Mjriam B... la forza dell obiettivo

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Mjriam B... la forza dell obiettivo


di Alessio Musella  |15|Novembre|2021|





Era il 2000 l’anno in cui lo stilista Gianfranco Ferrè scelse Mjriam per indossare la sua linea taglia 44 e da li per i successivi 10 anni lei venne coinvolta nel mondo “Curvy”, oggi quasi sdoganato, e sottolineo quasi, ma sicuramente in quegli anni non ancora scontato.


Nel 2010  con un gruppo di colleghe e amiche, realizza il progetto “Curvy Can”, Associazione no profit contro i disturbi alimentari, in particolare iniziarono a scattare immagini di  nudo artistico con protagoniste donne non filiformi, che nel rivedersi ritrovavano la consapevolezza di sé stesse.



Da qui nacque la passione per la fotografia di Mjriam, e la decisione di invertire il suo ruolo... da davanti all'obiettivo  passare dall'altra parte in particolare si avvicinò da subito al ritratto.



Essere fotografata l'ha sicuramente aiutata. 

Quando faceva la modella osservava meticolosamente ogni gesto compiuto dal fotografo, come posizionava le luci, l'obiettivo, cercando di “rubarne i segreti”. 





In molti, quando vedono una modella, dimenticano, pensando che la bellezza possa essere sinonimo di sicurezza che spesso dietro al loro  sguardo  si nasconde una forte fragilità, quella stessa fragilità che ha aiutato Mjriam a riconoscere gli stati d'animo di chi sta davanti al suo obiettivo.



Mjriam è stata da sempre consapevole che la carriera di una modella ha inevitabilmente un tempo predefinito,  anche se forse oggi si è allungata non di poco,  ad ogni modo arriva un momento in cui “decidi di appendere le scarpette al chiodo” e per lei continuare il suo percorso semplicemente invertendo i ruoli facendo tesoro di tutta l’esperienza vissuta come modella in giro per il Mondo.

Attraverso i suoi ritratti cerca di esaltare la personalità dei soggetti e la loro bellezza. 


Andrea Fumagalli dei Bluvertigo fotografato da Mjriam Bon

Apparentemente li mette spalle al muro, senza una via di fuga apparente, ma in realtà è da questa prima fase  in cui poi li lascia esprimere liberamente è solo questione di tempo, prima che l'obiettivo si imbatta in un racconto, una sfaccettatura del loro carattere o un loro lato segreto, dal disagio iniziale nasce la complicità giusta.




In un epoca in cui il digitale sembra aver cancellato la poesia della vera fotografia Mjriam, se pur consapevole dell’odierno modo di stampare, adorerebbe tornare alla  camera oscura, affascinata dal fatto di poter essere presente e di poter decidere il punto esatto in cui fermarsi, che non è necessariamente il più preciso ma quello che più la colpiva, creando la vera unicità di uno scatto.














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©L’ArteCheMiPiace - Blog Arte e Cultura di Giuseppina Irene Groccia 









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