Un viaggio nell’animo femminile, attraverso la figura del volto: è il percorso a cui obbligano i dipinti di Giuseppina Irene Groccia. Un viaggio non affatto semplice, poiché la donna di Gigro è perennemente e volutamente sfuggente, si sporge e si ritrae, si svela e nel contempo si occulta, si racconta e lascia però all’osservatore il compito e la capacità di raccontare oltre il disegno, la linea, il colore, il chiaroscuro…. E’ una figura in costante movimento, mai noiosa o scontata, disposta anzi a dialogare ma senza lasciarsi afferrare del tutto, gelosamente elegante nel preservare la propria intimità, il mistero e la grandezza di cui è consapevole: così ora ama parlare di sé e del suo intimo dramma ma nel contempo attenta ad evitare l’enfasi banale, quasi a voler difendere quell’universo straordinario di vita e di dolore, di sconfitta e di riscatto, ma anche di bellezza e di desiderio, di cui da sempre è simbolo e insieme portatrice, sollecitando anzi l’osservatore a coglie