Fabry Art trasforma l'emozione in materia e il colore in linguaggio
L’ArteCheMiPiace - Interviste
Fabry Art trasforma l'emozione in materia e il colore in linguaggio
di Giuseppina Irene Groccia |12|Marzo|2025|
Fabry.art, all'anagrafe Fabrizio Gentilini, si impone sulla scena artistica contemporanea con un linguaggio vivido e istintivo, in cui l’astratto diventa terreno di esplorazione e ricerca interiore. Il suo percorso, caratterizzato da una genesi spontanea e da un'autodidattica intuitiva, si rivela come una dichiarazione di libertà creativa, lontana dalle gabbie accademiche e dalle convenzioni precostituite.
Il suo lavoro si nutre di sperimentazione e di un uso disinvolto dei materiali, unendo tecniche diverse con un’abilità che spazia tra il caso e il controllo. L’iniziale fascinazione per la Pouring Art lascia presto spazio a una pittura più meditata, dove il gesto non è mai casuale, ma il risultato di un equilibrio tra emozione e progettualità. Fabry.art lavora la materia con un’attenzione quasi scultorea, avvalendosi di supporti inconsueti, dell’incorporazione di sabbia, gesso e resina, fino all’uso evocativo del caffè, che aggiunge un senso di vissuto alle sue opere.
Il colore, protagonista indiscusso della sua ricerca, non è mai semplicemente steso sulla tela, ma viene fatto scivolare, dosato, stratificato fino a costruire composizioni che sono riflessi dello stato d’animo dell’artista. I contrasti cromatici, le sfumature materiche e le finiture lucide contribuiscono a una narrazione visiva che rende un’interpretazione univoca, invitando l’osservatore a rallentare, a guardare dentro, a cogliere l’invisibile sotto la superficie del visibile.
La dimensione interiore è infatti centrale nella poetica di questo artista. Il suo sguardo non si sofferma sul caos esterno, ma si rivolge verso l’introspezione, verso la ricerca di uno spazio personale in cui il tempo e il silenzio assumono valore. Ogni opera è il risultato di una tensione tra il bisogno di esprimere e la necessità di ascoltare il proprio sentire. Questa visione si traduce anche nel rapporto con il pubblico: le sue opere non cercano una comprensione immediata, ma aspirano a suscitare domande, a stimolare una riflessione che vada oltre il semplice impatto estetico.
‘Il sorriso della luna’, opera selezionata per l’evento ‘Everland Art – Percorsi di ricerca’, rappresenta un momento di sintesi e maturità nel suo percorso. L’artista costruisce un’opera densa di significato, dove il dialogo tra forma e materia assume una valenza esperienziale, e la superficie diventa luogo di stratificazioni visive e tattili. La scelta cromatica, calibrata e mai arbitraria, si fa portatrice di un messaggio di evasione, di sospensione temporale, di rivelazione interiore.
Fabry.art si muove in un territorio in cui l’arte non è mai statica, ma è un viaggio continuo, un interrogarsi incessante sulle possibilità espressive della materia e sul rapporto tra emozione e forma. Se il futuro del suo percorso sarà segnato da ulteriori sperimentazioni e nuove contaminazioni stilistiche, una cosa appare chiara: la sua pittura continuerà a essere un’estensione autentica del suo sentire, un riflesso sincero di quel dialogo silenzioso tra l’artista e il proprio mondo interiore.
Puoi raccontarci come hai iniziato il
tuo percorso artistico? C'è stato un momento o un evento particolare che ti ha
spinto verso l'arte?
Be’ posso
dire che nella mia famiglia non sono l’unico ad essere portato verso ciò che si
intende per arte, ce lo abbiamo un po’ nel sangue.
Quello che
posso affermare con certezza è che sono stato l’unico ad appassionarmi in
maniera concreta, più seriamente se così si può dire.
Questa mia
attitudine è emersa in maniera palese durante l’isolamento dovuto al Covid , in
cui , nostro malgrado, avevo a mia disposizione una tra le più importanti
risorse, il tempo.
Pur non
avendo mai intrapreso studi specifici, la creatività e la manualità non mi sono
mai mancate infatti la pittura non è il mio unico modo di esprimermi. (Sbircia
sul mio account Instagram.)
