arte marginale, detta comunemente Mail Art, non è un semplice mezzo d'informazione, ma un modo consapevole di produrre arte al di fuori dei principali "canali ufficiali". In definitiva, la Mail Art per Mark non è stato altro che un "laboratorio planetario" composto da archivi di idee, di sperimentalismo e di ricerca spontanea. 


Con l’integrazione dei materiali all'interno delle tele, Mark produce una rivoluzione nel concetto della sua pittura. Attraverso la tecnica del collage egli scompone la realtà e la ricostruisce secondo un ordine diverso, creando così una nuova e personale armonia che corrisponde al desiderio di dialogare attraverso le sue immagini creativamente scomposte.


Abbracciando ogni tipo di media, Mark affina la sua tecnica realizzando opere oltre l’immagine convenzionale: la sua è un’evoluzione figlia del rapporto tra arte e tecnologia.

La sua è una sperimentazione che porta in sé gli snodi essenziali di un arte contemporanea pronta ad esplodere nella sua più dissacratoria essenza.


La sua innegabile necessità creativa si è sempre espressa con la ricerca di nuovi modi di comunicare. Attraverso la pubblicazione autonoma e indipendente di Fanzine dedicate all’arte, Mark dimostra ancora una volta la sua indole indipendente e la sua forte volontà di promuovere un modo di creare egualitario


Con il progetto Ripple realizza molteplici eventi, tra cui fiere d’arte contemporanea, eventi espositivi di Mail Art e la pubblicazione periodica di FanZines.


Grazie all’innovazione digitale Mark entra in modo virtuoso nel mondo dei social network dell’arte, fondando con grande successo, gruppi e pagine Facebook per la promozione artistica. 

Su Instagram diventa un Supporter d’arte con oltre 10mila follower sul proprio profilo. In questo nuovo contesto nasce Platform58, un gruppo di caratura internazionale, diventato presto risorsa esclusiva e di valore nel panorama dei social network dedicati all’arte contemporanea.

Il gruppo gli offre ampio materiale per creare oltre 100 WebZines.

P58 è tuttora una piattaforma digitale dedicata al supporto degli artisti, dove Mark si adopera quotidianamente per la cura delle divulgazioni online, proposte in seguito ad una sua accurata selezione.


Una caratteristica che ho sempre apprezzato in Mark, e nella quale mi ci rivedo, è la capacità di rivolgere lo sguardo e la sua attenzione, verso le ricerche artistiche di altri artisti contemporanei, senza mai isolarsi o confinarsi esclusivamente nella propria.

Un artista generoso insomma, che ha fatto della sua passione e della sua competenza un percorso di crescita, condivisione e arricchimento.. è di questi creativi che ha bisogno il mondo dell’arte, oggi e in futuro, più di ogni altra cosa! 




I met Mark Longbottom a few years ago, as he was and is the administrator of one of the most interesting Facebook groups dedicated to contemporary art.


Mark is a truly extraordinary English artist, a tireless experimenter, with a valuable and interesting artistic path.


His "artistic making" comes to life in the midst of the British art scene of the 80s.

It is the flourishing period in which artists, musicians, writers and stylists make London the European capital of art, animated by young people catapulted into the new decade, fascinated by underground culture and animated by youthful restlessness.


It is in this context that Mark, a very young student, attracted by art and design, decides to focus his interests and energies on his artistic studies, giving shape and life to his academic career and to what would have been his greatest passion.


His artistic research moves in divergent directions, feeds on change and ranges in an incessant and unexpected production, never equal to itself.


A supporter of synaesthesia in the arts, he helped to create, with his body, the scenario of artistic expressions performed by him and called "living sculptures".


The many means of expression he adopted fully reflect his avant-garde culture. He has dealt, among other things, with the development of ideas for conceptual works, subconscious writing on canvas, abstract painting, collage, photography, performance art, art installations and Mail Art.


The latter was of great importance in his career, as dealing with postal art helped him take the path of the social network. The Networker is the figure of an artist capable of redefining a "different" role in the future of art. Marginal art, commonly known as Mail Art, is not a simple means of information, but a conscious way of producing art outside the main "official channels". Ultimately, Mail Art for Mark was nothing more than a "planetary laboratory" made up of archives of ideas, experimentalism and spontaneous research.


With the integration of materials within the canvases, Mark produces a revolution in the concept of his painting. Through the collage technique he breaks down reality and reconstructs it in a different order, thus creating a new and personal harmony that corresponds to the desire to dialogue through his creatively broken images.


Embracing all types of media, Mark refines his technique by creating works beyond the conventional image: his is an evolution resulting from the relationship between art and technology.

His is an experimentation that carries within itself the essential junctions of a contemporary art ready to explode in its most irreverent essence.


His undeniable creative need has always been expressed in the search for new ways of communicating. Through the autonomous and independent publication of Fanzines dedicated to art, Mark demonstrates once again his independent nature and his strong will to promote an egalitarian way of creating.


With the Ripple project, it realizes multiple events, including contemporary art fairs, Mail Art exhibitions and the periodic publication of FanZines.


Thanks to digital innovation, Mark enters the world of art social networks in a virtuous way, successfully founding groups and Facebook pages for artistic promotion.

On Instagram, become an art supporter with over 10 thousand followers on his profile. In this new context, Platform58 was born, a group of international standing, which soon became an exclusive and valuable resource in the panorama of social networks dedicated to contemporary art.

The group offers him extensive material to create over 100 WebZines.

P58 is still a digital platform dedicated to the support of artists, where Mark works daily for the care of online disclosures, proposed following a careful selection.


A characteristic that I have always appreciated in Mark, and in which I see myself again, is the ability to turn his gaze and his attention towards the artistic researches of other contemporary artists, without ever isolating himself or confining himself exclusively to his own.

In short, a generous artist, who has made his passion and expertise a path of growth, sharing and enrichment .. It is these creatives that the world of art needs, today and in the future, more than anything else!




Scambiamo con lui qualche parola per approfondire le sue esperienze creative e il suo lavoro.





Il tuo percorso artistico è ricco di esperienze. Facendo un piccolo passo indietro nel tempo, ricordi il tuo primo approccio all’arte? Ti andrebbe di raccontarcelo?


I primi approcci per me sono arrivati ​​tardi, tra i 17 ei 18 anni, e dopo aver lasciato la scuola esattamente nel 1981/82. 

A scuola facevo le solite lezioni di arte, come facevano tutti, e sebbene interessato, nulla lasciava presagire che fosse mai diventata una grande passione (o almeno così pensavo). 

Guardando indietro nei primi anni '70, ricordo che amavo disegnare copie di Moomins, i personaggi letterari danesi e facevo altre copie di cartoni animati, ma oltre a questo, nessun vero interesse creativo. Poi intorno al 1980 ho realizzato alcuni schizzi a matita, dei disegni a mano con soggetto David Bowie, per le pareti della stanza di mia sorella.


Non ero sicuro di cosa fare dopo la scuola e non c’era un aiuto per la carriera scolastica, un'amico artista di mia nonna suggerì di diventare un'apprendista tipografo,  purtroppo ero già un po’ troppo grande di età, quindi mi consigliò di fare un corso di Arte e Design al College, in quanto mia nonna intravedeva in me un potenziale creativo. 

Mi sono assicurato di ottenere i necessari risultati degli esami ed ho iniziato questo corso nel 1981.




We exchange a few words with him to deepen his creative experiences and his work.



Your artistic path is full of experiences. Taking a small step back in time, do you remember your first approach to art? Would you like to tell us?


First approaches for me came late or after leaving school aged 17 to 18 in 1981-82. At school I did the usual classes in art as everyone did and although interested it was never a great passion (or so I thought). Looking back in the early 1970s I did used to draw copies of Moomins the Danish literary characters and do some other cartoon copies but no real creative interest and then around 1980 some hand drawn pencil sketch of David Bowie for my sisters wall.


I wasn’t sure what to do after school and no help with careers at school, an artist friend of my grandma suggested being a Printers Apprentice – sadly I was too old so he advised doing an Art and Design course at college as my grandma saw me as being creative – I made sure I got the exam results and started this course in  1981.


