I LIBRI Una sicura possibilità di salvezza

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VIAGGIO TRA I DIAMANTI





I LIBRI
Una sicura possibilità di salvezza 




di Giuseppe De Rosis |10|Febbraio|2023|





Fortunatamente ci sono i libri, perché - dice il custode della Biblioteca di Alessandria in un’opera di Dante Maffia - “senza i miei libri ero niente”.

E resta fermo, seduto sui gradini della porta della Biblioteca, lui che ha visto tanti rotoli andare in fumo, migliaia di versi trasformati in una canicola asfissiante, in attesa che gli Dei gli restituiscano ciò che gli è dovuto, i libri, i suoi libri.

Ma vi siete mai chiesti perché, quando trionfano le ideologie irrazionali e demenziali, bruciano non solo gli uomini, ma anche i libri, che pure sono immobili, inoffensivi?





I libri fanno paura, e non a caso Hitler e Stalin vietarono la pubblicazione di libri di fiabe.

Non è un caso che nel XX secolo abbiamo assistito ad una innominabile bibliochestria: biblioteche bombardate, rivoluzione culturale cinese, purghe sovietiche, roghi nazisti, fondamentalismo.





Il giornalista e scrittore spagnolo, Arturo Perez - Reverte, dopo aver assistito all’incendio della Biblioteca Nazionale di Sarajevo nel 1992, scrive: “ Quando un libro brucia, quando un libro vien distrutto, quando un libro muore, qualcosa in tutti noi subisce una mutilazione irreparabile.

Quando un libro brucia, muoiono tutte le vite che lo avevano reso possibile, tutte le vite che quel libro conteneva e tutte le vite a cui, nel futuro, quel libro avrebbe potuto dispensare conoscenza, intelligenza e speranza”.





Quelle braci per tre giorni piovvero su Sarajevo e furono chiamate dagli abitanti “nere farfalle”, ma sono proprio i libri, in tante occasioni, a rivelarsi come strumento di salvezza. Ad Auschwitz, Primo Levi, in quel luogo in cui gli esseri umani hanno utilizzato altri esseri umani come carne viva su cui esercitare tutti i demoni che affiorano dal profondo, ritrova, sull’orlo dell’abisso, nella memoria e in un canto della Comedìa, l’appiglio a cui aggrapparsi. L’ostinato tentativo di rivedere i versi del poema è una forma di resistenza contro l’annientamento.





Oggi non si legge più, perché la lettura richiama Leopardi solitario, abbuia la nostra vita gaudente, è una crepa nel muro… non si legge perché viviamo in una società miope, una incentiva vanità e superficialità, dimenticando che i libri non sono muri, ma mari, cioè aperti.

I libri vanno toccati, vissuti, sognati, odorati per capire l’età. L’esperienza tattile del libro è imparagonabile e solo così la lettura può essere sensuale, erotica.





Specie i grandi libri sono tappeti volanti, ti portano lontano e soprattutto, ti cambiano.

I capolavori sono quelli che producono nel lettore una metanoia, come la Comedìa: dall’ inferno al paradiso, per aspera ad astra, per crucem ad lucem.

E allora contro ogni variante di Covid un libro, che funziona da dose bluster, perché ti immunizza contro la vacuità e l’arroganza.

Tolle lege, tolle lege.  


























Il professor Giuseppe De Rosis è un insegnante in pensione, docente per scelta. Instancabile promotore di iniziative culturali. Insieme al suo gruppo “Gli Amici dell’ Arte” è una insostituibile guida di viaggi letterari.
Foto: Francesco Verardi

























©L’ArteCheMiPiace - Blog Arte e Cultura di Giuseppina Irene Groccia 




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