URBEX - Esplorazione urbana e Fotografia

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 L’ArteCheMiPiace - Divagazioni sull’arte 

















Esplorazione urbana e Fotografia



di Ljdia Musso  |29|Giugno|2021|


Spesso si dice che le istantanee sono dappertutto, e che sono probabilmente la più comune tipologia di fotografia realizzata nel mondo intero. Tuttavia, stranamente, e forse proprio per questo motivo, sono anche la forma di immagine fotografica su cui meno si discute e che meno viene compresa." ( David Bate Il primo libro di fotografia, 2017)

Punto di partenza di questa riflessione è l'istantanea amatoriale digitale e la fotografia urbex, che offre interessanti spunti perché collegata a un fenomeno più grande, quello che definisco dell'estetica grezza".

Con l'avvento del digitale possiamo sicuramente dire che l'istantanea amatoriale è diventata la tipologia di immagine più diffusa al mondo.

Non riflettere su questo fenomeno e sul ruolo che l'istantanea digitale amatoriale ha assunto nelle nostre società, nei processi di elaborazione e comunicazione delle identità, significa non comprendere chi sono gli attori sociali che oggi determinano dal basso i cambiamenti più significativi in termini sia di estetica sia di contenuti dell'immagine e verso dove ci stiamo muovendo, ossia quali sono i trend in ambito di comunicazione visiva.

La riflessione si colloca nell'ambito di una Svolta Iconica di fatto, che è ormai avvenuta e che vede l'immagine al centro dei nostri processi cognitivi e socioculturali.

Svolta Iconica è anche l'etichetta sotto cui vanno a ricadere tutta una serie di studi che proprio negli ultimi anni si sono occupati di analizzare questa nuova cultura visiva che si è andata progressivamente affermando.

Il ruolo delle immagini, nell'influenzare i nostri giudizi e comportamenti, è stato reso più incisivo dalla rivoluzione tecnologica del digitale.

Come asseriva il filosofo Derrida, non si può più parlare di una reale opposizione tra tecnologia e percezione, la tecnologia è al giorno d'oggi così onnipresente nelle nostre esistenze quotidiane che è diventata una sorta di estensione dei nostri sensi, un ulteriore filtro che interponiamo tra noi stessi e il "reale" nell'esperienza quotidiana.

Dopo la svolta iconica, in ambito estetico, stiamo vivendo un paradosso in cui a una rivoluzione tecnologica che coinvolge le forme di produzione e circolazione degli artefatti culturali non corrisponde di fatto una rivoluzione dei contenuti in senso di istanze estetiche espresse.

Sia che si guardi al mondo dell'Art world e dei social media sia che si guardi ai nuovi attori della cultura digitale, ritroviamo le stesse che erano state analizzate e categorizzate dai Greci nella dicotomia Bello e Brutto; bello inteso come pienezza e completezza e brutto inteso come mancanza.

In termini cognitivi di norma le immagini belle puntano a produrre effetti cognitivi per assonanza e le immagini brutte per dissonanza.

Ma è vero che non abbiamo mai il perfetto controllo sugli effetti cognitivi che possono derivare da un'immagine che creiamo e spesso tali effetti possono essere implosivi e inaspettati.

È il caso dell'affermazione di un estetica "grezza" in cui trovano espressione i concetti di imperfezione e di "brutto/bello".

Tale nuovo senso dell'estetica è associato ai valori di unicità, realismo e autenticità ed è frutto di un evidente trasposizione al mondo dell'immagine delle nuove tendenze socioculturali degli ultimi tempi, ossia l'esigenza da parte della società di una maggiore trasparenza, veridicità e autenticità.

L' "estetica grezza" si afferma in contrapposizione e per differenziarsi dall'estetica dominante l' Art World e i Mass Media che producono immagini percepite come brutte/dissonanti perché artificiali.