Presto divenne chiaro che ero bravo in Graphic Design, questa disciplina mi interessava molto insieme anche alla fotografia. 

Nel progetto di studio finale, ho fuso il mio interesse per la “Campagna per il disarmo nucleare”, creando una serie di poster. 

Il mio tutor mi suggerì di visitare il “Greenham Common Womens Peace Camp” un campo istituito nel 1981 per protestare contro le armi nucleari, e in quell’occasione  potei realizzare un pezzo di fotogiornalismo sulle donne presenti nel campo e sulla loro strategia di protesta. 

Ho iniziato a scrivere su questo argomento nel 1982 e ho fatto visita al campo nel febbraio 1983. 

Queste scritture, che riguardano un impegno sociale molto importante, sono stati i miei primi passi verso il social networking, il quale sarebbe poi diventato il fulcro di tutto ciò che stavo facendo in quel preciso periodo della mia vita, e che continuo a fare tuttora. 

La fiducia e la lealtà, mostratami da queste donne, è stato un momento che mi ha veramente cambiato la vita.


Dopo questa esperienza ho iniziato a capire di più su me stesso, così come anche sulle altre persone, cosa che faccio ancora oggi.


It soon became apparent that I was skilled in Graphic Design this also interested me very much as did photography. In the final project I fused my interest in the Campaign for Nuclear Disarmament creating a series of posters. My tutor suggested I visit the Greenham Common Womens Peace Camp to do a photo journalism piece on the women and what they were doing, I began writing to them in 1982 and visited them in February 1983. These letters of engagement were my first steps in social networking which was to become the core to everything I was doing and am still doing. The trust and loyalty shown to me by these women was a truly life changing moment for me.


I began to understand more about myself after this visit as well as more about other people and still do to this day.



Donne radunate fuori dalla recinzione a Greenham Common nel dicembre 1982 per tenere una manifestazione contro i missili cruise.


Pittura ma non solo. Performance, Fotografia, Collage, Mail Art ... insomma, arte a 360 °, qual è il filo che unisce tutte queste tue categorie artistiche?


Il filo che unisce tutto ciò che faccio creativamente o meno è la comunicazione. Ricordo mio padre che diceva che “è possibile imparare qualcosa da tutti, ma dobbiamo parlare con loro e ascoltarli per farlo, sia che si tratti di un milionario o di un mendicante”. Questo ha instillato in me la necessità di comunicare ed essere pronto a comprendere ed apprezzare la differenza, piuttosto che cercare di essere unicamente apprezzato o seguito.


Per tutti gli anni '80, la mia creatività e tutte altre attività, ruotavano intorno alla comunicazione globale, sia attraverso la rete della Mail Art, sia con il mio lavoro di Performance Art e la Graphic Fine Art.

C'era una costante attenzione di fondo verso la  partecipazione, l'interazione e l'impegno, ritenute secondo me, caratteristiche alquanto rilevanti nel contesto della mia ricerca artistica.


Painting but not only. Performance, Photography, Collage, Mail Art ... in short, 360 ° art, what is the thread that unites all these artistic categories of yours?


The thread that unites everything I do creatively or otherwise is communication. I remember my father saying how we can learn something from everyone but we need to talk to them and listen to them to do this whether a millionaire or beggar. This instilled in me the need to communicate and be prepared to understand and appreciate difference rather than looking to be liked or followed.


Throughout the 1980s my creativity and other activities revolved around communication  globally through the Mail Art network and with my Performance Art work, Graphic Fine Art work etc there was a constant underlying focus on participation, interaction and engagement relevant in  context to each.






La tua formazione artistica avviene a metà degli anni '80, noti come il periodo post-avanguardia e la nascita del Nuovo Futurismo. Quanto ha influenzato questo aspetto il tuo percorso artistico?


Mentre frequentavo il mio corso di laurea in Belle Arti nel 1984/87, non avevamo un supporto specifico per quanto riguarda i tutor, al Politecnico di Leeds il corso era rinomato per essere il paradiso dello sviluppo personale e nell’ultimo anno di questa attività, siamo stati lasciati tutti un po’ abbandonati a noi stessi. Onestamente posso dire che non avevo interesse o conoscenza di questi termini specifici, usati solitamente per etichettare gli artisti del gruppo, ero e continuerò ad essere una persona che non segue la moda, le tendenze o le etichette.


Detto questo, io e altri due studenti siamo stati etichettati da altri studenti d'arte come "Derriere Guarde", il che aveva il significato dell'andare così lontano che eravamo indietro, o qualcosa del genere.


Sono sempre stato felice di creare e di essere influenzato da ispirazioni inconsce, che possono o meno, portarmi in contatto con altri creativi.


Your artistic training takes place in the middle of the 80s, known as the post-avant-garde period and the birth of the New Futurism. How much has this aspect influenced your artistic path?


While doing my Fine Art degree 1984 – 87 I wasn’t specifically tutored, at Leeds Polytechnic the course was renowned for it being a haven of self development and we were the last year of this activity where we were left to our own devices. I can honestly say I had no interest or knowledge of these specific terms used to group artists, I have and will continue to be someone who does not follow fashion, trends or labels.


That said me and two other students were labelled by some other art students as the ‘Derriere Guarde’ which was something to do with going so far aroud  that we were behind  - or something  like that.


I have always been happy creating and being influenced by subconscious things which may or may not bring me in contact with other known creators.


La tua arte è fortemente ispirata dalla corrente della Mail Art, ci puoi raccontare di questa appartenenza forte e sentita?


Questa esperienza  è iniziata per me nel 1983 quando stavo facendo un corso di Graphic Design che ho abbandonato a metà, in quella occasione avevo incontrato nuovi amici che avevano stili di vita che mi piacevano. Mi hanno introdotto nella rete internazionale di Mail Art - in tutta onestà a 18 anni non avevo mai ricevuto posta e questa nuova iniziativa la trovavo molto eccitante in quanto in passato era capitato di sentirmi spesso anche solo e isolato. Il pensiero di connettersi, interagire e parlare con artisti e altri a livello globale è stato molto eccitante e stimolante.


Nel corso degli anni '80 ho sviluppato molti rapporti stretti con i mail artist di tutto il mondo, questo si è sviluppato maggiormente dal 1988 in poi con il mio progetto Grass from the Ground, iniziativa con la quale stavo contribuendo a collaborare con artisti internazionali e nel mentre producevo anche le mie fanzine "Ataglance".


Your art is strongly inspired by the current of Mail Art, can you tell us about this strong and heartfelt belonging?


This began for me in 1983 when I was doing a Graphic Design course which I dropped out of half way through, I had met new friends who had likeminded lifestyles and likes. They introduced me to the international Mail Art network – in all honesty aged 18 I had never received mail and this was very exciting as I was also feeling lonely and isolated. The thought of connecting, interacting and talking to artists and other globally was very exciting and inspiring.


Throughout the 1980sI developed many close relationships over time with mail artist across the globe, this developed more from 1988 with my Grass from the Ground project, initially though I was contributing and collaborating with artists while also producing my ‘ataglance’ fanzines.


L’intento era quello di costruire relazioni e conoscenze con persone in tutto il mondo, imparare a scoprire culture e processi creativi diversi, da persone al di fuori della solita attività di galleria, occasione che poi mi ha anche messo in contatto con artisti di strada e molte altre persone creative.


The strength was building relationships and getting to know people across the globe learning and finding out about different cultures and creative processes from people outside the usual gallery activity which then also got me in contact with street artists and many other varied creative people.



Per quanto riguarda le Fanzine, "Ataglance" è stato il tuo primo progetto, seguito da "Grass from the Ground", con un aspetto molto più concettuale. Puoi dirci qualcosa su entrambi i progetti?


Ataglance iniziò nel 1983, quando decisi di fare una Fanzine molto minimale, basata sulla musica e la fotografia, era una pubblicazione A5 di 16 pagine con 100 copie stampate e distribuite principalmente nel nord dell'Inghilterra, Londra e alcune inviate a livello globale ai contatti di Mail Art. Ataglance era un progetto gratuito e continuò ad esserlo fino alla 16a edizione nel 1987.


