“Rappresentazioni di donna” di DOMENICO SUMMA

   L’ArteCheMiPiace - Artisti





“Rappresentazioni di donna

DOMENICO SUMMA




di Giuseppina Irene Groccia |21|Dicembre |2022





Le opere di Domenico Summa si pongono con definita contemporaneità in un percorso fatto di continua ricerca. Un cammino intriso di quella carica emozionale necessaria alla giusta trasposizione di un sentire intimo e profondo.


Il suo linguaggio fotografico è ricco di simbolismo intrinseco, quello che fa di un semplice scatto un “attimo irripetibile”, dove un’attenta riflessione pone significato all’essenza riuscendo a governarne l’apparenza.


Domenico educa il proprio sguardo, osservando e riproducendo una realtà filtrata attraverso la sua visione, egli rende visibile l’invisibile attraverso uno strumento conoscitivo che è in grado di comunicare al fruitore emozioni e sentimenti del suo essere.


In questo articolo abbiamo il piacere di farvi conoscere il suo nuovo progetto fotografico dal titolo “Rappresentazione di donna”. 


Sarà lui stesso a presentarsi e a raccontarci questa esperienza, dall’idea, allo sviluppo, fino alla realizzazione.










Quando hai cominciato a fotografare e quando hai capito che questo sarebbe diventata la tua passione?


L’interesse per la fotografia si presenta subito, in giovane età. Ricordo infatti la magia dell’immagine che si formava sulle polaroid scattate dai miei genitori.
Durante l’adolescenza, frequentando il fotografo del paese, ho potuto imparare i primi rudimenti di composizione dell’immagine. In seguito ho seguito un corso di fotografia e, con mia gran soddisfazione, ho potuto vedere una mia foto esposta ad una mostra collettiva nella scuola che frequentavo.

Durante gli anni universitari ho comprato la mia prima reflex e fotografato più che potevo.

L’avvento del digitale mi ha portato a molti anni di pausa e disinteresse, in seguito mi sono approcciato ad una reflex digitale che mi permettesse di conservare memoria delle mie figlie che crescevano.





Qual è stato il tuo percorso di crescita e apprendimento dell’arte fotografica?


Nel 2019 con la pandemia ho avuto modo di riprendere a fotografare con continuità e così entrai casualmente in un gruppo laboratorio di una corrente artistica, Fotografia Transfigurativa, dove le mie foto trovano patria e così contemporaneamente la mia passione cresce. Apprendendo anche come comporre e postprodurre non banalizzando le mie immagini grazie ai consigli di molti autori che da quel momento diventano i miei fari, dentro e anche talvolta fuori dalla corrente Fotografia Transfigurativa della quale mi sento parte.






Cosa ti affascina e ti interessa particolarmente di questa espressione artistica?


Non amo scrivere ma mi piace raccontare storie ed esprimermi con le immagini. Fotograficamente mi sono più volte definito un “cacciavitaro”, termine usato dai fisici teorici per definire i fisici sperimentali: mi piace giungere empiricamente a nuove soluzioni nella composizione e ricercare effetti con espedienti come movimenti e autocostruzioni, ad esempio tappi pinhole e manomissioni dei filtri degli obiettivi.





Hai un messaggio principale che vuoi trasmettere attraverso il tuo lavoro?


Quando fotografo non intendo mostrare il mondo così com’è ma filtrarlo attraverso la mia coscienza, la mia introspezione e la ricerca.



 


 

Ci vuoi raccontare come è nato questo tuo progetto fotografico?


Il progetto nasce dalla mia casuale attenzione a un gioco di riflessi creatosi su una vetrina di un Atelier di abiti da sposa. Un viaggiatore di fortuna che si imbatte nell'economia del gratis: era in quel momento il mio sentimento verso quelle visioni, che hanno preso il mio sguardo e l'hanno trasformato in scatto e memoria.





Che ragioni ti hanno motivato e spinto a intraprenderne la realizzazione?


Nella testa mi risuonava il brano: " Androide Mirna" di  Giancarlo Onorato che narra la storia di un androide che vede passare la vita senza invecchiare. Chi invecchia sente invecchiare il mondo e le persone intorno, sente che l'universo si estingue, ma l'androide resta ancorato ai suoi giorni, resiste all'esilio dell'anima.

E così  mi accorsi che ciò che stavo guardando, essenzialmente un manichino, era una rappresentazione di donna ed emanava, attraverso il riflesso sui vetri, fierezza e risolutezza, energia. La fotografia favorisce gli opportunisti e quindi cominciai a fotografare la vetrina da diversi punti di vista, in orari diversi, in giorni diversi ma soprattutto con umori diversi: un’alchimia si era creata tra il mio sguardo ed i riflessi sulla vetrina.





 Hai nuove idee per progetti futuri?


