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Ilenia Tucci – Le Metamorfosi Poetiche della Sabbia

 

Ilenia Tucci
 
Le Metamorfosi Poetiche della Sabbia
 
 
 
Ilenia Tucci si distingue per la sua poliedricità, spaziando dal make-up, all’arte digitale e altre espressioni artistiche.
Oggi ci dedichiamo in particolare alla sua performance di   Sand Art. In questo ambito l’artista dimostra di essere una vera e propria narratrice visiva che usa la sabbia come mezzo per dare forma a racconti effimeri e altamente evocativi.
 

 

La sua più recente performance, “Un viaggio fra le terre”, ha ottenuto un ampio successo di pubblico, confermando come la sua tecnica sia un’autentica rarità nel panorama nazionale. La Sand Art, nella visione di Ilenia Tucci, supera la semplice esecuzione per farsi esperienza sensoriale. Sulla sua teca luminosa, la sabbia, un elemento umile e primordiale, si anima sotto il tocco delle sue mani, diventando il pigmento di un’opera in continua trasformazione.

 

Figure, volti e paesaggi nascono e si dissolvono in un flusso ininterrotto, un cinema muto scandito da un’armonia di musica e giochi di luce. Questa alchimia crea un’atmosfera sospesa, quasi onirica, che cattura lo spettatore in un’esperienza intima e meditativa. 
 

 

 

Nelle opere di Ilenia Tucci la dimensione del gesto, apparentemente elementare, si trasforma in un linguaggio capace di articolare narrazioni stratificate e di sorprendente densità simbolica. L’artista sovverte l’idea di spettacolo come semplice intrattenimento. Le sue performance assumono piuttosto la forma di un dispositivo estetico e poetico, in cui la materia effimera, quale la sabbia, diviene medium rivelatore di un senso nascosto. È in questa tensione, tra fragilità e potenza,  che si colloca la forza del suo lavoro, invitando lo spettatore a riconoscere, dietro la fugacità della forma, la persistenza di una poesia che abita anche gli elementi più minuti.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
©L’ArteCheMiPiace – Blog Arte e Cultura di Giuseppina Irene Groccia 

 

 

 

 

 

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“Va in scena il dolore” – Le donne palestinesi si raccontano

“Va in scena il dolore” – Le donne palestinesi si raccontano

 

 

 

Venerdì 19 settembre, alle ore 18:00, il Chiostro di Palazzo San Bernardino a Corigliano-Rossano (CS) ospiterà la prima rappresentazione drammaturgica “Va in scena il dolore”, uno spettacolo intenso e commovente che dà voce alle storie delle donne palestinesi.

Lo spettacolo, tratto da un testo pubblicato dalla Mongolfiera Editrice e disponibile su Amazonprende forma attraverso i versi di Umberto Romano, che ci ricordano come la memoria sia volubile e selettiva, emergendo nei momenti più inattesi. Le parole raccontano dolore e speranza, vita e sacrificio, ma anche il desiderio profondo di lasciare un messaggio d’amore e pace: «Bisogna vivere le cose per raccontarle, in un tempo che ruba tempo ai sogni e alle speranze… così che quando i bambini vedranno l’aquilone penseranno che sia un angelo a portare la pace».

Un altro verso dello stesso autore ricorda: «Mi basta morire sulla mia terra, essere sepolta in essa… germogliare come un fiore colto con tenerezza da un bimbo del mio paese».

Lo spettacolo vede la partecipazione di un cast straordinario, composto da:
 

 

Franco Ciro, Francesca Romano, Maria Pia Mandia, Katya Genova, Giusy Stasi, Liliana Zangaro, Anna Milieni, Rossella Scaramuzza, Valentina Torrisi, Francesca Russo, Maria Manfredi, Loredana Sisto, Maria Teresa Bua, Graziella Colamaria, Gianfranco De Luca.

 

Momenti musicali a cura di Pino Salerno.

 

 

L’iniziativa è promossa dall’Associazione V.E.S.C.A, insieme a SosteniAmo, La Mongolfiera Editrice, Forum Terzo Settore e Circolo Culturale Rossanese, con il supporto del media partner L’ArteCheMiPiace.

 

Vi aspettiamo venerdì 19 settembre alle ore 18:00 al Chiostro di Palazzo San Bernardino – Corigliano-Rossano per vivere insieme un racconto potente, che unisce arte, memoria e testimonianza.

 

 

 

 

Clicca sulla copertina per richiedere il libro

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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Tra Mitologia e Denuncia – Le Performance di “Pane di Pace”

Tra Mitologia e Denuncia

 

Le Performance di “Pane di Pace”

 

 

 

 

 

 

di Redazione|15|Settembre|2025|

 

A Grimaldi, la XVIII edizione della mostra Tornare@Itaca, curata dalla critica d’arte Mimma Pasqua, celebra la pace attraverso il “Pane”. L’evento, intitolato Pane di Pace, si è svolto nel cortile di Casa Pasqua – Libera sede d’arte, dove il pane, simbolo di vita e condivisione, si è trasformato in un potente gesto di denuncia.

Gli artisti Giuseppe Aiello, Claudio Angione, Cali’, Francesca Campana, Liliana Condemi, Maria Rosaria Cozza, Luce Delhove, Emanuele De Stefano, Diego Ferrari, Gabriele Ferrari, Andrea Gallo, Domenica Gualtieri, Eleonora Giannetti, Alfredo Granata, Luigia Granata, Domenico Grosso, Rosy Imbrogno, Nicola Labate, Elda Longo, Lucia Paese, Sabrina Marotta, Massimo Melicchio, Assunta Mollo, Ilaria Montenegro, Raffaella Piane, Ivana Ruffolo, Antonio Scarpino, Ale Senso, Luigi Patitucci, Luciana Vita e Joseph Waweru Wache sono stati chiamati a creare opere commestibili da spezzare e condividere con i presenti, esprimendo una condanna profonda e una presa di posizione personale contro la carestia che colpisce la popolazione palestinese.