As for the Fanzines, "Ataglance" was your first project, followed by "Grass from the Ground", with a much more conceptual aspect. Can you tell us something about both projects?



Ataglance began in 1983, when I wanted to do a Fanzine based on music and photography but very minimal, it was a 16 page A5 publication with 100 copies printed and distributed mainly in the North of England, London and some sent globally to Mail Art contacts. It was free and continued to be free until the 16 edition in 1987.



Inizialmente ogni edizione era diversa, tutte stampate su carta, alcune in buste o piccoli sacchetti di carta stampata e tutte con un contenuto minimo. Il numero uno aveva 3 recensioni di concerti, i numeri futuri avevano poesie, storie e alcune solo immagini. Una di queste edizioni consistette nella realizzazione di 1000 shopper con il mio nome e indirizzo su un lato e un disegno sull'altro, un’idea fantastica da regalare ai negozi che potevano poi usarlo o regalarlo di nuovo a loro volta gratuitamente. Ai concerti mi è capitato di vedere altri editori di fanzine, vendere le loro fanzine estraendole dalla mia shopper personalizzata, e questo è stato molto gratificante.


Each edition was different initially all printed on paper, some in envelopes or small printed paper bags and all with minimal content. Number one had 3 word concert reviews future issues had poetry, stories and some just images. One issue consisted of 1000 carrier bags with my name and address on one side and a drawing on the other, this was fantastic to give away to shops who could then use it or give it away again for free, I saw other fanzine publishers at concerts selling their fanzines from my fanzine carrier bag which was rewarding.





La pubblicazione finale è stato un evento, il quale ha rappresentato anche il mio spettacolo di laurea in Belle Arti, ho preso in affitto un famoso nightclub nella città di Leeds chiamato The Warehouse, i biglietti costavano £ 1 o meno e 200/250 persone hanno assistito alla serata. Durante la serata per compensare il prezzo del biglietto ho regalato dischi, registratori, registratori a bobina, radio e molto altro per rendere l’evento una celebrazione di ringraziamento per tutto il supporto che avevo avuto negli ultimi 4 anni. Ho anche eseguito due scenografie per il palco e ho avuto una band che si è esibita durante la sera, tra i DJ che suonavano brani per tutti i quali ballare.


The final publication was an event, this was also my Fine Art degree show, I hired a popular nightclub in the city of Leeds called The Warehouse, the tickets were £1 or less and 200 to 250 people attended the evening. Through the evening to compensate for the ticket price I gave away records, tape recorders, reel to reel recorders, radios and much more to make it a celebration of giving in thanks for all the support I had over the previous 4 years. I also performed two stage sets and had a band playing during the evening  between DJs playing tracks for everyone to dance to.



Ticket d’ingresso di £1 per l’evento collegato alla pubblicazione finale di Ataglance 



Ataglance” era quello che era, inizialmente nato per creare qualcosa che veniva poi buttato via, con il tempo però iniziò ad ispirare, diventando in seguito qualcosa che le persone collezionavano e apprezzavano. Questo progetto mi ha dato un contatto straordinario con il mondo creativo di artisti, musicisti e fan di entrambi i settori.


Ataglance was what it was, initially to create something that was throw away while inspiring becoming something people collected and treasured. It gave me amazing contact with the creative world of artists, musicians and fans of both.



Due pagine tratte da Ataglance Nr 14


Due pagine tratte da Ataglance Nr 3


Grass from the ground” era invece un concetto completamente diverso da Ataglance, mi sono trasferito a vivere a Brighton e ho creato un paio di pubblicazioni simili ad Ataglance, ma volevo fare qualcosa basato sul tempo e che avesse un evento finale. Anche qualcosa che mi avrebbe dato più opportunità di crescita nella mia rete di Mail Art.


Grass from the Ground was a totally different concept to Ataglance, I moved to live in Brighton and created a couple of similar publications to Ataglance but wanted to do something time based that had an end event. Also something that would give me more opportunity to build on my Mail Art network.





L'idea è nata quando un amico è andato a New York, gli ho chiesto se poteva portarmi un piccolo pezzo di prato dal Central Park da sistemare sulla mia mensola del camino, si è dimenticato - quindi ho pensato perché non chiedere alle persone di mandarmi un filo d'erba o più. Tante mostre di Mail Art erano mostre d'arte a tema, volevo creare qualcosa a cui tutti avessero accesso, ma interpretato in un modo unico, che raccontasse più del loro carattere di qualsiasi altra cosa.


The idea came when a friend went to New York, I asked if he could bring me a small square of Central Park for my mantel piece, he forgot – so I though why not ask people to send me one blade of grass or more. So many Mail Art shows were themed art exhibitions, I wanted to create something from something everyone had access to but would interpret in a unique way that told more about their character than anything else.




Così è iniziato, una delle prime risposte è arrivata da parte di un noto artista giapponese dell'epoca e cosi è partito il tutto, ho fissato la scadenza dell’evento a 3 anni per vedere che risultato avrei ottenuto, questo comportava un continuo scambio e la continua interazione verso nuove persone, il che significava che inviavo miei inviti personali e non delle semplici cartoline in giro per il mondo, a un certo punto successe che ero seguito dal KGB sovietico, tutto a causa di una sbagliata interpretazione delle mie domande contenute nella conversazione intercorsa con un artista sovietico, questo insospettitosi e credendomi una spia mi segnalò come persona sospetta e su cui indagare.


So it began, one of the first responses was from at the time a well known Japanese Performance artist and on it went, I set my deadline for 3 years to see how much I would get, this meant new introductions to new people all the time, meaning I sent invites but not printed these were personal invites – which at one point meant I was followed by the Soviet KGB all because of my questions about someone who wasn’t used to friendly open how are you questioning.




Ho avuto contatti con ogni tipologia di persona,  qualcuno proveniente anche da aree dilaniate dalla guerra, come la Jugoslavia, oppure detenuti del carcere di massima sicurezza Sing Sing nello stato di New York, abitanti di piccoli villaggi in Burkino Faso e villaggi e città sparsi in ogni continente.


I had contact with all kinds of people from war torn areas like Yugoslavia, prisoners in Sing Sing Prison New York state, small villages in Burkino Faso and everyday villages and towns on every continent.




Molte delle relazioni create durano ancora fino ad oggi, alcune sono state conoscenze  fugaci ma sempre oneste e genuine, a volte riscaldavano il cuore e talvolta facevano anche paura, immaginando cosa vivevano le persone in determinati periodi. Nel mentre iniziavo ad avere una completa  visione della vita delle persone, che andavano dai piccoli villaggi africani alle più grandi città americane.


In tutto questo periodo, ho avuto il tempo di campionare l'erba che man mano ricevevo, l’ho etichettata e messa in piccoli sacchetti di plastica con chiusura a zip. 

Era davvero stimolante vedere il modo in cui le persone aderivano al progetto, c’era chi inviava intere balle di fieno, oppure fili d’erba trovati a crescere all’interno delle crepe del muro di Berlino. Ogni corrispondenza che andavo ad aprire era piena di sorpresa, emozione e forte sentimento.


Alla fine ho deciso di non cercare una galleria per creare l’allestimento di tutto il materiale pervenuto, ma di improntare la mostra nel mio appartamento. 

Questa idea mi è venuta in seguito a degli spunti appresi durante i miei viaggi in America, fatti per incontrare gli artisti conosciuti attraverso la Mail Art, in particolare a New York, dove ho conosciuto un artista che organizzava mostre di Mail Art nel suo appartamento al 4° piano a Flushing, a 45 minuti di metropolitana da Manhattan. Ricordo che riceveva visite di 500 persone per ogni serata che organizzava.