Attualmente non ho progetti, ho idee che nascono spontanee, sensazioni che assecondo. In un periodo posso sentire una particolare attrazione per un tema, un soggetto e lo vedo ovunque, ci faccio caso e cerco di farlo immagine. Solo a distanza di tempo riesco a vedere un filo conduttore tra le mie immagini. Un sogno nel cassetto sarebbe fare un libro, forse un giorno mi sentirò pronto.












Contatti dell’artista 


Email summa74@gmail.com
Facebook Mimmo Summa
Instagram mimmo.summa.146









When did you start taking pictures and when did you realize that this would become your passion?


Interest in photography shows up immediately. In fact, I remember the magic of the image that was formed on the Polaroids taken by my parents.

During my adolescence, attending the town's photographer, I was able to learn the first rudiments of image composition. Later I took a photography course and, to my great satisfaction, I was able to see a photo of myself exhibited at a group exhibition in the school I was attending.

During my university years I bought my first SLR and photographed as much as I could.


The advent of digital technology led me to a few years of pause and disinterest, then I approached a digital SLR that would allow me to preserve the memory of my growing daughters.


What was your path of growth and learning of photographic art?


In 2019 with the pandemic I was able to resume photographing continuously and by chance I enter in a laboratory group of an artistic current, Transfigurative Photography, where my photos find a homeland and here at the same time my passion grows. I learn how to compose and postproduce without trivializing my images thanks to the advice of many authors who from that moment become my headlights, inside and gradually even outside the current of Transfigurative Photography of which I still feel belong for a good part of my production.



What fascinates you and interests you particularly about this artistic expression?


I don't like to write but I like to tell stories and express myself with images. Photographically I have repeatedly defined myself a "cacciavitaro", a term used by italian theoretical physicists to define experimental physicists: I like to reach empirically new solutions in composition and search for effects with expedients such as camera movements and self-constructions, for example pinhole caps and tampering with filters UV.


Do you have a main message that you want to convey through your work?


When I photograph, I don't intend to show the world as it is, but to filter it through my conscience, my introspection and research and for this reason I feel very close for most of my production to the artistic movement of Transfigurative Photography.


Would you like to tell us how this photographic project of yours was born?


The project was born from my casual attention to a play of reflections created on a shop window of a wedding dress atelier. A makeshift traveler who comes across the free economy: at that moment it was my feeling towards those visions, which took my gaze and transformed it into snap and memory.


What reasons motivated you and pushed you to undertake its creation?


The song resonated in my head: "Androide Mirna" by Giancarlo Onorato which tells the story of an android who sees life go by without aging. Those who grow old feel the world and the people around them grow old, feel that the universe is dying out, but the android remains anchored in its days, resists the exile of the soul.

And so I realized that what I was looking at, essentially a mannequin, was a representation of a woman and emanated, through the reflection on the glass, pride and determination, energy. Photography favors the opportunists and so I began to photograph the shop window from different points of view, at different times, on different days but above all with different moods: an alchemy was created between my gaze and the reflections on the shop window.


Do you have new ideas for future projects?


Currently I have no projects, I have ideas that arise spontaneously, sensations that I support. In a period I can feel a particular attraction for a theme, a subject and I see it everywhere, I pay attention to it and try to make it an image. Only after some time can I see a common thread between my images. A secret dream would be to make a book, maybe one day I'll feel ready.











Domenico Summa

Sono nato e vissuto fino a 19 anni sul Gargano, tra il mare e la Laguna di Varano, luoghi affollati in estate ma non molto popolari e affascinanti nella loro solitudine durante la stagione non turistica. Successivamente, vivere a contatto con la natura di questi luoghi ha influenzato il mio corso di studi.

Infatti, ho conseguito una laurea in Biologia e un dottorato in Biochimica. Più tardi ho intrapreso una carriera accademica come ricercatore, mentalità, quella del ricercatore, che ha influenzato notevolmente il mio modo di fare fotografia. Alla soglia dei quaranta, mi sono rivolto all'insegnamento nelle scuole obbligatorie. Questo mi ha coinvolto gradualmente dal punto di vista sociale. Il rapporto con le menti non ancora contaminate mi ha spinto a una ricerca interiore più profonda.


I was born and lived up to 19 years on the Gargano, between the sea and the Varano Lagoon, crowded places in the summer but not very popular and fascinating in their solitude during the non-tourist season. Subsequently, living in contact with the nature of these places influenced my course of study.

In fact, I took a degree in Biology and a Phd in Biochemistry. Later I embarked on an academic career as a researcher, mentality, that of the researcher, which greatly influenced my way of doing photography. On the threshold of forty, I turned to teaching in compulsory schools. This gradually involved me from a social point of view. The relationship with minds not yet contaminated pushed me to a deeper inner search.



































 




©L’ArteCheMiPiace - Blog Arte e Cultura di Giuseppina Irene Groccia 










































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