LE TRE S - Strand Shore Smith

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LE TRE S Strand Shore Smith  di Agostino Maiello |27|Novembre|2021|


LE TRE S
Strand Shore Smith

di Agostino Maiello |27|Novembre|2021|





Sono certo che se questa domanda mi fosse stata posta cinque anni fa avrei dato una risposta - in tutto o in parte - diversa; e probabilmente varrebbe lo stesso se mi venisse posta di nuovo tra cinque anni. Ma tant’è: oggi, nel 2021, alla domanda “Quali sono i tre fotografi per te più significativi” mi viene da rispondere, abbandonandomi anche al giochino della medesima iniziale, così: Paul Strand, Stephen Shore, W. E. Smith.

Parlo di “autori più significativi”; questo vuol dire che non sto stilando classifiche di bravura, né sto dicendo che siano i tre fotografi migliori che io conosca; o che, insomma, abbiano qualche altra sorta di primato sui tanti, tantissimi altri autori che hanno concorso e concorrono a plasmare il mio sentire fotografico. La mia è semmai una risposta istintiva, ma non per questo non ragionata; perché l’impulso di pescare un nome anziché un altro non è solo un riflesso verbale e di pensiero privo di profondità, ma affonda la sua ragion d’essere nelle riflessioni che, negli anni, ho svolto sui vari autori che ho studiato; riflessioni, analisi e considerazioni che, oggi, mi portano appunto a scegliere in prima battuta quei nomi, che si sono fatti avanti da soli emergendo dal mio bacino mnemonico. E, nel valutare la mia risposta, mi scopro d’accordo con me stesso, riconoscendole dunque un benestare di razionalità.

Le 3 S, dunque. Si tratta di tre autori forse non notissimi al grande pubblico, ma sicuramente presenti a gran parte degli appassionati di fotografia. Beninteso, per appassionati di fotografia non intendo semplicemente persone che amano scattare fotografie (anche con corredi importanti e costosi): intendo coloro che, in misura variabile e personalissima, si sono almeno qualche volta fermati a riflettere su cosa voglia dire di preciso fare fotografia (singolare); su come il linguaggio di questa pratica si sia venuto formando, sin dall’invenzione tecnica del mezzo; e su come sia stato impiegato dai grandi autori del passato.


LE TRE S Strand Shore Smith  di Agostino Maiello |27|Novembre|2021|

Ed è proprio dall’impiego del mezzo fotografico che desidero partire, per accennare a Paul Strand. Mi ripeto se dico che forse si tratta di un nome che dirà ben poco ai non fotografi, ma, per farla breve, si tratta di un gigante della storia della fotografia, uno degli autori più influenti e significativi cui ci si possa accostare. Nato a Brooklyn nel 1890 e morto in Francia nel 1976, Strand ha attraversato mezzo secolo di fotografia toccando vari generi e correnti, conseguendo risultati di assoluta eccellenza. E’ anche grazie al suo significativo contributo che la fotografia, ormai un secolo fa, ha iniziato ad essere percepita come forma d’arte, affrancandosi da un ruolo ancillare nei confronti della pittura. Nei manuali di storia della fotografia Strand viene talvolta definito il padre della

Straight Photography, la Fotografia Diretta che, appunto, ricercava un’identità espressiva autonoma, che procedesse dal puro mezzo fotografico, abbandonando i codici, i procedimenti e gli effetti tipici del pittorialismo. E’ con lui che la fotografia entra appieno nel Novecento, e pone le basi di quella estetica su cui poi si fonderanno tutti i rinnovamenti dei decenni successivi.

Non è immediato cogliere, oggi, la grandezza di uno Strand, perché il suo ruolo nel definire l’orizzonte estetico di gran parte della fotografia occidentale (leggasi, statunitense ed europea) è stato talmente importante che, oggi, ci sembra naturale che le foto si facciano in una certa maniera, che la grammatica della fotografia sia strutturata in un determinato modo, che il portato comunicativo e visivo delle immagini operi secondo determinati percorsi e logiche.


LE TRE S Strand Shore Smith  di Agostino Maiello |27|Novembre|2021|

Ma, appunto, a definire quella maniera, quella grammatica, quei percorsi e quelle logiche è stato, in parte, proprio Strand; ed è in quei solchi che, nei decenni successivi, si è innestata una solida parte dello sviluppo del linguaggio fotografico.

Dopo una breve fase iniziale di adesione al pittorialismo, Strand si è rivolto ad altri codici espressivi. Nel suo ampio archivio di immagini troviamo immagini di reportage sociale, un certo tipo di paesaggistica, molti ritratti, fotografie astratte composte di pura forma e, specie negli ultimi anni della sua vita, quelli trascorsi ad Orgeval, una ricerca del significato puro della fotografia, con immagini apparentemente semplici, scattate in gran parte nel giardino di casa sua. Ed è proprio in quest’ultima fase, forse la più complessa da decodificare, che a mio avviso si sostanzia la mia scelta. Non riesco a non immaginarmi quest’uomo, ormai anziano, che vive in una bella casa in campagna con la moglie, e che trascorre ore ed ore a fotografare alberi, piante e foglie nei dintorni, dopo aver fotografato di tutto in mezzo mondo; una ricerca tenace ma delicata, volta a indagare cosa può dire, e perciò dare, la fotografia in quanto tale: con una acutezza di visione assoluta, senza mai perdere l’eccellenza tecnica (nella ripresa, nello sviluppo, nella stampa) che conferisce dignità ed autonomia alla pratica fotografica, in un disvelamento visivo che parte dai motivi e dalle forme vegetali per assumere connotati metaforici, frutto di una contemplazione della natura e del tempo che passa, a preziosa conclusione di mezzo secolo di carriera.



Il vero artista, così come il vero scienziato, è un ricercatore che usa materiali e tecniche per penetrare la verità e il significato del mondo nel quale vive; e ciò che egli crea, o forse meglio ancora, scopre, sono gli oggettivi risultati delle sue indagini. La misura del suo talento, il suo genio se si preferisce, è la ricchezza che trova lungo questo itinerario di ricerca e l’efficacia con la quale egli riesce a realizzare il suo scopo attraverso il mezzo scelto. (Italo Zannier)















Agostino Maiello


Agostino Maiello (Napoli, 1972) si occupa di fotografia dal 1998; nasce come fotografo di architettura, ma ha operato a lungo anche nel settore della fotografia documentaria, specie in ambito industriale, e di cerimonia. Da molti anni lavora per una multinazionale, occupandosi di soluzioni e sistemi per la stampa digitale. Dal 2000 è Caporedattore della rivista telematica di fotografia Nadir Magazine, e del portale associato Nadir Magazine News; ha anche collaborato con altre testate quali Fotografia Reflex ed Asferico. Collabora con lo Studio DomusPhoto di Roma, occupandosi della parte didattica, e con Camera Service per le attività di formazione e divulgazione della cultura fotografica; si occupa inoltre di laboratori dedicati alla storia della Fotografia e al paesaggio urbano. 






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