L’esibizione ha unito arte e attivismo, culminando nella significativa performance di Maria Rosaria Cozza. L’artista ha indossato due abiti creati da Veronica Martino, appartenente al duo artistico Soeve, che realizza abiti in carta e plastica. In quella serata, in qualche modo, era presente anche Sonia Quercia, compagna di percorso di Veronica Martino nel duo, recentemente scomparsa ma ancora viva nella memoria e nello spirito delle loro creazioni. Presidente dell’Associazione Ruskia, che promuove la storia e la cultura del territorio, l’artista ha realizzato per l’occasione due abiti ispirati ai miti greci.

 

A ds l’ artista e Performer Maria Rosaria Cozza con l’artista Veronica Martino

 

 

 

Nella prima performance, The Indifference of Death, si è sviluppata una potente allegoria visiva contro la guerra. Il vassoio, solitamente associato al servizio, diventa un palcoscenico su cui è “servita” la brutalità del conflitto. Le bandiere contrapposte e i soldati rappresentano le ideologie e gli schieramenti che alimentano la guerra, dimostrando che la vera battaglia si combatte tra simboli e non solo tra esseri umani. Al centro, i cumuli di macerie e di teschi simboleggiano la distruzione materiale e le innumerevoli vittime innocenti. I teschi, spogli di ogni identità, rappresentano un genocidio universale e rendono la morte anonima. Il loro uso esplicito cattura l’attenzione dello spettatore, trasformando l’immagine in una supplica disperata per un cessate il fuoco e un monito a non ignorare l’ingiustizia.

 

 

Con indosso l’Abito Elicona, ispirato al sacro monte delle Muse e ai suoi tramonti ramati, Cozza rappresenta l’apice della creatività e della bellezza, l’essenza stessa dell’arte. Questo abito si contrappone al vassoio che “serve” l’orrore della guerra: mentre l’abito celebra la vita e l’ispirazione con i suoi colori dorati, il vassoio espone teschi e macerie, simboli di distruzione. L’allegoria mette in luce la tragica dicotomia tra la bellezza che l’umanità può creare e la brutalità che può scatenare. L’Abito Elicona diventa così un monito su ciò che viene distrutto da una guerra ingiusta: non solo vite, ma anche ispirazione e spirito creativo.

 

 

In un secondo momento, con la performance In the Heart There Is No Diversity, Cozza combina la bellezza mitologica dell’Abito Galatea, che evoca la purezza del Mare Nostrum e il suo antico mito, con la tragica realtà contemporanea dei naufragi. Proprio come i moderni Ulisse, le persone in fuga dalla guerra cercano il loro ritorno a Itaca attraverso lo stesso mare che fu dimora della ninfa. Il vassoio con i cuori anatomici diventa simbolo centrale, ricordandoci che differenze superficiali come il colore della pelle sono irrilevanti. L’opera ci invita a guardare oltre le apparenze, riconoscendo la comune natura umana e la capacità di empatia e amore, nutrendo un senso di fratellanza di fronte alla tragedia.

La performance di Maria Rosaria Cozza ha lasciato un’impronta indelebile sull’intera manifestazione. Le due artiste coinvolte collaborano da tempo per realizzare performance molto originali, utilizzando abiti creati a mano. La loro ricerca spazia da un’attenta riproduzione storica fino alla creazione di vestiti con materiali di riciclo, dimostrando notevole versatilità e creatività.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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Ilaria Pisciottani racconta “15 – La Fotografia oltre l’umano”

 

Ilaria Pisciottani racconta 15 – La Fotografia oltre l’umano

 

 

 

 

di Giuseppina Irene Groccia |29|Agosto|2025|

 

 

Si avvicina sempre di più l’inaugurazione di 15 – La Fotografia oltre l’umano, una mostra che ha richiesto un lungo e accurato lavoro di preparazione. 
Dall’individuazione della sede espositiva alla scelta di un critico di rilievo come Roberto Mutti, dalla decisione di realizzare stampe di alta qualità direttamente in loco per garantire uniformità ed evitare spedizioni agli artisti, fino alla progettazione di un catalogo che include non solo la critica e un’intervista inedita a Mutti, ma anche ampio spazio dedicato a ciascun fotografo e alle sue opere.
 

 

Un ruolo centrale è stato inoltre riservato all’attenta selezione degli artisti, invitati personalmente e scelti non attraverso un bando aperto, ma in virtù della coerenza della loro ricerca e della forza dei linguaggi proposti.

 

Al tempo stesso, grande attenzione è stata posta nel dare continuità al progetto, affinché non si esaurisca a Varese ma possa proseguire altrove, incontrando nuovi interlocutori e ampliando il proprio raggio d’azione. La mostra si trasformerà così in un ulteriore format originale, pensato per adattarsi ad un contesto diverso e per rinnovarsi in dialogo con luoghi, pubblici e comunità differenti.

 

Un percorso articolato e condiviso, reso possibile grazie alla proficua collaborazione di più professionalità, che ha condotto alla definizione di un progetto espositivo di alto livello. I quattordici artisti selezionati porteranno infatti un contributo prezioso e originale, arricchendo una mostra capace di distinguersi per qualità, visione e cura in ogni dettaglio.

 

Abbiamo avuto il piacere di toglierci qualche curiosità a riguardo. Trattandosi di un’esposizione dagli aspetti singolari e originali, ne abbiamo parlato direttamente con la sua ideatrice, la fotografa e curatrice Ilaria Pisciottani.

 

 
 
 
 
 
 
 

 

Da dove nasce l’idea di questa mostra e, in particolare, come si è sviluppata la scelta di lavorare sul concetto di transanimale?

