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Interviste

VARCARE IL VISIBILE – Incontro con Emanuele Attadia e la sua Pittura

VARCARE IL VISIBILE
Incontro con Emanuele Attadia e la sua Pittura

di Giuseppina Irene Groccia |25| Agosto |2025|

 

 

Forse solo chi sogna è davvero desto.” Questa convinzione sembra attraversare la pittura di chi, fin da bambino, ha vissuto in un contesto familiare colmo di stimoli creativi, tra musica, teatro e arti visive. Emanuele Attadia, nato a Rossano (CS), coltiva sin da giovane il disegno e la musica, per poi approdare con dedizione alla pittura, intraprendendo un percorso da autodidatta dopo la laurea in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio. 

La sua cifra pittorica si riconosce in un realismo quasi iperreale, che si carica di simboli e di tensione poetica, restituendo immagini capaci di aprire varchi di mistero e intimità e di dare voce a quell’intreccio di sogno, fragilità ed enigma che abita l’animo umano.

La sua tecnica, paziente e minuziosa, costruisce immagini in cui la luce si fa sostanza e il dettaglio non è mai semplice ornamento, ma veicolo di verità interiore. È una luce che non resta in superficie: scivola sulle forme, le accarezza, le modella come se volesse svelarne l’essenza segreta. In questa trama luminosa il visibile diventa un varco, un punto d’accesso al non detto, e ciò che appare agli occhi assume la forza di una rivelazione silenziosa. Ogni tela diventa così un luogo di ascolto e meditazione, non una semplice rappresentazione, ma uno spazio in cui lo sguardo si trasforma in esperienza interiore.

Negli anni l’artista ha ottenuto riconoscimenti prestigiosi in ambito internazionale, esponendo in sedi di rilievo come il MEAM di Barcellona e partecipando a concorsi che ne hanno consacrato la qualità espressiva. Tra i traguardi più significativi, la selezione come finalista al 17° Art Renewal Center Salon Competition, che ha condotto il suo dipinto a essere incluso nel Lunar Codex, capsula del tempo destinata alla luna, un riconoscimento straordinario, che suggella la sua visione come parte di un orizzonte senza confini. 

È stato inoltre finalista nel concorso dedicato a Tiziano Vecellio e al Beautiful Bizarre Art Prize 2025, affermandosi come una delle voci più interessanti della pittura figurativa contemporanea.

Già presentato nella precedente edizione del nostro Magazine ContempoArte con il dipinto “L’inaccessibilità dei sogni”, Emanuele Attadia torna sulle nostre pagine con la forza discreta della sua visione. Le sue opere non cercano mai l’effetto immediato, ma invitano a soffermarsi, a rallentare lo sguardo, a lasciarsi sorprendere da ciò che emerge nel silenzio. La pittura diventa per lui un ponte tra mondi apparentemente lontani, il concreto e l’evanescente, il quotidiano e l’eterno. 

 

 

 

In questa intervista possiamo avvicinarci non solo all’artista, ma anche a chi, con dedizione e sensibilità, fa di ogni tela uno spazio di ascolto e introspezione.

 

 

 

Sei cresciuto in un ambiente familiare ricco di stimoli
artistici. Come ha influito questo contesto sulla tua scelta di diventare
pittore? 

 

Innanzitutto volevo ringraziarti, cara Giuseppina, per avermi chiesto
di rilasciare questa intervista per il tuo blog e il tuo fantastico Magazine ContempoArte. Per me è un
privilegio, oltre che un onore. Tornando alla tua domanda, confermo che gli
stimoli artistici, nella mia famiglia, non sono mai mancati. Sin da
piccolissimo sono stato abbagliato dai dipinti di mio padre Pietro. Nel
tentativo di emulare i suoi capolavori, ricordo di aver scarabocchiato
centinaia di album da disegno. Lui è anche un insegnante di musica, ora in
pensione, per cui sono stato introdotto anche nel magico mondo musicale. Mio
fratello Luca, poi, è un grande attore di cinema, TV e teatro e mia madre, col
suo infinito turbinio di idee, dà vita a numerose iniziative nella scuola dove
insegna. In un ambiente così dinamico, sono stato facilitato nel comprendere
quale fosse per me la via più bella da intraprendere. 

