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Interviste

L’Approccio Curatoriale tra passione e visione Intervista a Mariateresa Buccieri

 

L’Approccio Curatoriale tra passione e visione

Intervista a Mariateresa Buccieri

 

 

 

 

 

 

di Giuseppina Irene Groccia |03|Dicembre|2024|

 

 

Mariateresa Buccieri è una curatrice d’arte la cui attività
si distingue per la capacità di intrecciare passione, professionalità e un
profondo legame con il territorio. Dal 2004, anno dell’apertura del Museo del Presente a Rende (CS), ha intrapreso un percorso che ha contribuito a fare del
museo un polo culturale dinamico, capace di dialogare con il panorama artistico
contemporaneo e di coinvolgere un pubblico eterogeneo.


Il suo approccio alla curatela si fonda su un ascolto
sensibile delle opere, considerate non solo per il loro valore estetico, ma
soprattutto per la loro capacità di raccontare, denunciare e comunicare
messaggi profondi. Progetti come Geni Comuni, una collettiva di pittura,
scultura e fotografia
ideata da Luigi Le Piane con la collaborazione del
talentuoso critico d’arte Roberto Sottile, che da undici edizioni esplora le
molteplici sfaccettature dell’arte, testimoniano la sua visione inclusiva e il
desiderio di promuovere una pluralità di linguaggi artistici.

 



 

 

Mariateresa Buccieri ha sviluppato la sua esperienza in modo
spontaneo e organico, ma sempre con un rigore che l’ha vista affiancarsi a
figure di rilievo nel panorama artistico, arricchendo il suo percorso con
preziose collaborazioni. Attraverso mostre, collettive indipendenti e
presentazioni di libri, nonché una costante dedizione a rendere l’arte
accessibile, si è fatta portavoce di un’idea di museo come luogo vivo, dove
l’arte contemporanea non solo riflette il presente, ma invita a riflettere su
di esso.

 

 

 

 

In questa intervista, Mariateresa Buccieri racconta i
momenti fondamentali del suo percorso, la missione del Museo del Presente e
l’impatto che spera di lasciare nel panorama culturale. 

Le sue parole offrono
uno sguardo autentico su una professione che è molto più di un lavoro: è un
ponte tra le opere e la comunità, un modo per creare spazi di bellezza e
consapevolezza.

 

 

 

Quali sono state le tappe principali che ti hanno portato
alla guida del Museo del Presente?

 

Preciso che nessuno di noi ha la guida del Museo del
Presente siamo una squadra e ognuno di noi ha un suo compito é l’unione che fa
la forza.
 

Mi sono ritrovata
curatrice d’arte per una scommessa con me stessa. Il  tutto é avvenuto in modo casuale e naturale.

 

 

 

Potresti raccontarci alcuni momenti chiave o esperienze che
consideri fondamentali per il tuo percorso professionale di curatrice d’arte?

Per quanto riguarda i momenti chiave sono cominciati con
l’apertura del museo nel 2004 e ognuno che ha gravitato all’ interno del museo
mi ha lasciata un insegnamento fondamentale per questa professione

 


 

C’è un evento, un incontro o un progetto che consideri un
punto di svolta nella tua carriera? Se sì, cosa lo ha reso così significativo
per te?

 

 

 

Il progetto che ha decretato un punto di svolta é Geni
Comuni collettiva di pittura, scultura e fotografia. Siamo giunti all’XIª
edizione, ogni anno é un regalo, nuovi incontri, e un panorama artistico che
non ha nulla da invidiare alle città del nord, così ogni anno sento di fare
tanti  passi avanti.

 

 

 

Come definiresti la missione del Museo del Presente? Qual è
il contributo che vuoi offrire al pubblico e al mondo dell’arte contemporanea
attraverso questo museo?

 

Il Museo del Presente ha un grande potenziale nonostante ha
ospitato mostre importanti può ancora stupirci. A breve la nomina del nuovo
direttore artistico che da sempre considera il museo come casa sua, un posto
dove tornare e sono sicura che porterà l’arte dei nosti tempi. Sono pronta a
fare squadra e offrire semplicemente la mia passione e la mia professionalità

 


 

In qualità di curatrice d’arte, quali sono i valori o i
criteri principali che segui nella selezione e nell’esposizione delle opere?

 

Non sono importanti gli artisti ma le loro opere. Parto
sempre da ciò che mi trasmette l’opera che non deve essere solo armoniosa e ben
fatta  ma deve “raccontare”
“denunciare” e dare risposte. Gli artisti se tali, vanno sostenuti
tutti, perchè ognuno offre un tassello diverso

 

 

Il panorama artistico contemporaneo è in continua
evoluzione. Come riesci a mantenere il Museo del Presente rilevante e
innovativo? Cosa fai per coinvolgere un pubblico sempre più vasto e variegato?

 

Ad un pubblico variegato bisogna mostrare opere differenti fra loro. Il visitatore si sente rassicurato nell’osservare prima ciò che è vicino al suo sentire e poi a piccoli passi scopre spesso piacevolmente linguaggi e tecniche che considerano complicate. Il vero successo è proprio questo far apprezzare ciò che è lontano dal nostro pensiero sperando che poi possa essere applicato nella vita quotidiana

 

 

 

Quali sono le maggiori difficoltà che incontri nel dirigere
un museo e nel curare mostre d’arte? Come affronti le difficoltà legate alla
gestione, alla comunicazione e all’interazione con il pubblico e gli artisti?

