Guillaume Apollinaire e i Calligrammi - Quando la Poesia si Trasforma in Arte

 












Guillaume Apollinaire e i Calligrammi


Quando la Poesia si Trasforma in Arte






di Giuseppina Irene Groccia |21|Marzo|2025|


Immagina di sfogliare un libro di poesie e, invece di trovare righe ordinate di versi, ti ritrovi davanti a una Torre Eiffel fatta di parole, una pioggia di lettere che scende sulla pagina, una colomba che prende il volo in un intreccio di sillabe. No, non è un esperimento grafico contemporaneo, ma il frutto della mente di Guillaume Apollinaire, uno dei poeti più visionari del XX secolo.

Apollinaire non si limitava a scrivere: disegnava con le parole. Le sue poesie non erano solo suoni, ma immagini, forme, esperienze visive che rompevano gli schemi della scrittura tradizionale. Li chiamava Calligrammi, e con essi ha trasformato la poesia in una forma d’arte visiva, anticipando tutto quello che oggi vediamo nei poster tipografici, nelle grafiche pubblicitarie e persino nei post sui social media.



Apollinaire era un poeta, certo. Ma era anche un ribelle, un innovatore, uno che non aveva paura di mescolare i linguaggi. Frequentava Picasso, Braque, Matisse, viveva immerso nelle sperimentazioni cubiste e futuriste, e voleva portare lo stesso spirito nella poesia.

Perché la scrittura doveva rimanere prigioniera della riga dritta? Perché i versi non potevano seguire il movimento del pensiero, proprio come accadeva nella pittura cubista?

Così nacquero i Calligrammi, poesie che non si leggono solo con gli occhi, ma anche con lo sguardo. Le parole si dispongono sulla pagina in modo da evocare il loro stesso significato. La forma non è più un semplice contenitore, ma diventa essa stessa parte del messaggio.




 "Il pleut" (Piove) – La Pioggia di Parole

Immagina una finestra bagnata dalla pioggia. Ora immagina che quelle gocce siano parole, frasi sospese nel vuoto. "Il pleut" è una poesia dove i versi scivolano lungo la pagina in righe inclinate, proprio come gocce d’acqua. È malinconia pura, è un paesaggio visto attraverso un vetro appannato.




 "La Tour Eiffel" – La Poesia del Futuro

Una delle sue poesie più celebri prende la forma della Torre Eiffel. Parigi, la modernità, il progresso: tutto concentrato in una silhouette fatta di parole. È un omaggio alla città che amava, ma anche un modo per trasformare un’icona architettonica in un monumento letterario.






 "La Colombe et le Jet d’eau" (La Colomba e il Getto d’Acqua)

Qui le parole si intrecciano per dare vita a una colomba in volo e a un getto d’acqua. Un simbolo di leggerezza e fluidità, che racconta il movimento stesso del linguaggio.






"Lettre-Océan" – Onde di Parole

Un mare in tempesta, un caos di lettere che si dispongono come un flusso inarrestabile. In questa poesia Apollinaire sperimenta ancora di più, rompendo le linee, spezzando le frasi, giocando con gli spazi bianchi.





























































Pensaci un attimo: oggi siamo circondati da parole che diventano immagini. Dai font artistici che vediamo nei loghi, ai testi che prendono forme grafiche nelle pubblicità, fino ai post di Instagram che giocano con la tipografia. Apollinaire l’aveva già capito un secolo fa.

I Calligrammi non sono solo un esercizio di stile, ma un modo rivoluzionario di comunicare. Sono poesia che non si limita a essere letta, ma vuole essere vista e vissuta.

E forse, in fondo, il messaggio più grande di Apollinaire è proprio questo: le parole non devono mai stare ferme. Possono danzare, scivolare, esplodere, prendere forma. Basta avere il coraggio di lasciarle libere.























©L’ArteCheMiPiace - Blog Arte e Cultura di Giuseppina Irene Groccia 



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