La mia serata di apertura ha visto la partecipazione di oltre 100 persone ed è stato un enorme successo, ma in realtà il vero successo è stata l’esperienza intera dei 3 anni precedenti e dei 30 anni successivi. Durante il periodo in cui ho avuto il mio appartamento aperto per l’esposizione, sono stato intervistato  dalla televisione locale, la radio e i giornali nazionali del Regno Unito. Tutti interessati al curioso progetto che in 3 anni mi aveva portato a raccogliere lo spettacolo di oltre 350 campioni di erba di terra, provenienti da 46 paesi diversi.


Many of the relationships created last to this day some were fleeting but all were honest and genuine, heart warming as well as scary at times knowing what people were living though as I began to get such an insight into people’s lives from small African villages to the biggest American cities.


Throughout this time I was getting the grass too which I labelled and put into small zip lock plastic bags, the way people sent the grass or answered the question was truly inspiring, from having a bale of hay sent to me to get a blade of grass that was found growing inside the toppled Berlin Wall envelope I opened was full of feeling and emotion.


In the end I decided not to look for a gallery to have the even but to put the exhibition on  in my apartment, this was after I travelled and met Mail Artists in America and specifically New York as I found someone putting on  Mail Art exhibitions in  his 4th floor apartment in  Flushing a 45 minute subway ride from Manhattan but he would get 500 people visit for open evenings.


My opening night had over 100 people in attendance and was a massive success, but in reality the success was the previous 3 years and the following 30 years. During the time I had my apartment open for viewing I was interviewed for local television, radio and national UK newspapers. All interested in the 3 years when I had collated the show of over 350 samples of grass from the ground from 46 different countries.









Ami definire la tua tecnica pittorica con il termine "scrittura subconscia su tela". Puoi spiegare questa particolare definizione?


In realtà ho iniziato a scrivere sulle tele mentre mi laureavo, imprimevo sulla tela qualunque cosa avessi in mente, come anche su carta e cartoncino.

Ricordo di aver realizzato un'installazione con questa tecnica, in cui ho scritto sui muri di una stanza quello che avevo in mente o quello che dicevano le persone dietro di me.


Sono fermamente convinto che anche la pittura astratta sia una scrittura subconscia, una tecnica che non riproduce il testo reale ma utilizza segni su carta o altri supporti e che possono essere lette dalle persone come preferiscono.


È molto importante per me non dare molta o nessuna giustificazione a dipinti, collage ecc.. ma lasciarla allo spettatore, in modo che anche loro possano essere creativi e non solo spettatori passivi.

Mi piace il coinvolgimento a tutti i livelli, dalle performance al 2D statico, desidero che lo spettatore pensi e si lasci coinvolgere, leggendo da solo, senza che gli venga detto cosa pensare.


You love to define your painting technique with the term "subconscious writing on canvas". Can you explain this particular definition?


I actually did write on canvases while doing my degree, this also happened on paper and card too, whereby I would start writing whatever was in my mind onto the canvas. I once did a similar installation where I wrote on the walls of a room whatever was in my mind or whatever people behind me were saying.


I believe too that the way we paint abstractly is a similar subconscious writing just not using actual text but using marks on paper or other surfaces that can be read by people however they like.


It is very important to me not to give much if any justification to paintings, collages etc but to leave that to the viewer so that they too can be creative and not just a passive viewer, I want engagement at all levels from performances to static 2D artwork I like the viewer to think and get involved and reading it for themselves not being told what to think.








La performance artistica è diventata una parte importante della tua ricerca. Messo in pratica con il progetto itinerante di “sculture viventi”, ti ha visto attivo per molto tempo. Quali sono i messaggi umani fondamentali alla base di questa esperienza artistica?



La mia esperienza nella performance art è nata attraverso un processo di tentativi, errori, esperimenti ed esperienze, tutti relativi all'interazione e alla reazione del pubblico. Inconsapevolmente è iniziato tutto quando, a 16 anni, ballavo in un bar con la musica che usciva da un Juke Box, prima di questo ero solito farlo da solo nella mia stanza. In realtà, ballare in pubblico ha portato tutto su un altro livello, in quanto c'era un’interazione, che per una persona, precedentemente timida, può essere un aspetto decisivo o meno per la riuscita dell'esibizione. Prima di essere effettivamente un artista di performance art, ho iniziato a diventare più estroverso ballando nei nightclub, il che era tutto un naturale progresso della mia stessa espressione.



The artistic performance has become an important part of your research. Put into practice with the itinerant project of “living sculptures”, it saw you active for a long time. What are the fundamental human messages underlying this artistic experience?


 

My work in performance art came about through a process of trial, error, experiment and experience all relating to audience interaction and reaction. Unknowingly I had begun this when first dancing in a bar to music on a juke box aged 16, prior to this I often danced to music in my own room. Actually, dancing in public took this to another level as there was an audience, which for a previously shy person can be a make or break aspect of performing. Prior to actually being an active performance artist, I started to become more extrovert when dancing in nightclubs, which was all a natural progression of my own expression.




Nel 1984, durante la laurea in Belle Arti, stavo sperimentando molte sfaccettature della mia creatività espressiva con la fotografia, il collage e la pittura. Dopo aver visto i Test Department in concerto, (gruppo che è stato uno dei più importanti e influenti della prima musica industriale di Londra. Il loro approccio è stato caratterizzato dall'uso di materiale di recupero), attraverso le loro esibizioni sono stato ispirato a prendere alcuni oggetti di metallo dal dipartimento di scultura e poi essere fotografato colpendo questi oggetti: volevo usare le fotografie per creare una serie di dipinti che rappresentavano il movimento. Una volta iniziato, ho notato che stavo attirando l'attenzione dei passanti e così ho deciso di tornare in seguito senza un fotografo per vedere cosa succedeva, nel momento in cui fossi riuscito a coinvolgere un pubblico.


In 1984 while doing my Fine Art degree I was experimenting with many facets of my own creativity and expression with photography, collage and paint. After seeing Test Department in concert, I was inspired to get some metal objects from the sculpture department and then being photographed outside hitting these objects – I intended to use the photographs to create a series of paintings showing movement. Once I began I noticed I was getting the attention of passes by and so decided to come back later without a photographer to see what happened when I had an audience.



Queste performance, pur essendo informative, risultavano a tratti violente, non solo su me stesso ma anche sul pubblico e così ho iniziato a lavorare sull'interazione, la reazione e il comportamento del pubblico. Valutavo il punto in cui li stavo spingendo, quello in cui erano oltraggiati oppure quello in cui non gliene poteva fregare di meno.


A questo punto cominciai a chiedermi cosa sarebbe successo se avessi provato a non indignare il pubblico facendo qualcosa che forse ignorava, creando invece qualcosa che avrebbe provocato ancora più intrigo. È stato allora che mi sono esibito come un manichino statico all'esterno dell'edificio rimanendo immobile per quasi 8 ore. Stranamente questo sembrava essere più provocatorio rispetto a quando lanciavo sbarre di ferro alle persone, mi sono reso conto che certe cose che non erano così ovvie, avrebbero ottenuto più reazioni essendo meno ovvie per il pubblico generale.


These performances developed into being very violent while being informative not only about myself but the audience too and so I began to work on interaction, reaction and behaviour of the audience to. The point where I was pushing them to the point where they were either outraged or couldn’t care less.


At this point I start to wonder what would happen if I wasn’t trying to outrage the audience and instead did something that maybe ignored or create even more intrigue.  It was then that I performed as a static dummy outside the building staying motionless for almost 8 hours. Oddly this seemed to get more abuse than when I was throwing iron bars at people – I came to realise that certain things which were not so obvious would get more reaction by being less obvious for the general audience.




Ero e continuo a essere incuriosito dalla reazione e da ciò che la innesca, quindi interagire di meno sembrava avere più reazioni perché al contrario non creava distacco, il che ha incuriosito alcuni e infastidito altri. 

Mentre mi laureavo ho iniziato a sperimentare sempre di più con quello che stavo facendo e questo è diventato 'Living Sculpture'.