 

Avvolta dal’inquietudine – Olio su tela 40×50 – 2024

 



 

Dopo una laurea in
Ingegneria Ambientale, hai intrapreso un percorso da autodidatta nella pittura.
Cosa ti ha spinto a questo cambio di rotta così radicale? 

 

Ogni esperienza di
vita è un filo che tesse l’anima. Il mio percorso di studi mi ha aiutato ad
arricchirmi come persona e, perché no, ad avere anche una prospettiva analitica
nella concezione e nella realizzazione dei miei dipinti. Il cambio di rotta non
è stato un calcolo, ma un dono dell’imprevedibilità della vita, che mi ha
guidato verso la pittura come un rifugio sicuro. Essere autodidatta è stato un
atto di fiducia nella mia voce interiore, lungo un viaggio senza meta
apparente, illuminato dalla magia che può regalare il meraviglioso linguaggio
pittorico. 

 

Fructus Ventris – Olio su tela 60×70 -2024

 



 

L’opera in evidenza nell’ultima edizione del Magazine ContempoArte, “L’inaccessibilità
dei sogni”, sembra incarnare perfettamente questa visione. Ci racconti la sua
genesi? 

 

“L’inaccessibilità dei sogni” è nata da una percezione viscerale,
un’immagine nata da ispirazioni colte da più fonti ed intrecciatisi nella mia
mente. La donna davanti allo specchio, con la sua espressione disincantata, è
come se cercasse di afferrare un mondo irraggiungibile e, di spalle, invitasse
l’osservatore a condividere il suo desiderio. Accanto a lei, una donna
addormentata, con le gambe che si perdono nello specchio, riesce ad abitare
quella dimensione onirica preclusa alla figura sveglia. Ogni essere umano è
sempre stato affascinato dal mondo dei sogni e dall’influenza che questo
esercita sull’esistenza, chiedendosi dove sia il punto di contatto tra sogno e
realtà e quale sia la vera illusione durante tutta la vita. E se chi conduce
un’esistenza molto concreta e materiale fosse in realtà colui che dorme? I
nostri sogni sono la porta del nostro universo interiore, in cui risiede la
parte vera e autentica di ogni individuo. Trascurarli, non dando importanza
alla nostra dimensione spirituale, significa dormire per tutta la vita,
escludendo inevitabilmente dalla stessa tutto ciò che potrebbe velarla di magia.

 

 



 

 

 

 

L’opera è stata selezionata come finalista all’Art Renewal Center Salon
Competition ed è stata inclusa nel Lunar Codex, una capsula del tempo destinata
alla luna. Cosa ha rappresentato per te questo riconoscimento? 

 

Quando ho saputo
che “L’inaccessibilità dei sogni” è stata selezionata come finalista dell’ArtRenewal Center Salon Competition, il più grande concorso al mondo sull’arte
figurativa contemporanea, ed inlcusa nel Lunar Codex, ovviamente ho provato
un’emozione immensa, indescrivibile. Questo incredibile riconoscimento mi ha
donato nuova energia per proseguire nel mio percorso. Non è cosa di 
tutti i giorni vedere un dipinto viaggiare verso le stelle.
È come se quella donna davanti allo specchio, con il suo desiderio
inafferrabile, portasse un frammento della mia anima nell’infinito. La tua pittura
si colloca nell’ambito figurativo, con tratti che sfiorano l’iperrealismo. 

 

 

L’inaccessibilità dei sogni – Olio su tela 70×90 – 2024

 

 

 

Cosa
ti ha spinto a scegliere proprio questo linguaggio espressivo, invece di
orientarti verso forme più astratte o concettuali? 

 

Ogni dipinto è un’illusione
ottica, un equilibrio tra realtà e astrazione, dove la figura diventa un ponte
per l’anima. Il figurativo parla direttamente al cuore, narrando e celebrando
l’umano in modo potente ed eterno. L’idea di esaltare l’arte astratta o
concettuale a prescindere, a discapito di quella rappresentativa, come avviene
in molti contesti, soprattutto italiani, mi sembra limitante. È necessario che
dietro ogni forma espressiva vi sia una continua e fruttuosa ricerca ed una
profonda conoscenza della materia affinchè il risultato non sia sterile o
prettamente commerciale. Dipingere è un linguaggio, e come tale va affinato per
poter esprimere in maniera potente ed efficace il messaggio che si aspira a
veicolare. 