 

 

 

Nasce dalla voglia di mostrare un intreccio vitale attraverso delle opere fotografiche, in cui l’umano non occupa il centro assoluto, ma si riconosce parte di una rete complessa e interconnessa.

 

 
 

 

Cosa significa per te interrogare, attraverso la fotografia, il rapporto tra umano, animale e natura?

 

 

 

Significa che la fotografia può diventare lo strumento ideale per aprire questo dialogo, perché ha il potere di sospendere il visibile e di suggerire visioni nuove in cui si possa apprezzare un uomo che ha imparato ad essere umano e che ha finalmente capito il suo ruolo etico e morale.

 

 
 

 

Con quale criterio hai scelto gli artisti che partecipano a questo progetto? Quali qualità cercavi nelle loro opere e nei loro linguaggi visivi?

 

 

 

Ho scelto gli artisti per l’originalità della visione e la coerenza del linguaggio. Ogni fotografia ha una voce autonoma, ma tutte concorrono a un’unica narrazione: dissolvere i confini, aprire varchi, restituire sensibilità ibride. Il numero 15 diventa simbolo di armonia dinamica, di un’energia che unisce forze naturali e volontà di trasformazione.

 

In primis volevo unire fotografi molto diversi tra loro e penso di esserci riuscita.

 

Proprio il tema della mostra mi ha permesso di scegliere delle opere che cogliessero in pieno il concetto di Transanimale pur mantenendo in pieno la cifra stilistica dei fotografi che le esporranno, esaltando l’ambito in cui loro amano esprimersi liberamente senza porre loro delle forzature.

 

Noto spesso nelle varie mostre collettive in cui si debba rispettare un tema non di tipo trasversale ci sia spesso il rischio che tutto si riduca ad dover osservare immagini molto simili tra loro, trovo ciò molto noioso e poco illuminante, sia per chi espone che per il visitatore che non sa più neppure distinguere un fotografo dall’altro.
I 14 fotografi selezionati : Matteo Abbondanza, Fabrizio Ceci, Michele Coccioli, Monica Cossu, Giuseppina Irene Groccia, Matteo Groppi, Sonia Loren, Alessio Marzola, Maria Cristina Pasotti, Ilaria Pisciottani,  Alessandro Rovelli, Christine Selzer, Louis Selzer, Pier Paolo Tralli e in basso a ds Carla Pugliano ( Artista e Gallerista ospitante)

 

 

 

 

 

 

Non tutti hanno colto subito la portata del progetto, qualcuno si è fermato davanti alla richiesta di un contributo economico. Chi ha deciso di partecipare, invece, ha riconosciuto qualcosa di diverso. Secondo te, cosa hanno compreso questi artisti e perché hanno scelto di esserci?

 

 

 

I fotografi che hanno accettato la mia proposta artistica hanno probabilmente il mio stesso desiderio di crescere, di confrontarsi con onestà ed impegno nel settore della fotografia, che investono con amore nella loro arte, che durante l’anno molto generosamente, dedicano parte della loro ricchezza per esporre in contesti d’arte veri, dove amano mettersi in gioco, che danno il benvenuto al confronto con altri fotografi di talento e all’approccio con un vero critico del settore e riconosciuto, non un pinco palla qualunque, non hanno paura di ricevere note antipatiche, ne sanno anzi apprezzare il lato costruttivo.

 

Ultimo aspetto da non sottovalutare e che questi fotografi hanno avuto il desiderio di mettersi alla prova con il grande formato, portare tre opere importanti che superano la barriera del più comune 40×30 spaventa molti.

 

Il grande formato, come sottolinei, rappresenta una sfida che non tutti i fotografi sono pronti ad affrontare. In questa mostra, però, diventa un elemento distintivo insieme alla presenza di un critico non convenzionale ma di riconosciuto prestigio come Roberto Mutti. Qual è, a tuo avviso, l’importanza di tali scelte e quali benefici concreti portano non solo alla qualità complessiva dell’esposizione, ma anche al percorso degli artisti che vi partecipano?

 

 

 

Ora ti dico quel che penso fuori dai denti ed in modo sincero, così di riflesso sono chiari gli aspetti che hai toccato nella tua domanda.

 

Ogni volta che andiamo a vedere mostre di grandi fotografi e troviamo il grande formato, tutti noi pensiamo con un po’ di sana invidia: “Ma che meraviglia, questa sì che è un’esposizione, certo anche io se potessi esporre con dei pannelli così grandi, in posti così belli, con le note critiche di un grande esperto, con un catalogo così di qualità, avrei un grande risultato e successo

 

Ma poi che succede però?

 

Succede che la maggior parte dei fotografi, nonostante questa voglia, torna sempre nella sua amata area di comfort ad esporre in piccoli formati, in posti non sempre consoni, con pseudo critici che non fanno altro che dirgli quanto sono bravi! Perché? Perché sono poco generosi con se stessi, sono arroganti, per di più sapendo anche di avere dei grandi limiti, le loro foto non permettono un ingrandimento, sono spesso in bassa risoluzione per via di errati salvataggi e post produzioni non professionali, per mancanza di studio e di voglia di crescere veramente.

 

Gli artisti che parteciperanno alla mostra 15 sono a mio parere dei fotografi pronti ed intraprendenti, onesti, generosi, sobri e umili che amano mettersi in gioco con impegno e che mostreranno ad un pubblico che ama l’arte le loro straordinarie opere in un formato che inizia ad essere importante, il 100×150.

 

Non vogliamo che il pubblico si limiti a spostare lo sguardo da un’opera all’altra. Vogliamo che si immerga, che stabilisca analogie, che si lasci provocare dalle immagini. La fotografia, qui, è un varco: chiede di essere attraversata e di generare nuove domande.

 

Così come ci porra’ delle nuove domande e sfide la presenza autorevole del critico Roberto Mutti che tutti noi stimiamo molto per la sua onestà intellettuale, preparazione e impegno profuso in tanti anni di onorata carriera creata con impegno e senso della realtà nel rispetto della fotografia come vero impegno civile ed etico del fotografo.