All’inizio
ero interessato alla Pouring art, tecnica che consiste nel versamento di colori
mediante alcuni strumenti come ad esempio una tazza, piuttosto che un colino
per la pasta o addirittura con il phon per capelli, al fine di ottenere motivi
e mix di colori casuali ma molto interessanti.
Ma questa
tecnica non mi rispecchiava, non riuscivo ad esternare quello che avevo dentro,
cosicché pian piano la abbandonai per progetti più comunicativi ed
interessanti.
Qual è il tema o il messaggio principale che
cerchi di comunicare attraverso le tue opere?
Non ce n’è uno
specifico.
Dipende dall’opera.
Dipende dalla
circostanza, dal mio stato d’animo in quel preciso momento.
Dipende da quello che
vorrei avere in quel momento ma che mi manca. Per esempio più tempo, più libertà,
più silenzio, più rispetto tra le persone.
La mia attenzione è per
il più delle volte rivolta all’ interno di me.
Quello che c’è fuori
ormai posso dire che lo conosco, e per lo più è caos.
Travolti dalla routine
della quotidianità e inseguendo falsi ideali mi sembra che ci stiamo un po’
perdendo perché diamo eccessiva importanza a cose che secondo me, tutta questa
importanza non ce l’hanno d’altronde Einstein in proposito disse ‘ Non tutto
ciò che può essere contato conta, e non tutto ciò che conta può essere
contato’.
Rallenta e guarda
dentro.
Questi sono i valori
che voglio comunicare a chi guarda le mie opere.
Il tuo stato d’animo guida la tua arte:
come influenzano le emozioni il modo in cui scegli colori, tecniche e materiali
per le tue opere?
Le emozioni
sono fondamentali, sono tutto. Un’emozione è quello che voglio trasmettere,
come quando mangi una cosa gustosissima che guardi con gli occhi, senti con il
naso e assapori con la bocca.
L’emozione è
l’ispirazione.Mi fa capire ciò che voglio rappresentare ma la tecnica da
adottare e la scelta dei colori è una progettazione accuratamente studiata che
non lascia niente al caso e che riesca a rappresentare l’opera nella maniera
più appropriata possibile.
Altre volte
invece capita che sia l’intuito e la sperimentazione a guidarmi, come in questo
caso specifico.
La scelta del
supporto, legno piuttosto che tela, impatto visivo, quindi sabbia e gesso per
un effetto di maggior rilievo, l’uso del caffè per mettere i colori in contrasto
e la resina epossidica come finitura.
Devo dire che
mi sono molto divertito, perché ho messo in campo tutte le mie competenze ed ho
sperimentato.
Sperimentare e mescolare tecniche è una parte
fondamentale del tuo processo creativo. C’è una combinazione di materiali o
stili che ti ha sorpreso particolarmente per il risultato ottenuto?
Be’ si come
dicevo questo lavoro è stata per me una splendida sorpresa.
Rispetto ad
altri lavori che ho realizzato in maniera più canonica, questo astratto è stato
per me una piacevole scoperta, quasi una rivelazione proprio per la mescolanza
di materiali e di tecniche usate che mi hanno condotto al di là delle
convenzioni, oltre la mia zona di confort. Potrei dire che ho osato e
l’esperienza è stata di mio gradimento.
Qual è il processo creativo che segui per
realizzare le tue opere? Ci sono tecniche o rituali a cui sei particolarmente
affezionato?
La meditazione mi aiuta
molto.
Mi permette di
processare le idee e le intuizioni, al fine di disporle in maniera coerente per
poter mettere in pratica ogni successivo step indispensabile alla realizzazione
dell’opera.
Preferisci lavorare su tela in
solitudine o trovi ispirazione anche da contesti collettivi, come workshop o
eventi d’arte?
Lavoro da solo.
Assolutamente.
Non essendo
questa la mia attività principale, almeno per il momento, per lo più lavoro la sera,
quando tutto tace, quando le mie principesse (mia moglie e la nostra bambina) riposano.
Allora mi godo il momento, perché è solo mio e mi dedico a quello che mi piace fare.
Dipingere. Si fa tardi in un attimo.