Difatti la cultura visiva prodotta da Art World e dei Mass Media è dominata da tendenze alla spettacolarizzazione e mercificazione, e le immagini prodotte propongono un bello e un brutto percepiti come artificiali, quando non "volgari" e grotteschi, perché estremizzati, urlati. Questo avviene sia quando si propongono immagini utopiche di ultra-bellezza sia quando si mostrano immagini di "orrore" "ultra-reali", disturbanti, e sto pensando in particolare ai mezzi d'informazione che spesso fanno leva sull'immagine/notizia negativa ad alto impatto.

La fotografia urbex è un buon esempio di immagini in cui l'esperienza del brutto e del decadente è vissuta come esperienza armonizzante.











Catanzaro



Il Brutto è il nuovo bello e più che di bello consolatorio forse oggi dovremmo parlare di brutto consolatorio.

Ma come si è operato tale capovolgimento?

Siamo lontani dall'iconografia e dalla mentalità medievale in cui brutto e male si intrecciavano.

Al superamento di un'accezione negativa del brutto e all'affermazione di una sua visione come strumento emotivo potente e dilaniante hanno concorso per esempio l'esperienza estetica "verista" di Caravaggio, quella del terribile che è propria della pittura romantica e visionaria di William Blake e infine l'esperienza con nuovi mezzi di espressione la fotografia e il video i cui il brutto ha dispiegato tutto il suo potenziale o quasi, a giudicare da quest'ultima svolta.

Svolta che non si opera nell'art world che continua a lavorare sulla dicotomia bello/assonanza, brutto/dissonanza.











La Friche Belle De Mai - Marseille








La Friche Belle De Mai - Marseille










La Friche Belle De Mai - Marseille








La Friche Belle De Mai - Marseille (Interno)


La fotografie di urbex si nutre, seppur inconsciamente della nuova "estetica grezza" che propone una nuova forma di assonanza e che rigetta la narrazione celebrativa del nuovo e del perfetto e finisce anche, effetto voluto o meno, per trasmettere un'idea di fragilità e transitorietà dell'esistenza umana e lo fa attraverso la rappresentazione fotografica di edifici ricchi e imponenti, spesso anche con un passato storico, ma ormai decadenti e dimenticati o di strutture legate al concetto di progresso come possono essere ex impianti industriali abbandonati.



Andando oltre il problema dell'estetica contemporanea delle immagini, nel tentativo di formulare una lettura semiotica dell'immagine urbex dobbiamo identificare alcuni elementi fondanti, alla base del processo di significazione.

Questi elementi chiave, sottostanti ad una lettura semiotica dell'immagine sono


▪️la fonte e l'intenzione con cui viene creato il messaggio,

▪️il codice utilizzato, quello fotografico,

▪️il canale attraverso cui viene fatto circolare questo messaggio codificato,

▪️il pubblico, il destinatario ideale di questo messaggio.


A monte della stragrande maggioranza delle istantanee che circolano sul web ci sono dei privati cittadini ossia siamo di fronte a una fotografia amatoriale.

La fotografia urbex, anch'essa nella stragrande maggioranza dei casi opera di fotografi amatoriali, assolve a una duplice funzione; da un lato quella di documentare l'esistenza di questi spazi, dall'altro lato si colloca nel filone dell'istantanea personale e funziona come testimonianza di un'esperienza vissuta e di un sentimento, di una passione.



Montepaone (Catanzaro)






Montepaone (Catanzaro)






Montepaone (Catanzaro)



Con l'avvento del digitale soprattutto con l'avvento dei social media e di canali di ampia diffusione delle immagini si modificano tanto i tempi di fruizione delle immagini che il tipo di pubblico a cui ci si rivolge.

Il tempo è quello dei mezzi di comunicazione digitali, del qui e dell'ora.

Le fotografie non vengono scattate per essere fruite a posteriori e il momento dello scatto e della condivisione diventano potenzialmente quasi coincidenti.



Badolato (Catanzaro)






Badolato (Catanzaro)







Badolato (Catanzaro)




Anche il pubblico si modifica.

Nelle teorie di semiotica classiche si presuppone che ci si rivolga a un specifico destinatario che condivide e può comprendere il codice utilizzato nella formulazione del messaggio.

All'epoca del digitale il pubblico è costituito da comunità di utenti.