Ho anche sperimentato vari posti in cui mi esibivo, questo non era solo al di fuori degli studi ma a volte era all'interno di installazioni, mostre o semplicemente agli angoli delle strade. Per spingermi oltre ho deciso di andare in un'altra città e di stabilirmi in una strada a York, con la premessa di scoprire cosa sarebbe successo, nel caso avessi avuto reazioni e abusi simili a quelli avuti al college, con la differenza che in quel caso erano stati evitati in quanto avevo avuto possibilità di ripararmi di corsa all’interno dell’edificio. Stranamente in quel caso non ho avuto di questi  problemi, poiché ho iniziato ad avere un pubblico più ampio e nel complesso reazioni positive, che sono continuate durante la giornata con feedback interessati e di supporto.


I was and am continued to be intrigued by reaction and what triggered this, so doing less seemed to get more reaction due to the fact I wasn’t sign posting what I was going to do which intrigued some and annoyed others. While doing my degree I began to experiment more and more with what I was doing, this became ‘Living Sculpture’ and I also experimented with where I was doing this which was not just outside the studios – sometimes it was within installations, exhibitions or just on street corners. To push myself further I decided to go to another town and set up on a street in York with the premise of finding out what would happen if I was to get similar reactions and abuse as I had what would happen when I didn’t have the college to run back inside. Oddly at this time I never had this problem as I began to get larger audiences and on the whole positive reactions which continued through the day with very interested and supported feedback.




Questo è stato l'inizio del mio lavoro come intrattenitore di stradaLa visibilità acquisita, si traduceva in richieste di esibirmi in modo simile in gallerie d'arte, vetrine, discoteche, hotel, matrimoni, bar mitzvah, centri espositivi fieristici e tutta una serie di luoghi con eventi di vario tipo.


This was the beginning of me working as a street entertainer, this side of the performance work then through being seen would result in. requests to perform similarly in art galleries, shop windows, nightclubs, hotels, a weddings, a barmitzvah, tradeshows exhibition centres and a whole host of different locations, events and venues. 


Durante il mio percorso di laurea, sperimentavo molto sul modo in cui presentarmi, dal costume e trucco più particolare o eccentrico ho deciso di passare alla realtà, avvicinandomi il più possibile al mio abbigliamento quotidiano.

In questo modo mi sarei adattato alla strada o al luogo, e sarei stato parte integrante dell'ambiente e del pubblico, piuttosto che qualcosa che spiccava come ovviamente fuori luogo ed esibizionista nel suo formato.


While still doing my degree I experimented with how I dressed and rather than go to full costume or make up I decided on being as close to reality and everyday dress as possible, with this in mind I would fit into the street or location and be part of the audiences environment rather than something that stuck out as obviously being out of place and exhibitionist in it’s format.



Questo format lo trovavo più vicino al mio pensiero e al mio essere, senza l’esigenza di soddisfare un pubblico ero a mio agio, con gilet ed occhiali scuri, diventati in seguito il mio marchio.

Se fossi stato assunto per essere un personaggio specifico, avrei fatto come richiesto, sia che si trattasse di trucco o costume, ma nel complesso dal 1985 al 2000 mi sono esibito, come me stesso, per le strade di diverse località del Regno Unito.

Principalmente a Brighton, dove ho vissuto dal 1988 al 1998, non avendo una vera concorrenza è stato molto soddisfacente esibirmi in modo fisso nel centro città.

Il pubblico qui era di supporto e il turnover di turisti presente come a York, mi ha permesso di esibirmi 5 giorni a settimana fino a 8 ore al giorno nei momenti di maggiore affluenza.


I found this format to be more akin to the way I thought an so not trying to fit the needs of an audience I was being me, usually suited with waistcoat and with dark glasses which became regulation fitted goggles. If I was employed to be a specific character I would do as requested whether that meant make up or costume but overall from 1985 to the year 2000 I performed as myself on the streets and in many various locations around the UK but mainly in Brighton from 1988 to 1998 as I lived there and had no real competition for the place I wanted to perform within the town centre. The audiences here were supportive and there was enough of a turnover of tourists like York that made it possible for me at the busiest times to perform 5 days a week up to 8 hours a day.


Nonostante alla fine degli anni '80, l’esibizione in strada, era ancora abbastanza nuova, cominciai a suscitare interesse nelle diverse città in cui mi esibivo. quindi fui intervistato apparendo su tutti i giornali nazionali dell'Inghilterra e su vari programmi televisivi, alcuni tipo “TV Holiday Programs”, dove rappresentavo  semplicemente parte della vita della città, altre volte invece sono stato invitato dalle compagnie cinematografiche a fare degli slot, da inserire in specifici programmi televisivi. Durante la mia esibizione ero lì per interagire con le persone e mai in nessun momento rimanevo immobile, ho sviluppato una tecnica in linea con il Thai Chi dove mi muovevo continuamente in connessione con le persone davanti a me. Spesso succedeva che i miei movimenti erano molto più lenti dei loro e questo aspetto lo memorizzavo in modo da non essere mai più veloce, in questo modo ho sempre portato una folla a guardarmi interagire con le persone che avevo davanti, creando intrighi e interesse per l'interazione che riuscivo ad avere con membri specifici del mio pubblico.


Dato che si trattava di un evento di strada, la probabilità di abusi o applausi era enorme, il pubblico era di proprietà della location, non io, quindi si sentivano a proprio agio nel dire quello che pensavano e nel fare ciò che volevano, perché il posto non era necessariamente mio. Questo, a mio parere, ha creato un legame genuino che non si trova nelle Gallerie d'Arte o nei luoghi di maggiore levatura culturale. Il riscontro avuto dalle persone che ho incontrato è stato sorprendente, poiché hanno messo in discussione la mia arte in un modo molto più approfondito di quanto avrebbero mai fatto i critici d'arte, principalmente perché non avrebbero visto quello che facevo come arte. 

Mi manca decisamente esibirmi, ma uso tutte le mie osservazioni e le mie esperienze avute fino ad oggi per aiutare i clienti e i miei studenti a comprendere il comportamento umano. Dopotutto quello che stavo facendo era semplicemente 'essere' me stesso, mentre gli altri guardavano o passavano avanti, era intensamente soddisfacente capire, cosa o come potevo essere percepito nella società, quando stavo sul mio piedistallo, alto circa 30 cm e realizzato apposta per me.


I began to get interest wherever and whenever I performed in different towns as at the time in the late 1980s this was still quite new on the streets so I was interviewed and appeared in all the national newspapers of England as well as on various television programs some by luck like TV Holiday Programs where I was simply part of the life of the town other times I was found by film companies to do slots to be put into specific television programs.

Throughout my time performing I cannot recount the variations of response, I was never there though to perform in connection to payment or the audience doing something specifically that they thought I should react to. I was there to interact with people and never at any point was I motionless, I developed a technique in line with Thai Chi where I was continuously moving in connection with people in front of me. It just happened that my movements were massively slower than theirs and I kept this in mind ll day so that I was never hurried but always brought a crowd to my speed to watch me interact with the people at the front of the audience, building intrigue and interest into the interaction I was having with specific members of the audience.

As this was a street event the openness for abuse or applause was massive, the audience owned to location not me so they were comfortable saying what whet thought and doing what they wanted as it was there place to be not necessarily mine. This created a genuine bond that is not found in Art Galleries or places of more cultural standing, this is only my opinion. But the response I had from the people I met was amazing as they questioned my art in a far more thorough way than art critics would ever do – mainly because they didn’t see what I was doing as art.

I definitely miss performing but I use my observations and experiences to this day to help clients or students to understand human behaviour. After all what I was doing was simply ‘being’ and to stand and ‘be’ myself while others watched or walked by was intensely satisfying in working out what or how I could be in society when standing outside on my plinth which was made for me and was approximately 30 cm high.



Il tuo variegato percorso artistico ti ha portato anche a confrontarti con spettacoli di danza. Puoi raccontarci le tue esperienze in questo campo?


