La finestra di fronte - Ferzan Ozpetek

di Giuseppina Irene Groccia   |01|Febbraio|2020





Ferzan Ozpetek è uno dei miei registi contemporanei preferiti, lo amo profondamente forse perché nei suoi film trapela spesso una struggente malinconia.

Questo suo film in particolare, uscito nel 2003 è una riflessione sui nostri sogni, sui nostri amori, sulle nostre scelte.. è una struggente indagine sui ricordi del cuore.

Ozpetek fa un passo avanti guardando al passato, restituendo dignità alla memoria di una generazione di omosessuali che non solo non poteva dare un nome al suo amore ma non poteva nemmeno viverlo.




Ne è testimonianza la lettera scritta da Davide Veroli a Simone

Mio caro Simone,
dopo di te, il rosso non è più rosso. L’azzurro del cielo non è più azzurro. Gli alberi non sono più verdi. Dopo di te, devo cercare i colori dentro la nostalgia che ho di noi. Dopo di te, rimpiango persino il dolore che ci faceva timidi e clandestini.
Rimpiango le attese, le rinunce, i messaggi cifrati, i nostri sguardi rubati in mezzo a un mondo di ciechi, che non volevano vedere perché, se avessero visto, saremmo stati la loro vergogna, il loro odio, la loro crudeltà. Rimpiango di non aver avuto ancora il coraggio di chiederti perdono. Per questo, non posso più nemmeno guardare dentro la tua finestra. Era lì che ti vedevo sempre, quando ancora non sapevo il tuo nome.
E tu sognavi un mondo migliore, in cui non si può proibire ad un albero di essere albero, e all’azzurro di diventare cielo. Non so se questo è un mondo migliore, ora che nessuno mi chiama più Davide, ora che mi sento chiamare soltanto signor Veroli, come posso dire che questo è un mondo migliore?
Come posso dirlo senza di te?
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Indimenticabile lo sguardo di Massimo Girotti, grandissimo attore che interpreta egregiamente Davide Veroli, morto ottantaquattrenne poco dopo il termine delle riprese del film, quando ricorda:
“C’è sempre la possibilità di cambiare. Devi pretendere di avere una vita migliore, non soltanto sognarla. Io non ce l’ho fatta”.


È un film denso e appassionato, fatto di sguardi e di volti, sull’impegno morale di responsabilità e la consolante possibilità di amori immaginati, vissuti attraverso il ricordo o la parola 

La storia de ‘La finestra di fronte‘ nasce da un fatto vero capitato al regista: “Un giorno a Ponte Sisto ho visto un signor anziano, confuso, con i soldi in mano. L’abbiamo portato a casa dopo un’ora: erano 30 anni che non usciva di casa. Mi pento di non avergli chiesto perché. Vado spesso al ghetto, è impregnato di ricordi”. 

Ognuno lascia qualcosa dietro di sè: questo è il segreto della memoria” dice Giovanna Mezzogiorno nel finale del film, accompagnata dal bel tema musicale ‘Gocce di memoria‘ scritto da Andrea Guerra per Giorgia, che conclude con perfetto tempismo la bellissima sequenza finale. 





Un film giustamente pluridecorato ai David di Donatello:

Miglior film, migliore attore protagonista (Massimo Girotti, postumo), migliore attrice protagonista (Giovanna Mezzogiorno), migliore musicista (Andrea Guerra) e il premio David Scuola. 

Come anche ai Nastri d’Argento:

Miglior soggetto (Ferzan Ozpetek e Gianni Romoli), migliore attrice protagonista (Giovanna Mezzogiorno), migliore canzone originale: "Gocce di memoria" di Giorgia.

Segno che La finestra di fronte lasciò davvero il segno e Ferzan Ozpetek riuscì a scavare con efficacia nei sentimenti ritrovati attaverso la memoria storica e personale.



Montaggio video e testo a cura di Giuseppina Irene Groccia

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