Dagli eventi
collettivi si prendono comunque suggerimenti, ispirazioni, si fanno conoscenze
con altri artisti. Li trovo molto utili e stimolanti perché è sempre un momento di confronto tra menti pensanti.
Penso che siano indispensabili per la crescita di un artista.
Come vivi il rapporto tra l'arte e il pubblico?
In che modo il feedback o le reazioni delle persone influenzano il tuo lavoro?
Il modo che ognuno di
noi ha di esprimersi attraverso l’arte è soggettivo.
L’arte può essere
compresa oppure no. Il pubblico, e parlo dei non addetti ai lavori quindi della
massa, guardano la foresta ma non vedono gli alberi.
Come fai a spiegare
Pollock ad una persona comune!
Quindi alle persone
piace quello che c’è in superfice, quello che vedono, non quello che c’è sotto
i colori. E il messaggio rischia di rimanere in secondo piano.
Sei fortunato se
qualcuno ti chiede spiegazioni, che vanno oltre il visibile!
Detto questo, senza
voler sminuire o mancar di rispetto a nessuno, per quanto mi riguarda, le critiche
sono sempre ben accette.Servono a migliorarsi e a crescere, ma il percorso
artistico appartiene solo all’artista e a lui soltanto.
Sarebbe sbagliato
lasciarsi influenzare dalle reazioni del pubblico.
Paradossalmente
Cattelan ha venduto una banana attaccata con lo scotch per qualche milione di
euro.
Quindi è vero tutto e
il contrario di tutto.
C'è un'opera, tra quelle che hai realizzato, che
consideri particolarmente significativa per te? Puoi raccontarci la sua storia?
Direi importante e
significativa. E’ una di quelle alla quale tengo maggiormente.
Accadde lo scorso anno
in occasione della mostra ‘Le Magie dell’Erotisme’ presso la galleria ‘Il
Leone’.
Quando Claudia mi
propose di partecipare alla mostra inizialmente rifiutai. Non era un soggetto
che rientrava nelle mie corde ….. non mi interessava.
Qualche giorno dopo,
mentre aprivo il cassetto del comodino per indossare una maglietta, ma ne
trovai una davanti, ma non una a caso. Era una maglietta che raffigurava un
disegno di Milo Manara intitolato ‘La Prudenza’.
Rimasi attonito quasi
sbigottito perché non mi ricordavo nemmeno di averla, ne dove l’avessi
comprata, e neppure da quanto tempo fosse lì. Ma era lì e chissà da quanto
tempo forse solo in attesa di riemergere per quella circostanza.
Interpretai questa
accadimento come un suggerimento e ne fui talmente colpito che decisi di
raffigurarla.
La cosa più significativa
fu che man mano che la disegnavo mi innamoravo di lei, del suo sguardo
penetrante, della sua espressione ammiccante, delle sue linee sinuose.
Mi presi una cotta per
quella ‘ragazza’ mi batteva il cuore mentre la dipingevo e ancora oggi quando
ci passo davanti non posso fare a meno di toccare il quadro.
Di sfiorare lei.
Non so se considerarmi
un folle per questa cosa!
Attualmente sei tra gli artisti selezionati per EVERLAND Art - Percorsi di Ricerca, l’evento organizzato dall’associazione culturale Athenae Artis di Maria Di Stasio, che si terrà dal 26 aprile al 3 maggio presso la Galleria Il Leone. Cosa ti ha spinto a partecipare a questa mostra e quali sono le tue aspettative riguardo a questa esperienza? Quali aspetti pensi possano arricchire il tuo percorso artistico e contribuire alla tua crescita creativa?
La spinta che mi ha
indotto a candidarmi è stata quella di capire se potevo essere all’altezza di
un evento di rilievo come questo.
Una sfida lanciata a me
stesso.
E devo dire che il
fatto di essere selezionato mi ha galvanizzato parecchio, ma partecipo comunque
senza particolari aspettative personali perché di rado va come ci aspettiamo
che vada, per la precisione mai. Anche la vita non la affronto più facendomi
delle aspettative, ma cerco di pendere sempre il meglio da quello che viene
Vado invece con la
certezza di arricchire il mio bagaglio di esperienza, ti tornare a casa più
ricco di amicizie, di conoscenze e il confronto con altri artisti non può che
essere di reciproco vantaggio. Questa è la cosa più bella secondo me.
