L’arte surrealista di Riccardo Fissore

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L’arte surrealista di Riccardo Fissore


di Alessio Musella  |18|Giugno|2021|



Quando vidi per la prima volta le opere di Riccardo Fissore  trovai immediatamente dei chiari riferimenti ai dipinti surrealisti di Dalì, Serafini, De Chirico miscelati con i ricordi del romanzo di Lewis Carroll, Alice nel Paese delle meraviglie.

Mi incuriosì subito il suo modo di dialogare con lo spettatore attraverso il suo Neo Surrealismo.

Riccardo Fissore abitava a Rivoli, in provincia di Torino, cittadina sede di uno dei più importanti musei d’arte contemporanea d’Italia, il Castello di Rivoli. 

Furono i suoi genitori a portarlo a vedere una mostra dedicata all’astrattismo.

Di quella prima visita non ricorda gli artisti, ma ricorda la voglia che immediatamente si manifestò di sperimentare lui stesso  dopo aver osservato quelle che sembravano  solo masse di colori informi su tele gigantesche.

Come spesso accade ad ogni artista , arriva un punto in cui si mette tutto in discussione , Riccardo dopo essersi fatto conoscere nel mondo dell’arte  si bloccò per un lungo periodo, non riusciva a toccare un pennello. 

Se fosse stato un semplice hobby, questa mancanza non lo avrebbe portato ad una sorta di senso di colpa, quasi come vi fosse una parte di se a cui non consentiva di esprimersi e che teneva relegata in un cassetto chiuso. 

Nel momento in cui l’ispirazione è tornata, ha compreso di essere legato a filo diretto con la sua parte creativa, che essa fa proprio parte della sua visione del mondo e del suo futuro di artista.

La sua prima opera è stata  una mela pianeta Terra rosicchiata, alla cui sommità vi è una sorta di souvenir, una boccia di vetro con la neve. Al posto del classico monumento, vi è una normalissima villetta. Il tutto è ambientato sulla Luna… 

Il titolo è “Tutto subito”.




Ha due modalità opposte che lo portano ad interagire con la tela:

La prima è partire da un’immagine che di solito scaturisce inconsciamente e all’improvviso, a cui solo in un secondo momento attribuisce un messaggio. 

La seconda è invece prendere come spunto un argomento ben preciso e ragionare sul simbolismo migliore per trattarlo.

E’ convinto giustamente che non viviamo più nel periodo delle accademie e della tecnica perfetta a tutti i costi. 

Molti dogmi sono stati infranti nel tempo. 




Vi sono artisti con una tecnica eccellente a cui peró manca una propria visione e personalità e che rimangono ottimi esecutori, mentre  artisti autodidatti con una creatività e originalità incredibili. 




Gli stimoli possano venire dagli ambiti più disparati, non soltanto dal classico studio scolastico.

 



Ha il chiaro e condivisibile sentore che l’ Italia per quanto riguarda cultura e arte sia un paese paradossale: abbiamo avuto tra i più grandi geni artistici della storia, potremmo quasi vivere della sola arte che abbiamo da offrire, ma nonostante ciò la deleghiamo ad un ambito di pochi appassionati e non la valorizziamo come dovremmo. 

















Alessio Musella

Negli anni 90 sono stato impegnato come progettista in Medio Oriente, dove per quasi 10 anni ho fatto la spola tra Arabia Saudita Stati Uniti ed Europa, in ogni mio progetto, già all'epoca, appena possibile inserivo un’opera d’arte. 

Decido di ampliare il raggio d'azione occupandomi di analisi territoriali e comunicazione per affiancare le aziende che richiedevano di entrare in nuovi mercati esteri. Da sempre ho una passione per l'arte e la fotografia, fin dal Liceo Classico quelle due ore alla settimana dedicate alla storia dell'arte, un po’ di ricerca personale, e successivamente la Facoltà di Architettura mi hanno sempre spinto verso questo mondo. 

Oggi sono un consulente di marketing strategico per le aziende, redattore per diverse riviste,  Editore del Magazine  www.exiturbanmagazine.it e Direttore del Blog www.artandinvestments.com, dove parliamo di Arte, Fotografia e Musica, creati rispettivamente nel 2019 e nel 2020.











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