 

Non dirigo il museo, spesso confondono la mia abnegazione
con un ruolo primario, questo un pochino m’imbarazza non sono abituata a darmi
ruoli che non ho e a breve a dirigere ci sarà un carissimo amico che merita
questo ruolo. il piacere per questo equivoco è solo la conferma che quando le
cose si amano spesso ti vengono naturalmente cucite addosso e per scherzare
diciamo che sono una direttrice teorica :-)))))

 

 

Come pensi che il tuo lavoro contribuisca al contesto
culturale e artistico del nostro territorio? Qual è il messaggio o l’impatto
che speri di lasciare attraverso le tue scelte curatoriali?

 

Ho curato mostre in diversi posti dell’Hinterland cosentino,
alcuni posti non li conoscevo ed è stata una sfida portare artisti e visitatori
Fare rete, scambiare storie, tradizioni posta alla conoscenza e più si conosce
più si è consapevoli

 

 

 

 

Cosa rappresenta per te il concetto di “presente”
nell’arte contemporanea? Come si riflette questo concetto nelle scelte
espositive e nelle attività del museo?

 

Le scelte programmate del museo sono spesso riferite al
presente, del resto bisogna vivere il nostro presente non dimenticando la
nostra storia. Tuttavia nell’arte contemporane spesso si riflette il disagio
della società attuale e vorrei meno disagio e più il senso del comune ai
giovani che vogliono intraprendere questa professione consiglierei tanta
passione, tanta pazienza e trovare qualcuno che possa essere la nostra guida.
Mi ritengo fortunata sotto questo punto di vista le mie guide sono stati dei n.
Uno Il prof. Dionesalvi, ha creato una squadra che passava 7 giorni su 7 nel
museo del Presente e abbiamo cominciato contando e catenelle per allestire le
mostre, poi è stata la volta del prof. Sicoli altro modo di gestire il museo,
altri insegnamenti con metodologie diverse e infine il prof. Giorgio Leone mio
relatore di tesi. Subito dopo ho collaborato con lui per alcune mostre e ho
potuto acquisire ancora una volta ulteriori competenze sul campo.

 

 

Quali progetti o iniziative future hai in mente per il Museo
del Presente? Come vedi l’evoluzione del museo nei prossimi anni?

 

Il Museo presto ospiterà una mostra che sono certa
visiteranno in molto e io sarò felice di farmi trovare all’ingresso per
accompagnarvi. Abbiamo bisogno di musei perchè abbiamo bisogno di fermarci e  di osservare, solo così possiamo salvare la
nostra “umanità”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CONTATTI

 

 

Email: eulalia70@libero.it

Facebook: Mariateresa Buccieri

Instagram: mariateresabuccieri 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
©L’ArteCheMiPiace – Blog Arte e Cultura di Giuseppina Irene Groccia 

 

 

 

 

 

 

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Artisti

Liliana Condemi, artista di talento di Condofuri, protagonista dei recenti eventi con le opere “Pane di Vita” e “Sogno Liminale”

 

Entrare nel mondo pittorico di Liliana Condemi significa attraversare una soglia dove la pittura si fa insieme esperienza sensoriale e viaggio interiore. Nulla è puramente descrittivo: tutto, nei suoi lavori, tende
all’evocazione, al ricordo, al respiro di ciò che resta invisibile ma sempre vivo.
Il colore diventa pensiero, la forma si trasforma in memoria, e ogni segno
racconta un tempo che continua ad abitare anche il presente.

Le sue opere si muovono tra sogno e ricordo, tra la dolcezza delle origini e lo scorrere del tempo, nei cui cromatismi vive una luce che tenta la riconciliazione, un varco di quiete dove la materia stessa si apre alla poesia e l’immagine diventa luogo di pace interiore.

Nata a Condofuri nel 1949 e formatasi all’Istituto Statale d’Arte e all’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, la pittrice calabrese prosegue da decenni una ricerca ininterrotta che unisce il linguaggio del colore alla riflessione sull’esistenza, sull’interiorità e sulla memoria collettiva.

Nel settembre e ottobre 2025, due suoi recenti interventi espositivi ne hanno ribadito la profondità poetica e la coerenza di visione.

 

Il primo, “Pane di Vita”, presentato a Grimaldi (CS) per Tornare@Itaca 2025 – Pane di Pace (a cura di Mimma Pasqua), nasce da un gesto semplice e universale: impastare il pane, simbolo di nutrimento e condivisione, per ricordare i bambini di Gaza. Liliana ha scelto di “dividere il passato dalle macerie” e di trasformare la materia in segno di rinascita. 

 

Liliana Condemi-Artista-Eventi recenti-Pane di Vita-Tornare a Itaca-

 

 


Il suo pane, da semplice sostanza, diviene memoria custodita, prezioso elemento di vita
, che come scriveva Paul Klee, “rende visibile l’invisibile”, perché in esso la materia si fa simbolo, trasformando il gesto concreto in segno di speranza e rinascita. Nei suoi colori si percepisce l’intensità di una speranza che non ignora il dolore, ma lo trasforma in luce.

 

A distanza di pochi giorni, al Museo del Presente di Rende (CS), l’artista ha presentato “Sogno liminale” nell’ambito della collettiva Geni Comuni, ideata e diretta da Luigi Le Piane, con la curatela di Roberto Sottile e Mariateresa Buccieri. Qui il linguaggio si fa più rarefatto, sospeso tra ricordo e percezione. In un gioco di blu e verdi emergono echi di esperienze intime, i centrini della nonna, il riflesso del laghetto delle
ninfee a Gambarie, tutto si intreccia in una dimensione sospesa tra realtà e immaginazione. L’opera si apre come una soglia, un passaggio tra ciò che è stato e ciò che ancora può essere, tra il gesto antico e il respiro della natura.