Ho iniziato ad andare a concerti e pub intorno alla fine del 1979 e poi ancora di più nel 1980, durante il mio ultimo anno di scuola. Ho avuto fin da subito un ottimo feeling con il ballo, facevo parte di un movimento punk che si esibiva ai concerti,  nei balli più intricati e interessanti nei pub e più tardi nei night club, persino mia sorella mi mostrava i passi e i movimenti di specifiche canzoni di David Bowie che vedeva fare ad altri ballerini, in club unici ed estremi a Manchester in Inghilterra. 

Inizialmente ero un po’ contratto e non avevo idea che questo sarebbe diventato parte di me, per il resto della mia vita.

Timido e ritirato a scuola, ma ero pronto ad alzarmi in piedi ed essere giudicato per i miei pensieri, anche se questo significava essere vittima di bullismo o di violenza fisica.

Questa esperienza è continuata senza provocazione nei night club e poi, insieme alla mia voglia di esibirmi, l'ho spinta sempre più lontana, e i palchi sono diventati sempre più grandi, così come il pubblico.


Intorno al 1982, mentre decidevo di frequentare sempre più nightclub, suonando principalmente punk, gotico, indie, anni '60, iniziai a sperimentare sempre di più.

La possibilità di avere spazio per ballare e di esprimermi, mi faceva amare sempre più la facoltà di essere me stesso, a discapito della mia timidezza.

Di tanto in tanto qualcuno mi minacciava mentre erano lì ad osservarmi, il che a volte mi intimidiva, e così mi ritiravo in me stesso, ma quando non c'erano “fiorivo” e con il supporto di coloro che conoscevo, tutto assumeva il senso di quello che ero e che mi rappresentava. 

Stranamente, senza rendermene conto, stavo creando un personaggio, succedeva che ovunque andassi venivo osservato e prima di iniziare davvero a lavorare come performer, questo mi dava una meravigliosa sensazione di appagamento, caricandomi di un'energia intensa. 

Non cercavo di essere diverso, ma solo di essere me stesso, apparentemente per qualcuno potevo sembrare diverso ma stavo diventando conosciuto, come qualcuno da approvare e applaudire o diversamente lanciargli bottiglie addosso. 

Mentre mi laureavo in belle arti nella città di Leeds, in Inghilterra, ho incontrato persone che organizzavano serate in discoteca e che suonavano musica che amavo,  sapevano che amavo ballare e che questo avrebbe creato ai loro eventi un'atmosfera, e così sono diventato The Dancer. 

Rotolando sul pavimento, sbattendomi contro i muri, arrampicandomi sulle luci, cadendo dal soffitto, saltando più in alto possibile, atterrando sulle mie ginocchia e facendo salti mortali sui pavimenti di cemento e allo stesso tempo performare piccoli passi di ballo, attraverso movimenti intricati con i piedi, cercavo di coinvolgere e ispirare gli altri. Mi piaceva ballare e in questo periodo intorno al 1985 ho frequentato alcuni corsi di danza, che mi hanno dato più slancio e una figura più flessibile con cui lavorare.


Your varied artistic path has also led you to confront yourself with dance performances. Can you tell us about your experiences in this field?

I began going to concerts and pubs around the end of 1979 and then more so throughout 1980 while in my final year at school. I soon got a feel for dancing, from being part of a mass of punks pogoing at concerts to more intricate and interesting dancing in pubs and later in  night clubs – even my sister showing me moves to specific David Bowie songs that she saw people doing at unique and extreme clubs in Manchester England. I was hooked and had no idea this was going o be part of me for the rest of my life, shy and retiring at school yet prepared to stand up and be counted for my thoughts and if that meant being bullied or hit then so be it. This continued without provocation in night clubs and then coupled with my urge to perform I pushed it further and further and the stages became bigger and bigger as did the audiences.

Around 1982 onwards as I stared to go to more and more nightclubs mainly playing punk, gothic, indie, 60’s I began to experiment more and more as I had space to dance and express myself and this simply grew without realising I was being watched I was being me and loving it. Now and then someone would threaten me which seemed scary and unnatural and so I would retire into myself while they were there and when they were not there I would flourish and then with the support of those I knew this became more of who I was. Oddly without knowing I was creating a persona for myself wherever I went I was watched and before I had really begun working as a performance artist this was giving me a wonderful feeling of fulfilment, which gave me intense energy. Not to try and be different but just to be me, seemingly this was different and I was getting known as someone to be watched and either throw bottles at or applaud.
While doing my fine art degree in the city of Leeds, England I met people running club nights who played music I loved and they knew I loved dancing and would create an atmosphere and so I became The Dancer. Rolling on the floor bashing myself against the walls, climbing into the lights, falling from the ceiling, jumping as high as possible landing on my knees, doing back flips onto concrete floors and all the time feet dancing little intricate freeform moves that may inspire others. I loved dancing and at this time around 1985 did actually take some dance classes which gave me more moves and a more supple figure to work with.



Nel 1988 mi sono trasferito da Leeds a Brighton, in Inghilterra, in una comunità ancora più aperta e creativa, fino ad allora nei nightclub dovevo prestare attenzione in quanto spesso oggetto di minacce. A Brighton invece, sono stato annunciato come un artista di danza e mi è stato dato spazio e attenzione, quindi durante il giorno ero conosciuto come The Man Who Stands Still e a detto di un’amica venivo chiamato anche The Albino Dancer, perché avevo tinto di bianco i capelli e nessuno sapeva chi fossi o da dove venissi, sapevo solo che avevo preso il controllo dei loro nightclub e questo mi rendeva soddisfatto.

Allo stesso tempo, anche la band di Glasgow Primal Scream si era trasferita a Brighton, organizzando una serata in un club locale. La serata si chiamava Slut, e Bobby Gillespie il loro cantante DJ'd, era un sogno di lunga data. 

Ho ballato un’intera notte, ad un certo punto il fratello di Simon Bobbys mi ha trascinato per i piedi tirandomi fuori dalla pista da ballo accompagnandomi alla cabina del DJ, immaginavo che avrei preso dei calci, invece mi comunicarono che ero nella lista degli ospiti e volevano che ballassi ogni settimana. Che cosa potevo chiedere di più?! Da quel momento venni assunto per ballare in tutti i tipi di club, come anche per esibirmi come scultura vivente in cima a pile di altoparlanti o per ballare prima che la folla avesse il coraggio di ballare da sola.


Ho anche ballato sul palco per una o due band, in queste occasioni dovevo dosare bene la mia performance, in quanto dovevo essere meno espressivo, per non distogliere l'attenzione dalla band. L'etichetta discografica dei Primal Screams Creation Records tenne un evento al The Town and Country Club di Londra, lì il capo Alan McGhee mi chiese cosa avrei voluto fare, ho detto di essere un ballerino gogo. Anche per questo evento, che è durato un'intera giornata con circa 10 band, sono salito sul palco davanti a 5000 persone gettandomi dappertutto e giù dal palco, tra una band e l’altra.

Non ho mai smesso di ballare nei club negli anni '90. Poi con l'età ho rallentato fino a circa il 2011 quando a un incontro di rete aziendale ho incontrato qualcuno che era il contabile della band Arctic Monkeys. Lui e un amico hanno tenuto la loro serata in rete in cui gli uomini d'affari venivano a portare dischi per un DJ da suonare mentre bevevano e presumibilmente ballavano. La prima volta che sono andato mi sono sentito come se fossi di nuovo in paradiso perché ho avuto un'altra opportunità di ballare e sono tornato indietro di 25 anni.Ho iniziato a buttarmi in giro ma anche a risparmiare energia e fare passi più adatti e intricati al rock and roll, jazz, nord soul e altri brani. Ancora una volta sono stato visto come The Dancer e non appena possibile dopo la pandemia sono sicuro che tornerò a ballare di nuovo nel 2021 e oltre.