 

La mostra apre prospettive etiche, poetiche e civili.

 

“15 – La Fotografia oltre l’umano” diventa così un invito a fermarsi, osservare e soprattutto a ripensare il nostro posto nel mondo, lasciando che le immagini non siano soltanto oggetti da contemplare, ma strumenti di consapevolezza e di cambiamento.

 

Il tutto si svolgerà a Varese in un luogo suggestivo come la CathArt Gallery dell’artista Carla Pugliano, che ringrazio per la sua accoglienza squisita in questa sua galleria che è un vero tempio e rispecchia ciò che l’arte oggi rappresenta per noi: una catarsi profonda, una forma di liberazione emotiva che passa attraverso la creazione e la fruizione artistica.

 

Sono stata esauriente?!

 

 
 
 
 
Si, sei stata molto chiara ed esaustiva, e di questo ti ringrazio.  Passiamo ora a parlare del catalogo, parte importante di ogni mostra. In questo caso non è stato concepito come un semplice documento, ma come parte integrante della mostra. Alla luce del pensiero di Vasari, che sottolineava l’importanza di come un’opera viene tramandata e raccontata, che significato attribuisci a questo volume e quale riflessione personale porta con sé?
 

 

Esatto, il catalogo vuole essere proprio un’estensione della mostra stessa. Non un semplice documento, ma un’opera autonoma che offre spazio alle immagini, alle parole e alle riflessioni. Mi piace pensarlo come una sorta di eredità vasariana, in cui biografia, descrizione e critica si intrecciano. È pensato per continuare il dialogo anche fuori dalla galleria, raggiungendo un pubblico ampio.

 

Penso che quando si realizza un catalogo bisogna avere grande rispetto per gli artisti ma soprattutto nei confronti della storia dell’arte stessa.

 

È una traccia importante che segna il lavoro svolto degli artisti, se mal fatto diventa un vero insulto, si infangano loro ma anche la storia dell’arte stessa, il cammino dei padri fondatori dell’arte come il grande Vasari, che pur di lasciare traccia dell’arte rinascimentale dedicò con amore e fervore parte della sua vita nello svolgere questo importante compito di catalogare, archiviare gli artisti, le opere e le biografie, per poi tramandare tutto il lavoro svolto ai posteri.

 

Dopo di lui in pochi sono riusciti in questa missione, ci sono dei bei lavori ma meno grandiosi e più limitati come area geografica.

 

Giuseppina Irene Groccia è per me oggi una figura che potrebbe essere considerata una degna erede del Vasari.
Fin da subito ho colto in lei la giusta sensibilità artistica, nonché la preparazione e la professionalità necessarie per donare, ogni volta, raccolte ricche di valore e significato artistico. La conosco ormai da anni e sa sempre regalarmi grandi emozioni. La ringrazio sinceramente per questo impegno, perché lo porta avanti con forza e amore, senza mai cedere alla sola venalità che purtroppo caratterizza molti operatori del settore dell’arte contemporanea.

 

 

 

 

 

Se dovessi sintetizzare in una frase cosa rappresenta per te “15 – La Fotografia oltre l’umano”, quale immagine o pensiero sceglieresti?

 

 

 

Mi piacerebbe chiudere con un pensiero di Thomas Mann che ben descrive il nostro gruppo di lavoro

 

Un artista, un artista vero e non uno la cui professione borghese sia l’arte, uno predestinato e condannato, lo si riconosce tra mille, anche con uno sguardo non molto esperto… Nel suo viso si legge il senso dell’isolamento e dell’estraneità, la consapevolezza di essere riconosciuto e osservato, qualcosa di regale e di smarrito nello stesso tempo
Per ulteriori dettagli e approfondimenti sulla mostra, vi invitiamo a consultare il comunicato stampa disponibile al seguente link
©L’ArteCheMiPiace – Blog Arte e Cultura di Giuseppina Irene Groccia 

 

 

 

 

 

 

 

La sezione Interviste del nostro blog ospita periodicamente artisti, galleristi, critici d’arte, letterati e autorevoli operatori culturali, selezionati per la loro capacità di offrire contributi significativi alla valorizzazione e diffusione di temi rilevanti nel panorama artistico contemporaneo. 

 

 

 

 

 

 

 

 

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15 – La Fotografia oltre l’umano

 

15 – La Fotografia oltre l’umano

 

Dal 27 settembre all’11 ottobre 2025

 

 

 

 

 

Mostra Fotografica a cura di Ilaria Pisciottani e New Format Art

Vernissage con la presenza del critico Roberto Mutti: sabato 27 settembre 2025, ore 17:30

CathArt Gallery di Carla Pugliano, Piazza Giovanni XXIII – ingresso via Salvo d’Acquisto, Varese

 

 

 

Nata dalla visione di Ilaria Pisciottani, giornalista, fotografa d’arte e Press.ssa New Format Art, “15 – La Fotografia oltre l’umano” ha l’obiettivo di costituire non una semplice esposizione, ma un dispositivo critico che interroga lo statuto dell’immagine fotografica e il suo potere di ridefinire i confini dell’identità, della natura e del vivente.

 

Il tema centrale della mostra è il concetto di transanimale, ispirato al pensiero di Hans Jonas: un invito a superare la rigida contrapposizione tra uomo e animale, tra cultura e natura, aprendo lo sguardo a una visione in cui l’umano non occupa il centro assoluto, ma si colloca come parte di una rete viva e interconnessa.

 

Ad accompagnare il progetto vi sarà anche il prezioso contributo critico di Roberto Mutti, tra i più autorevoli critici e storici della fotografia in Italia, noto per la sua lunga attività come giornalista, curatore e docente. La sua riflessione offrirà ulteriori chiavi di lettura e prospettive interpretative, arricchendo il dialogo tra le opere e il pubblico e collocando la mostra all’interno di un più ampio orizzonte culturale e storico-artistico.