 

Liliana Condemi-Artista-Eventi recenti-Geni Comuni-

 

 

Nella pittura di questa abile artista, il colore scivola sulle tele come un’anima viva. È un atto vitale, una musica silenziosa che si
espande sulla tela come “una serie di accordi musicali”, per citare le parole di un critico che le sono state dedicate. In lei si rinnova quella sapienza del colore che, come diceva Kandinsky, “è un potere che influenza direttamente l’anima”.

Liliana Condemi intesse e porta avanti il suo universo
pittorico come un diario spirituale, dove la memoria si fa speranza e la bellezza diventa un gesto consolidato di pace.

 

 

 

 

Per ulteriori informazioni sul percorso artistico e sulle opere di Liliana Condemi, si invita a consultare il suo sito ufficiale.

 

Clicca sulla sua firma per accedere al suo Sito web

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 



 
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Interviste

Luigi Le Piane – Un regista silenzioso della cultura

 

Luigi Le Piane

 

Un regista silenzioso della cultura

 

 

 

A pensarci bene, Luigi Le Piane non è un artista nel senso tradizionale del termine, eppure il suo operato ha qualcosa di autenticamente creativo. La sua abilità non si misura in tele o sculture, ma nel modo in cui riesce a trasformare un’idea in un’esperienza condivisa, unendo persone, energie e linguaggi diversi. È come se avesse scelto la regia invisibile, quella che non appare mai in scena, ma senza la quale la scena stessa non avrebbe vita.

Cosenza lo conosce bene come PR, capace di animare la città con serate, eventi musicali e momenti di intrattenimento. Ma il cuore del suo impegno rimane Geni Comuni, il progetto che ha dato respiro nazionale alla sua visione culturale. Non un semplice evento, ma un laboratorio di possibilità, un ponte tra professionisti affermati e nuove generazioni, tra territorio e mondo, tra arte e comunità.

In fondo, la cifra più vera di Luigi sta in questo: non accontentarsi di organizzare, ma cercare il senso di ciò che propone. Nei suoi progetti c’è sempre l’idea che la cultura non debba essere un lusso, ma un bene comune, capace di avvicinare chi solitamente resta ai margini. È un modo di fare che richiede passione, ma anche coraggio e coerenza.

Si potrebbe dire che il suo lavoro non costruisce soltanto eventi, ma possibilità. Egli apre spazi, crea dialoghi, rende accessibile ciò che spesso sembra distante. E in questo c’è la sua vera arte. Una forma silenziosa ma essenziale di creatività, che non si misura con gli applausi, ma con la traccia che lascia nelle persone e nel territorio.

 

 

 

Da queste riflessioni nasce l’intervista che segue, un dialogo capace di restituire non solo il percorso professionale, ma soprattutto la visione e la passione che guidano ogni suo progetto

 

 

 

 

Luigi, tu sei un organizzatore culturale molto attivo e riconosciuto, ma non sei un artista in senso stretto. Da dove nasce la tua passione per l’arte?
 

 

È vero, non sono un artista. La mia passione per l’arte è nata lavorando per tanti anni all’interno del Museo del Presente. Vivendo quotidianamente quel luogo e quell’atmosfera, era inevitabile che qualcosa scattasse.

 

Ricordi un episodio o un incontro che ti ha fatto capire che l’arte sarebbe diventata parte centrale della tua vita?
 

 

Sì, ricordo bene. Anni fa, molti artisti mi chiedevano: “Come faccio a esporre in questa bellissima struttura? Cosa devo fare?”. Da lì è nata l’idea di creare un format che desse spazio sia ad artisti professionisti sia a talenti emergenti, anche a chi non aveva ancora un curriculum importante ma meritava una possibilità di entrare in un museo e confrontarsi con un contesto di qualità.

 

 

Quanto la tua formazione e il tuo vissuto a Cosenza e in Calabria hanno influenzato il tuo modo di vedere e proporre cultura?
 

 

Moltissimo. I miei studi letterari, uniti alla passione per gli eventi, mi hanno portato fin da giovane a organizzare attività culturali e non solo. È stato un percorso naturale che mi ha sempre accompagnato.

 

Organizzare eventi di successo non è solo questione di logistica. Quali sono, secondo te, gli elementi chiave per creare un evento culturale che lasci il segno?
 

 

L’elemento principale è la passione. Se pensi di creare un evento soltanto per un tornaconto economico, hai già fallito. Poi, certo, servono attitudine, capacità, esperienza e serietà: tutti fattori che fanno da cornice.

 

Nel tuo lavoro riesci a coniugare estetica, contenuto e innovazione. Come orienti le tue scelte, ad esempio nella selezione degli artisti o degli ospiti?
 

 

Credo sia fondamentale saper leggere il tempo presente. Un evento deve stimolare la curiosità dei visitatori, proporre idee innovative, parlare ai giovani che rappresentano la contemporaneità. Bisogna quindi adeguarsi ai tempi e, allo stesso tempo, creare occasioni che lascino un segno.

 

 

Cosa significa per te “contemporaneità” in un contesto artistico, e come cerchi di tradurla nei tuoi progetti?
 

 

Per me la contemporaneità è proprio questa capacità di parlare al presente e alle nuove generazioni, senza dimenticare la qualità. Ogni progetto deve essere uno stimolo e un’occasione di confronto.

 

Siamo ormai alla dodicesima edizione di Geni Comuni. Ci racconti com’è nato questo progetto e come si è evoluto nel tempo?
 