In 1988 I moved from Leeds to Brighton, England and an even more open and creative community – till now in nightclubs I had to watch myself and was often threatened and hit. In Brighton I was heralded as a pure dance artist and given space and attention so in the day I was known as The Man who Stands Still and in the evening a friend said when I appeared her friends called me The Albino Dancer as I had dyed white hair and nobody knew who I was or from where I came but knew I’d taken over their nightclubs.
At the same time Glasgow band Primal Scream had moved to Brighton too, they put on a night at a local club. The night was called Slut and Bobby Gillespie their singer DJ’d – a long time dream of hs and they put on bands too. I danced away and one night Simon Bobbys brother dragged me by the feet off the dance floor to the DJ booth, I assumed I was going to get a kicking. Instead they said I was on the guest list every week and they wanted me to dance every week. What ore could I ask, from this I was kind of hired to dance at all kinds of clubs either performing as a living sculpture on top of speaker stacks or to dance before the crowds got courage to dance themselves.

I also danced on stage for one or two bands, this was always a fine balance as I had to be less expressive so not to take attention off the band. Primal Screams record label Creation Records had an all day event at The Town and Country Club London, there boss Alan McGhee asked me what I’d like to do, I said be a gogo dancer. For this even which was on for a whole day with abut 10 bands I went on stage between bands in front of 5000 people throwing myself all over the sage and off the stage. 
I never stopped dancing in clubs throughout the 1990s. Then with age to slowed down until around 2011 when at a business network meeting I met someone who was the accountant of the band Arctic Monkeys. He and a friend held their own network night where business people came brining records for a DJ to play while they drank and supposedly danced. The frst time I went I felt like I was in heaven again as I had another opportunity to dance and transported back 25 years I began to throw myself around but also conserve energy and do more fitting and intricate steps to rock and roll, jazz, northern soul and other tracks. Once again I was seen as The Dancer and as soon as able after the pandemic I am sure I will be back dancing again in 2021 and onwards.

 



L'elemento caratteristico dei tuoi lavori è la dimensione surreale, dominata da un'atmosfera sospesa in cui prevale un pensiero fantasioso. Preferisci la sovrapposizione della carta come materiale espressivo, sperimentando la tecnica del collage in tutte le sue forme. Puoi parlarci del processo creativo della tua tecnica espressiva? 


Nella mia opera d'arte bidimensionale più visiva ho spesso privilegiato il collage come mezzo creativo da tagliare e incollare, prediligendo un lavoro di composizione di collage da ritagli di riviste. Verso la fine degli anni '80 mi sono imbattuto in un processo di stampa o trasferimento che è diventato il mio tema principale nelle produzioni artistiche bidimensionali per tutti gli anni '90. 

Utilizzando prodotti chimici che erano nei diluenti di cellulosa (usati normalmente per diluire la vernice). Ho scoperto dagli amici che se strofinavi i diluenti sul retro di una fotocopia a colori o in bianco e nero, questo rilasciava gli inchiostri su altre superfici. Ho sviluppato la mia tecnica utilizzando l'estremità di un cucchiaio per rilasciare gli inchiostri dalle copie su carta, tela, legno, t-shirt, borse ecc. Non solo trasferendo direttamente un'immagine finita, ma ho sviluppato un processo di stratificazione e costruendo una composizione da tutte le fotocopie che creavo da ritagli di riviste. Ho anche sviluppato tecniche di disegno utilizzando un bordo più nitido in modo da disegnare linee nei pezzi finiti del lavoro e utilizzare sezioni trasferite di ombre e toni per sovrapporre e collegare le immagini.


The characteristic element of your works is the surreal dimension, dominated by a suspended atmosphere in which an imaginative thought prevails. You prefer paper overlapping as an expressive material, experimenting with the collage technique in all its forms. Can you tell us about the creative process of your expressive technique?

In my more visual two dimensional artwork I have often favoured collage as a creative medium from cut and paste collage composing work from magazine cut outs. 
Around the end of the 1980s I came across a process of print or transfer which became my main stay of two dimensional art productions throughout the 1990s. Using chemicals that were in Cellulose Thinners (used to thin paint normally). I found out from friends if you rubbed the thinners on the back of a colour or black and white photocopy this released the inks onto other surfaces. 
I developed my own technique using the end of a spoon to release the inks from copies onto card, paper, canvas, wood, t-shirts, bags etc. Not just doing straight transfers of one finished image, instead I developed a process of layering and building up a composition from all the photocopies I would create from magazine cut-outs. I also developed techniques of drawing using a sharper edge so I would draw lines into the finished pieces of work as well as using transferred sections of shade and tone to overlap and connect imagery.






Ogni opera d'arte era unica a se stessa poiché non sono mai stata in grado di replicare e non ho mai voluto replicare le opere finite. Dal 2002 in poi ho iniziato ad utilizzare programmi software per creare gli stessi effetti, sovrapponendo immagini che cambiano tonalità e composizioni cromatiche ma alla fine realizzando composizioni di collage simili che possono essere viste su schermo o stampate su varie superfici. Nel 2010 mi sono sentito come se non stessi creando così tanto come in precedenza e ho iniziato a riempire i quaderni di schizzi con semplici tagli analogici e collage passati senza trasferire stampe. Li ho scansionati o fotografati per eseguire ulteriori lavori utilizzando programmi software o app per telefono e lo faccio ancora ora. Ho creato collage su molte superfici diverse creando semplici opere d'arte bidimensionali incorniciate, come anche tavoli e sedie coperti con collage. Sento che questo processo di creatività è uno dei miei processi più piacevoli e preferiti.


Each artwork was unique to itself as I was never able to replicate and never wanted to replicate the finished works. From 2002 onwards I began using software programs to create the same effects, layering images changing tones and colour compositions but in the end crating similar collage compositions that can be seen on screen or printed on various surfaces.
In 2010 I felt like I wasn’t really creating as much as I had previously and began to fill sketchbooks with simple analogue cut and past collages not transfer prints. I scanned or photographed these to make further works either using software programs or phone apps and still do this now.

I have collaged on many varied surfaces creating simple framed two-dimensional artworks as well as collaged covered tables and chairs. I do feel that this process of creativity is one of my most pleasurable and favoured processes.






Vorrei che disegnassi un breve profilo dell'uomo e dell'artista Mark Longbottom 


Mi piace pensare a me stesso come a qualcuno che analizza il comportamento umano e utilizza le osservazioni per alimentare l'espressione creativa e il suo prodotto. Mi piace che le persone siano creative quando vedono il mio lavoro e che creino la propria storia piuttosto di cercare di capire la mia.


I'd like you to draw a brief profile of the man and the artist Mark Longbottom.

I like to think of myself as someone who analyses human behaviour and uses the observations to fuel the creative expression and product. I like people to be creative when they view my work and for them to create their own story rather than try and figure out mine.





Il tuo avvento nel mondo sociale è stato un vero successo. Qual era il contesto in cui è nata l'idea di Platform58, ovvero quella di sviluppare un progetto dedicato al sostegno degli artisti contemporanei? 


Platform58 è nato grazie a una fiera d'arte chiamata Ripple che si è svolta dal 2002 al 2008, l'ho gestita in un villaggio locale con un amico che non aveva mai esposto la sua arte prima del 2002. Gli eventi sono cresciuti e si sono estesi durante un fine settimana di vacanza a Maggio, eventi di 3 giorni in cui abbiamo sviluppato un progetto per far esporre circa 30 persone creative, pagarono una quota per essere coinvolte e noi facemmo il resto, gli artisti potevano scegliere se essere presenti durante il fine settimana o meno. Il nostro obiettivo era quello di far incontrare le persone delle città vicine di Manchester, Leeds, Sheffield e delle città locali per poter fruire dell'arte contemporanea in un piccolo villaggio. Durante gli ultimi tre eventi abbiamo avuto circa 1500 visitatori ogni anno, con vendite totali per quei tre anni in 9 giorni di circa £ 30.000. Gli eventi sono stati un successo, ma a causa dei budget e dei redditi non potevamo permetterci di continuare senza maggiori finanziamenti.


Your advent in the social world has been a real success. What was the context in which the idea of Platform58 was born, namely that of developing a project dedicated to supporting contemporary artists?