 

I 14 fotografi selezionati – Matteo Abbondanza, Fabrizio Ceci, Michele Coccioli, Monica Cossu, Giuseppina Irene Groccia, Matteo Groppi, Sonia Loren, Alessio Marzola, Maria Cristina Pasotti, Ilaria Pisciottani, Alessandro Rovelli, Christine Selzer, Louis Selzer, Pier Paolo Tralli – sono stati scelti per l’originalità della visione, la coerenza del linguaggio e l’intensità del messaggio. 

 

Stampate in grande formato, le immagini si aprono oltre il perimetro del visibile, trasformandosi in visioni capaci di dissolvere i confini tra le specie e di restituire al nostro sguardo inedite sensibilità ibride e nuove narrazioni visive. 

Il numero 15 simboleggia i 14 artisti insieme a Carla Pugliano – artista e gallerista che ospita il progetto – e diventa emblema di un’armonia dinamica, di un’energia creativa che unisce forze naturali e volontà di trasformazione. Ogni immagine è un varco, uno spazio di riconoscimento reciproco tra umano e non umano, un atto poetico e morale che invita a guardare e sentire oltre i limiti della percezione consueta.

 

La mostra è accompagnata da un catalogo di ampio respiro, realizzato da Giuseppina Irene Groccia per quanto riguarda la parte di impaginazione e grafica e pubblicato da L’ArteCheMiPiace. L’opera offre generosi spazi alle fotografie, alle presentazioni degli artisti e della galleria, oltre a un’intervista inedita a Roberto Mutti. Concepito non solo come documento, ma come estensione della mostra, il catalogo prosegue l’eredità vasariana: così come Giorgio Vasari seppe coniugare biografia, descrizione e valutazione critica delle opere, questo volume valorizza il dialogo tra immagini, artisti e riflessioni, offrendo al lettore una lettura complessiva e approfondita dell’esperienza espositiva e proponendo al contempo uno spaccato attuale sui protagonisti della fotografia contemporanea. Il catalogo è dotato di codice ISBN ed è disponibile per l’acquisto su Amazon, garantendo così una diffusione ampia e accessibile.

 

 

 

 

 

Il percorso di 15 – La Fotografia oltre l’umano non si esaurirà a Varese, ma proseguirà in Sicilia, dove le opere entreranno a far parte della collezione permanente del museo a cielo aperto di Cannistrà (ME), nato dal progetto culturale Nto menzu a na strada. Qui, tra i paesaggi rurali e l’identità viva del borgo, le fotografie si radicheranno nello spazio pubblico, arricchendolo di presenze e significati e dando vita a un dialogo duraturo tra territori, linguaggi e comunità. 

È un invito a ripensare il nostro posto nel tessuto vivente del mondo e a riconoscere nella fotografia non soltanto un mezzo espressivo, ma una pratica di consapevolezza etica nel porre domande, poetica nel trasformarle in visioni e civile nel restituirle alla collettività come occasione di dialogo e di cambiamento.

 

 

L’evento si realizza in collaborazione con New Format Art di Ilaria Pisciottani, Diorama Progetti Fotografici, la CathArt Gallery di Carla Pugliano e L’ArteCheMiPiace di Giuseppina Irene Groccia, quest’ultima anche media partner ufficiale della manifestazione.

 

 

 

 

 

 

Orari della mostra

Martedì, mercoledì, giovedì e venerdì 16:30–18:30

Sabato 10:00–12:30 / 15:30–19:00

Domenica 15:30–19:00

 

Per informazioni e contatti

+39 392 8081554

myartcharlotte@gmail.com

 

 

 
©L’ArteCheMiPiace – Blog Arte e Cultura di Giuseppina Irene Groccia 

 

 

 

 

 

 

 

 

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GAZA IS CROSIA: Un grido all’umanità

 

GAZA IS CROSIA: Un grido all’umanità

 

 

 

 

 

Mercoledì 20 agosto 2025 – ore 20:30 – lungomare di Mirto Crosia (CS)

 

 

Un gelido vento di coscienze ha sterminato il torpore dell’indifferenza in una quiete serata estiva sul lungomare di Mirto Crosia (CS), in data 20 agosto 2025

 

L’iniziativa dal titolo “Life for Gaza” – convintamente desiderata dalle donne del Comitato Solidale Alto Ionio Palestina Libera, coordinata da Loredana Muraca e realizzata con il patrocinio del Comune di Crosia – ha incendiato così il silenzio, dando vita a un orizzonte di pensieri, anime e umanità nei pressi del Chiosco “Mediterraneo Libero”, luogo adibito ad assaggi culinari calabro-palestinesi che narrano della resilienza di un popolo.

 

Quarta fermata di un emozionante itinerario che ha attraversato Corigliano Rossano, Torre Sant’Angelo e Cropalati, la serata, avviata dalla lucida introduzione di Giovanni Spedicati – poeta, scrittore ed editore de “La Mongolfiera” –, si è modellata sul tortuoso sentiero del libro “Palestina. Diario di Guerra” di Umberto Romano, pubblicato nel 2002 eppure oggi così drasticamente coevo. 

 



A interloquire con l’appassionato autore la moderatrice Giusy Stasi con i suoi critici e radicali interventi, in un lucido e stimolante confronto di idee e riflessioni condivise, reso ancor più suggestivo dalla viscerale presenza dei lettori L. Diletto, G. De Luca, G. Lauricella, O. Falbo, L. Iozzolino, F. Nigro, G. Muraca, S. Pellegrino, S. Mazzei.