 

Come dicevo, è nato per offrire anche agli appassionati e agli artisti emergenti la possibilità di entrare in un museo e confrontarsi con professionisti. L’idea di mettere insieme generazioni e linguaggi diversi è stata vincente. La cosa più bella è che, se togli le didascalie dalle opere esposte, spesso non riesci a distinguere chi è il giovane e chi è il professionista, perché la qualità selezionata è sempre molto alta.

 

Geni Comuni è noto per la sua inclusività, mette insieme artisti emergenti e affermati, diversi linguaggi, esperienze e visioni. È una scelta estetica, etica o entrambe?
 

 

Direi entrambe. È una scelta che dà valore sia al progetto culturale sia al messaggio che trasmette: tutti meritano una possibilità e il confronto arricchisce tutti.

 

 

In merito a Geni Comuni, sin dalle prime edizioni collabori in modo continuativo con due figure fondamentali, il critico d’arte Roberto Sottile e la curatrice Mariateresa Buccieri. Che tipo di dialogo creativo si è instaurato tra voi tre, e in che modo questa sinergia contribuisce alla visione e allo sviluppo del progetto?
 

 

Con Mariateresa e Roberto il dialogo è ottimo. Pur essendo un evento nato da una mia idea, lascio a entrambi la libertà di proporre visioni e intuizioni. Questo arricchisce il progetto ogni anno. Io credo molto nel lavoro di squadra: da soli non si va lontano.

 

 

L’edizione autunnale 2025 di Geni Comuni è attualmente in corso. Puoi raccontarci qualcosa della sezione speciale della XIII edizione e delle novità che stai portando per il prossimo anno?
 

 

Posso solo dire che sto già lavorando a una sezione speciale della XIII edizione, cercando di portare sempre qualcosa di internazionale, come è stato nelle edizioni passate, e di creare nuove sinergie.

 

Qual è il contributo che Geni Comuni vuole offrire oggi al pubblico calabrese e non solo? Pensi che stia crescendo anche a livello nazionale?
 

 

È già cresciuto molto, sia a livello nazionale sia oltre. Ogni anno riceviamo richieste da tutta Italia e anche dall’estero, e sono felice di ospitare gratuitamente gli artisti, perché arricchiscono non solo l’evento ma anche il territorio. La mostra dura un mese e registra oltre 2000 visitatori: numeri che, in una città non turistica come la nostra, sono un motivo di orgoglio.

 

 

Cosa sogni per il futuro della scena culturale calabrese? E cosa vorresti continuare a fare tu, personalmente, per coltivarla?
 

 

Sogno che cambi l’idea che i musei siano luoghi statici. Sarebbe bello renderli più accoglienti, accessibili, soprattutto per chi non si sente “preparato” culturalmente. Bisogna coinvolgere i giovani, che spesso si tengono lontani dai luoghi di cultura. C’è tanto lavoro da fare, ma i risultati, come quelli di Geni Comuni, dimostrano che è possibile.

 

Hai altri progetti in cantiere oltre a Geni Comuni?
 

 

Certo. Da oltre vent’anni organizzo eventi di vario genere: spettacoli, concerti, teatro, locali. Geni Comuni è un progetto importante, ma non è l’unico.

 

 

Se dovessi dare un consiglio a un giovane che sogna di lavorare nel mondo dell’organizzazione culturale, cosa gli diresti?
 

 

Gli direi di partire dalla passione, senza scorciatoie. Serve impegno, serietà, capacità di ascolto e di collaborazione. Se mancano queste cose, difficilmente si arriva lontano.
Contatti
Email llpeventi@gmail.com
𝐋𝐮𝐢𝐠𝐢 𝐋𝐞 𝐏𝐢𝐚𝐧𝐞, laureato in Lettere e Filosofia, lavora presso il Museo del Presente di Rende ed è organizzatore di eventi.
Da oltre vent’anni è impegnato nell’ideazione e nella realizzazione di manifestazioni non solo culturali, ma a 360 gradi: eventi musicali, teatrali, festival e molto altro, ottenendo numerosi successi a livello regionale.
La sua attività è animata dalla passione per il lavoro e dal desiderio di valorizzare il territorio. Il suo punto di forza è la capacità di creare sinergie e fare rete con associazioni, enti locali, collaboratori, sponsor e altri partner.
La collaborazione, infatti, rappresenta per lui un valore fondamentale e il segreto per la perfetta riuscita di ogni evento.

 

 
 
©L’ArteCheMiPiace – Blog Arte e Cultura di Giuseppina Irene Groccia 

 

 

 

La sezione Interviste del nostro blog ospita periodicamente artisti, galleristi, critici d’arte, letterati e autorevoli operatori culturali, selezionati per la loro capacità di offrire contributi significativi alla valorizzazione e diffusione di temi rilevanti nel panorama artistico contemporaneo. 

 

 

 

 

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ContempoArte Magazíne

ContempoArte Magazine Gennaio 2025

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Prezzo: 18,00 €

 

Gli artisti presenti all’interno del magazine con contributi rilevanti che desiderano richiedere più copie possono farne richiesta via email all’indirizzo info@lartechemipiace.com, beneficiando di una scontistica esclusiva a loro riservata.