In che modo hai deciso di presentare la
tua arte all’interno di questo percorso espositivo e quali opere hai scelto di
esporre? Ci puoi raccontare il processo creativo che ti ha guidato nella loro
realizzazione e se c’è un significato o un messaggio particolare che volevi
trasmettere attraverso di esse?
L’opera che esporrò ‘Il
sorriso della luna’ è la prima di questo genere che preparo ed ha richiesto uno
studio accurato di forme, colori, ed equilibrio.
Sicuramente proprio
perché i miei sforzi sono stati premiti che sento delle vibrazioni positive per
questo evento.
Il percorso che ha
portato alla realizzazione di questa opera ha richiesto l’uso di tutte le mie
competenze.
L’uso delle sabbia e
del gesso per conferire un aspetto più materico alla superfice che avrebbe
accolto il colore, permette anche di sostenere una esperienza tattile
dell’opera. L’uso del caffè conferisce un aspetto vissuto, a questo lavoro che
vuole essere non nuovo, non appena fatto, ma con una storia da raccontare.
La scelta dei colori,
del rosso violaceo del giallo ocra, del vermiglione in contrasto tra loro ma
che si amalgamano in maniera coerente, rendono questa opera diversa da tutto
quello che ho fatto finora.
L’uso della resina
epossidica per la finitura, dona quel punto di luce in contrasto con i toni dei
colori più scuri al di sotto di essa.
‘Il sorriso della luna’
è una via di fuga.
Dedicato a tutti quei
momenti ordinari vissuti in posti straordinari.
A quei rari momenti in
cui ‘Sei Tu’……
Solo Tu e basta.
Quali progetti o obiettivi hai per il
futuro? Ci sono nuovi ambiti o tematiche che vorresti esplorare?
Mi piacerebbe
approfondire il tema dell’astratto, ma anche perfezionarmi nel figurato ed
esplorare tematiche di attualità che riguardano il mondo di oggi e di quello
che verrà.
Email fab.gent69@gmail.com
Facebook Fabrizio Gentilini
Fabry.art.design è un artista contemporaneo che ha fatto dell’esplorazione materica e cromatica il fulcro della sua ricerca pittorica. Il suo percorso artistico nasce in maniera spontanea, spinto da un’urgenza espressiva emersa con particolare forza durante il periodo di isolamento dovuto alla pandemia. Pur non avendo intrapreso studi accademici specifici, ha affinato una sensibilità estetica che lo porta a sperimentare senza limiti, mescolando tecniche, materiali e supporti in un processo creativo sempre in divenire.
Inizialmente attratto dalla Pouring Art, si è poi allontanato dalle logiche casuali di questa tecnica per sviluppare un linguaggio più strutturato e personale. L’astrazione rimane la sua dimensione prediletta, un territorio in cui emozione e gesto pittorico si fondono in composizioni intense e vibranti. L’uso di materiali non convenzionali, come la sabbia, il gesso, il caffè e la resina epossidica, conferisce alle sue opere una forte dimensione materica, arricchendole di suggestioni tattili e visive.
Fabry.art.design lavora prevalentemente in solitudine, nella quiete della notte, quando il silenzio gli permette di immergersi completamente nel processo creativo. La sua arte nasce da un’esigenza intima, dalla necessità di tradurre in immagini le proprie emozioni e riflessioni. I suoi lavori si configurano come inviti all’introspezione, suggerendo una pausa dalla frenesia del quotidiano per riscoprire il valore del tempo e della percezione interiore.
Attualmente, è tra gli artisti selezionati per ‘Everland Art – Percorsi di ricerca’, un evento espositivo organizzato dall'Associazione Culturale Athenae Artis di Maria Di Stasio in collaborazione con la Galleria d’Arte ‘Il Leone’, dove presenta ‘Il sorriso della luna’, opera che segna un importante punto di svolta nella sua evoluzione artistica. Il suo obiettivo è continuare a esplorare il potenziale espressivo dell’arte astratta, senza precludersi incursioni nel figurativo e in tematiche di attualità.
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