 

I saluti istituzionali del Sindaco di Crosia Maria Teresa Aiello sono stati il coraggioso e commovente riflesso di un’istituzione che, ancor prima di rivestire tale ruolo, rammenta a sé stessa e a tutti i presenti il suo valore di Essere Umano, e in quanto tale detentrice di un’unica verità che trascende qualsiasi appartenenza o ideologia politica: il diritto alla Vita di tutti.

 

A concludere la serata la struggente testimonianza diretta di Vincenzo Fullone, un grido all’umanità intriso di dolore e amore verso il popolo palestinese, penetrato negli occhi e nel cuore di chi sa che il silenzio soffoca ed uccide quanto le bombe, che piegarsi non è saggezza, che tacere non è maturità, che la voce è ciò che ci rimane per disobbedire alle ingiustizie, per urlare all’unisono: “Sono solo una creatura”.

 



 

 

 

Il cammino della presentazione del libro non si arresta: dopo la tappa già svolta sabato 24 agosto ai Laghi di Sibari Art Festival, quinta fermata di un percorso che trasforma il dolore in parola, resistenza e speranza, il viaggio continuerà venerdì 19 settembre nel suggestivo Chiostro di Palazzo San Bernardino a Rossano, nuova occasione per portare la voce di Palestina. Diario di Guerra a un pubblico sempre più ampio.

 

A guidare questo spirito risuonano i versi tratti dal libro di Umberto Romano:

“Se dovessi morire, tu devi vivere per raccontare la mia storia… per farne un aquilone di carta bianco, che voli sui cieli di Gaza e porti amore e speranza. Fa che resti racconto, e non realtà. Ma la verità è che ogni mattino si vede sempre meno la nostra ombra: restano solo cenere e lamento.”

 

 

Un testo che denuncia con forza le nefandezze di settant’anni di aggressione contro il popolo palestinese, sotto gli occhi di un mondo incapace di agire. Oggi la gente muore di fame sotto le bombe, in un genocidio che rievoca i fantasmi del peggior nazismo. Stringiamoci insieme e invochiamo misericordia, perché l’indifferenza ci rende complici.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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Serata di Parole e Musica: Presentazione di Alright Compà di Rino Garro a Caloveto

Serata di Parole e Musica: 
 
Presentazione di Alright Compà 
di Rino Garro a Caloveto
 
 
 
 
 

Domenica 24 agosto 2025, alle ore 20:30, Piazza dei Caduti – Caloveto (CS)

 

 

La magia della letteratura arriva in piazza con la presentazione del libro “Alright Compà” di Rino Garro, un appuntamento da non perdere per chi ama storie che parlano di vita, memoria e cultura.

 

Quella tracciata da Rino Garro in Alright Compà, romanzo che sarà presentato a Caloveto (CS) domenica 24 agosto, si può considerare l’epilogo ma anche la continuazione di un viaggio letterario, umano e personale iniziato con Valigie. Storie dal Mario & Gianni’s Restaurant, il suo racconto che si muove tra la scoperta del sé e la nostalgia per le proprie radici; elementi che ritornano in Alright Compà, dove però più pregnante diventa il tema del precariato che il protagonista, ormai trentenne, vive in prima persona. È questo il motivo che lo porterà alla ricerca di un lavoro a Manchester, lui che aveva già cercato fortuna a Firenze; il viaggio iniziato anni prima continua e sembra essere il motore trainante della vicenda che si dipana tra le incertezze dello stesso protagonista e il suo ‘mal di vivere’, la sua voglia di cambiare e di adattarsi a nuove situazioni che si intrecciano continuamente. È su questo filo invisibile, ma ben saldo, che si muove la vicenda: un romanzo che nasconde un racconto nato da un tema legato a un particolare che – come se fosse lievito madre – si sviluppa e fa proseliti.

 

La serata si aprirà con i saluti di Umberto Mazza, Sindaco di Caloveto, e sarà guidata dalla conduzione del docente Maurizio Traversari

Parteciperà con un suo intervento anche lo storico e studioso Pierpaolo Cetera, mentre l’autore Rino Garro concluderà l’incontro raccontando il percorso creativo del suo libro.

 

L’evento, promosso dall’Associazione Soci@l e dal Festival delle Letterature, con il prezioso contributo della Pro Loco di Caloveto e la media partnership di L’artechemipiace, è organizzato con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Caloveto.

Ad arricchire l’atmosfera ci saranno intermezzi musicali a cura di Francesco Traversari, per una serata che unisce parole e note in un’unica esperienza da vivere insieme.

 

 

Vi invitiamo a partecipare a una serata di approfondimento e cultura, tra storie, emozioni e riflessioni, nel cuore di Caloveto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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LIFE FOR GAZA – A MIRTO CROSIA IL CAMMINO DI SOLIDARIETÀ CONTINUA

 

LIFE FOR GAZA

 

A MIRTO CROSIA IL CAMMINO DI SOLIDARIETÀ CONTINUA

 

 

Mercoledì 20 agosto 2025 – ore 20:30 – Lungomare di Mirto Crosia

 

 

Dopo le tappe di Corigliano Rossano, Torre Sant’Angelo e Cropalati, il cammino di solidarietà a sostegno del popolo palestinese approda sul lungomare di Mirto Crosia (CS)

Una nuova serata di riflessione, cultura e testimonianza che prende le mosse dal libro “Palestina. Diario di Guerra” di Umberto Romano, scritto anni fa ma oggi drammaticamente attuale alla luce dei gravi eventi in corso.

 

L’iniziativa, fortemente voluta e organizzata dal Comitato Solidale Ionio Palestina Libera, dal titolo “Life for Gaza”, rappresenta la quarta tappa di un percorso che unisce voci, cuori e coscienze per non restare indifferenti davanti a una delle più grandi tragedie umanitarie del nostro tempo. Letture, dialoghi e testimonianze animeranno la serata, con l’intento di rompere il silenzio e restituire dignità a un popolo che resiste.