 
 
ContempoArte Magazine è un progetto editoriale indipendente nato dal blog L’ArteCheMiPiace. Rivista cartacea dedicata ai contenuti più significativi del blog, propone periodicamente articoli, interviste e approfondimenti dedicati all’arte e alla cultura contemporanea. La rivista è dotata di codice ISSN, requisito ufficiale per il deposito legale presso il Centro Italiano ISSN, organismo operante all’interno del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).
L’obiettivo del magazine è offrire prospettive innovative sul panorama artistico contemporaneo, sostenendo concretamente artisti emergenti e affermati e promuovendo la loro ricerca attraverso un dialogo costante con il pubblico e con gli addetti ai lavori. ContempoArte Magazine si propone anche come strumento di approfondimento e confronto critico, offrendo spunti di riflessione attraverso i contributi di critici, curatori, galleristi e altri operatori del settore.
Ogni edizione si distingue per l’alto livello qualitativo dei protagonisti coinvolti.
La redazione è aperta a nuove candidature: artisti e operatori del settore possono inviare la propria proposta attraverso i canali di contatto presenti su questo sito, indicando il tipo di contributo desiderato (articolo, intervista o pubblicazione di un’opera) e una breve presentazione del proprio lavoro.
Le candidature saranno valutate in base a originalità e qualità, selezionando i contributi che meglio rispondono ai requisiti della pubblicazione.
 

Artisti e Collaboratori presenti in questa Edizione:

O Gringo, Catarina Diaz, Viktor Sheleg, Alessandro Andreuccetti, Roberto Sottile, Vanni Rocca, Valentina Picco, Luisa Montagna, Marzia Bernini, Giusy De Iacovo, Tiziana Novelli, Ilaria Pisciottani, Pier Paolo Tralli, Angela Kosta, Andrea Barretta, Umberto Romano, Mariateresa Buccieri, Marco Lay, Antonella Rizzo, Rita Mantuano, Athenae Artis, Domenico Grosso, Giuseppina Irene Groccia, Julia Vedenicheva, Iogà Aurora, Massimo Bardi, Mariella Rinaldi, Anila Dahriu, Dante Maffia, Pier Paolo Cetera, Marialuisa Campana.

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Senza categoria

Roberto Sottile Un Innovatore della Critica d’Arte Contemporanea

 

Roberto Sottile

Un Innovatore della Critica d’Arte Contemporanea

 





di Giuseppina Irene Groccia |01|Dicembre|2024|


 

Recentemente ho avuto il piacere di rincontrare Roberto
Sottile
durante l’ultima edizione di ‘Geni Comuni‘, un evento a cui ho
partecipato e che ha saputo catturare l’attenzione grazie all’eccellente
organizzazione e alle proposte sempre innovative.

Roberto è attivamente coinvolto nella parte critica e
curatoriale di questo evento sin dalla sua prima edizione, collaborando con
Mariateresa Buccieri e Luigi Le Piane, quest’ultimo ideatore dello stesso.
Insieme, riflettono il suo impegno nel promuovere spazi di scambio tra artisti
emergenti e affermati, sottolineando l’importanza di un approccio inclusivo
nell’arte contemporanea.

Una nostra precedente collaborazione risale al 2019, durante
una mostra collettiva dedicata all’arte femminile, organizzata da Art Study
Space
di Mimmo Legato, in cui Roberto ci aveva supportato con il suo prezioso
contributo critico.

 





Da sinistra, io, Roberto Sottile, Mimmo Legato, Antonella Vincenzo 


Roberto Sottile si distingue per la sua personalità pacata e
la sua straordinaria preparazione, caratteristiche che si riflettono nelle sue
idee innovative e sperimentali. Questa attitudine lo distingue nel panorama
artistico contemporaneo e ha sicuramente giocato un ruolo fondamentale nel
raggiungimento della notorietà che ha acquisito durante il suo percorso
professionale.

Nato a Cosenza nel 1982, Roberto Sottile si afferma presto
come una figura di spicco nel panorama della critica d’arte e curatela,
distinguendosi per la sua attenta dedizione alle nuove generazioni di artisti
contemporanei e per la riscoperta di figure significative del Novecento italiano.
Il suo lavoro si estende anche all’approfondimento delle opere di grandi
artisti internazionali del Novecento e del XXI secolo, creando un ponte tra
passato e presente.
 

La sua esperienza post laurea al MAON e il successivo lavoro
al Museo del Presente di Rende (CS) hanno contribuito alla sua formazione
curatoriale, rendendola più consapevole e articolata.

Tra le esperienze più formative presso il MAON (Museo d’Arte
dell’Ottocento e Novecento) vi è stata la curatela di mostre che hanno messo in
dialogo opere storiche con quelle contemporanee, favorendo un’analisi critica
delle dinamiche artistiche in evoluzione.

In dodici anni di attività ha curato oltre sessanta mostre,
dimostrando con vitalità un’incessante impegno nella promozione dell’arte. Ha
preso parte a numerosi progetti artistici e culturali come assistente alla
curatela, membro del comitato scientifico e parte della direzione
organizzativa, avendo l’opportunità di presentare oltre cinquecento artisti
provenienti da diverse città italiane. Questa esperienza ha contribuito a
consolidare la sua reputazione come curatore versatile e altamente preparato.







Roberto Sottile rappresenta una nuova e brillante
generazione di professionisti nel mondo della critica d’arte, e il Museo del
Presente di Rende, è stato un importante snodo per la sua crescita
professionale. Questo spazio espositivo gli ha permesso di sperimentare nuovi
linguaggi e approcci curatoriale, contribuendo a una programmazione fortemente
incentrata sull’arte contemporanea. Nel suo ruolo di responsabile artistico e
curatore al Museo del Presente, ha concepito e realizzato il progetto “
Intrecci Contemporanei”, un’iniziativa di grande successo che gli ha portato notevoli
soddisfazioni professionali.