In particolare nel caso della fotografia urbex questo è doppiamente vero perché non solo idealmente ci si rivolge a una comunità ampia quanto il social all'interno del quale le immagini vengono condivise, ma esistono specifici canali, gruppi di appassionati, che possono essere immediatamente designati come destinatari del messaggio attraverso l'utilizzo degli hashtag.






Tonnina - Catanzaro Lido









Di fatto gli hashtag sono parole chiave che utilizziamo per catalogare le nostre immagini e per renderle immediatamente fruibili agli appassionati di un determinato genere.

Alcuni gruppi Instagram arrivano a utilizzare degli hashtag personalizzati proprio per contraddistinguersi e per renderli immediatamente rintracciabili.



In conclusione al di là delle intenzioni alla base della creazione delle immagini urbex, che spesso punterebbero a promuovere una riscoperta e valorizzazione di questi luoghi abbandonati, la fotografia urbex insieme ad altri filoni, che vanno dalla Still life alla Ritrattistica, partecipa non solo di una nuova forma di estetica grezza, che si esprime nelle equivalenza brutto è bello, ma partecipa a una riflessione corale che avviene trasversalmente al mondo dell'arte, ai massmedia e ai canali digitali sulla decadenza del mondo contemporaneo.

Assistiamo a una contronarrazione che è sempre presente in qualsiasi epoca, ogni epoca ha le sue " avanguardie" , che si oppone a quella più ottimistica e celebrativa







Ljdia Musso è nata a Catanzaro nel 1985. 2017 Laureata in scienze della comunicazione, specializzata in comunicazione e marketing della moda e dei beni di lusso, si è formata nelle città di Roma, Barcellona, Parigi e Milano dove ha studiato fotografia presso IED Milano Parla correntemente inglese, francese e spagnolo.

Ha lavorato presso la Camera di Commercio CCPE di Barcellona.

Dal 2019 vive in Italia dove svolge diverse attività.

Tra il 2019 e il 2020 come fotografa e attivista ha organizzato in regime di autofinanziamento 12 mostre personali di fotografia documentaria sul tema dell'emarginazione.

Organizza l'evento "Marginalità" nell'agosto 2020 in collaborazione con l'associazione e comunità per senzatetto Emmaus Catanzaro, con cui collabora dal 2000 come volontaria.

Il suo progetto di marginalità è ospitato permanentemente con due gallerie fotografiche sul sito di Repubblica Milano.

Fotografa e attivista svolge un'attività di street art fotografica e di performer di strada.

È stata finalista nell'edizione 2020 del festival Foto España, sezione descubrimiento. Collabora con un gruppo di artisti argentini con i quali ha realizzato un video, Vapores de Odio, selezionato al festival "Cuerpo Mediado".

Nel 2021 In qualità di esperta di comunicazione e marketing della moda e dei beni di lusso, ha ideato e realizzato una capsule collection di moda sostenibile in collaborazione con Emmaus Catanzaro e ha ricevuto il riconoscimento europeo da Emmaus Europe.

Il 7 marzo ha organizzato una performance artistica, Break the Silence, contro ogni violenza di genere e per promuovere l'importanza dell'arte nella vita quotidiana, come strumento di espressione.

Come fotografa partecipa al festival España e al TIFA, Tokyo International Photo Awards. Alcune sue foto fanno parte della "Collezione Mediterraneo" dell'Associazione Mediterraneum.

Alcune sue foto sono state pubblicate da RomaOggi.

Maggio 2021 ha partecipato alla mostra/ concorso internazionale "Arte al carotene" presso Sacripante Art Gallery di Roma.

Giugno 2021 ha partecipato alla fiera internazionale di arte contemporanea ArtAntakya che la ospita attualmente anche con una mostra online personale.

Ha partecipato al concorso PlasmArt e donato l'opera in concorso al centro Avis di Latina. A luglio parteciperà alla Biennale d'arte di Brindisi.

Ad agosto parteciperà come interprete alla manifestazione Pino Vitaliano & Friends a Girifalco.



Contatti:


Email ljdia.85@gmail.com

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