 

Le silenziose voci dell’anima – Olio su tela 70×100 – 2021

 



 

Il tuo stile pittorico si distingue per un forte contenuto simbolico
e introspettivo. Quali sono i temi che ti guidano? 

 

Attraverso la pittura miro
ad aprire una finestra su un universo parallelo, dove istinto e razionalità,
materia e anima si intrecciano profondamente. Cerco di affinare il linguaggio
pittorico per raccontare, in maniera sempre più fedele, ciò che vedo nel cuore.
I miei temi nascono da ciò che mi faccia tremare l’anima, come la tensione tra
realtà e sogno e la fragilità dell’essere umano. Ogni dipinto punta ad essere
un dialogo intimo che si manifesta unicamente sulla tela, un mondo magico che
inviti l’osservatore a perdersi e ritrovarsi. Seguo l’ispirazione ovunque mi
porti, lasciando che ogni pennellata trasformi il visibile in un’eco
dell’invisibile, un riflesso dell’anima che parla a chi sa ascoltare. 

 

Ecce Haereditas Domini – Olio su tela 70×80 – 2024

 



 

Guardando
al passato, quali sono gli artisti che più ti hanno ispirato, sia per la loro
tecnica che per la profondità del loro messaggio? 

 

La mia visione pittorica è
stata sicuramente influenzata da tutti i maestri in grado di dipingere
l’autentica essenza dell’essere umano e della natura. Caravaggio, con il suo
chiaroscuro drammatico, mi ha insegnato a scolpire l’emozione con la luce.
Antonio Mancini e John Singer Sargent mi hanno affascinato per la loro
pennellata vibrante. I preraffaelliti, come Waterhouse, Millais e Cowper mi
hanno incantato con la loro poesia visiva. Ma mi vengono in mente anche i
maestri della scuola russa, tipo Ilya Repin e Shishkin così come i tantissimi
pittori contemporanei che ammiro profondamente. Sono tutti fonte di ispirazione
per me. Poi ci sono opere che singolarmente mi colpiscono dritto al cuore come
“Dopo la prima comunione” di Carl Frithjof Smith, col suo toccante messaggio
nascosto. E potrei fare decine di esempi come questo. Tendenzialmente starei
ore di fronte ad un dipinto che mi parla nel profondo, studiandone ogni singola
pennellata. 

 

Struggente nostalgia (dettaglio) – Olio su pannello 20×30 – 2023

 



 

Hai praticato anche la pittura su ceramica sopra smalto. In che
modo questa esperienza ha influenzato la tua tecnica pittorica? 

 

È stato un
periodo fondamentale per permettermi di riprendere costantemente contatto con
la pittura, spingendomi a capire che non avrei più potuto farne a meno.

 

Lavorando in paradiso – Olio su pannello – 2020

 



 

Quanto è importante per te il legame con la Calabria, terra
in cui sei nato e cresciuto? 

 

Nel bene e nel male, il contesto in cui cresciamo
ci segna: sta poi alla sensibilità ed alla personalità del singolo individuo
scegliere cosa valorizzare di tutto ciò che si presenta sul suo cammino. Con
tutte le sue contraddizioni, la Calabria è una terra unica, un mosaico di
bellezza selvaggia e storia antica che ha incantato tantissimi artisti nel
corso dei secoli. È nei suoi paesaggi incantati, nei suoi silenzi capaci di
parlare all’anima che trovo l’ispirazione per i miei dipinti. Non posso che
essere legato a questa terra, che mi ha donato radici forti e ali per sognare,
rendendomi la persona che sono oggi. 

 

Prigioniero dei tormenti – Olio su tela 60×80 – 2025

 



 

Nel tuo percorso hai ricevuto
riconoscimenti in importanti concorsi internazionali e hai esposto in sedi
prestigiose come il MEAM di Barcellona. Cosa ti ha insegnato questa esperienza
internazionale? 

 

Ogni forma di esperienza a questi livelli è estremamente
positiva: confrontarsi con maestri di livello mondiale è arricchente sia dal
punto di vista artistico che da quello umano. C’è tanto da apprendere, da ogni
cultura e da ogni approccio pittorico e soprattutto da come all’estero siano in
grado di celebrare l’arte rappresentativa quale linguaggio universale capace di
unire talenti provenienti da ogni angolo del pianeta. Istituzioni come il MEAM,
ARC, Artelibre
e pubblicazioni come Beautiful Bizarre Magazine non sono solo
piattaforme, ma veri e propri catalizzatori di un rinascimento contemporaneo,
dove il dialogo tra artisti crea una sinergia unica, capace di ispirare e
spingere i confini della creatività. 