La sua visione contemporanea si distingue per
un’approfondita comprensione delle dinamiche artistiche attuali, che combina
con un approccio fresco e innovativo. Non si limita a osservare le tendenze, ma
si impegna attivamente a reinterpretarle, fronteggiando le convenzioni e
proponendo sempre nuove narrazioni. Con una preparazione solida e un pensiero
critico fine e vivace, egli riesce a instaurare un dialogo profondo con le
opere e gli artisti, rendendo la sua analisi accessibile, stimolante e ricca di
insight preziosi.

Nella sua attività di critica e curatela, la scrittura gioca
un ruolo centrale e imprescindibile. In poco più di un decennio, è riuscito a
emergere come un punto di riferimento significativo nella nuova critica d’arte
contemporanea, nonostante la sua giovane età. La sua capacità di fondere
analisi rigorosa e riflessioni personali ha reso il suo lavoro altamente
incisivo.

I suoi testi si caratterizzano per un linguaggio lirico e
evocativo, capace di oltrepassare la semplice analisi per immergersi in una
dimensione poetica. La sua scrittura, capace di coniugare lirismo e sostanza,
si trasforma in uno strumento di scoperta, in grado di suscitare una
riflessione condivisa sulle dinamiche artistiche attuali.

Roberto ha più volte sottolineato che “la scrittura è
il confronto con gli artisti
“, una dichiarazione che riflette la sua
concezione della critica come dialogo attivo e collaborativo. Questo si traduce
in una ricerca costante di correlazione tra l’opera e il contesto in cui essa
si inserisce, evidenziando le dinamiche culturali e sociali che influenzano
l’arte contemporanea.

La sua crescita professionale lo ha portato a esplorare
nuove opportunità anche oltre i confini regionali. La decisione di trasferirsi
è stata motivata dalla ricerca di contesti sempre più stimolanti e dalla volontà
di contribuire a un dialogo artistico più ampio, che possa unire le esperienze
del Nord e del Sud Italia.








Per comprendere meglio il suo approccio e la sua visione, ho avuto il piacere di intervistare Roberto Sottile, con cui abbiamo discusso di arte contemporanea, curatela e delle diverse esperienze che caratterizzano il suo lavoro.


Quando è scoccata in te la
scintilla che ti ha spinto a intraprendere il percorso per diventare critico
d’arte?

Da ragazzino, avrò avuto 10-11
anni camminando per le strade del centro storico di Rende un giorno venni
attratto da un gruppo di persone che lavoravano all’interno della Chiesa Madre,
entrai e rimasi affascinato dai ponteggi, da questi uomini e donne che potevano
stare vicino a quelle opere così in alto. Quell’episodio fu il primo contatto
che ha generato in me la scintilla e la passione per l’arte.

 


Quali artisti, movimenti o
opere ti hanno ispirato di più nel tuo percorso artistico?

Non c’è un movimento oppure delle opere
specifiche, o artisti, sono sempre stato ispirato dalla ricerca della bellezza
del significato dell’arte e dal messaggio che ogni singolo artista attraverso
la sua ricerca comunica.

 


Quale impatto ha avuto la tua
formazione post laurea sotto la guida di Tonino Sicoli sulla tua carriera come
critico e curatore?

Fondamentale. Tonino Sicoli con
il quale ho collaborato per un decennio è stato il mio maestro il mio mentore.
Devo tutto a Tonino. Un professionista che non è stato mai avaro di
suggerimenti, di consigli, di preziosi punti di vista che mi hanno insegnato
questo lavoro. La nostra è stata una lunga e bella collaborazione simbiotica,
durata dieci anni, e conclusa per una scelta personale di chiudere una pagina
importante e di aprire un nuovo percorso.

 

 



Puoi condividere qualche
esperienza o progetto specifico realizzato presso il MAON che ha contribuito
significativamente alla tua crescita professionale?

Ricordo la mia prima mostra
importante come assistente alla curatela di Tonino Sicoli e di Bruno Corà, era
la mostra nel centenario del Futurismo su Umberto Boccioni, oppure la mostra su
Alberto Burri, i progetti realizzati sono stati davvero tanti ma ricordo con
piacere gli eventi curati insieme a Tonino per i dieci anni del MAON, incontri,
mostre, con al centro la collezione del MAON, gli artisti dell’Otto e del
Novecento che hanno segnato la storia dell’arte in Calabria. Il MAON, il Centro Capizzano, sono state per me una bella pagina di formazione ma soprattutto di
vita.

 


Ho sempre associato la tua
figura al Museo del Presente, dove hai dato un contributo fondamentale alla
realizzazione di numerose rassegne e progetti espositivi di successo. Quali
ricordi e insegnamenti porti con te di quel periodo e dei tuoi collaboratori?

Durante la mia collaborazione
con Sicoli in tanti mi associavano giustamente al MAON, ma io ho iniziato al
Museo del Presente, dove Sicoli era direttore artistico, e sono fortemente
legato a questo museo che è un punto di riferimento direi strategico per l’arte
contemporanea, non solo per la città di Rende ma per la Calabria e non solo. Ho
vissuto professionalmente in questo museo, sommando tutti gli anni quasi 11
anni, una vita. I ricordi sono tanti, legati agli artisti, al personale che ha
lavorato e lavora al museo che nel corso di questa lunga storia è diventato un
punto di riferimento personale importante. Gli insegnamenti di questa
esperienza sono stati tanti, dovendo sceglierne uno direi la coerenza nelle
proposte artistiche realizzate.

 


Quali sono state le difficoltà
e le soddisfazioni nel tuo ruolo di responsabile artistico e curatore al Museo
del Presente di Rende, in particolare nella realizzazione della rassegna
“Intrecci Contemporanei” da te ideata?