Platform58 came about due to an art fair called Ripple which ran from 2002 to 2008, I ran this in a local village with a friend who hadn’t exhibited his art prior to 2002. The events grew and grew and happened over a holiday weekend in May, 3 day events where we developed a process to showcase around 30 creative people, they would pay a fee to be involved and we would do the rest, they could be present during the weekend or not. Our plan was to bing people from the cities close by of Manchester, Leeds, Sheffield as well as local towns to see contemporary art in a small village setting.
During the last three events we had approximately 1500 visitors each year with otal sales for those three years over 9 days of around £30,000. The events were a success but due to budgets and incomes we couldn’t afford to continue without bigger funding. 


Durante l'ultimo anno avevo iniziato a usare My Space e in 9 mesi avevo oltre 10.000 follower, questo ha aiutato in modo massiccio l'ultimo evento. Avevamo una sezione di mail art, in cui abbiamo esposto oltre 300 cartoline ricevute da tutto il mondo, una sala cinema dove abbiamo proiettato cortometraggi di registi di tutto il mondo che avevano risposto al nostro invito e inoltre anche la riproduzione di musica che ci era stata inviata da numerose band. Con il progetto Ripple era nata questa comunità online sempre più in crescita, decisi di continuare a curare questa nuova esperienza anche senza eventi dandogli un nuovo nome, è così che nacque Platform58.


During the final year I had started to use My Space and in 9 months had over 10,000 followers this helped the last event massively. As we had a mail art section where we received over 300 postcard portraits from around the world, a cinema room where we showed short films by fil makers from around the world who answered our invitation and music by bands who again sent us music to play at the venue.
With this growing community online for Ripple but no more events I decided to continue but under a different name and so Platform58 was born.


Come con il progetto della Mail Art negli anni 80 ho creato online il coinvolgimento giusto per la selezione di opere d’arte a tema e con la pubblicazione di riviste online e promozione di tantissimi artisti. Dal 2008 al 2016 ho creato 117 riviste online e ancora oggi Platform58 continua a supportare gli artisti che condividono le loro opere, principalmente tramite Instagram


Like my involvement in the 1980s with Mail Art I need to keep people engaged and so every month I put a call out for themed artwork which I would create online magazines to help promote the artists to wider communities. I created 117 online magazines from 2008 to 2016.

Platform58 still continues supporting artists sharing work today, mainly through Instagram.


Attraverso la tua professione di insegnante metti le tue capacità al servizio dell'espressione che sviluppa creatività e immaginazione. Cosa ha apportato al tuo profilo artistico essere un insegnante? 


Non è da molto che insegno,ho iniziato insegnando in college e università di istruzione superiore in Inghilterra e attualmente lavoro come docente di supporto per studenti che studiano sui media in un college di istruzione superiore. Gli studenti con cui lavoro ora hanno difficoltà di apprendimento come autismo, dislessia, disabilità di udito e visive. Imparo veramente tanto dagli studenti, non solo le cose che aiutano la mia produttività creativa, ma il mio sviluppo personale e il processo di apprendimento permanente. Tutti possiamo imparare e dovremmo tutti imparare da tutto ciò che ci accade e da ogni conversazione che abbiamo. Più di questo dovremmo imparare tutti anche dalle nostre osservazioni, so da tempo che non ho finito con nulla e dovrei essere sempre aperto al cambiamento e allo sviluppo di nuove idee, osservare gli studenti mi ha aiutato sempre di più ad essere aperto a cambiare e non accontentarmi mai di chi sono, ma continuare a cercare nuove sfide e nuovi modi per aiutare e supportare gli altri in quello che stanno facendo.


Through your teaching profession, you put your skills at the service of expression that develop creativity and imagination. What did being a teacher bring to your artistic profile?

I have taught not extensively but I have taught at further education colleges and universities in England and currently work as a support work for students doing media studies at a further education college. The students I now work with have learning difficulties like Autism, Dyslexia, Hearing and Visual Impairments. 
I learn so much from students not only things that help my creative productivity but my personal development and lifelong learning process. We can all learn and we should all learn from everything that happens to us and from every conversation we have too.
More than this we should all learn from our observations too, I have known for a long time I am not finished with anything and should always be open to change and to develop new ideas, observing students has helped me more and more to be open to change and never be satisfied with who I am but to keep looking for new challenges and for new ways to help and support others in what they are doing too.




A quali progetti stai lavorando attualmente? È possibile avere qualche anticipazione? 


Da febbraio 2020 ho lavorato su alcuni dipinti, disegni e collage di opere d'arte, tutti di dimensioni A2 e tutti collegati a un tema #IncompleteCircles.

In questo periodo l’idea dietro questa tematica è un po’ cambiata ma si adatta ancora perfettamente al titolo. La mia attenzione si è spostata molto sul paesaggio in cui vivo e in cui mi aggiro ad ogni occasione. I “cerchi incompleti” possono rappresentare qualsiasi cosa che ognuno di noi vuole, per me ora iniziano a riguardare le forme astratte che osservo nella terra intorno a me. Ci parlano dell'appartenenza, sia che noi apparteniamo al paesaggio o che il paesaggio appartenga a se stesso.

Non ho ancora elaborato niente di tutto questo. Alcune di queste riflessioni provengono dallo stare seduti in cave dismesse sulle cime delle colline, questi sono luoghi in cui la pietra veniva estratta per costruire serbatoi sulle colline oltre 150 anni fa e mi chiedo costantemente cosa significhi l’appartenenza a questi luoghi. 

Attualmente sto lavorando su un album da disegno A5, a delle idee per dipinti e disegni più grandi. Sto pensando di creare libri dei miei lavori collegati alla serie #IncompleteCircles e anche ai miei collage del 2010, che metterò probabilmente in vendita in formato cartaceo o come download.


What projects are you currently working on? Is it possible to have some anticipation?

Since February 2020 I ave been working on some physical artwork paintings, drawings, collages all A2 in size and all connected to a theme #IncompleteCircles over this time the dea behind this has changed but still fits the theme or title. From being my overall observations the focus has become more about the landscape I live within and walk around at every opportunity.
The Incomplete Circles can be anything anyone wants, for me they now start to be about the abstract shapes I see in the land around me and also about belonging, whether we belong in the landscape or the landscape belongs to s – I’ve not worked any of this out yet.
Some of these questions come from sitting in disused quarries on the hilltops, these are places where stone was quarried to build reservoirs on the ills over 150 years ago and I constantly wonder what belonging means in these places.
I’m working now more in an A5 sketchbook on ideas for bigger paintings, drawings etc or not, as they may stay the same size. I am though considering creating books of my works connected to #IncompleteCircles and my collages since 2010, which maybe for sale in print or as a download.


Consapevole di avere davanti a me una persona con un bagaglio artistico e culturale davvero ricco, vorrei concludere questa intervista chiedendoti quali artisti contemporanei consideri più interessanti e innovativi al momento. 


Questa è una domanda molto difficile a cui rispondere, non sono un grande frequentatore di gallerie e non direi che un artista è migliore di un altro, anche se a dire il vero, attraverso Platform58 ho l’opportunità di interagire con artisti che trovo veramente molto in gamba e che credo abbiano un potenziale veramente altissimo a livello mondiale. Quindi secondo un mio modesto parere, posso dire che le persone che condivido quotidianamente su Instagram tramite Platform58 sono gli artisti più interessanti e innovativi che conosco.


Aware of having in front of me a person with a truly rich artistic and cultural background, I would like to conclude this interview by asking you which contemporary artists you consider most interesting and innovative at the moment.

That’s a very hard question to answer, I’m not a great gallery goer and wouldn’t say one artist is better than another, although I mention to many who I share on Platfrm58 that they are for me some of the best I see anywhere in the world.
So for me I would say the people I share daily on Instagram through Platform58 are the most interesting and innovative artists I know.








Vi invitiamo a visualizzare il video con alcune, tra le più rappresentative, delle opere di Mark.             





Contatti dell’artista 


▪️Email malongbottom@gmail.com

▪️Mark Longbottom su Facebook 

▪️Mark Longbottom su Instagram


▪️Platform58 su Facebook 

▪️Platform58 su Instagram 












Intervista a cura di Giuseppina Irene Groccia 












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