Acquistare opere d’arte per puro piacere è sempre consigliabile, ma la domanda e l’offerta di prodotti e accordi che abbiano anche un ritorno economico sono ormai all’ordine del giorno.
Se parliamo di compravendita di giovani nomi dall’alto potenziale speculativo – e rischio proporzionale – problemi non ci sono.
È ormai nella normalità del mercato dell’arte, e rimane nei suoi confini.
Quando, però, il discorso verte su altri termini e le promesse sono di vendite con riacquisti a tassi di rendimento fissi e sicuri, la situazione si complica.
Se, infatti, gli operatori del mercato dell’arte cominciano a vendere prodotti finanziari travestiti da dipinti, entrano nella sfera regolamentata dei mercati finanziari.
Detto questo, il legame tra arte e mercato è uno snodo cardine per analizzare e capire un sistema complesso come quello dell’arte contemporanea.

Ed il mercato non è solo quello delle aste o di pochi nomi internazionali che si spartiscono la fetta più grande della torta, ma sono anche collezionisti capaci di instaurare un rapporto diretto con gallerie, curatori ed artisti, o ancora realtà aziendali che non mirano alla mera speculazione, ma sono interessate a costruire un tessuto culturale e una visione imprenditoriale ampia e multidisciplinare.
L’intreccio tra denaro e arte è profondamente radicato nella storia. Dal Cinquecento in poi, tra mecenatismo, committenza, collezionismo e speculazione, la dimensione finanziaria dell’arte si modula in molti modi e secondo tempi diversi, in un intreccio che si è fatto oggi, in tempi di globalizzazione particolarmente fitto e complesso.
Una delle caratteristiche distintive del mercato dell’arte è il suo andamento generalmente decorrelato rispetto ai mercati finanziari tradizionali. Mentre azioni, obbligazioni e immobili spesso subiscono forti oscillazioni dovute ai cicli economici e alle crisi finanziarie, l’arte tende a mantenere una certa stabilità o addirittura incrementare il suo valore in periodi di turbolenza economica.
Quando inizi il dialogo con un potenziale nuovo ” collezionista” non bisogna limitarsi nell’offrire solo suggerimenti d’acquisto, ma sviluppare un planning su misura. «Ogni collezionista è diverso: ci sono quelli che collezionano per passione, chi vuole fare filantropia e chi considera l’arte come un investimento,»

A seconda delle motivazioni, è necessario adottare un approccio specifico: a partire dalla scelta delle opere.
Importante da ricordare è che l’acquisto di opere d’arte è fatta soprattutto di relazioni e contatti, elementi cruciali per fare le scelte giuste. «Il mondo dell’arte è un microcosmo dove non è così difficile scoprire la reputazione di un art advisor o di un gallerista.» Conoscere le persone giuste è importante non solo per ottenere buone opportunità, ma anche per evitare errori comuni, soprattutto per chi si avvicina a questo settore per la prima volta.
Un consiglio che mi sento di dare per chi vuole intraprendere per la prima volta un percorso legato all’acquisto di opere d’arte è conoscere meglio il mercato prima di fare un acquisto importante, visitando case d’asta, e incontrando galleristi, curatori e gli stessi artisti per meglio comprendere ogni aspetto dell’investimento.

Dopo l’ondata di acquisti durante la pandemia, stiamo assistendo a una fase di stallo» Le guerre, l’instabilità economica e i tassi di interesse elevati hanno rallentato il mercato, ma questo contesto storico non rappresenta necessariamente una minaccia per il mercato dell’arte. «I collezionisti oggi possono avere più tempo per fare ricerche e valutare con calma le opere che desiderano davvero.
Ogni rapporto nasconde, però, controversie ….
Molti artisti e critici sostengono che la crescente mercificazione rischi di compromettere l’autenticità creativa, spostando il focus dall’espressione personale al valore monetario. Altri, al contrario, vedono nella finanza uno strumento essenziale per sostenere e valorizzare la creatività artistica, permettendo agli artisti emergenti di trovare il supporto necessario per sviluppare la propria carriera.

Oggi, arte e finanza vivono un momento di simbiosi più profondo che mai: il collezionismo è visto sempre più come una strategia di diversificazione dei portafogli di investimento, mentre l’arte continua a rappresentare un elemento distintivo, capace di conferire prestigio, unicità e una forte valenza culturale ed emozionale.
Il legame tra arte e finanza non è solo una questione di numeri e quotazioni , ma è un legame destinato a evolversi continuamente, segnando il passo di due mondi che continueranno a influenzarsi, arricchirsi e sfidarsi reciprocamente.

Volendo tornare “romantico” concludo con il sostenere che chiunque voglia avvicinarsi al mondo dell’arte deve essere preso per mano per fargli comprendere che non è necessario essere esperti o avere patrimoni milionari per amare l’arte. “Basta la curiosità e la voglia di scoprire, perché l’arte è soprattutto questo: esplorare nuovi mondi e vivere”