Le difficoltà sono quelle che
si incontrano in tutti i musei, perché è sempre complesso programmare, riuscire
a tracciare una traiettoria ben definita di quale sia la tua idea di museo. Le
soddisfazioni sono state tante e la rassegna Intrecci Contemporanei ne è la
prova. Artisti da tutta Italia che hanno percorso anche 1300 km per arrivare al
Museo del Presente per esporre i loro lavori, ma prima di ogni altra cosa, per
condividere un progetto, l’idea che il linguaggio dell’arte sia universale.

 


Puoi parlarci di ‘Geni Comuni’? Qual è il tuo
legame personale con questo evento e cosa lo rende speciale per te? Ricordo che
ci siamo incontrati durante l’edizione di settembre, che è stata davvero un
grande successo.

Ho curato diverse edizioni di
questo progetto ambizioso che anno dopo anno ha saputo ritagliarsi un ruolo
fondamentale. Merito naturalmente del suo ideatore Luigi Le Piane che lavora 12
mesi all’anno per il progetto. Per me è stato un piacere curare diverse
edizioni con Mariateresa Buccieri e la cosa mi diverte molto. Il progetto è
personalmente anche un momento di crescita, che mi offre la possibilità di
tracciare una traiettoria, capire e leggere la ricerca artistica contemporanea
e osservare dove sta andando. Potrei affermare che Geni Comuni è un laboratorio
contemporaneo di creatività, di esperienze, dove professionisti si incontrano e
decidono di percorrere un pezzo di strada. E Geni Comuni in questi anni ha
fatto tanta strada.

 




Dal punto di vista curatoriale,
hai sicuramente offerto un contributo significativo al nostro territorio in
Calabria. Cosa ti ha motivato in seguito a trasferirti?

In realtà ho sempre lavorato
fuori regione, e in questi quasi 15 anni di attività curatoriale diverse sono
state le mie incursioni fuori dalla Calabria. In questi ultimi due anni ho
semplicemente intensificato tutto ciò. Mi muovo come un libero professionista,
oppure come dicono alcuni miei colleghi, sto vivendo l’esperienza del critico
d’arte Freelance, anche se su Bologna ormai da qualche anno sono di casa e dove
lavoro con il centro studi Arte con l’archivio Vinicio Berti, artista del
Novecento Italiano, famoso fumettista e fondatore negli anno ’50
dell’Astrattismo Classico Italiano.

 


Alla luce della tua esperienza, come giudichi
attualmente la situazione dell’arte e del pensiero creativo tra il Nord e il
Sud Italia? Quali differenze noti nel contesto artistico e culturale di queste
due realtà?

Le differenze sono solo nelle
possibilità dei territori. La presenza massiccia di gallerie d’arte, di eventi
strategici per il territorio. Ma negli ultimi anni questa tendenza sta
cambiando anche al Sud, ed esistono delle importanti realtà che hanno saputo
emanciparsi e dare slancio alle potenzialità dei territori del sud. Per il
resto come in tutte le cose del fare umano, gli artisti bravi sono ovunque.
L’arte, con i suoi artisti è viva! E reclama a gran voce spazio.

 

 

Qual è la tua opinione sulle
tendenze e le “mode” nell’arte e in che misura queste influenzano il lavoro dei
giovani artisti?

Purtroppo influenzano molto il
percorso e il lavoro dei giovani artisti, si evince dal mio “purtroppo” che non
ho una opinione positiva di tutto ciò, poiché essendo tendenze e mode passano,
e l’arte necessita di peso specifico, di una stabilità di pensiero che oggi si
fa sempre più evanescente. L’artista non deve e non può più vivere sotto una
campana di vetro, deve contaminarsi con il mondo, ma mai assuefarsi al pensiero
unico.

 

 

Quale progetto da te realizzato
senti più vicino alla tua identità artistica? Puoi raccontarci come è nato?

Ogni progetto realizzato è il
frutto di un ragionamento che arriva da lontano. Quindi ogni idea mi
rappresenta. Volendo fare qualche esempio direi Cyan Carpet, il progetto
realizzato con l’artista Angelo Gallo, oppure i tanti  progetti realizzati insieme con l’artista
Giuseppe Lo Schiavo, vincitore da poco del prestigiosissimo Premio Cairo 2024.
Progetti nati da una continua conversazione, scambi di idee. Al centro di tutto
c’è la voglia di comunicare, di capirsi, e di far capire. Con Angelo, con
Giuseppe, ma anche con tutti gli altri artisti, i progetti nascono così, dalla
volontà di raccontarsi.  Il primo passo è
sempre una telefonata, una mail, un messaggio su WhatsApp che inizia sempre con
ti voglio parlare di una cosa...”

 

 

Quali ritieni siano gli aspetti
più gratificanti del tuo lavoro?

L’incontro
con gli artisti, la possibilità di condividere un messaggio, di contribuire a
far avvicinare il pubblico alla poetica di questo messaggio. L’idea di potermi
avvicinare a queste sensibilità mi emoziona.

 


Quali testi e letture ritieni
fondamentali per aver contribuito alla formazione del tuo pensiero critico e
curatoriale?

Consumo
libri in quantità industriale. Il segreto è quello di non essere mai sazi di
imparare, di conoscere e di costruirsi un proprio pensiero critico. Certo,
bisogna anche avere la capacità di confrontarsi di non restare chiusi in se
stessi, e poi bisogna avere anche un pizzico di fortuna negli incontri della
vita, soprattutto negli anni della formazione, con i maestri con la M maiuscola
che non ti forniscono solo nozioni, ma ti insegnano un metodo di lavoro, che
diventa passo dopo passo il tuo metodo. Il tuo pensiero critico.

