Sapevate che i Giochi Olimpici, per sette edizioni, ospitarono anche gare d’arte?

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Sapevate che i Giochi Olimpici, per sette edizioni, ospitarono anche gare d’arte?





di Alessio Musella  |07|Marzo|2025|




La serie di dipinti dedicata alle Olimpiadi invernali che sta creando l'artista Mariella Rinaldi, mi ha dato lo spunto per raccontarvi un aneddoto che credo non in molti conoscono...
Si fatica a crederlo, viviamo nella società dell’iperspecializzazione e non si riesce a immaginare una contaminazione così apparentemente inconsueta e inaspettata.
È esistito un momento nella storia in cui pittori, scultori, architetti, letterati, musicisti partecipavano alle Olimpiadi al pari degli atleti. Rappresentavano le loro nazioni e gareggiavano per vincere la medaglia d’oro.




Le competizioni artistiche entrarono per la prima volta nel programma olimpico nel 1912, ai giochi di Stoccolma, e vi rimasero per sette edizioni consecutive, fino alle Olimpiadi di Londra 1948.
Fu proprio l’Italia, peraltro, a prevalere nella prima edizione, vincendo due medaglie d’oro (musica e pittura).

Il fregio che valse a Carlo Pellegrini la medaglia d'oro nella Pittura ai Giochi di Stoccolma 1912



L’idea d’inserire gare artistiche all’interno dei Giochi Olimpici venne nientemeno che al Barone Pierre de Coubertin, tra i fondatori delle Olimpiadi moderne.
Fu così che nel 1906, il Barone convocò a Parigi una riunione del CIO, il Comitato Olimpico Internazionale fondato nel 1894, per proporre la possibilità di far partecipare gli artisti al fianco degli atleti, inserendo nei Giochi un programma di cinque gare d’arte: architettura, letteratura, musica, pittura e scultura.




La giuria poteva considerare soltanto soggetti che non erano stati precedentemente pubblicati, esposti o rappresentati, e che avevano qualche diretta connessione con lo sport. Il vincitore di ciascuna delle cinque competizioni veniva premiato con la medaglia d’oro olimpica. Le opere selezionate, per quanto possibile, venivano pubblicate, esposte o rappresentate durante i Giochi Olimpici.
Non c'erano limiti per la dimensione dei manoscritti, dei progetti, dei disegni o delle tele, ma gli scultori erano tenuti a inviare modelli in terracotta che non superassero gli 80 centimetri di altezza, lunghezza o larghezza.
I partecipanti non si sfidavano allo stesso momento in un luogo convenuto, ma erano tenuti a inviare i loro lavori prima che le Olimpiadi cominciassero, dopodiché s’apriva una mostra in cui le opere venivano esposte, e una giuria valutava infine i pezzi e assegnava le medaglie.































Alessio Musella

Negli anni 90 sono stato impegnato come progettista in Medio Oriente, dove per quasi 10 anni ho fatto la spola tra Arabia Saudita Stati Uniti ed Europa, in ogni mio progetto, già all'epoca, appena possibile inserivo un’opera d’arte. 

Decido di ampliare il raggio d'azione occupandomi di analisi territoriali e comunicazione per affiancare le aziende che richiedevano di entrare in nuovi mercati esteri. Da sempre ho una passione per l'arte e la fotografia, fin dal Liceo Classico quelle due ore alla settimana dedicate alla storia dell'arte, un po’ di ricerca personale, e successivamente la Facoltà di Architettura mi hanno sempre spinto verso questo mondo. 

Oggi sono un consulente di marketing strategico per le aziende, redattore per diverse riviste,  Editore del Magazine  www.exiturbanmagazine.it e Direttore del Blog www.artandinvestments.com, dove parliamo di Arte, Fotografia e Musica, creati rispettivamente nel 2019 e nel 2020.



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