 

La serata sarà introdotta da Giovanni Spedicati, poeta, scrittore ed editore de La Mongolfiera, e coordinata da Evelina Viola, attivista di Legambiente e componente del Comitato Solidale Ionio Palestina Libera

 

Porterà i saluti istituzionali il Sindaco di Crosia Maria Teresa Aiello.

 

Seguiranno gli interventi di Loredana Muraca del Coordinamento Solidale Jonio Palestina Libera, un dialogo con l’autore a cura di Giusy Stasi, la testimonianza diretta di Vincenzo Fullone e le letture dal testo affidate a L. Diletto, G. De Luca, G. Lauricella, O. Falbo, L. Iozzolino, F. Nigro, G. Muraca, S. Pellegrino, S. Mazzei.

 

A conclusione dell’incontro, presso il Chiosco Mediterraneo Libero, ci sarà uno spazio conviviale con degustazioni di piatti palestinesi e calabresi, per intrecciare culture e profumi che raccontano la resistenza e l’identità di un popolo.

 

L’iniziativa è patrocinata dal Comune di Crosia e sostenuta dalla media partnership di L’ArteCheMiPiace.

 

 

 

Restare umani significa non voltarsi dall’altra parte. Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Clicca sulla copertina per richiedere il libro

 

 

 

 

 

 

Il libro di Umberto Romano “Palestina-Diario di Guerra”, rappresenta una testimonianza delle atrocità commesse da Israele contro il popolo palestinese. L’attuale tragedia, costata finora migliaia tra vittime e feriti, non è un fatto isolato nell’ambito dell’aggressione israeliana contro il popolo palestinese, che ha già compiuto decine di massacri con mezzi terroristici per ottenere un obiettivo: quello di costringere il popolo palestinese o all’emigrazione o ad affrontare uno sterminio. E’ vero che oggi non siamo nel 1948, quando la catastrofe palestinese, la “makba”, è quasi passata sotto il silenzio internazionale, ma, dopo le centinaia di risoluzioni delle Nazioni Unite, mai rispettate da parte di Israele, la domanda dei palestinesi, dei democratici e anche di Umberto Romano è la seguente: quando la Comunità Internazionale deciderà di dare giustizia al popolo palestinese, che non ha alcuna responsabilità storica dell’olocausto e cui la lotta non ha niente a che fare con l’antisemitismo? Il libro di Umberto Romano è un contributo alla conoscenza della tragica realtà della vita del popolo palestinese, vittima del peggior terrorismo di stato da parte di Israele, ma che, ironia della sorte, viene accusato sempre di terrorismo.

 

 

 

Nemer Hammad

 

(Delegato Generale Palestinese in Italia)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

 

 
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L’ultima tappa del Festival delle LETTeratTURE – Storie, memoria e nuove avventure

 
L’ultima tappa del Festival delle LETTeratTURE
 
Storie, memoria e nuove avventure
 

 

Il Festival delle LETTeratTURE giunge al suo ultimo atto di questa intensa ed emozionante edizione, un percorso che ha intrecciato storie, paesaggi, memorie e riflessioni, dando vita a un intenso dialogo tra parola scritta e comunità. L’appuntamento di chiusura è in programma venerdì 22 agosto alle ore 21:00 presso l’Arena del Mare, sul lungomare di Mirto-Crosia (CS).

Per l’appuntamento conclusivo, l’attenzione si pone su Nicodemo Misiti, autore del romanzo storico “Uluç Alì – Il rinnegato” (Dialoghi editore), un’opera che intreccia passato e presente in un racconto avvincente e ricco di suggestioni mediterranee.

La trama segue Tommaso Perri, professore universitario e archeologo, che entra in possesso di un antico diario in cui si narra la vita di Giovan Dionigi Galeni, nato a Le Castella nel 1519 e catturato dai turchi durante le sanguinose scorrerie che insanguinarono le coste del Mediterraneo. Conosciuto nella storia come Uluç Ali, il condottiero turco narra in prima persona le sue vicende ambientate nel XVI secolo, un’epoca di grandi battaglie e tensioni tra due poteri e due fedi, cristiana e islamica, che costrinsero molti a scegliere tra schieramenti, guerre e morte in nome della fede. Tommaso, affascinato da questa figura, intraprende un viaggio sulle tracce del protagonista e di un misterioso tesoro, tra un libro e una pergamena, mentre individui nascosti nell’ombra sembrano inseguire lo stesso obiettivo.

Nicodemo Misiti, ospite di questa ultima serata del Festival, è nato a Melicucco (RC) nel 1964. Dopo la maturità classica, si è laureato in Lingue e letterature straniere moderne. Ha collaborato dal 1987 al 1996 con il progetto “Atlante Linguistico Siciliano” presso il Centro di studi filologici e linguistici siciliani e l’Università di Palermo, e dal 1997 al 2000 con la cattedra di Etnolinguistica dell’Università della Calabria. Dal 2000 al 2015 ha lavorato nella produzione di prodotti multimediali per enti e istituzioni. 

Fotografo dal 2001, ha realizzato mostre personali in Italia, Brasile, Argentina e Germania, e nel 2018 ha pubblicato il libro fotografico Luci & Ombre. Tradizioni Millenarie del Sud Italia (Ministero della Cultura del Brasile).

 

La serata si aprirà con i saluti istituzionali del Già Consigliere Regionale Davide Tavernise e vedrà gli interventi di:

  • Monsignor Luigi Renzo, Vescovo emerito, scrittore e storico, che offrirà una chiave di lettura storico-culturale e spirituale della vicenda.

  • Prof. Pier Paolo Cetera, direttore del Festival, che guiderà il dialogo con l’autore, intrecciando narrazione e riflessione critica.

Sono state sei tappe avvincenti, ciascuna con proposte di rilievo e spessore culturale, magistralmente orchestrate dal direttore Pier Paolo Cetera, ideatore di questo innovativo format che ha saputo portare la cultura al centro del programma estivo dell’Arena Summer Fest di Mirto-Crosia.