 


Puoi condividere un momento di
svolta nella tua carriera che ha influenzato il tuo approccio critico?

Più che
un momento di svolta, direi che lo studio e la ricerca verso l’arte del fumetto
ha influenzato molto il mio approccio critico e la mia ricerca curatoriale. L’attenzione
verso il fumetto. Capire che quella cultura pop apparentemente così leggera in
realtà rappresenti un momento così importante lo ritengo essenziale per chi
vuole capire il significato più contemporaneo dell’arte.


Quando un critico d’arte visita una mostra,
cosa lo colpisce di più: l’intensità dell’opera o la personalità dell’artista?

Sono due elementi, due fattori che
inevitabilmente si fondono. L’opera d’arte vive anche in funzione della storia
dell’artista. C’è però da dire che durante una visita ad una mostra mi capita
spesso di visitarla con gli occhi degli addetti ai lavori, quindi guardo gli
allestimenti, il modo in cui è concepita tutta la mostra.

Quanto ritieni sia possibile
separare l’opera dall’artista che l’ha creata? Secondo te, chiunque ha la
capacità di comprendere l’arte, o ci sono fattori specifici, come la formazione
o l’esperienza personale, che influenzano la nostra interpretazione e
apprezzamento?

Non è possibile separare
l’opera d’arte dall’artista, anche se sia l’opera che l’artista vivono “oltre”
quella determinata esperienza. Personalmente credo che l’arte deve avere la
capacità di parlare a tutti, non deve indirizzarsi ad un pubblico specifico,
poi sta al pubblico decidere di interessarsi di questo argomento o declinare
l’invito.  Il pubblico naturalmente deve
avere un approccio aperto, inclusivo, verso il linguaggio dell’arte, e
comprendere non solo il visibile ma anche l’invisibile, cioè il concetto che
sta dietro quel pensiero creativo.



Qual è il ruolo del critico
d’arte nel contesto attuale del mercato dell’arte?

Sono due ruoli molto distanti.
Il critico d’arte non segue il mercato, ma deve conoscerlo, senza però
lasciarsi influenzare. La nostra ricerca critica ha fattori di giudizio
completamente opposti al mercato ed è giusto così, perché l’opera d’arte è
opera d’arte a discapito delle regole del mercato che non appartengono al
critico d’arte ma al gallerista, al mercante d’arte.

Qual è stato il tuo ultimo
progetto curatoriale e su cosa stai attualmente lavorando?

La mostra dell’artista
palermitano Simone Geraci a Roma presso la Galleria d’Arte
Edarcom
Europa
a Roma. Un lavoro quello di Geraci che assume  la forma di racconti poetici, in cui ogni
elemento dialoga con gli altri in un sistema di rimandi sottili, dove le  sue figure sembrano distanti dal mondo
materiale, quasi scollegate dalla realtà, ma allo stesso tempo sono intimamente
chiuse con lo spazio che le circonda, è stata una bella esperienza curatoriale
ma anche umana. I progetti futuri invece sono molteplici e diversi sono quelli
con l’archivio Vinicio Berti, questo straordinario artista del Novecento
Italiano, pittore, ma anche fumettista che con la sua arte ha raccontato
decenni di vita della classe operaia che quotidianamente si rimboccava le
maniche. 








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GENI COMUNI IX EDIZIONE

 L’ArteCheMiPiace – Segnalazione Eventi Espositivi
















GENI COMUNI 

IX EDIZIONE 



Il Museo del Presente si conferma l’istituzione rendese più incline a proporre percorsi espositivi capaci di portare il pubblico del nostro territorio verso nuove destinazioni.

La nuova ed attesa edizione dell’evento GENI COMUNI porta nelle sue sale espositive una collettiva cui prendono parte 60 artisti, appartenenti a diverse generazioni, tra emergenti e quelli riconosciuti a livello nazionale.


Sabato 10 settembre 2022 alle ore 19:00 partirà un’ edizione particolare dedicata alla tecnologia applicata al linguaggio espressivo dell’arte. Insieme ai 60 artisti selezionati per questa nuova edizione, la mostra vedrà la partecipazione di tre importanti aziende che arricchiranno con esperienze immersive questo nuovo appuntamento.


Un insieme di spazi virtuali, realizzati da 𝗡𝗧𝗧 𝗱𝗮𝘁𝗮 – 𝗧𝗿𝗲𝗰𝗰𝗮𝗻𝗶 – 𝗙𝗼𝗿𝗺𝗮, attraverso i quali sarà facile scoprire il 𝗠𝗘𝗧𝗔𝗩𝗘𝗥𝗦𝗢, la 𝗖𝗥𝗬𝗣𝗧𝗢 𝗔𝗥𝗧 𝗲  gli 𝗡𝗙𝗧. Per tutti una possibilità di accesso a luoghi esclusivi e ad una nuova estensione della creatività umana.


L’evento, ideato da Luigi Le Piane, con la curatela affidata a Roberto Sottile e Mariateresa Buccieri, sarà moderato da Giulia Fresca e vedrà la performance dell’artista Napoletana Morena Rossi.


Come ogni anno l’evento è inserito dall’amministrazione Comunale nel prestigioso cartellone storico del “Settembre Rendese”




Le opere saranno in mostra fino al 5 Ottobre


Sarà possibile visitare la mostra dal martedì al sabato nelle fasce orarie 9.00/13.00 e 16.00/20.00.






Museo del Presente

Via Caduti di Nassirya 252 

87036 Rende (COSENZA)



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