 

L’Artista Emanuele Attadia al lavoro

 



 

Hai progetti futuri già in cantiere? 

 

Ho
tanti progetti in lavorazione, ognuno con una sua storia da raccontare. Ciò che
li unisce è il desiderio di dare forma a ciò che vedo e sento nel mio cuore,
trasformando emozioni e visioni in opere che parlino in modo autentico. Ogni
nuovo lavoro è un passo in questo viaggio, un modo per esplorare e condividere
la bellezza che trovo intorno a me. 

 

Ephemeros – Olio su tela 70×90 – 2025

 

 

Infine, cosa diresti a un artista che vuole
intraprendere la strada della pittura figurativa oggi, in un mondo dominato da
immagini digitali e velocità? 

 

A un artista che sente il richiamo della pittura figurativa
direi: segui questa strada solo se la senti ardere dentro di te, come una
missione, una vocazione profonda, quasi una forma di preghiera. Dipingere non è
solo tecnica: è un atto di verità, un dialogo tra l’anima ed il mondo.
Dipingere attraverso una ricerca che passi attraverso l’arte figurativa può
diventare una chiave per aprire tante porte. 
In un’epoca dominata dal culto
della velocità e dalle immagini digitali, l’arte figurativa ha un potere unico:
rallentare il tempo, condurre verso l’essenza delle cose, toccare corde che il
digitale non può raggiungere. Ma se il tuo cuore non vibra per questa ricerca,
se vedi l’arte al pari di un’immagine fugace, forse è meglio guardare altrove.

 

 

 

 

 

 

 

 

Contatti

 

Sito Web Emanuele Attadia

Email info@emanueleattadia.com

Facebook Page Emanuele Attadia Art

Instagram emanuele_attadia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nato a Rossano, Emanuele Attadia cresce in
un ambiente familiare artisticamente
molto dinamico: si avvicina attivamente alla musica ed al disegno sin dalla più
tenera
età, coltivandone l’interesse durante il suo percorso di studi. Consegue la
maturità
scientifica e quindi si laurea in Ingegneria per l’Ambiente ed il Territorio
presso
l’Università della Calabria. Per un anno pratica la pittura su ceramica sopra
smalto,
affinando la tecnica autonomamente. Successivamente, dal settembre 2014, si
dedica
con continuità e da autodidatta alla sua vera passione: la pittura.

Nel 2016 gli viene conferito il “Diploma di Merito” del Premio
della Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in occasione della
XI Biennale di Arte Internazionale di Roma.

Nel 2020 è finalista del concorso internazionale di pittura
avente come tema unico l’opera di Richard Wagner “Lohengrin”, a cura del Club
Wagner, della “Fundacio de les Arts i els Artistes” e del prestigioso Museo
MEAM di Barcellona, dove espone insieme alle altre opere finaliste.

Nel 2023 fa parte della terza edizione della mostra
internazionale “The MEAM Hall”, presso il Museo MEAM di Barcellona.

Nel 2024 è finalista del Concorso Internazionale del Ritratto
dedicato al grande pittore rinascimentale Tiziano Vecellio, a cura dello Sheng
Xin Yuart Institute. Prende parte alla relativa mostra tenutasi nella
meravigliosa cornice di Forte Monte Ricco, a Pieve di Cadore (BL), luogo natìo
di Tiziano.  

Nel 2024 è finalista del 17esimo Art Renewal Center Salon
Competition, il più grande e prestigioso concorso al mondo legato al Realismo
Contemporaneo. Il dipinto è incluso nel Lunar Codex, una serie di capsule del
tempo, contenenti il lavoro di 7000 creativi, compresi  i finalisti del Concorso ARC, le quali
verranno lanciate sulla luna in tre missioni correlate alla NASA. Sarà il primo
significativo posizionamento di arte contemporanea sulla luna in 50 anni. 

Nel 2025 è finalista presso il 2025 Beautiful Bizarre Art Prize,
nella sezione Ryamar Paintings Award, uno dei più prestigiosi concorsi al mondo
legati all’arte figurativa contemporanea.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

©L’ArteCheMiPiace – Blog Arte e Cultura di Giuseppina Irene Groccia 

 

 

 

 

 

 

 

 

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