Con questo ultimo appuntamento si chiude un percorso ricco di stimoli, storie e riflessioni, ma il cammino continua: ci attendono nuove avventure letterarie, da vivere insieme. 

 

Questa prima Edizione del Festival è stato reso possibile grazie al supporto dell’Associazione Soci@l di Mirto, a GG Eventi, alla collaborazione delle realtà associative del territorio e al sostegno dell’Amministrazione comunale di Crosia, rappresentata dalla sindaca Maria Teresa Aiello.

Il lavoro grafico e la cura della media partnership sono stati affidati a Giuseppina Irene Groccia per L’ArteCheMiPiace e ContempoArte Magazine, media partner ufficiali dell’evento.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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Grande successo per la presentazione di “Cercarsi dentro” di Norella Pujia

 

 

Grande successo per la presentazione di Cercarsi dentro di Norella Pujia

 

 

 

 

Un tributo sentito e partecipato a una donna che ha lasciato il segno nella scuola, nel volontariato, nella cultura e nella vita di chi le è stato vicino.
 
 
 
 
 
di Redazione  |07|08|2025|
 
 
 

Si è svolta con straordinario successo di pubblico la presentazione del libro Cercarsi dentro di Norella Pujia, a cura del Circolo Culturale Rossanese e con il patrocinio del Comune di Corigliano Rossano

L’evento, tenutosi nel suggestivo Chiostro del Palazzo San Bernardino nel centro storico di Rossano a Corigliano Rossano (CS), ha rappresentato non solo un appuntamento letterario di rilievo, ma anche un intenso momento di memoria condivisa, affetto e riconoscenza.

 

La grande partecipazione di pubblico è stata il segno tangibile del profondo legame che Norella Pujia ha saputo costruire nel tempo con la comunità, grazie alla sua attività di insegnante, al suo generoso impegno nel volontariato e alla sua presenza appassionata nel mondo artistico-letterario, in cui era molto attiva. Socia del Circolo Culturale Rossanese, partecipava con entusiasmo a numerosi gruppi poetici, lasciando ovunque una traccia luminosa di sé.

 

 

 

Determinante per la riuscita della serata è stata l’ottima organizzazione a cura del presidente del Circolo, Antonio Guarasci, che ha coordinato con competenza gli interventi e introdotto i vari relatori in un programma ricco e articolato: interventi critici, letture poetiche tratte dal libro, testimonianze emozionanti, proiezioni video e delicati accompagnamenti musicali, curati da Cesare Sisca, hanno scandito il ritmo di un evento rifinito nei dettagli.

 

I saluti istituzionali sono stati affidati al Sindaco Flavio Stasi e all’ex Consigliere comunale Liliana Zangaro, la quale ha lasciato intendere che il Comune intende avviare un’iniziativa dedicata alla memoria di Norella Pujia, a conferma dell’impronta importante che ha saputo lasciare nella vita culturale e sociale della città.

 

Tra gli ospiti, Salvatore Bugliaro, prefatore del libro, ha offerto un excursus puntuale e approfondito sull’opera, soffermandosi sia sulla struttura che sul contenuto critico, restituendo con grande chiarezza la visione poetica dell’autrice.

 

 

Nicola Candiano, nipote di Norella, ha proposto un intervento intimo e personale, mettendo in luce la figura umana dell’autrice, la sua sensibilità e la sua dedizione agli altri.

 

 

 

Francesco Filareto ha invece delineato un interessante parallelismo tra la scrittura poetica di Norella Pujia e la filosofia, interpretata come percorso di consapevolezza e ascolto interiore, offrendo una lettura riflessiva della sua voce poetica.

 

 

Molto toccante anche la poesia letta da Margherita Belgrado, cara amica dell’autrice, che ha voluto omaggiare un legame profondo, lungo oltre quarant’anni e interrotto all’improvviso, lasciando una ferita carica di nostalgia e affetto.

 

 

Giuseppina Irene Groccia, editrice del libro per L’ArteCheMiPiace, ha espresso con commozione il rammarico di non aver potuto vivere insieme all’autrice il finale di un progetto che avevano immaginato e iniziato a costruire insieme, sottolineando con gratitudine il gesto d’amore del marito e delle figlie di Norella, che hanno voluto fortemente vedere realizzato il suo sogno.

 

La lettura di una delle poesie centrali del libro da parte di Giacomo Lauricella ha offerto un momento sentito e partecipato. Insieme a lui, anche le lettrici Angela Campana, con una poesia espressiva e toccante, e Rosalba Converso che hanno contribuito a dare voce viva ai versi dell’autrice. 

 

In chiusura, è intervenuto anche un commosso Saro Polimeni, presidente dell’associazione di volontariato Insieme, realtà nella quale Norella Pujia ha offerto il suo contributo con dedizione e generosità, distinguendosi per la profonda umanità e lo spirito di servizio che la caratterizzavano.

 

Le proiezioni video, accompagnate da immagini che ripercorrevano i momenti salienti della vita di Norella, hanno ulteriormente commosso i presenti, restituendo quasi la sensazione che lei fosse lì, tra il pubblico, a condividere ogni istante della serata.

 

A concludere la serata, i saluti di Valeria, figlia dell’autrice, che ha espresso con voce commossa la profonda gratitudine della famiglia, ringraziando tutti i presenti senza tralasciare nessuno. Insieme al padre Gianfranco Federico e alla sorella Fabrizia, ha assistito con visibile emozione a un omaggio che ha restituito pienamente l’affetto e la stima che Norella ha saputo seminare nella sua vita.

 

 

 

 

Le fotografie  presenti nell’articolo sono a cura di Ercolino Ferraina.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
©L’ArteCheMiPiace – Blog Arte e Cultura di Giuseppina Irene Groccia 

 

 

 

 

 

 

 

 

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