Entrare nel mondo pittorico di Liliana Condemi significa attraversare una soglia dove la pittura si fa insieme esperienza sensoriale e viaggio interiore. Nulla è puramente descrittivo: tutto, nei suoi lavori, tende
all’evocazione, al ricordo, al respiro di ciò che resta invisibile ma sempre vivo.
Il colore diventa pensiero, la forma si trasforma in memoria, e ogni segno
racconta un tempo che continua ad abitare anche il presente.
Le sue opere si muovono tra sogno e ricordo, tra la dolcezza delle origini e lo scorrere del tempo, nei cui cromatismi vive una luce che tenta la riconciliazione, un varco di quiete dove la materia stessa si apre alla poesia e l’immagine diventa luogo di pace interiore.
Nata a Condofuri nel 1949 e formatasi all’Istituto Statale d’Arte e all’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, la pittrice calabrese prosegue da decenni una ricerca ininterrotta che unisce il linguaggio del colore alla riflessione sull’esistenza, sull’interiorità e sulla memoria collettiva.
Nel settembre e ottobre 2025, due suoi recenti interventi espositivi ne hanno ribadito la profondità poetica e la coerenza di visione.
Il primo, “Pane di Vita”, presentato a Grimaldi (CS) per Tornare@Itaca 2025 – Pane di Pace (a cura di Mimma Pasqua), nasce da un gesto semplice e universale: impastare il pane, simbolo di nutrimento e condivisione, per ricordare i bambini di Gaza. Liliana ha scelto di “dividere il passato dalle macerie” e di trasformare la materia in segno di rinascita.
Il suo pane, da semplice sostanza, diviene memoria custodita, prezioso elemento di vita, che come scriveva Paul Klee, “rende visibile l’invisibile”, perché in esso la materia si fa simbolo, trasformando il gesto concreto in segno di speranza e rinascita. Nei suoi colori si percepisce l’intensità di una speranza che non ignora il dolore, ma lo trasforma in luce.
A distanza di pochi giorni, al Museo del Presente di Rende (CS), l’artista ha presentato “Sogno liminale” nell’ambito della collettiva Geni Comuni, ideata e diretta da Luigi Le Piane, con la curatela di Roberto Sottile e Mariateresa Buccieri. Qui il linguaggio si fa più rarefatto, sospeso tra ricordo e percezione. In un gioco di blu e verdi emergono echi di esperienze intime, i centrini della nonna, il riflesso del laghetto delle
ninfee a Gambarie, tutto si intreccia in una dimensione sospesa tra realtà e immaginazione. L’opera si apre come una soglia, un passaggio tra ciò che è stato e ciò che ancora può essere, tra il gesto antico e il respiro della natura.
Nella pittura di questa abile artista, il colore scivola sulle tele come un’anima viva. È un atto vitale, una musica silenziosa che si
espande sulla tela come “una serie di accordi musicali”, per citare le parole di un critico che le sono state dedicate. In lei si rinnova quella sapienza del colore che, come diceva Kandinsky, “è un potere che influenza direttamente l’anima”.
Liliana Condemi intesse e porta avanti il suo universo
pittorico come un diario spirituale, dove la memoria si fa speranza e la bellezza diventa un gesto consolidato di pace.
Per ulteriori informazioni sul percorso artistico e sulle opere di Liliana Condemi, si invita a consultare il suo sito ufficiale.
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