P R oe G R E S S O | “l’involuzione della specie” di Massimo Giannuzzi

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P R oe G R E S S O | “l’involuzione della specie”

Massimo Giannuzzi 





di Giuseppina Irene Groccia |05|Agosto|2022



In questa sua nuova Serie di lavori, Massimo Giannuzzi discute un tema interessante, che è quello del rapporto tra la produzione artistica e la critica sociale. 

In questa chiave di ricerca spicca in primo luogo la concettualizzazione della società nella personale riproduzione stilistica dell’autore.


Il dialogo continuo con tutto ciò che ci circonda rimane per lui una forte fonte d'ispirazione, una relazione costruttiva che sfocia in una necessità espressiva.


Un percorso di ricerca che va ad individuare e segnalare soggetti in forma esasperata per attribuire loro una dimensione di lettura diversa da quella ovvia.


Uno spazio creativo in cui l’artista interviene, recuperando un disagio sociale con il quale generare un percorso che ne convalidi la sua personalità.


Un tema classico reso nuovo dalla personale applicazione di una metodologia che rimane pur sempre una rimanenza oggettiva di utilità che si fa residuo di forza poetica. 



P R oe G R E S S O è la fusione di 3 parole: pregresso, progresso e regresso. 


Le prime due fondamentali per l’evoluzione e la storia, l’ultima in devastante contrapposizione. 

Ogni epoca ha il suo regresso nefasto: questa sembra aver raggiunto un livello di inconsapevolezza della ragione oltre l’immaginario. 

Una nuova forma esasperata di decadentismo sociale, di violenza della logica umana.


P R oe G R E S S O rappresenta il disagio tramite metafore: la scimmia e lo spazio come antitesi per la valutazione dell’origine. 

Lo studio dell’immagine, la ricerca di tecniche e strumenti inusuali, l’utilizzo del colore. 

Una serie aperta e in continua evoluzione a denunciare l’interminabile stupore inerme dell’umana indecenza. 

Un gioco primordiale dove ogni opera può essere interpretata in modo soggettivo.


P R oe G R E S S O è la necessità di fermarsi guardando la propria essenza animale. 
















Contatti dell’artista 

Email massimo.giannuzzi@live.ti
Instagram massimogiannuzzi70 





Massimo Giannuzzi 


Figlio d’arte, intraprende percorsi e studi legati al disegno tecnico e grafico. Da sempre appassionato d’arte, nei primi anni novanta vengono pubblicate alcune serie astratte ispirate agli elementi e alla natura formate principalmente da opere di grandi dimensioni. Parallelamente, con forte influenza grafico/artistica dal periodo decadentista, pubblica diverse opere contenenti temi sociali e con forte impatto visivo. Gli anni 2000 sono caratterizzati dalla partecipazione al movimento pop per cui vengono prodotte serie grafiche/pittoriche come “le lampadine” e “le mille lire” le cui opere iniziano velatamente o direttamente ad occuparsi di temi sociali. Dopo alcuni anni di stop viene prodotta la serie “W” (woman) caratterizzata dalla personalizzazione di tecniche ispirate direttamente alla pop art. La serie, partecipa a diverse mostre collettive con grande stupore e soddisfazione dell’artista, generando un buon buon impatto sul pubblico, affrontando il delicato tema della violenza contro le donne: vengono usate immagini spesso contrastanti e provocatorie con complessi visivi semplici e puliti. Il periodo successivo è caratterizzato dal perfezionamento della tecnica, affinata con lo scopo di avere un risultato più “fotografico” per lo sviluppo di diverse commissioni. 

Nel 2021, dopo mesi di ricerca e studi su nuove tecniche, utilizzo di materiali e colori, nasce l’esigenza di fermarsi realizzando il “terremoto” di idee su tela: nasce da qui un lavoro intenso e vorticoso, un’evoluzione necessaria, un bisogno da cui nasce P R oe G R E S S O. Le opere sono frutto di una maturità artistica e dell’esigenza di dover comunicare in modo libero e incondizionato. La comunicazione diretta, senza filtri, come nel carattere dell’artista, definisce la nuova serie vera e cruda in un gioco di metafore sporcando la ricerca del dettaglio e della precisione dei precedenti lavori.



































 




©L’ArteCheMiPiace - Blog Arte e Cultura di Giuseppina Irene Groccia 










































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